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lunedì 12 dicembre 2016

Doppia intervista: Marco e Lance dall'Albion College ai Mondi Fantastici

DOPPIA INTERVISTA: MARCO E LANCE DALL'ALBION COLLEGE

Super news! Oggi doppia intervista, e mica a due persone qualunque. Oggi abbiamo Marco Cinquedraghi (sì, proprio lui, che ha insistito per voler essere annunciato per primo!) e Lancaster Chevalier Du Lac (per gli amici Lance), direttamente dall'Albion College. Il preside Angus ha concesso loro un permesso speciale per approdare sui Mondi Fantastici e parlare di loro, delle loro amicizie, della vita in questo college molto particolare, nato dalla penna di Bianca Marconero. Se non lo conoscete, si vede che siete appena approdati su questo blog e allora potete scoprire qualcosa di più leggendo i miei articoli recensione su Albion e su Albion - Ombre (anche se la cosa migliore sarebbe che leggeste i libri, ovvio!). Ma ora, basta perderci in chiacchiere, diamo spazio a loro, i due protagonisti della saga di Albion, di Bianca Marconero: Marco Cinquedraghi e Lance.



Siete pronti, ragazzi?
L. - Sono pronto, certo, e grazie davvero per l'invito.
M. – Vai, sono nato pronto.

Vi conoscete da un anno e il vostro rapporto si è evoluto notevolmente nei mesi trascorsi all’Albion College, o fuori da esso. Ma, tornando indietro, cosa avete pensato quando vi siete incontrati per la prima volta?

L. – Ci pensavo molto, soprattutto nei primi tempi. Pensavo alla sensazione spiazzante che avevo provato. Mi sembrava che Marco non fosse una persona ma una svolta. Qualcuno di cui, un attimo prima ignoravo l'esistenza, un attimo dopo avrebbe spostato il mio centro di gravità, le mie priorità. Una sorta di marcatore. E a conti fatti è andata così. Ho avuto una vita prima di lui e una vita, totalmente diversa, dopo di lui.

M. – Lance? Vuoi sapere cosa ho pensato la prima volta che ho visto Lance? Ho pensato che era un boccaglio di ossigeno mentre stavo in apnea. Insomma, immagina la scena: arrivo in questa scuola dove tutti sembrano sul pezzo, tranne me, dove la gente mi guarda giusto per giudicare quanto sono vulnerabile alla gola, e poi, di colpo, compare lui. E sorride. Lo fa come se fosse felice di vederti. Ho respirato, e neppure sapevo di trattenere il fiato.
Sembra una cazzata, ma uno che ti guarda felice che esisti, quando tu per primo non lo sei per niente, è una cosa che ti rimette in moto il cuore.


Marco, qual è stata la tua prima opinione sull’Albion college? Col tempo, questo pensiero è mutato?

M. – Ho pensato "Aho, sono nella Tana delle Tigri", già come in quel vecchio cartone giapponese, ecco. Che poi, capiamoci, mi stava pure bene. Io sono un po' tigre. Però, nel tempo ho capito che non dovevo cercare il mio posto all'Albion, dovevo fare in modo che altri trovassero il loro. Ora non voglio più capire come funziona, voglio cambiare il modo in cui funziona.

Qual è il vostro insegnante preferito?

M. – Du Lac. Arte del combattimento è l'unica materia davvero bella all'Albion.

L. – La signorina Fitzwilliam di Grammatica Storica.

Il prossimo anno anche Niniane frequenterà l’Albion college. Lance, cosa ne pensi dell’arrivo di tua sorella?

L. – Le auguro di trovare il suo posto e le sue persone giuste. Lei arriva qui con il fardello del giudizio di nostro padre. Con Niniane è sempre severo e perfino freddo. Io non vorrei che lei fosse così ansiosa di dimostrare a papà che merita fiducia e amore. Vorrei che non le importasse, ma so che le importa. Spero che riesca a capirlo.

Scendiamo sul personale: dite tre aggettivi con cui descrivereste l’altro.

L.  – Marco è impulsivo, agisce d'istinto; è generoso, perché non si risparmia e, be',  attraente. Lo è, nella misura in cui lo sono le persone che seguiresti in capo al mondo.

M. – Lance è bello. Ma mica solo fisicamente, è bello perché fa sembrare il mondo meno ostile, le sfide più semplici. Rende la vita più liscia; poi è intelligente, è sempre un passo avanti a tutti. Ah, sono tre aggettivi, giusto? Allora scelgo “bello”. L'ho già detto che è bello? Perché lo è davvero.


Tre aggettivi con cui descrivereste Helena.

