sabato 30 dicembre 2017

Recensione "Demon Hunter Severian" di Giovanni Anastasi

Recensione "Demon Hunter Severian" di Giovanni Anastasi

Milano. Anno Domini 394. Nella nuova capitale dell’Impero Romano si stanno verificando alcune morti misteriose che attirano l’attenzione di Ambrogio, il potentissimo Vescovo di Milano, che decide di rivolgersi a Severiano, un cacciatore di demoni, reputandolo l’unico in grado di far luce sul mistero che lega queste morti. Durante le indagini, Severiano viene affiancato da Flavio, un giovane schiavo da lui salvato dal rogo, addentrandosi nelle ombre della Milano imperiale, una città dove ancora accesi sono i conflitti tra la religione cristiana, ormai religione di stato, e i vecchi culti pagani, che qualcuno pratica ancora. In un incalzare di azione e colpi di scena, Severiano scopre infine il vero demone che si cela dietro veli di menzogne.

“La signora dei cancelli della notte” è il primo romanzo con protagonista Severiano, il cacciatore di demoni. Edito da Acheron Books, è stato scritto da Giovanni Anastasi, alias Luca Tarenzi.

Le trame dei romanzi di Luca Tarenzi sono precise e a incastro. Aislinn, in una recensione al romanzo, ha giustamente osservato che uno dei punti di forza di “Luca Tarenzi è la capacità di creare un intreccio da manuale, il classico meccanismo che funziona con la precisione di un orologio svizzero, dove non una pagina è inutile o ridondante, gli indizi e i dettagli si incastrano alla perfezione e, di conseguenza, il romanzo non si “legge”, si beve letteralmente capitolo dopo capitolo e fermarsi è difficile.” Credo che in questo romanzo le sue abilità di costruttore di trame (e sottotrame) si rivelino al meglio, in quanto, oltre all’ottima ricostruzione storica (precisa, efficace e mai pedante), alla rappresentazione vivida dei personaggi, entrano elementi tipici di un romanzo investigativo, per cui l’effetto finale è quello di un grande giallo fantastico ambientato nella Milano imperiale. Una commistione di generi che l’autore riesce a gestire al meglio, regalandoci un originale urban fantasy, di nuovo nella sua amata Milano. 

Ma non la Milano di “Quando il diavolo ti accarezza” e “Le due lune“, bensì la città scelta dall’imperatore Teodosio, sul finire del quarto secolo, come nuova capitale, una città in cui, nonostante l’ordine garantito dai soldati della Schola Palatina e dalla vigilanza attenta di Ambrogio, vescovo delle coscienze e vero e proprio signore della città, coesistono violenti conflitti tra le due anime religiose dell’impero: il cristianesimo, ormai religione di stato, e gli ultimi culti pagani, duri a morire. Come afferma il viscido Rufino: “L’imperatore ha decretato che quei culti sono proibiti. Il tempo dei falsi dei e dei loro altari sporchi di sangue è finito”. Adesso “le loro pratiche sono crimini contro la persona stessa del sovrano. Così vuole sua maestà l’imperatore Teodosio.” Un romanzo quindi che inserisce il solito tema dello scontro tra cacciatori e demoni in un contesto diverso da quello contemporaneo, e decisamente originale, suscitando interessanti riflessioni nel lettore.

