domenica 14 giugno 2020

Recensione "La canzone di Achille" di Madeline Miller

Recensione "La canzone di Achille" di Madeline Miller

Bentornati, lettori. Oggi vi parlo dell'ultimo libro che ho letto, ma che dico, divorato! Una lettura davvero appassionante, che mi ha piacevolmente sorpreso: "La canzone di Achille", di Madeline Miller (edito da Marsilio).

Di cosa si tratta? Il romanzo sostanzialmente è una rielaborazione dei poemi greci del periodo omerico (l'Iliade, su tutti, ma non soltanto) e racconta la storia d'amore tra Achille e Patroclo, narrata in prima persona da Patroclo stesso, fin da quando è un bambino alla conclusione della Guerra di Troia. 

Ecco la quarta di copertina: Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi - due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. 

Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

***

Presumo che molti, forse tutti, sappiano come si conclude la guerra di Troia, e quindi la storia di Achille e Patroclo, ma cercherò di non anticipare niente, qualora qualcuno non la conosca.

Tutto ha inizio quando Patroclo è un bambino, vessato dal padre che cerca di farne la sua nuova immagine e scontento perché il ragazzo non è come vorrebbe. Ho apprezzato molto questa dimensione "umana", terrena, privata, intima: spesso, quando pensiamo ai grandi eroi della mitologia greca, immaginiamo guerrieri, combattenti, macchine da guerra che fanno strage di nemici in battaglia, spesso aiutati da Dei o da qualche potere. Ma non dimentichiamoci che prima di tutto sono umani: molti di loro sono semi-dei, ma essere semi-dei significa essere anche semi-umani, per cui la componente umana è sempre presente in loro. Ecco, Patroclo, che non è un Dio, ma passa la vita a fianco di un semi-dio, è un ragazzo come ce ne sono tanti: dispiaciuto per aver deluso il padre, addolorato per l'amore mancato che (non) gli è stato rivolto, ma al tempo stesso deciso a non farsi comprare, a essere chi è, a non voler apparire diverso. 

Proprio Patroclo è il narratore della storia, di cui ripercorriamo le vicende: l'esilio a cui il padre lo condanna a Ftia, dove conosce Achille e dove i due si innamorano. Una vita trascorsa insieme, a conoscersi, a scoprirsi, ad amarsi, ma soprattutto a sostenersi l'un l'altro, nonostante tutte le varie vicissitudini, tutti gli scherzi del fato e degli uomini.

"Gli dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice." Inarcò un sopracciglio. "Ma voglio confidarti un segreto." 

"Dimmi." Adoravo quando faceva così. 
"Io sarò il primo." Mi prese il palmo della mano e lo premette sul suo. "Giuralo." 
"Perché io?" 
"Perché la ragione sei tu. Giuralo".

Tra gli altri personaggi, troviamo Achille, che viene sempre visto dagli occhi di Patroclo, con i suoi pregi e i suoi difetti: l'eroe greco per eccellenza, il combattente che fa scappare i nemici con la sua sola presenza, fondamentalmente un ragazzo solo, la cui solitudine esistenziale viene lenita solo da Patroclo.

La narrazione scorre bene, anche se, nella parte iniziale, ho trovato dei momenti un po' lenti, di sicuro più lenti rispetto alla seconda parte, quando la Guerra di Troia ha inizio. Ho apprezzato come l'autrice abbia giocato con la mitologia greca: è stato bello ritrovare personaggi, situazioni, leggende note o studiate sui libri di scuola, come Odisseo, con la sua astuzia, Agamennone (è sempre stato odioso e spocchioso!), il prode Ettore, Teti (terribile! Non fatela mai arrabbiare!), Briseide, quel pazzo di Pirro e tanti altri. Personaggi di contorno, certo, le cui vite si intrecciano con quelle di Achille e Patroclo, giungendo purtroppo a condizionarle.

Conosciamo tutti il finale della storia, ma per chi ne è digiuno "La canzone di Achille" vi svelerà le sorti di Achille e Patroclo, raccontate in presa diretta dal giovane compagno dell'aristos achaion.

Un romanzo, nel complesso, dolce e delicato, anche se tratta tematiche forti, come la guerra, la perdita di sé, l'addio alla fanciullezza per un'età adulta di violenza e sangue, ma scorrevole, come l'acqua del fiume Scamandro, che continua a scorrere verso la foce, nonostante tutto. Nonostante i capricci di uomini e Dei.
"Eravamo come dei all'alba del mondo e la nostra felicità era così abbagliante che non potevamo vedere altro che noi."
Se siete appassionati di mitologia greca, e volete rivivere le gesta dei grandi eroi, in modo diverso, "La canzone di Achille" fa per voi!



(Una bella interpretazione del finale, a cura di Vittoria Agostinelli, scrittrice e blogger)

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