L. –  Dolcissima, coraggiosa e gentile.

M. –  Il primo aggettivo che mi viene in mente non posso dirtelo. Cioè lo direi se fossimo al pub e fossi ubriaco, ma così a freddo mi vergogno. Il secondo… bè non posso dirtelo, forse l'avrei detto a lei, se le cose fossero andate diversamente. Il terzo… dammi una birra, dammi una birra e forse riesco a dirtelo, cosa penso di lei.

Marco, Lance ti ha protetto fin da quando sei arrivato all’Albion college, cercando di lenire la tua solitudine. Si è pure preso un proiettile per te. Riuscirai mai a ricambiare il favore? 

M. – Passerò la vita a provarci, mi impegnerò ogni secondo. Ogni scelta che faccio, ogni azione che compio deve essere un grazie per lui. E comunque non basterà per saldare il debito.

Lance, rifaresti tutto? Anche, e soprattutto, sapendo come sarebbe finita?

L. – Sì, assolutamente sì. Ciò che faccio per Marco è inevitabile. È come un riflesso condizionato, fuori dalla sfera dalla volontà. Non scelgo di proteggerlo, solo non saprei vivere senza.


Lance, il cavaliere ama il re con tutto il suo cuore, più di quanto ami se stesso. Quindi è Marco la persona che ami di più al mondo?

L. – Sì. Non so quanto c'entrino le memorie genetiche, il senso di colpa o il riflesso del passato. Io per Marco farei tutto.

Basta con le domande personali. State arrossendo. Parliamo di Deacon. Marco, il vostro rapporto è altalenante. Come lo vedi? Amico, nemico, prova da superare?

M. – Deacon è una spina nel fianco. Certe volte è pesantissimo, ti scarica addosso la sua aspettativa, il suo giudizio e quella vagonata di scetticismo che soffoca. Mi sono spesso sentito in colpa verso di lui, a causa di un incidente che avevamo avuto all'inizio, durante la caccia. Così nei mesi successivi ho provato a fare ammenda. Tenermelo buono. Compiacerlo.  Ho cercato di essere come lui voleva. Ma è stato un errore. Sono un essere umano migliorabile, e su questo non ci piove, ma lui non può tenermi sempre sulle spine. Sospendere sempre il giudizio. Deve stare con me. O scegliere di non starci. Spero la prima. Chiaro che lo spero.

A parte imparare a usare le vostre capacità, flirtare tra voi e prendervi a pugni, cosa vi piacerebbe fare se aveste del tempo libero?

L. – L'abbonamento alla stagione concertistica. Da quando sono all'Albion è la cosa che più mi manca.

M. – All'Albion mi piace impugnare la spada. È difficile spiegare la sensazione che provo, ma credo sia un punto di contatto tra ciò che sono e ciò che ero. E poi le carte. Perdo sempre, ma a Pinnacolo ci giocherei per ore. E poi io non flirto. Chi ha detto che filtro? Lance, diglielo anche tu, per favore.

Qual è il libro della vostra vita? (E sì, Marco, anche te devi rispondere!)

L. – Forse "Il piccolo principe", perché era il soprannome che mi dava mamma. A dire il vero, mi chiama ancora così.

M. – Non intendi i libri di scuola, giusto? Quelle cose che prendi in mano per passare gli esami? Perché se parliamo di romanzi, ammetto che sto a terra. Ho avuto un'esperienza traumatica. Quando stavo a Roma, c'era una tipa abbastanza gnocca con cui uscivo. Questa stava in fissa con un libro di quelli che piacciono alle femmine. Dove i personaggi si amano ma non possono stare insieme, perché, bo', altrimenti finirebbe subito. Mi ha convinto a leggere il suo libro preferito. Ora vorrei farmi asportare la zona del cervello in cui risiedono i ricordi di "Tre metri sopra il cielo" vorrei, davvero. Ma temo dovrò convivere per sempre con il trauma.

Avete mai visto la serie tv “Merlin”? (Ve la consiglio!)

L. – No. Ma se dici che merita, rimedierò.

M. – Cioè "Merlin"? Sei serio? Mi chiedi se ho visto una serie che porta il nome dell'archetipo di Deacon? Certo che no. Anzi, non farti scappare con lui che esiste, è già abbastanza megalomane.

Bianca. – Chiaro che sì. Vista adorata e depredata! L'idea di una differenza "sociale" tra Artù, Merlino e Ginevra, che metto in scena in Albion, prende le mosse proprio da lì.

Concludendo, il nuovo anno all’Albion college sta per cominciare. Cosa dobbiamo aspettarci?

