DOPPIA INTERVISTA: MARCO E LANCE DALL'ALBION COLLEGE
Super news! Oggi doppia intervista, e mica a due persone qualunque. Oggi abbiamo Marco Cinquedraghi (sì, proprio lui, che ha insistito per voler essere annunciato per primo!) e Lancaster Chevalier Du Lac (per gli amici Lance), direttamente dall'Albion College. Il preside Angus ha concesso loro un permesso speciale per approdare sui Mondi Fantastici e parlare di loro, delle loro amicizie, della vita in questo college molto particolare, nato dalla penna di Bianca Marconero. Se non lo conoscete, si vede che siete appena approdati su questo blog e allora potete scoprire qualcosa di più leggendo i miei articoli recensione su Albion e su Albion - Ombre (anche se la cosa migliore sarebbe che leggeste i libri, ovvio!). Ma ora, basta perderci in chiacchiere, diamo spazio a loro, i due protagonisti della saga di Albion, di Bianca Marconero: Marco Cinquedraghi e Lance.
Siete pronti, ragazzi?
L. -
Sono pronto, certo, e grazie davvero per l'invito.
M.
– Vai, sono nato pronto.
Vi
conoscete da un anno e il vostro rapporto si è evoluto notevolmente nei mesi
trascorsi all’Albion College, o fuori da esso. Ma, tornando indietro, cosa
avete pensato quando vi siete incontrati per la prima volta?
L.
– Ci pensavo molto, soprattutto nei primi tempi. Pensavo alla sensazione
spiazzante che avevo provato. Mi sembrava che Marco non fosse una persona ma
una svolta. Qualcuno di cui, un attimo prima ignoravo l'esistenza, un attimo
dopo avrebbe spostato il mio centro di gravità, le mie priorità. Una sorta di
marcatore. E a conti fatti è andata così. Ho avuto una vita prima di lui e una
vita, totalmente diversa, dopo di lui.
M.
– Lance? Vuoi sapere cosa ho pensato la prima volta che ho visto Lance? Ho
pensato che era un boccaglio di ossigeno mentre stavo in apnea. Insomma,
immagina la scena: arrivo in questa scuola dove tutti sembrano sul pezzo,
tranne me, dove la gente mi guarda giusto per giudicare quanto sono vulnerabile
alla gola, e poi, di colpo, compare lui. E sorride. Lo fa come se fosse felice
di vederti. Ho respirato, e neppure sapevo di trattenere il fiato.
Sembra
una cazzata, ma uno che ti guarda felice che esisti, quando tu per primo non lo
sei per niente, è una cosa che ti rimette in moto il cuore.
Marco,
qual è stata la tua prima opinione sull’Albion college? Col tempo, questo
pensiero è mutato?
M.
– Ho pensato "Aho, sono nella Tana delle Tigri", già come in quel vecchio
cartone giapponese, ecco. Che poi, capiamoci, mi stava pure bene. Io sono un
po' tigre. Però, nel tempo ho capito che non dovevo cercare il mio posto
all'Albion, dovevo fare in modo che altri trovassero il loro. Ora non voglio
più capire come funziona, voglio cambiare il modo in cui funziona.
Qual
è il vostro insegnante preferito?
M.
– Du Lac. Arte del combattimento è l'unica materia davvero bella all'Albion.
L.
– La signorina Fitzwilliam di Grammatica Storica.
Il
prossimo anno anche Niniane frequenterà l’Albion college. Lance, cosa ne pensi
dell’arrivo di tua sorella?
L.
– Le auguro di trovare il suo posto e le sue persone giuste. Lei arriva qui con
il fardello del giudizio di nostro padre. Con Niniane è sempre severo e perfino
freddo. Io non vorrei che lei fosse così ansiosa di dimostrare a papà che
merita fiducia e amore. Vorrei che non le importasse, ma so che le importa.
Spero che riesca a capirlo.
Scendiamo
sul personale: dite tre aggettivi con cui descrivereste l’altro.
L. – Marco è impulsivo, agisce d'istinto; è generoso,
perché non si risparmia e, be',
attraente. Lo è, nella misura in cui lo sono le persone che seguiresti
in capo al mondo.
M.
– Lance è bello. Ma mica solo fisicamente, è bello perché fa sembrare il mondo
meno ostile, le sfide più semplici. Rende la vita più liscia; poi è
intelligente, è sempre un passo avanti a tutti. Ah, sono tre aggettivi, giusto?
Allora scelgo “bello”. L'ho già detto che è bello? Perché lo è davvero.
Tre
aggettivi con cui descrivereste Helena.
L.
– Dolcissima, coraggiosa e gentile.
M.
– Il primo aggettivo che mi viene in
mente non posso dirtelo. Cioè lo direi se fossimo al pub e fossi ubriaco, ma così
a freddo mi vergogno. Il secondo… bè non posso dirtelo, forse l'avrei detto a
lei, se le cose fossero andate diversamente. Il terzo… dammi una birra, dammi
una birra e forse riesco a dirtelo, cosa penso di lei.
