mercoledì 3 maggio 2017

Recensione "Betulla rossa" di Clara Bartoletti

Recensione "BETULLA ROSSA" di Clara Bartoletti

Torna Clara Bartoletti sul blog "i mondi fantastici". Dopo averla conosciuta con il bel romanzo "Tra le spighe d'amarena", la scrittrice viareggina torna con il suo nuovo lavoro: "Betulla rossa", già segnalato sul blog a gennaio. Una lettura fresca, scorrevole e appassionante che ho divorato nell'arco di un weekend. Il romanzo, autopubblicato dall'autrice tramite Youcanprint, è disponibile sia in digitale che in cartaceo.

Di cosa parla? Essenzialmente il romanzo è una storia di vita, anzi mostra storie di vita, di varie persone, in tempi e luoghi diversi del Novecento. Come nei suoi precedenti romanzi, l'autrice scandaglia la vita e le emozioni dei suoi personaggi, seguendoli dalla giovinezza alla vecchiaia e scoprendo assieme tutto ciò che hanno vissuto, osservato e provato. "Betulla rossa" inizia in Italia, a Viareggio per la precisione, in una casa di riposo per anziani, dove la vecchia Lina, smemorata ma molto simpatica, indaga sulla misteriosa Bedisa, un'ospite della struttura che, a suo dire, nasconde qualcosa. E la cara Lina ci ha azzeccato, perché Bedisa ha avuto una vita a dir poco emozionante e rocambolesca, rimanendo coinvolta in tutta una serie di avventura. Ecco allora che il romanzo lascia il presente e si inoltra nel passato, seguendo Bedisa fin da quando era una ragazzina e viveva a Tuapse, una città della Russia meridionale affacciata sul Mar Nero. 

Siamo negli anni '50, in piena Guerra Fredda, e vivere in una cittadina dell'Unione Sovietica, chiusa e arretrata culturalmente e socialmente, non è affatto facile, soprattutto con un fratello malato. Ma Bedisa stringe i denti e va avanti. Va avanti anche se fa male, anche se deve stringere i denti, anche se deve mettere da parte i sogni personali perché c'è sempre qualcosa di più importante, il bene della famiglia, la salute di Gurgen, la prosperità della Madrepartia. E poi la separazione dai genitori, la pazzia crescente del fratello, la violenza del mondo e degli uomini. Non è una vita facile, ma Bedisa è forte, come le ricorda la sua insegnante di danza, Bedisa è una betulla.
Gli sciamani pensano che la betulla sia l'albero cosmico, indicatore del solstizio d'inverno. Rappresenta la saggezza. La betulla ha un'anima pura e delicata, si presenta candida e flessuosa ma dentro è forte e non si lascia spaventare dalla pesantezza della neve sui rami, né dal freddo, né dalle estati torride. Tu devi essere come una betulla: di fronte alle paure e ai problemi della vita, puoi reagire con un sorriso, con fermezza e dolcezza. Quando sei triste, o ti verrà voglia di piangere, fallo pure, ma ricordati sempre che nessuno ti farà del male se sarai convinta di essere una betulla.
Oltre a Bedisa, comunque, compaiono anche altri personaggi, come il marinaio Sacha e Olga, una ragazza di Londra con un rapporto di amore/odio verso la madre. Le loro strade ovviamente sono destinate a intrecciarsi, ma non anticipo altro.

Non manca la componente sovrannaturale, che l'autrice si diverte a inserire. In "Tra le spighe d'amarena" avevamo Pinin che parlava con gli spiriti dei morti, ricordate? Qua abbiamo Gurgen che vede una bambina nera, una presenza che percepisce soltanto lui e che lo informa di volta in volta sugli accadimenti del mondo, come la morte di Stalin, prima però che si verifichino! E c'è anche il fantasma della ballerina, la musa di Bedisa, che la accompagna nel suo cammino verso il palco del Bolshoi.


Infine, una parola di riguardo l'autrice la spende sempre per il mare. Da grande appassionata di mare e immersioni, non manca mai il mare nei suoi romanzi, come presenza benefica, che infonde fiducia, coraggio e bellezza nel cuore dei personaggi. Ecco le parole di Sacha, il marinaio che gira il mondo su un mercantile: "Finalmente sono a casa. Un anno e più di mare, in giro per il mondo. Non sono ancora sazio. So che molto presto tornerò al mare. Il mare ha una voce che quando chiama devo andare." Eh sì, in effetti il mare ha questo effetto, soprattutto per chi è nato o cresciuto in località vicine al mare.

Nel complesso una bella lettura, veloce, scorrevole, sostenuta da uno stile leggero e coinvolgente, che incita il lettore a scoprire sempre di più. Buon viaggio ai lettori di "Betulla rossa", nella Russia stalinista o in giro per le isole del Pacifico con Sacha. Siate anche voi come Bedisa, siate anche voi infiaccabili betulle rosse. ;)




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