M. – Guarda, sarei felice se nessuno provasse a uccidermi. Punto all'essenziale: sopravvivere, perché tira una brutta aria.

L. – Dal punto di vista personale lavorerò per chiarire alcuni equivoci, voglio che i legami siano forti. Per quello che riguarda la Tavola Rotonda terrò d'occhio Deacon. Non dimentichiamo che la sua è un'attivazione anomala. Il gene del mago era sparito. C'è una certa sproporzione tra il suo potenziale stimato, e ciò che realmente ha dimostrato di poter fare. Il punto cruciale, per me, non sono gli episodi psionici fuori scala che lo hanno visto coinvolto. Il punto essenziale è capire se è in grado di fermarsi. In caso contrario, abbiamo un problema.

Grazie per essere stati con noi e w sempre la #CCroom!

L. – Ah ah, sì, viva la CCroom.

M. – Non potrei stare in nessun’altra stanza.
  





mercoledì 7 settembre 2016

Recensione di "Diario di un'assassina" di Bianca Marconero

Recensione di "DIARIO DI UN'ASSASSINA" di Bianca Marconero

Mancava questo all'appello. "Diario di un'assassina", una novella scritta da Bianca Marconero, appartenente al ciclo dell'Albion College. Come si posiziona rispetto ai romanzi della saga? Possiamo considerarla sia un prequel che un midquel, ossia la trama di questa novella si svolge sia prima del romanzo Albion che durante, creando una sottotrama parallela incentrata sul personaggio di Samira. Per ammissione della stessa autrice, dalla prima versione di "Albion" sono state tolte un po' di parti relative a Samira, un personaggio affascinante e misterioso che però ha meno spazio rispetto a Marco e agli altri. Allora, per approfondire, ecco che l'autrice ha ben pensato di regalarci questa novella autonoma, da leggere DOPO la lettura di "Albion", ovviamente. "Diario di un'assassina" è disponibile su Amazon in digitale e sul sito della casa editrice (in pdf e epub) Limited Editions.

Mi chiamano Samira, ho più o meno tredici anni e sono un'Assassina.
"Ed eccolo qui, il 'Diario di un'Assassina', la voce di Sam offerta e dedicata a quanti hanno letto Albion. Diffiderei chiunque non l'abbia fatto a intraprenderne la lettura perché non è una storia che sta in piedi da sola. Acquisisce senso solo se conoscete gli eventi narrati in Albion. Così come le risposte interessano solo a chi si è posto le domande."

Samira è un personaggio secondario nel primo romanzo, ma determinante per lo svolgersi di alcune vicende all'Albion college; potremmo definirla una specie di eminenza grigia che, non vista, trama nell'ombra e indirizza i passi dei vari personaggi. Qualche esempio? Ovviamente è lei a chiudere Marco e Deacon nella sala dell'archivio e a tramortire Erek, ed è sempre lei a testare più di una volta il legame tra il re e i suoi Cavalieri, mettendo spesso Marco in difficoltà. Lo avevamo intuito e ci era stato spiegato nel finale, a Cassino, quando la copertura della ragazza salta e ci viene presentata come un'infiltrata da parte del Tempio. Non sapevamo la sua storia, però, non conoscevamo la sua infanzia, passata a rubare del cibo per sopravvivere, né il suo legame con Bashir (un mentore, un fratello, qualcos'altro?). "Diario di un'assassina" rimedia a questo, portandoci al finale di "Albion" da una strada diversa. Una strada interessante, e anche un po' diversa.

In "Albion" a fare da padrone sono le aule scolastiche e i rapporti interni al college. In questa novella, invece, respiriamo la sabbia del deserto, l'odore del sangue che naufraga da ferite aperte, il sapore della violenza di cui la vita di Sam è stata intrisa fin da bambina. Samira, in fondo, cos'è se non un nome, uno come un altro, certo non quello che i suoi genitori avrebbero voluto darle. Una storia di sofferenza la sua, ma anche di riscatto, di crescita e di fede nella sua missione e negli ideali del Tempio.
"Mi chiamano Samira, ho più o meno tredici anni e non sono una ragazza come tante. 
Io e la mia gente siamo ciò che resta dei Nizariti, i fumatori di hashish seguaci di Hasan-i Sabbah, noto anche come il Vecchio della Montagna. La Montagna è ancora oggi la nostra casa, ci accoglia e ci educa facendo di noi quello che siamo. È il centro delle nostre esistenze. Siamo emanazioni della sua volontà, esecutori implacabili dei suoi mandati.
I nostri 'amici', gli alleati che sono da sempre al nostro fianco, preferiscono identificarci con il luogo da cui proveniamo, e ci chiamano "agenti della Montagna", quasi avessero pudore di dichiarare ad alta voce il nostro vero nome. Perché noi siamo la Setta del Veglio, e "assassino" è una parola che non piace a nessuno."
Samira ha un modo di ragionare e di porsi molto logico, da soldato, come è stata addestrata a essere. Non vede gli altri come amici, solo come bersagli o obiettivi. E' divertente, in un certo senso, vederla aggirarsi tra gli studenti dell'Albion college vestita come una scolaretta, recitando una farsa, quando invece sta raccogliendo dati e studiando i vari candidati. Divertente è anche il modo in cui vede gli altri, Cinquedraghi con la sua faccia da schiaffi, Lancaster, affetto da una grave forma di narcisismo, Deacon Emrys, la mediocrità fatta persona, Helena, insulsa ma con un po' di cervello (detto da lei, è quanto di più vicino a un complimento!), infine Erek, sempre sorridente. O ha una paralisi, a detta sua, o è stupido.

