Recensione "Poison Fairies - La guerra della discarica" di Luca Tarenzi
“Poison Fairies – La guerra della
discarica” è il primo libro della trilogia
delle fate, un romanzo urban fantasy di Luca Tarenzi, che prosegue con “Poison
Fairies – I re delle macerie”. Edito in digitale da Acheron Books, può
anche essere acquistato in cartaceo su Amazon tramite print on demand.
La
vita nella discarica non è facile, soprattutto per i suoi abitanti, i Moryan,
divisi in fazioni e in lotta continua tra di loro. Una lotta per la sopravvivenza.
Lo sa bene Cruna, sorella del re dei Goblin, che si avventura al confine con il
territorio dei rivali Boggart per una missione di recupero, con alcuni amici,
nonostante i divieti reali. Una missione che finisce in tragedia e che segna
l’inizio delle loro disavventure. Nel frattempo Argiope, re dei Boggart, sta cercando qualcosa, un’arma che possa
far pendere definitivamente l’ago della bilancia della guerra dalla sua parte.
In questo fetido contesto urbano si svolgono le vicende delle fate velenose, i
Moryan, discendenti delle originarie creature fatate, alti pochi centimetri e
dotati di Glamour, una specie di cosmo o aura che dona loro dei poteri e
permette di nasconderli agli esseri umani. Tra scontri tra fazioni e segreti
nell’ombra, la guerra della discarica divampa e dà il via alla trilogia delle
fate.
In piedi sotto un parasole di cartone retto da due guardie, Argiope osservava dall’alto i suoi Boggart che a forza di braccia trascinavano la batteria fuori dal torrente. Si era posizionato in cima alla montagna antistante per avere una visuale perfetta: le Pallide Morti stridevano e battevano le ali con un baccano d’inferno mentre rovistavano nella spazzatura, e alcune passavano a meno di mezzo metro da lui e dalle sue guardie, che rimanevano rigide e immobili come se nemmeno le notassero.
Ma Argiope vedeva bene le loro mani che stringevano i sostegni del parasole tanto forte da farsi sbiancare le nocche. Lui non aveva alcun timore: la sua nube, rafforzata dal Gramarye, si estendeva tutt’intorno, abbracciando le guardie, il parasole e vari centimetri di terreno. E nulla di meno acuto degli occhi di uno Sluagh avrebbe potuto penetrare un occultamento denso come quello.
La
struttura di “Poison Fairies” è molto semplice, sorretta da una narrazione in
terza persona che si sposta sui vari punti del campo di battaglia. Seguiamo
quindi le avventure di Cruna, prevalentemente (e che è molto approfondita a
livello comportamentale), di Disgelo e anche dei Boggart, scoprendo cosa sta
tramando il re Argiope. Frammenti di una guerra che sta per scoppiare. È una
trama ricca d’azione, con poco spazio per le riflessioni (tranne quelle
strategiche), ma che permette comunque al lettore di scoprire pian piano com’è
costituito il mondo fantastico del Piccolo Popolo, di immergersi tra i
maleodoranti odori della sua quotidianità, fatta di lotte per una batteria, di
ricerca continua di cibo, di sorveglianza dall’alto di una pila di rifiuti per
impedire che un’altra fazione violi i trattati di pace. È una trama fatta di
fili (di ferro?) che progressivamente si riuniscono in occasione del gran
finale, ma che comunque lascia spazio a congetture che verranno risolte nei
libri successivi.
Lo
stile di Luca Tarenzi è, come sempre, perfetto per il tipo di narrazione messa
su. Semplice, lineare, senza costruzioni artificiose, permette e favorisce una
lettura scorrevole e piacevole del testo. Uno stile adatto a un romanzo urban
fantasy, che svela progressivamente (non del tutto! Per altro, in fondo, ci
sono i due libri successivi!) misteri e segreti della discarica, senza rivelare
troppo subito.
Anni fa mi hai scaricato sulla terra, perché non servivo a niente. Oggi mi hai detto la verità, e mi hai offerto di diventare come te. Come voi. E se era il tuo modo per fare ammenda, per darmi un posto dove stare, allora non hai capito davvero niente. Io ce l’ho, un posto. E non grazie a te. Mi hai offerto una vita come la tua, fuori dal tempo. Mi hai offerto l’immortalità. Hai tentato di togliermi la morte, cara madre ritrovata. Hai tentato di togliermi l’unica cosa che mi fa sentire vivo.
“Poison Fairies” è
un romanzo “cattivo”. Non aspettatevi le fate Disney, le principessine luminose
e svolazzanti che dispensano polveri magiche sull’umanità per renderla felice.
Queste fate sono mostruose, velenose e pericolose e non è consigliabile farle
arrabbiare. Un’interpretazione nuova di vecchie leggende che dimostra come sia
ancora possibile (r)innovare il fantasy anche in Italia. Dopo licantropi e
lupari, angeli e demoni e divinità, Luca Tarenzi ci porta in un nuovo mondo,
vicino a noi (una discarica, che potrebbe trovarsi fuori da qualunque città
italiana) ma al tempo stesso lontano, in un regno fantastico, dove vivono
goblin e Slaugh, sirene (in un lago, presumibilmente una pozzanghera d’acqua
piovana e scoli di chissà quali rifiuti!) e Boggart, un regno dove si combatte
una guerra continua per la sopravvivenza, quasi fosse un regno degli umani,
separato da confini, con sentinelle, patti da rispettare e eserciti da
organizzare in caso di guerra aperta.
Su tutto aleggia una cappa di
tensione, una specie di miccia pronta ad esplodere e infatti la sensazione
generale è che “La guerra della discarica” sia il prodromo di
una vera e propria Grande Guerra che sta per scoppiare, con i pedoni che si
stanno posizionando, alcuni consapevolmente, altri meno, in attesa che molte
mosse vengano svelate. Un romanzo originale, consigliato a chi vuole evadere
dalla routine dei soliti cliché letterari fantastici e immergersi in un mondo
nuovo. Con un piccolo avvertimento: la storia non finisce alla fine del libro,
che si interrompe in maniera abbastanza brusca, lasciando il lettore a
chiedersi se sia stato uno scherzo dei Boggart o se davvero bisogna aspettare
il romanzo successivo per scoprire come procedono le avventure di Cruna e degli
altri. Per fortuna il romanzo successivo è già uscito, si intitola “Poison
Fairies – I re delle macerie”, già recensito sul blog.
(Mia recensione originariamente apparsa sul sito "Le lande incantate").
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