Lo stile di Luca Tarenzi, di cui ho letto praticamente tutti i lavori, è sempre semplice, lineare, ma in grado di portare il lettore direttamente nel libro, in questo caso nelle strade della Milano imperiale del quarto secolo DC. Senza mai una parola bizzarra o magniloquente di troppo, dice ciò che deve dire, nel modo migliore e più genuino. Si potrebbe definire in tanti modi, uno stile televisivo, asciutto, narrativo, da racconti intorno al fuoco, non saprei. Personalmente lo ritengo lo stile giusto per il romanzo giusto. Ogni libro, si sa, ha bisogno di essere raccontato in un certo modo per funzionare, e “La signora dei cancelli della notte” ha il suo stile.
“Mio padre raccontava che nelle foreste del Nord, ancora più a nord di dove era nato lui, c’è un grande santuario, un luogo sacro più di ogni altro per tutti i Germani, dove ogni nove anni si celebrano sacrifici in onore del Padre di Tutte le Cose. E le vittime vengono appese agli alberi per ricordare che Wotan appese se stesso al Grande Albero che Regge il Mondo, si trafisse da solo con la sua lancia e rimase lì nove giorni e nove notti finché morì. E poi ritornò dalla morte portando conoscenze segrete che confidò agli uomini”.
“La signora dei cancelli della notte” è un romanzo appassionante, per la commistione di elementi fantastici, storici e anche per gli spunti riflessivi che offre sul tragico conflitto religioso che si è consumato sul finire dell’Impero Romano, un conflitto che, sia pur con contendenti e religioni diverse, ha macchiato di sangue molti periodi storici, compreso il nostro presente. E’ anche un romanzo maturo, dove l’abilità costruttiva di Luca Tarenzi nel creare una trama solida, e al tempo stesso lineare, si rivela al meglio, con personaggi che sembrano uscire dal vivo, tanto sono vivi, tanto hanno da raccontare, al punto che, arrivato alla fine (e complice anche il doppio titolo, uno per la serie e uno per il libro stesso), il lettore spera, confida, brama decisamente un nuovo romanzo. L’avventura è comunque autoconclusiva, per cui anche coloro che temono le saghe infinite possono tirare un sospiro di sollievo, mettersi in comoda e sfogliare il romanzo, precipitare nella Milano dell’epoca (descritta benissimo, come se Severiano avesse una videocamera su una spalla) e seguire l’affascinante cacciatore nella sua scoperta della verità. Una verità che, come apprenderà, e il lettore con lui, non è mai univoca, bensì ha molte facce. Facce insanguinate, facce integraliste, facce più umane, tutte che partecipano al grande gioco, tutte decise a morire per i loro ideali. Era un’epoca, infatti, in cui qualcuno credeva davvero che la vita fosse qualcosa di più del mero trascinarsi nei sentieri polverosi di una città che a stento poteva definire casa. Era un’epoca di scontri, in cui i fedeli della Signora della Notte non volevano abbassare il capo, servendosi di ogni strumento per avere la loro vendetta. Era un’epoca da cui il lettore non vorrebbe staccarsi, auspicando l’uscita di una nuova avventura.

(Mia recensione originariamente apparsa sul sito "Le lande incantate").



venerdì 29 dicembre 2017

Segnalazione "Erenvir e l'anno zero" di Effe Cinicola

Segnalazione "Erenvir e l'anno zero" di Effe Cinicola

Bentrovati, amici dei mondi fantastici! Natale è (già) (sigh!) passato, ma il 2017 ancora non è finito e io sono qua per l'ultima segnalazione dell'anno, quella della saga "Gli angeli e l'apocalisse" di Effe Cinicola. Oggi vi presento il primo volume: "Erenvir e l'anno zero", mentre venerdì prossimo vi presenterò il secondo. Andiamo a incominciare! ;)

Titolo: Gli Angeli e l’Apocalisse- Erenvir e l’Anno Zero
Autore: Effe Cinicola
Editore: Youcanprint
Genere: Fantasy Eroico
Formato: Cartaceo, ebook
Pagine: 270
Prezzo: circa 15 euro il cartaceo, 2,99 l’e-book

Il romanzo è acquistabile in tutte le librerie, reali o online (Amazon).

Trama:
L'apocalisse profetizzata nella Bibbia si avvera, devastando la Terra e decimando l'umanità. I principali fautori dell'Armageddon, i cavalieri della Violenza, della Carestia, della Morte e della Guerra, quattro potentissimi angeli, decidono di rimanere nel mondo materiale per diventarne i sovrani assoluti e si pongono a capo di eserciti di creature oscure per attuare la propria conquista. Fortunatamente, anche sette schiere angeliche restano a combattere per gli uomini sopravvissuti contro le brame di potere di chi li vuole sottomessi o morti.

Jonathan White è un ragazzo che viene prescelto per contribuire alla lotta tra bene e male. Verrà chiamato Erenvir, ovvero portatore della nuova era, ed il suo primo compito sarà quello di condurre in salvo i sopravvissuti in un luogo indicatogli come Terra Promessa. Affronterà un viaggio in cui scoprirà quanto tutto ciò che conosceva sia mutato e sottoposto a nuove leggi fisiche e spirituali, tra nuovi luoghi infernali e piccoli paradisi, tra bestie demoniache e creature idilliache.



Immagina che il mondo, così come lo conosci, venga spazzato via in un solo giorno. 
Immagina che i castighi apocalittici annientino e trasformino in un inferno la Terra in cui vivi. 
Immagina di rimanere solo. 
Poi il suolo sotto di te si spacca, cadi e rimani appeso sulla ripida roccia di un baratro di cui non vedi il fondo. 
L’unica cosa che puoi fare è tentare di risalire, arrampicandoti con fatica.
Ma trovare salvezza sarà difficile perché le rocce appuntite su cui poggi mani e piedi ti provocano dolore, ti prelevano gocce di sangue e ti iniettano la voglia di arrenderti. 
Se tutto ciò ti spaventa, non ascoltare le mie parole perché ancora non puoi accettarle, perché ancora la tua mente non è pronta ad illuminarsi del loro significato apocalittico.