Marco,
Lance ti ha protetto fin da quando sei arrivato all’Albion college, cercando di
lenire la tua solitudine. Si è pure preso un proiettile per te. Riuscirai mai a
ricambiare il favore?
M.
– Passerò la vita a provarci, mi impegnerò ogni secondo. Ogni scelta che
faccio, ogni azione che compio deve essere un grazie per lui. E comunque non
basterà per saldare il debito.
Lance,
rifaresti tutto? Anche, e soprattutto, sapendo come sarebbe finita?
L.
– Sì, assolutamente sì. Ciò che faccio per Marco è inevitabile. È come un
riflesso condizionato, fuori dalla sfera dalla volontà. Non scelgo di
proteggerlo, solo non saprei vivere senza.
Lance,
il cavaliere ama il re con tutto il suo cuore, più di quanto ami se stesso. Quindi
è Marco la persona che ami di più al mondo?
L.
– Sì. Non so quanto c'entrino le memorie genetiche, il senso di colpa o il
riflesso del passato. Io per Marco farei tutto.
Basta
con le domande personali. State arrossendo. Parliamo di Deacon. Marco, il
vostro rapporto è altalenante. Come lo vedi? Amico, nemico, prova da superare?
M.
– Deacon è una spina nel fianco. Certe volte è pesantissimo, ti scarica addosso
la sua aspettativa, il suo giudizio e quella vagonata di scetticismo che
soffoca. Mi sono spesso sentito in colpa verso di lui, a causa di un incidente
che avevamo avuto all'inizio, durante la caccia. Così nei mesi successivi ho
provato a fare ammenda. Tenermelo buono. Compiacerlo. Ho cercato di essere come lui voleva. Ma è
stato un errore. Sono un essere umano migliorabile, e su questo non ci piove,
ma lui non può tenermi sempre sulle spine. Sospendere sempre il giudizio. Deve
stare con me. O scegliere di non starci. Spero la prima. Chiaro che lo spero.
A
parte imparare a usare le vostre capacità, flirtare tra voi e prendervi a pugni,
cosa vi piacerebbe fare se aveste del tempo libero?
L.
– L'abbonamento alla stagione concertistica. Da quando sono all'Albion è la
cosa che più mi manca.
M.
– All'Albion mi piace impugnare la spada. È difficile spiegare la sensazione che
provo, ma credo sia un punto di contatto tra ciò che sono e ciò che ero. E poi
le carte. Perdo sempre, ma a Pinnacolo ci giocherei per ore. E poi io non
flirto. Chi ha detto che filtro? Lance, diglielo anche tu, per favore.
Qual
è il libro della vostra vita? (E sì, Marco, anche te devi rispondere!)
L.
– Forse "Il piccolo principe", perché era il soprannome che mi dava mamma.
A dire il vero, mi chiama ancora così.
M.
– Non intendi i libri di scuola, giusto? Quelle cose che prendi in mano per
passare gli esami? Perché se parliamo di romanzi, ammetto che sto a terra. Ho
avuto un'esperienza traumatica. Quando stavo a Roma, c'era una tipa abbastanza
gnocca con cui uscivo. Questa stava in fissa con un libro di quelli che
piacciono alle femmine. Dove i personaggi si amano ma non possono stare insieme,
perché, bo', altrimenti finirebbe subito. Mi ha convinto a leggere il suo libro
preferito. Ora vorrei farmi asportare la zona del cervello in cui risiedono i
ricordi di "Tre metri sopra il cielo" vorrei, davvero. Ma temo dovrò
convivere per sempre con il trauma.
Avete
mai visto la serie tv “Merlin”? (Ve la consiglio!)
L.
– No. Ma se dici che merita, rimedierò.
M.
– Cioè "Merlin"? Sei serio? Mi chiedi se ho visto una serie che porta
il nome dell'archetipo di Deacon? Certo che no. Anzi, non farti scappare con
lui che esiste, è già abbastanza megalomane.
Bianca.
– Chiaro che sì. Vista adorata e depredata! L'idea di una differenza
"sociale" tra Artù, Merlino e Ginevra, che metto in scena in Albion, prende
le mosse proprio da lì.
Concludendo,
il nuovo anno all’Albion college sta per cominciare. Cosa dobbiamo aspettarci?
M.
– Guarda, sarei felice se nessuno provasse a uccidermi. Punto all'essenziale:
sopravvivere, perché tira una brutta aria.
L.
– Dal punto di vista personale lavorerò per chiarire alcuni equivoci, voglio
che i legami siano forti. Per quello che riguarda la Tavola Rotonda terrò
d'occhio Deacon. Non dimentichiamo che la sua è un'attivazione anomala. Il gene
del mago era sparito. C'è una certa sproporzione tra il suo potenziale stimato,
e ciò che realmente ha dimostrato di poter fare. Il punto cruciale, per me, non
sono gli episodi psionici fuori scala che lo hanno visto coinvolto. Il punto
essenziale è capire se è in grado di fermarsi. In caso contrario, abbiamo un
problema.
Grazie
per essere stati con noi e w sempre la #CCroom!
L.
– Ah ah, sì, viva la CCroom.
M.
– Non potrei stare in nessun’altra stanza.
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