sabato 26 gennaio 2019

Recensione "Fairfax & Coldwin" di Alessio Filisdeo

Recensione "Fairfax & Coldwin" di Alessio Filisdeo

Bentrovati, lettori. Oggi, in vista del weekend, vi porto in un viaggio indietro nel tempo, nell'Europa di inizio Ottocento, con il romanzo "Fairfax & Coldwin", di Alessio Filisdeo, edito da Nativi Digitali Edizioni. L'avevo già segnalato (qua) e di recente ho avuto il piacere di leggerlo, immergendomi nelle atmosfere create dall'autore.

Sì, perché la prima cosa che salta all'occhio, leggendo "Farifax & Coldwin", ma anche altri romanzi di Alessio Filisdeo, è la cura, l'attenzione all'ambientazione, intesa non come mero sfondo in cui si muovono i personaggi, bensì come una realtà vivida, pulsante, attiva, presente e pressante nella vita dei vari protagonisti. Una realtà fatta di spazi, luoghi, ma anche di odori, aromi, emozioni, modi di dire, di fare e di pensare, una realtà in cui si muovono le creature sovrannaturali care all'autore: i vampiri.

Personalmente, ammetto di non avere una gran simpatia per i vampiri, preferendo lupi e stregoni, per cui rimango sempre piacevolmente impressionato quando leggo delle storie appassionanti, che mi intrigano e mi coinvolgono, e mi portano persino a dimenticare che i vampiri non mi piacciono. Mi è successo con "Né a Dio, né al diavolo", l'urban fantasy contemporaneo di Aislinn (recensione qua), mi è successo di nuovo con "Fairfax & Coldwin". In primis perché mi sono affezionato ai personaggi. Dopo l'ambientazione, infatti, il secondo punto a favore del romanzo sta proprio nell'approfondimento dei personaggi. I due protagonisti sono rappresentati magnificamente: uniti ma divisi, legati, quasi vincolati da un segreto che li obbliga a vivere insieme, in questa strana e arcana simbiosi che, se potessero, spezzerebbero subito. Due caratteri diversi, due modi diversi di pensare e relazionarsi con gli altri: dalla (falsa) cortesia di Fairfax, con la sua eloquenza ben curata, al rude materialismo di Coldwin.
La cosa che più aborro della vostra barbara figura è quell'espressione! Sì, quella stessa che mi state rivolgendo or proprio: sufficienza! Sembra sempre che nulla vi tocchi e nulla vi ferisca. 
Sembra sempre che non abbiate idee vostre, che non v'importi di niente e di nessuno, che non vediate alcun futuro. Io sono stanco di voi. Ne ho abbastanza della vostra indecorosa compagnia...

Ho adorato le frasi di Fairfax, il modo fine, elegante, ma sempre diretto e tagliente con cui esprime i suoi pensieri e le sue parole. Eleganza, sì, ma senza mai mettere da parte la sua vera natura, quella di Fratello, di figlio della notte. Di vampiro. Una caratteristica, quest'oscurità connaturata nell'animo di tutti i personaggi che incrociamo nel romanzo, che non viene mai meno e che ci ricorda, di continuo, che siamo in presenza di creature violenti, pericolose, terribili e temibili, creature in grado di spaccare, eviscerare, distruggere, insomma uccidere e massacrare in tanti simpatici e violenti modi.


Infine, già lo ho anticipato, ho adorato lo stile di scrittura: decisamente adatto all'atmosfera e all'ambientazione. Uno stile che sa elevarsi nei dialoghi più curati, e farsi più popolare nei contesti che lo richiedono. Uno stile mutevole, ma curato, infarcito di quell'attenzione al dettaglio che troppo spesso gli scrittori emergenti rifuggono o trascurano. Uno stile che dà anche il ritmo al romanzo.

Dopo un inizio fortemente adrenalinico, la storia si dipana seguendo le vicende di Fairfax & Coldwin, tra Inghilterra e Francia, nel periodo napoleonico. Una trama ricca, di eventi, personaggi e anche situazioni, che strizzano l'occhio alla Storia, la vera storia, quella dei manuali, rivista e reinterpretata in chiave fantastica. Qualche passaggio è un po' lento, pur senza mai essere prolisso, ma è forse adatto al genere, che ricorda molto i romanzi gotici ottocenteschi, per quanto raccontato con uno stile più scorrevole e moderno.

Quanto stava cambiando il mondo! Con quanta veemenza si stava scrollando di dosso l'opulenza e la sontuosità del Settecento italiano a favore del rinato classicismo inglese! 
Un vero ritorno alle origini, quelle origini volgari, prive di spirito e sinceramente noiose che avevano già abbondantemente tediato nei secoli passati per potersi arrogare il diritto di una seconda giovinezza!

Nel complesso, una lettura consigliata, per chi cerca un libro sui vampiri (i veri vampiri! non quelli di Twilight), una storia d'atmosfera e avventura, misteri e colpi di scena, verità non dette e nascoste, personaggi forti e nient'affatto stereotipati. Alla prossima avventura di Fairfax & Coldwin!

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