(Le illustrazioni sono di Mirco Paganessi)

Biografia dell’autore:
Effe Cinicola ha pubblicato i primi due libri auto-conclusivi della saga fantasy “Gli Angeli e l’Apcalisse”: “Erenvir e l’Anno Zero” e “Erenvir e i Sette”, a cui seguirà il terzo “Erenvir e il Potere della Violenza”. La Storia di Apogea, la Terra dell’Apocalisse, è solo all’inizio.
Sta lavorando al Gioco di Ruolo e a un gioco di carte con la stessa ambientazione dei romanzi. Presto pubblicherà una raccolta di racconti noir e un romanzo breve di genere commedia noir. 

Se volete scoprire di più su questa saga adrenalinica, ecco la pagina Faceboook!

mercoledì 27 dicembre 2017

Recensione "Poison Fairies - La guerra della discarica" di Luca Tarenzi

Recensione "Poison Fairies - La guerra della discarica" di Luca Tarenzi

“Poison Fairies – La guerra della discarica” è il primo libro della trilogia delle fate, un romanzo urban fantasy di Luca Tarenzi, che prosegue con “Poison Fairies – I re delle macerie”. Edito in digitale da Acheron Books, può anche essere acquistato in cartaceo su Amazon tramite print on demand.

La vita nella discarica non è facile, soprattutto per i suoi abitanti, i Moryan, divisi in fazioni e in lotta continua tra di loro. Una lotta per la sopravvivenza. Lo sa bene Cruna, sorella del re dei Goblin, che si avventura al confine con il territorio dei rivali Boggart per una missione di recupero, con alcuni amici, nonostante i divieti reali. Una missione che finisce in tragedia e che segna l’inizio delle loro disavventure. Nel frattempo Argiope, re dei Boggart, sta cercando qualcosa, un’arma che possa far pendere definitivamente l’ago della bilancia della guerra dalla sua parte. In questo fetido contesto urbano si svolgono le vicende delle fate velenose, i Moryan, discendenti delle originarie creature fatate, alti pochi centimetri e dotati di Glamour, una specie di cosmo o aura che dona loro dei poteri e permette di nasconderli agli esseri umani. Tra scontri tra fazioni e segreti nell’ombra, la guerra della discarica divampa e dà il via alla trilogia delle fate.
In piedi sotto un parasole di cartone retto da due guardie, Argiope osservava dall’alto i suoi Boggart che a forza di braccia trascinavano la batteria fuori dal torrente. Si era posizionato in cima alla montagna antistante per avere una visuale perfetta: le Pallide Morti stridevano e battevano le ali con un baccano d’inferno mentre rovistavano nella spazzatura, e alcune passavano a meno di mezzo metro da lui e dalle sue guardie, che rimanevano rigide e immobili come se nemmeno le notassero. 
Ma Argiope vedeva bene le loro mani che stringevano i sostegni del parasole tanto forte da farsi sbiancare le nocche. Lui non aveva alcun timore: la sua nube, rafforzata dal Gramarye, si estendeva tutt’intorno, abbracciando le guardie, il parasole e vari centimetri di terreno. E nulla di meno acuto degli occhi di uno Sluagh avrebbe potuto penetrare un occultamento denso come quello.
La struttura di “Poison Fairies” è molto semplice, sorretta da una narrazione in terza persona che si sposta sui vari punti del campo di battaglia. Seguiamo quindi le avventure di Cruna, prevalentemente (e che è molto approfondita a livello comportamentale), di Disgelo e anche dei Boggart, scoprendo cosa sta tramando il re Argiope. Frammenti di una guerra che sta per scoppiare. È una trama ricca d’azione, con poco spazio per le riflessioni (tranne quelle strategiche), ma che permette comunque al lettore di scoprire pian piano com’è costituito il mondo fantastico del Piccolo Popolo, di immergersi tra i maleodoranti odori della sua quotidianità, fatta di lotte per una batteria, di ricerca continua di cibo, di sorveglianza dall’alto di una pila di rifiuti per impedire che un’altra fazione violi i trattati di pace. È una trama fatta di fili (di ferro?) che progressivamente si riuniscono in occasione del gran finale, ma che comunque lascia spazio a congetture che verranno risolte nei libri successivi.

