giovedì 6 luglio 2017

Recensione "Waiting" di Daniel Di Benedetto

Recensione "Waiting" di Daniel Di Benedetto

Bentrovati, amici lettori! L'articolo di oggi è dedicato a "Waiting", il romanzo di Daniel Di Benedetto, edito da Dark Zone. Un romanzo puro che ho divorato in un pomeriggio al mare e che vi consiglio perché saprà di certo farvi emozionare, come ha fatto con me. Con questo libro l'autore entra nelle vite della gente, scandagliando il loro stato d'animo, scoprendo i retroscena che li hanno portati a essere ciò che sono, mettendo a nudo la loro personalità, le loro contraddizioni, i loro desideri, e lo fa in un modo particolare, facendo ruotare tutta la vicenda (anzi, le vicende) attorno a una panchina. Una panchina vecchia e piena di scritte che si trova nel giardino comunale cittadino.
Come un vecchio saggio immobile e fiero, anche la panchina in legno antico nei pressi della quercia secolare posta proprio al centro dei giardini comunali, aveva i propri segni del tempo che che passa inesorabile. E Giulia li conosceva tutti. Del resto, quella era diventata giorno dopo giorno non soltanto una semplice panchina abbandonata su cui sedersi e riposarsi, ma un vero e proprio rifugio personale dove raccogliere i pensieri e tutte le avventure al confine tra realtà e fantasia che una bambina di quasi sette anni poteva immaginare.
A chi non è capitato? Di trovate il proprio rifugio, fuori dal tempo e dal mondo, dove rimanere in pace con i propri pensieri, dove sentirsi liberi e protetti, e potersi abbandonare ai ricordi. Un momento per noi stessi che troppo spesso, complice una vita incasinata, non riusciamo mai a ritagliarci. Eppure Giulia, Anna, Paola e tutti gli altri personaggi del romanzo ci riescono. Non rinunciano mai a sedere, anche fosse per pochi minuti, sulla loro panchina, centro gravitazionale attorno al quale ruotano le loro esistenze, senza mai allontanarsi del tutto. Perché la vita è così, fa tanti giri e poi torna sempre al solito punto. Ecco che la panchina non è più solo un oggetto consunto dal tempo ma un vero e proprio personaggio del libro, anzi direi il personaggio fondamentale, che unisce e collega le vite di tutti gli altri, li fa amare e sorridere, li fa incazzare e soffrire, li costringe a fare i conti con chi sono e cosa hanno fatto. La panchina è uno specchio dove mettere a nudo la nostra anima e tirare fuori ciò che, di fronte ad altri, a volte nascondiamo o mettiamo da parte.
Quando incontri qualcuno con cui sei felice anche senza il bisogno di dover parlare, ecco quello è proprio il momento in cui hai scoperto e conosciuto l'Amore. Tienilo stretto a te, perché il rischio che voli via è immenso, ma quel momento dura un attimo e per sempre.
Dicevo, sopra, che il romanzo esplora le vicende di un gruppo di personaggi. Esatto. Sono storie diverse, di tanti personaggi di questa città di provincia, di ogni età e sesso, storie che si incrociano con le loro relazioni familiari, di amicizia, o semplicemente quei rapporti turbolenti che accompagnano la vita di ognuno di noi. Storie che convogliano verso la panchina, perché su quella panchina qualcuno si è scambiato il primo bacio, si è detto "ti amo", qualcun'altro ha fatto promesse, ha detto bugie, ha espresso i suoi sentimenti. Un luogo fisico ma anche un luogo del cuore.

Amore vuol dire Per sempre. Bellissimo da credere, certo. Importante da provare a vivere, altrettanto vero. Tremendamente complesso da riuscire a mettere in pratica, in realtà.
Ho apprezzato come l'autore sia riuscito a tenere le fila di tutta la trama, nonostante stesse raccontando storie diverse, episodi che di per sé sono autonomi (quasi fossero racconti) ma che al tempo stesso fanno parte di una schema narrativo più ampio, che ruota attorno alla panchina del giardino comunale. Complice uno stile lineare, semplice, diretto, la narrazione procede rapida, facendosi strada tra monologhi e flussi di coscienza, tra ricordi, rimpianti e domande senza risposta, perché la vita è così, non sempre ti dà la risposte che cerchi. Anzi, a volte neppure le domande. Però, per trovarle, i personaggi di "Waiting" si siedono sulla loro panchina, e aspettano. Una risposta, un segno, una certezza. Aspettano. 
Voglia accettare un semplice consiglio. Viva, tutto quanto, sempre. Non si maceri nell'attesa. Sia ingorda di vita e curiosa del mondo. E non si senta incolpa, qualsiasi cosa sia accaduta. Sorrida. Ha uno splendido sorriso, mi permetta. Continui a vivere, sorridendo. Per i rimpianti c'è sempre tempo. Ecco, questo è il mio umile consiglio.
E voi? Cosa aspettate a leggere "Waiting", di Daniel Di Benedetto, disponibile in ebook e cartaceo, edito da Dark Zone Edizioni.

Nessun commento:

Posta un commento