Scopriamo "SOGNANDO", antologia di Panesi Edizioni (1)
Dopo averla presentata, qualche mese fa, oggi ci addentriamo nell'antologia "Sognando", realizzata dal gruppo "Sognatori Erranti" e da Panesi Edizioni. Un ebook che, per 1,49 euro, può essere scaricato da qualsiasi store, sostenendo così la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma dell'estate 2016. Qua tutte le informazioni.
Oggi inizia una serie di articoli per scoprire i racconti che compongono l'antologia, tramite le parole degli scrittori o estratti. Andremo in ordine sparso, del resto anche questo è il bello dei racconti, la varietà di ambientazioni, stili e idee degli autori, e soprattutto di emozioni che con la loro penna riescono a suscitare.
"La storia di Alice", racconto di Nadia Banaudi
Ho
scritto il racconto "La storia di Alice" non appena ho letto del concorso di "Sognatori Erranti". Alice è una bimba che ho incontrato al mare questa estate
insieme al suo papà e giorno dopo giorno ho scoperto essere orfana di mamma con
spiegato quel velo di tristezza mista alla gioia normale per una bimba di
cinque anni. Il resto del testo è completamente frutto della mia fantasia,
perché è lì che la penna ha iniziato a scrivere quello che verosimilmente lega
la realtà con il mondo dei sogni. Un mondo sconosciuto ed inafferrabile capace
di racchiudere ancora la magia.
"Piccolo faro", racconto di Daniela Tresconi
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Il racconto è
stato inserito nel progetto “Cultura in rete” finanziato dalla Fondazione Carispezia
per la realizzazione di letture animate nelle scuole del Comune di Arcola.
"In viaggio con te", racconto di Alessio Del Debbio
Il racconto appartiene a una serie di storie che ho scritto ispirato dalle leggende e del folklore toscano. In questo caso il protagonista, ormai adulto, ricorda i giorni felici dell'infanzia, quando andava a giro in bicicletta con il padre e con gli amici. Partivano presto, la domenica mattina, quasi fosse un rito irrinunciabile, e percorrevano la costa tirrenica e ligure, a volte si addentravano nella piana di Lucca, altre, invece, quando erano più in forze, salivano su, lungo i sentieri tortuosi delle Alpi Apuane. E ogni viaggio era un mondo a sé, fatto di scoperta e di leggende che rivivevano attraverso gli occhi del ragazzo. Oggi, triste e stanco, ricorda quei giorni quasi fossero un sogno lontano, ma ancora vivido, mai sfuocato.
La mia bici, per quanto in buone condizioni, non era mai così pulita, ma a me piaceva così, polverosa o sporca di fango, con le manopole fosforescenti scolorite e le figurine dei calciatori appiccicate sulla canna. Mi piaceva si vedesse che era usata, che avesse addosso i segni della vita vissuta, quelli che neppure una mano d’olio avrebbe mandato via. Mi piaceva che fosse come me.
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