Lo stile di Luca Tarenzi è, come sempre, perfetto per il tipo di narrazione messa su. Semplice, lineare, senza costruzioni artificiose, permette e favorisce una lettura scorrevole e piacevole del testo. Uno stile adatto a un romanzo urban fantasy, che svela progressivamente (non del tutto! Per altro, in fondo, ci sono i due libri successivi!) misteri e segreti della discarica, senza rivelare troppo subito.
Anni fa mi hai scaricato sulla terra, perché non servivo a niente. Oggi mi hai detto la verità, e mi hai offerto di diventare come te. Come voi. E se era il tuo modo per fare ammenda, per darmi un posto dove stare, allora non hai capito davvero niente. Io ce l’ho, un posto. E non grazie a te. Mi hai offerto una vita come la tua, fuori dal tempo. Mi hai offerto l’immortalità. Hai tentato di togliermi la morte, cara madre ritrovata. Hai tentato di togliermi l’unica cosa che mi fa sentire vivo.
“Poison Fairies” è un romanzo “cattivo”. Non aspettatevi le fate Disney, le principessine luminose e svolazzanti che dispensano polveri magiche sull’umanità per renderla felice. Queste fate sono mostruose, velenose e pericolose e non è consigliabile farle arrabbiare. Un’interpretazione nuova di vecchie leggende che dimostra come sia ancora possibile (r)innovare il fantasy anche in Italia. Dopo licantropi e lupari, angeli e demoni e divinità, Luca Tarenzi ci porta in un nuovo mondo, vicino a noi (una discarica, che potrebbe trovarsi fuori da qualunque città italiana) ma al tempo stesso lontano, in un regno fantastico, dove vivono goblin e Slaugh, sirene (in un lago, presumibilmente una pozzanghera d’acqua piovana e scoli di chissà quali rifiuti!) e Boggart, un regno dove si combatte una guerra continua per la sopravvivenza, quasi fosse un regno degli umani, separato da confini, con sentinelle, patti da rispettare e eserciti da organizzare in caso di guerra aperta.  

Su tutto aleggia una cappa di tensione, una specie di miccia pronta ad esplodere e infatti la sensazione generale è che “La guerra della discarica” sia il prodromo di una vera e propria Grande Guerra che sta per scoppiare, con i pedoni che si stanno posizionando, alcuni consapevolmente, altri meno, in attesa che molte mosse vengano svelate. Un romanzo originale, consigliato a chi vuole evadere dalla routine dei soliti cliché letterari fantastici e immergersi in un mondo nuovo. Con un piccolo avvertimento: la storia non finisce alla fine del libro, che si interrompe in maniera abbastanza brusca, lasciando il lettore a chiedersi se sia stato uno scherzo dei Boggart o se davvero bisogna aspettare il romanzo successivo per scoprire come procedono le avventure di Cruna e degli altri. Per fortuna il romanzo successivo è già uscito, si intitola “Poison Fairies – I re delle macerie”, già recensito sul blog.

(Mia recensione originariamente apparsa sul sito "Le lande incantate").

sabato 23 dicembre 2017

Segnalazione "Abissi" di Paolo Cabutto

Segnalazione "Abissi" di Paolo Cabutto

Buon Natale, amici dei mondi fantastici! Il blog non va in ferie, ahimè! E allora approfittiamone per scoprire qualche novità. Ecco "Abissi", l'antologia di racconti neri di Paolo Cabutto, edita da Talos Edizioni. Scopriamola insieme!

Titolo: Abissi
Autore: Paolo Cabutto
Editore: Talos Edizioni
Genere: Horror, thriller, noir
Formato: Cartaceo
Pagine: 185
Prezzo: € 10,00
ISBN: 978-8898838875

"Abissi" è disponibile su tutti gli store di libri (IBS store).


Trama: Un vicino di casa che ci conosce meglio di quanto immaginiamo, macabri incontri in un cinema di periferia, una stazione della metro che sembra sussurrare il nostro nome, una tragedia shakespeariana che diventa realtà, l'ultima giornata di lavoro di un killer professionista. La paura prende il lettore per mano e lo conduce attraverso tredici stanze buie, in cui l'incomprensibile e il sovrannaturale intaccano la sicurezza della nostra quotidianità. Non resta quindi che chiudere gli occhi, trarre un respiro profondo e gettarsi negli abissi. 
Pensa, rimugina, cammina e intanto il tempo trascorre senza che nessun treno transiti su quei binari. Nella sua mente comincia a maturare l’idea che la metropolitana lo abbia attirato di proposito in quella stazione maledetta. 
Gli pare addirittura che i muri siano vivi al punto tale che per un istante ha la netta percezione di sentirli ansimare. Ma non dà seguito a quell’assurdità e si aggrappa a un appiglio razionale. 
“Si sa che l’aria viziata e il freddo pungente possono confondere la mente di un uomo.” 
Eppure sente come se qualcosa di malvagio, un’occulta energia dal potere mortale, corra lungo quei binari su cui, di contro, gli attesi convogli continuano a latitare.
Biografia dell’autore: Paolo Cabutto nasce a Bra, in provincia di Cuneo, nel 1984. Lettore appassionato sin dalla più tenera età, è perdutamente innamorato di tutto ciò che è arte. Ha l’Inghilterra nel cuore e trascorrerebbe la vita viaggiando. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati in antologie, siti e riviste letterarie. Scrive di libri sul blog culturale “Blog con vista”. “Abissi” è la sua prima raccolta di racconti.