Proprio Erek è lo studente con cui si ritrova a interagire di più, forse perché lui è sempre sorridente e gentile con tutti, forse perché credeva che tra loro ci fosse qualcosa. Sta di fatto che, alla fine, quando l'inganno è svelato, Erek è anche il primo a prendere le distanze da lei, sentendosi offeso, umiliato e tradito. Il tempo lenirà anche questo problema. Forse. Nell'attesa Samira non si ferma, la missione al primo posto, e continua le sue ricerche. Anche se, quasi senza accorgersene, si fa coinvolgere dai drammi dei suoi compagni (amici? No, parola troppo forte per lei, ma compagni è già un passo avanti da obiettivi), sviluppando una certa empatia per loro. (Che la porterà, del resto, a determinate scelte in "Ombre").
C'è qualcosa di bellissimo, di magico in quella persona che può ridare la vita agli altri e che sceglie di farlo anche se gli costa quell'inferno. Per la prima volta da quando sono all'Albion provo qualcosa di simile alla vera felicità. E non so neppure perché.
In chiusura ricordo il corretto ordine di lettura della saga di Albion.

Ciclo del primo anno:
- Albion (1)
- Diario di un'assassina (1.5)
- Albion - Ombre (2)
- Il principe spezzato (2.5)

Ciclo della Cerca:
- Eredità (3). Lo aspettiamo con trepidazione! :)

mercoledì 24 agosto 2016

Recensione "Il principe spezzato", di Bianca Marconero

Recensione "IL PRINCIPE SPEZZATO", di Bianca Marconero

L'articolo di oggi è dedicato a una delle mie saghe italiane preferite, il ciclo di Albion, di Bianca Marconero, ambientato nel college svizzero dove si svolgono le vicende di Marco Cinquedraghi, Lance e dei loro amici. Di recente (il 18 agosto) è uscito un libro prequel alla saga: "Il principe spezzato", incentrato sulle vicende del fratello di Marco, Riccardo Cinquedraghi, e sul suo rapporto di amore/odio con Morgana. Il libro è scaricabile GRATUITAMENTE in formato ebook e approfondisce alcuni aspetti di questi personaggi. Attenzione! Prima di leggerlo, è fondamentale aver letto "Albion" (recensito qui) e "Albion - Ombre" (recensito qui); non avrebbe molto senso, altrimenti, dato che è chiaramente un libro scritto per approfondire!
Non capivo cosa fosse successo e ancora non capivo cos'eri per me. Non avrei mai immaginato che eri mia madre, mia sorella e la mia amante. Che eri la donna della mia vita. Di tutte le mie vite.

Il romanzo è suddiviso in capitoli che alternano il punto di vista di Riccardo (da 99 minuti prima della fine, alla fine) e quello di Morgana (da 1167 giorni prima dell'inizio, al suo inizio), con un ritmo incalzante e il solito stile ben curato dell'autrice che ci fa arrivare alla fine, quasi dimenticandoci di come finirà (lo sappiamo, ovviamente!), troppo travolti e coinvolti dai drammi dei due personaggi. 

