lunedì 26 agosto 2019

Recensione "Eternal War - Vita nova" di Livio Gambarini

Recensione "Eternal War - Vita nova" di Livio Gambarini

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di "Vita nova", secondo capitolo della trilogia "Eternal War", di Livio Gambarini, edita da Acheron Books. Il primo libro, "Gli eserciti dei santi", era uscito nel 2015 e ve ne avevo parlato qua. Finalmente sono riuscito a leggere il secondo volume, acquistato allo scorso Salone del libro di Torino, con dedica dell'autore, che conservo gelosamente! ^^

Dove siamo? A Firenze (e non soltanto), nella seconda metà del Dugento, in compagnia di Guido Cavalcanti e del giovane Dante Alighieri. Una Firenze magica, dove si aggirano - non visti (perlomeno dalla stragrande maggioranza delle persone...) gli Ancestrarchi, degli Spiriti Guida con il compito di proteggere (influenzare?) i capi delle varie famiglie. Anche Guido Cavalcanti ne ha uno, di nome Kabal, un po' diverso dagli altri, e il loro rapporto tormentato è al centro delle vicende del romanzo.

La prima cosa che si percepisce leggendo "Vita nova" è l'enorme studio effettuato dall'autore, per ricreare al meglio l'ambientazione, ma soprattutto l'atmosfera, fiorentina di fine Duecento: sembra proprio di camminare per Firenze, risucchiati dalle dispute politiche, dalle tenzoni poetiche, dagli amori passionali e spesso segreti che infiammavano i cori dei poeti del tempo. Ma intendiamoci, non si tratta di un romanzo storico: la Storia c'è, ma diventa Trama, si piega alle esigenze narrative del romanzo (chissà, forse a causa di qualche intervento dispettoso di Kabal?!), mescolandosi alla Fantasia, a tutto quell'universo magico che si sovrappone, contaminandosi a vicenda, al nostro.

Ecco allora che entriamo nelle Lande, una Firenze diversa, dove fluttuano gli Ancestrarchi e gli Spiriti Guida, dove bisogna difendersi dagli attacchi degli Estinti, dalle Malebranche o dalle creature del paganesimo, fare attenzione a non essere ascoltati dagli Orecchioni e dai Tessilodi, e defilarsi prima di essere coinvolti in qualche intrigo dei Patroni, magari di quel San Pietro che tutto vede e tutto sa...

Una commistione, questa, tra Storia e Realtà, tra luoghi e situazioni reali e il mondo fantastico che è alla base del romanzo, e che ho trovato decisamente ben riuscita. Complice anche l'ottima cura e approfondimento dei personaggi, non soltanto Guido, già protagonista di "Gli eserciti dei santi", ma anche di Dante, e di alcuni Ancestrarchi "secondari". 

Guido, un umanista ante-litteram, precursore della dottrina del libero arbitrio. Guido, che assomiglia sempre più a un tormentato eroe romantico, che sente sulle sue spalle il peso del comando, il timore per il futuro, la necessità incombente di fare qualcosa, per sé, per la sua famiglia, per gli altri, per Firenze. Una visione non dissimile da quella che tormenterà anche altri nobili fiorentini, come Lorenzo il Magnifico, duecento anni più tardi, convinti di dover andare oltre la gretta esistenza quotidiana e combattere per qualcosa di più.

Un personaggio che ho apprezzato molto, nella sua crescita, nel suo indagare i misteri della vita, nel suo non accontentarsi mai delle prime, superficiali risposte ricevute, nel suo essere curioso e spingersi sempre oltre. Viene quasi da dispiacersi a pensare che, nei libri scolastici, Cavalcanti è sempre snobbato a favore unico di Dante...

Il mio personaggio preferito rimane però Kabal, che in questo romanzo mi ha ricordato tantissimo Loki, la figura della mitologia nordica, un po' trickster, un po' buffone, sempre pronto a indossare una maschera diversa per celare i suoi veri intenti, sempre a trafficare, a lavorare nell'ombra, a cospirare. Ma per chi? Per chi sta facendo tutto questo, Kabal? Per sé? Per Guido? Per ordine di qualcun altro? Un mistero interessante, che contribuisce ad aumentare l'aura di mistero del personaggio.

Il finale, aperto, lascia spazio alle vicende del terzo romanzo, che chiuderà tutte le trame in corso e che immagino si preannuncerà ricco di rivelazioni, colpi di scena e battaglie. Ecco, da questo punto di vista, in "Vita nova" tiriamo un sospiro, dopo i concitati eventi di "Gli eserciti dei santi": il ritmo è più lento, c'è spazio per approfondire il worldbuilding, esplorare i drammi interiori dei personaggi, espandere l'universo narrativo dell'autore. Mentre il primo volume era molto più vivace, combattivo, anche frenetico in alcuni punti, "Vita nova" è come il "respiro profondo prima del balzo", che sicuramente arriverà nel terzo volume.

Nel complesso, una bella lettura, in un'ottima edizione curata da Acheron Books. Un viaggio nella magia, negli intrighi, nella vita del Dugento fiorentino, che, deh, gli amanti del fantastico non possono perdere!



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