Se volete scoprire di più su "Abissi" e sul suo autore, ecco la sua pagina Fb e Twitter.




venerdì 22 dicembre 2017

Segnalazione antologia "Le storie di Murex"

Segnalazione antologia "Le storie di Murex"

In questo weekend prenatalizio, vi segnalo la nuova uscita dell'associazione culturale Nati per scrivere, in collaborazione con il Gruppo Scrittori Firenze: "Le storie di Murex". Si tratta dell'antologia contenente gli otto racconti finalisti (vincitori e nominati) del concorso "La città di Murex", edizione 2017. Storie molto interessanti e piacevoli da leggere, alcune davvero emozionanti, che la mia associazione NPS ha avuto il piacere di pubblicare in un volume digitale. Buona lettura!


Titolo: Le storie di Murex
Autori: autori vari
Editore: Associazione Culturale Nati per Scrivere
Genere: antologia di racconti
Formato: digitale
Prezzo: 0,99 euro (digitale)
ISBN: 9788894210255

Foto di copertina per gentile concessione di Gianni L’Abbate Photography.
Grafica di copertina a cura di Giovanna Evangelista.

Disponibile in digitale su tutti gli store di ebook.
Link Amazon
Link Ibs
Link Kobo store

Quarta di copertina: L’antologia “Le storie di Murex” contiene i racconti finalisti della seconda edizione del concorso “La città di Murex”, organizzato e patrocinato dal Gruppo Scrittori Firenze con l’intento di curare e cercare autori che abbiano trovato, nel racconto, la vocazione per misurarsi con un genere che pochi possiedono l’arte di rendere in bellezza. Otto racconti brevi, otto stili freschi e curati, otto affreschi di vite diverse, ugualmente intense.

"Le storie di Murex" comprende:
-          Un foglio di giornale ingiallito, di Alessandra Cenci
-          Ti bacio le mani, di Francesco Greco
-          Un’estate fa, di Caterina Meotti
-          Trecce di vento sulle campagne toscane, di Elena Giustini
-          Il mandorlo, di Manna Parsì
-          Bella, di Marco Parracciani
-          Le tre vite di Lin Tao, di Antonio Viciani
-          Storia di morte, scirocco e foxtrot, di Gianni Portunato

L’associazione culturale “Nati per scrivere” nasce nel 2016, da un gruppo di appassionati lettori, decisi a promuovere la cultura del libro e a valorizzare gli scrittori emergenti, soprattutto locali. Organizza eventi e incontri letterari, reading e laboratori di scrittura.




mercoledì 20 dicembre 2017

Recensione di "I figli della tempesta" di Francesca Noto

Recensione di "I figli della tempesta" di Francesca Noto

Bentrovati, lettori! Avete già comprato i regali di Natale? Se avete ancora qualche dubbio, perché  non regalare un bel libro? Oggi vi parlo di un romanzo fantastico, uscito a ottobre, in occasione di Lucca Comics, davvero interessante e adatto a varie fasce di lettura. Sto parlando di "I figli della tempesta" di Francesca Noto, già ospite di questo blog in varie occasioni. Il romanzo, edito da Astro Edizioni, è disponibile in ebook e cartaceo su tutti gli store di libri.

Una piccola precisazione iniziale: il libro si inserisce all'interno del mondo fantastico, di ispirazione mitologico-norrena, creato dall'autrice e presentato ai lettori con il romanzo "Il segno della tempesta", di cui "I figli della tempesta" rappresenta, se vogliamo, un seguito. Un seguito in quanto ambientato 18 anni dopo gli eventi del primo romanzo, di cui stiamo vivendo le conseguenze. Ma i personaggi sono diversi, nuovi, freschi, e le avventure che vivranno totalmente nuove, per cui il libro può essere letto senza aver letto "Il segno della tempesta": i pochi riferimenti inseriti nel libro sono sufficienti a far comprendere a tutti ciò che è accaduto diciotto anni prima.

E ora passiamo ai figli della tempesta! Chi sono 'sti figli? Uno è Nathaniel, ovviamente, il figlio di Sven e Lea, i protagonisti di "Il segno della tempesta", un adolescente molto particolare in cui, oltre ai classici problemi di (a)socialità tipici di quell'età (alzi la mano chi non li ha avuti!), si sommano le difficoltà derivanti dall'essere uno dei Waerne e in particolare l'essere il figlio di Valoisa e Valke, gli eroi della profezia. Un bel peso che grava sulle sue spalle adolescenziali.