Due personaggi che conosciamo dai libri precedenti, ma che non sono mai stati sotto le luci della penna: di Riccardo sapevamo solo ciò che veniva riportato da Marco o da altri studenti, e dai nastri trovati nell'archivio, e non lo mettevano troppo in buona luce, anzi l'impressione iniziale era che fosse un gradasso ancora più di Marco. Morgana, allo stesso modo, introdotta in "Ombre", è un personaggio complesso, che non si può ridurre al ruolo di "strega nemica di Artù", sarebbe decisamente riduttivo; qualcosa, al riguardo, era già emerso nel finale di "Ombre", con il suo legame con Lance, ma adesso scopriamo altri lati della sua personalità.
Io mi ricordo di quando sono nato, sai? Puoi non crederci ma è così. Non è un momento preciso nel tempo, è più un lungo arco di giorni, durato due anni. Io sono nato, ininterrottamente, per due anni interi. E hai ragione, sai? Venire al mondo fu un abbraccio luminoso. Smisi di nascere quando nacque mio fratello e mia madre morì. Con lei si spense la luce.
Nessuno mi ha più abbracciato come faceva mia madre.
Credo che siano due personaggi in chiaroscuro, assolutamente non inquadrabili in una dicotomia buoni/eroi contro cattivi. Riccardo e Morgana stanno in mezzo, hanno buone qualità da eroi e altre che inquinano quest'ultime, rendendoli di fatto più umani di altri personaggi. E forse così attraenti. Riccardo, come Marco, vive il peso del suo cognome: essere un Cinquedraghi, lo sappiamo, non è facile, con quell'eredità così pesante, sempre sotto l'occhio attento di tutti, soprattutto di quel simpaticone di Tommaso. A ciò, per Riccardo, si aggiunge lo sguardo del nonno, che forse aveva già capito che non sarebbe stato il primogenito a diventare Artù, mostrando una spiccata simpatia per Marco. E' proprio questa gelosia, questa mancanza di attenzioni, a stimolare l'odio di Riccardo per il fratello, che giunge addirittura, in un paio di occasioni, a desiderare di fargli del male, salvo poi pentirsi dei suoi pensieri. Emblematico, al riguardo, è il suo fastidio, poco prima di iniziare l'ultima giostra, per non aver potuto parlare con Marco. Per un ultimo saluto.
Non si può fare, Morgana! Non posso essere Artù ogni tanto, per lenire la tua nostalgia di un fratello, per appagare il mio desiderio di essere lui. Non posso. Perché rischio di morire. L'unica cosa che posso fare è aspettare. E sperare che, alla morte del nonno, l'eredità del re tocchi davvero a me.
Cerco di farmi coraggio, ma ho il timore che non accadrà. Si rafforza la sensazione che non sarò mai il tuo re.
Morgana, invece, soffre per la precoce attivazione. Come sappiamo da "Ombre", la strega si attiva da sola, senza bisogno del re, e lei soffre il peso di secoli di eredità, di secoli in cui è stata separata dall'amato fratello, necessitando la sua presenza, lì con lei, al suo fianco. Lo cerca. Morgana cerca Artù ed è disposta a tutto pur di averlo, anche a contravvenire gli ordini del nonno, anche a usare sostanze pericolose, pur di risvegliarlo e averlo al suo fianco. Viene da chiedersi, alla fine, se lei amasse davvero Riccardo o solo l'idea che fosse il re, suo fratello? Il dubbio resta, anche se, vista la reazione catastrofica alla sua scomparsa, credo che Riccardo non sia stato l'unico a spezzarsi quel giorno.
Chi sono? Di chi è quello sguardo folle e affamato? Perché di colpo inseguo ricordi di cui non rammento nulla? Perché ho nostalgia di un fratello che non esiste? Perché fatico a dividere il sogno dalla realtà?
Riccardo e Morgana, così simili, fieri di ciò che sono, fieri di loro stessi, della loro indipendenza, del loro sprezzante senso di non dipendere mai da nessuno. Così incapaci di ammettere quello che provavano, costretti (da loro stessi) a nascondersi dietro storie fasulle, amori incostistenti, notti di sesso con persone che non erano chi davvero amavano, solo per lenire la loro solitudine e l'incapacità di concretizzare sentimenti confusi e contrastanti in una solida relazione. E alla fine, cosa è rimasto di loro? I pensieri di Riccardo vanno a lei, in quell'ultimo momento, e Morgana, spezzata dentro, rimarrà così, destinata all'eterna cerca di qualcuno che la completi. Lo troverà in Marco? Mah, lo scopriremo nei libri successivi. Intanto godiamoci questo splendido regalo dell'autrice, che, ricordo, è distribuito gratuitamente, nonostante sia un romanzo (breve, sì, ma non certo un raccontino). Un pensiero squisito che Bianca Marconero ha rivolto a tutti i suoi fan, desiderosi di saperne di più!
Aver bisogno di una persona, Morgana, fa così paura che diventiamo bugiardi!
Il principe è morto. Lunga vita al re! E adesso, tutti pronti per "Eredità"! :)