Per fortuna che nella sua vita arriva Winter! Sì, proprio lui, un ragazzo albino altamente complessato (a partire dal nome...^^), con un passato tormentato alle spalle, un dolore per una perdita che non ha ancora accettato e un bisogno innato quanto inespresso di avere qualcuno a fianco, qualcuno che gli voglia bene e lo accetti per quello che è. Anche se neppure lui sa ancora bene chi effettivamente è.



Sarà l'incontro tra queste due anime solitarie, uno così disperatamente in cerca di aiuto e di amore, anche se non sarebbe mai disposto ad ammetterlo, l'altro così immerso nell'amore familiare e dei propri amici da non rendersi neppure conto di quanto sia importante, a dare vita alla vicenda. Eh sì, perché i nostri figli della tempesta ovviamente hanno dei poteri, alcuni non li conoscono neppure loro, ci stanno prendendo confidenza, e facendolo insieme risulta un'esperienza tutta nuova e inebriante. Ed ecco che, mentre sono lì che si esercitano e cercano di capirci qualcosa, si ritrovano a vivere un'avventura emozionante che li porterà a spasso in nuovi mondi. Creature fantastiche, che sembrano uscite da un bestiario di mitologia norrena, scontri e battaglie (molto più abbondanti, per fortuna, rispetto al primo libro, molto più romantico!) a gogo, colpi di scena e tradimenti, rivelazioni e incontri con personaggi che hanno più di una faccia. Devo dire che in questo romanzo non manca niente, riesce a mescolare bene l'avventura con l'azione, senza tralasciare assolutamente l'aspetto prettamente emotivo e sentimentale, garantendo un'ottima introspezione dei due protagonisti, così uniti che sembra quasi vivano lo stesso afflato di vita.

Molto apprezzati (per chi, come me, ha letto "Il segno della tempesta") i vari riferimenti agli eventi accaduti diciotto anni prima, le varie apparizioni dei personaggi dell'altro libro, e anche le rivelazioni che gettano nuova luce su quanto accaduto. Il finale è decisamente aperto e fa ben sperare che le avventure dei figli della tempesta non finiscano qui, ma tornino a concludersi nel terzo e definitivo volume della bella saga urban fantasy (ma non soltanto urban!) creata da Francesca Noto!

A chi lo consiglio? A chi cerca un romanzo fantastico fuori dal comune, agli amanti della mitologia nordica, ovviamente, e anche delle interazioni romantiche tra due anime affini, solo incapaci di ammetterlo a se stessi. Buona lettura! ;)


lunedì 18 dicembre 2017

Dietro le quinte di Berserkr: le sette stirpi

Dietro le quinte di Berserkr: le sette stirpi

Nuovo articolo di approfondimento su "Berserkr". Dopo quello sui personaggi (qua) e sulle ambientazioni (qua), oggi tocca ad alcune delle creature sovrannaturali che popolano Berlino e dintorni, le cosiddette sette stirpi che da secoli tendano di convivere. A volte ci riescono, altre volte no e nascono conflitti sanguinosi, come la Guerra Calda che ha devastato Berlino e il resto del mondo fino alla firma degli Accordi dell'89. Ecco alcune creature in cui potreste imbattervi uscendo dalla ringbahn e avventurandovi nei territori riservati alle stirpi sovrannaturali.


STREGHE

Le streghe vivono nella Foresta di Tegel (nell'angolo nord-occidentale della città di Berlino). La Divisione ha concesso loro l'uso del castello di Tegel, dove vennero firmati gli Accordi dell'89 proprio con le streghe, con l'idea di rabbonirle, ma le streghe ci hanno sputato sopra. Non amano stare al chiuso, preferiscono i boschi e vivere allo stato selvaggio. 

Come ricorda Ulrik a Fabian: "Le streghe amano stare appollaiate sugli alberi, a cagare in testa ai passanti, o a dormire in qualche buco che si sono scavate con i loro luridi artigli."

Servitrici della Madre Terra, conoscono gli usi delle piante e delle erbe e si dice che sappiano anche lanciare il malocchio. Possiedono anche limitati poteri mutamorfici e psicocinetici, che variano in base alle potenzialità e agli studi delle singole streghe.

Bitia, ad esempio, la strega sciita, induce sensazioni di smarrimento nelle sue vittime, mentre Heith, che si atteggia a strega suprema, è in grado di percepire le emozioni degli altri (empatia, la definisce) e farle proprie, magari mostrando ai suoi avversari le loro paure.

Una cosa è certa: come dice Markus, delle stregacce non c'è da fidarsi.



LICANTROPI

I licantropi sono lupi che si sono evoluti al punto da divenire uomini. Hanno iniziato a camminare a due zampe, poi hanno perso il pelo e hanno acquisito abitudini e comportamenti umani, senza mai rinunciare del tutto alla loro natura animale. Sono entità duplici, che convivono in un solo corpo, vivo e pulsante. Amano la libertà, correre liberi e felici nella Foresta del Grunewald. A volte si spingono fino alle rive dell'Havel, ma non amano l'acqua. Preferiscono gli ampi spazi della Foresta Verde, dove cacciano, si divertono e si abbandonano a grandi abbuffate.

Dall'alto della Torre del Grunewald osservano e ascoltano quel che il vento porta loro.

Come branco, sono fedeli a Alois, il loro Alfa, uno dei Sette Saggi fatti prigionieri dalla Divisione. Come popolo, onorano Odino, di cui si definiscono fedeli guerrieri. Ulfhednar, ossia Casacche di Lupo.

COBOLDI

I simpatici folletti domestici, guidati da Heinzelmann e dalla sua consorte, la dolce Olga. Sono dispettosi, come tutti i folletti, si divertono a fare scherzi, a spostare gli oggetti, a infastidire gli animali, ma lo fanno senza malizia, da eterni ragazzini quali sono. 

Attualmente sono confinati nella reggia di Sans-souci, a Potsdam, un ambiente elegante e raffinato che la Divisione ha ritenuto adatto al loro rango. A Olga piacciono molto le sale da ballo in marmo della Slesia, ma il buon vecchio Heinz invece rimpiange ben più lugubri (ma più libere!) dimore.

Possiedono un'abilità particolare, che viene svelata nel corso del romanzo e che aiuterà Ulrik in un paio di situazioni difficili. 

Allora, finalmente, si ricordò la storia di Heinzelmann e dei coboldi. Suo padre gliel’aveva raccontata, una sera durante la Guerra Calda, per distrarlo e fargli pensare a tempi più lieti. Un loro avo si era preso un coboldo in casa, un gran birbante che chiamavano Arruffagalline.
 
«Faceva scherzi a tutti e spaventava gli animali, divertendosi a intrecciare le loro code. Povere mucche, a volte non facevano neppure il latte da quanto erano spaventate!» 
«E allora perché non lo cacciavano? Perché tenerlo in casa?» aveva chiesto il piccolo Ulrik. 
«Perché i padri tengono i bambini dispettosi? Sono soltanto degli eterni ragazzini soli, dei bimbi sperduti in cerca di una famiglia. Per questo sceglievano grandi castelli e dinastie numerose, perché speravano, in mezzo a quel marasma umano, di trovare un protettore, qualcuno che li accettasse per quello che erano e si prendesse cura di loro.» 
Un protettore, ripeté Ulrik, con gli occhi umidi di lacrime. O un amico?


VAMPIRI

Ok, chi mi conosce sa che non ho simpatia per i vampiri. E infatti giocano un ruolo secondario nelle dinamiche del romanzo. A differenza dei licantropi, i vampiri sono uomini morti che le streghe hanno mantenuto in vita. Da un punto di vista naturale, non sono quindi un'evoluzione della vita (come nel caso dei lupi) bensì un'aberrazione, un controsenso.

I vampiri non brilluccicano, detestano il sole e infatti escono nei giorni nuvolosi o nebbiosi, o la notte, oppure preferiscono starsene nei capannoni e negli edifici abbandonati di Pankow. Attualmente li guida Neuntoter, figlio di Heith (nel senso che è stato creato dalla strega), in attesa del ritorno di Augustine.

SILFI

I geni dei boschi e dell'aria. Piccoli esseri svolazzanti (che a Heinze non stanno molto simpatici) che vivono nei boschi di Müggelberge, ai confini sud-orientali di Berlino. Sono creature riservate, che di rado si fanno vedere. Non amano gli esseri umani e cercano di rimanere fuori dalle loro sciocche guerre. 

Heinze, sghignazzando, suggerisce che somiglino a delle lucciole! :-) Sia come sia, anche loro daranno il loro contributo al mantenimento dell'equilibrio.

ALP

Gli Alp sono delle creature molto particolari, a cui dedicherò un racconto prossimamente. Se ne stanno a Steglitz-Zehelendorf, in un quartiere residenziale (a differenza degli altri che stanno in reggie o foreste), e sono forse i più anonimi.

Nel folklore germanico sono entità simili agli Incubi. Possono rendersi incorporei, diventare invisibili, camminare non visti accanto ad altri soggetti, e poi... si attaccano a un capezzolo e iniziano a succhiare. A succhiare via i sogni delle persone, di cui si nutrono. In qualche modo la loro vita è filtrata dalle vite degli altri.

In "Berserkr" non li vediamo mai, se ne stanno in disparte, anche se lo Spirito Protettore della Città sente di averli al suo fianco.


(Quadro di Fussli, intitolato Nightmare)

E... LA SETTIMA STIRPE?

Qualcuno me lo ha chiesto. Qualcuno è stato disattento. Qualcuno ha indovinato. Nel romanzo c'è la risposta! :) Diciamo che è un'entità che è bene non incontrare, soprattutto quando si è soli e in stato di fragile emotività!

Spero di avervi incuriosito! Appuntamento a dopo le feste con altri articoli sui dietro le quinte di Berserkr! Ricordo che "Berserkr" è disponibile sia in ebook che in cartaceo, su tutti gli store di libri! :)

(Tutte le immagini sono prese da Pixabay)

sabato 16 dicembre 2017

Nuove uscite DZ Edizioni: Versus e Bagada Felix

Nuove uscite DZ Edizioni: Versus e Bagada Felix

Non può arrivare il Natale senza le nuove uscite della DZ Edizioni. Due uscite nel segno dell'horror, per un Natale da brividi! Pronti per conoscere "Versus" e "Bagada Felix"?


Titolo: Versus
Autore: Lucia Guglielminetti
Genere: Horror
Target: ogni lettore
Editore: DZ edizioni
Pagine: 271
Prezzo: 14,90 euro

Una ragazza. Una rockstar. Un duello all’ultimo sangue.

Trama: Beatrice è una sedicenne grassoccia e apparentemente mediocre. Frequenta il liceo linguistico della sua città, non è amata dai compagni e proviene da una famiglia del tutto insignificante, con una madre scialba e un padre distratto. L’unica luce, nella sua vita, è l’amore per i Rip n’Tear, un gruppo metal americano, e soprattutto per il frontman, Johnny Lee Kerr, che rappresenta tutto quello che Beatrice vorrebbe essere. Ma che succede quando Bea riesce a trovarsi faccia a faccia con il suo idolo e scopre che non è quell’essere senza macchia che si è sempre immaginata? Dopo aver sviluppato facoltà paranormali che non avrebbe mai pensato di possedere, Bea è pronta per la sua vendetta, dando inizio a un duello senza esclusione di colpi con Johnny, da cui l’unica via di fuga è la morte.  

Biografia dell'autore:
Lucia Guglielminetti nasce ad Asti nel 1969.
Laureata in Lingue e letterature straniere moderne, insegna inglese nelle scuole medie. Vive con la famiglia in un piccolo paese della provincia astigiana.
Ha all'attivo due romanzi pubblicati con la Casa Editrice Marlin (2012: RVH – Ascesa alle Tenebre; 2013: RVH- Sette giorni per i lupi) i primi due episodi della pentalogia sul vampiro olandese Raistan Van Hoeck. Nel Buio, Morte e vita e il nuovo Sleeping Sun, terzo, quarto e quinto episodio della saga di RVH, sono autopubblicati. 
Il racconto “L'ospite inatteso”, da cui la saga prende il via, è stato tra i vincitori del concorso “Le ali della Fantasia 2010” ed è stato pubblicato in una raccolta, così come altri lavori della scrittrice.
Ama la lettura, la scrittura, il cinema e le serie TV, oltre agli scrittori come Stephen King, che non ti fanno dormire la notte.

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Titolo: Bagada Felix  
Autore: Martina Magni
Genere: Horror
Target: ogni lettore
Editore: DZ edizioni
Pagine: 271
Prezzo: 14,90 euro

Ciò che terrorizzava gli altri di notte, tormentava Felix di giorno.

Trama: Felix ha una vita piuttosto noiosa, come tanti. E come tanti, talvolta è costretto a sognare cose orribili che preferirebbe dimenticare.
Quando però scopre di poter entrare negli incubi di amici e conoscenti e assistere alle loro fantasie più perverse, grottesche e rivelatorie, allora la faccenda diventa molto più complicata.

Biografia dell'autore:
Martina Magni nasce a Fiesole (Firenze) nel 1986, e da sempre si interessa alla scrittura. Dopo anni di fantasy, inizia a esplorare altri generi, e nel 2014 partecipa al programma di Raitre ''Masterpiece'' col romanzo Il Tempo di una Sigaretta.
Autopubblica sul blog Viva la Bazzolution diversi racconti di vario genere, tra cui I Nostri Bei Sabati Sera, dal quale viene tratto un cortometraggio vincitore di due premi (sceneggiatura e soggetto).
Bagada Felix è il suo primo romanzo pubblicato da una casa editrice.