INTERVISTA A FRANCESCA NOTO
Oggi il blog "i mondi fantastici" ospita la mitica Francesca Noto, autrice del romanzo urban fantasy "Il segno della tempesta". Edito da Astro Edizioni, il libro segue le avventure dei due protagonisti, Sven e Lea, nelle Everglades americane, dove scopriranno il senso della loro vita. Un romanzo dal target prevalentemente giovanile e femminile, ma fruibile anche dai maschietti e dai più grandi. Sul blog è già uscita la recensione. Oggi invece parliamo con l'autrice, che ci racconta del suo approccio alla scrittura e qualche interessante dietro le quinte di "Il segno della tempesta".
Ciao Francesca,
parlaci un
po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?
Ciao
Alessio, e grazie innanzitutto dell’ospitalità! Al momento il mio principale
interesse è nella traduzione, che è anche la mia professione (sì, devo
ammettere di essere fortunatissima, quanto a questo!). Quanto alle mie
passioni, be’, ce ne sono diverse: posso dirti che tra queste sicuramente
figurano la scrittura creativa, l’equitazione, la scherma medievale, il gioco
di ruolo e la musica metal. Mi fermo qui, o non finisco più! :D
Com’è
stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Quali
generi, o quali tipi di storie, senti più affini (come scrittrice)?
Ho sempre
scritto, fin da piccola, per raccontare le storie che mi venivano in mente la
sera, prima di dormire, e che immaginavo – spesso fin nei minimi dettagli – per
aiutarmi a prendere sonno. Mi dispiaceva che andassero perdute, e allora le
mettevo per iscritto su vecchie agende cartacee. Poi è arrivata la macchina da
scrivere abilmente sgraffignata a mio padre, e infine, nel lontano ’95, il
primo computer, un mitico 486. Con “Il segno della tempesta”, l’approccio alla
scrittura è un po’ cambiato. Nel frattempo lavoro come traduttrice, quindi la
scrittura creativa prende una grande fetta della mia giornata, e la storia che
ho raccontato inizialmente, l’avevo considerata autoconclusiva e conclusa.
Invece... be’, a quanto pare ha ancora qualcosa da dirmi, e così cerco di
trovare il tempo di raccontarla, adesso, per un secondo volume che vedrà la
luce nel 2017. Quanto ai generi, sicuramente al momento l’urban fantasy è tra i
tipi di storie che preferisco, e di cui, non a caso, scrivo. Ma un domani non
mi dispiacerebbe cimentarmi in generi come il distopico e l’horror.
Quali sono
le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi
scegliere il romanzo della tua vita, qual è?
Adoro il
fantasy in tutte le sue forme, ma anche l’horror (ultimamente ho avuto modo di
approcciarmi alla traduzione di autori cult del genere come Poppy Z. Brite e
Richard Laymon, ed è stato amore a prima vista) e la fantascienza, in
particolare il cyberpunk. Difficile dire quale sia “il” romanzo della mia
vita... alla fine, forse, sceglierei Neuromante di William Gibson.
Passiamo al
tuo romanzo “Il segno della tempesta”. Come è nata l’idea di questo romanzo?
Cosa volevi raccontare?
L’idea
iniziale è nata dopo un viaggio in Florida nel lontano 2000. Ero rimasta molto
colpita da quelle atmosfere suggestive, in particolare quelle delle Everglades,
e volevo renderle in una storia. Storia che pian piano ha cominciato a prendere
forma. La tematica di fondo, che poi è rimasta per tutta la costruzione del
romanzo, è l’idea che ognuno di noi, in qualche modo, è speciale e ha un posto
nel mondo: deve solo avere il coraggio di interrogarsi in merito e trovarlo. La
prima stesura è finita nel 2006. La definitiva è di dieci anni dopo, potrai
immaginare quanto è cambiato il tutto nel frattempo! Ma la base, e il messaggio
che volevo comunicare, sono rimasti quelli.
C’è un
personaggio a cui ti senti legata? Perché?
Di sicuro a
Lea, protagonista femminile del romanzo, in quanto ci ho messo molto di me
stessa nel primo periodo di stesura del romanzo. Inizialmente, il racconto era
addirittura in prima persona e narrato dal suo punto di vista. Potrei dire che
è un po’ una me come avrebbe reagito, alla sua età, nelle circostanze del
racconto. Sono particolarmente legata, comunque, anche a Sven, il protagonista
maschile: lui è nato dal mio personaggio di un gioco di ruolo, a cui,
ovviamente, sono tutt’ora affezionatissima!
Dalla
lettura del romanzo traspare il tuo interesse/passione per la mitologia
nordica, o sbaglio?
Non sbagli
assolutamente! Sono appassionata di mitologia nordica fin dall’infanzia e a quattordici
anni ho letto l’Edda in prosa. Le vicende dei miti norreni mi hanno sempre
affascinato moltissimo, e in effetti immagino che questo traspaia parecchio
anche dal romanzo!
“Il segno
della tempesta” è un romanzo autoconclusivo o legato ad altri progetti?
In realtà è
stato concepito come romanzo autoconclusivo, e si può leggere tranquillamente
così. La storia che sto scrivendo adesso, e che vedrà la luce alla fine del
2017, è ambientata nella stessa lore,
per così dire, ma non è un vero e proprio sequel. Si può leggere sia come
romanzo “stand alone”, sia come vicenda di cui “Il segno della tempesta” può
essere considerato il prologo.
In Italia
ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando
da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione
critica? Un’idea, una ricetta personale per incentivare la lettura, quale
potrebbe essere secondo te?
Credo che
bisognerebbe trovare un modo per invogliare le nuove generazioni alla
lettura... Magari rendendo in qualche modo “interattivi” i libri! Le prime idee
già iniziano a fare capolino sul mercato, chissà che con i nuovi sviluppi della
realtà virtuale non si aprano nuovi orizzonti anche per l’editoria
tradizionale!
Progetti
per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento,
come dicevo, sono alle prese con la scrittura di questo sequel “stand alone”,
ambientato una ventina d’anni dopo le vicende de “Il segno della tempesta”.
Working title: “I figli della tempesta” (sì, molto originale in effetti...). Se
tutto va bene, vedrà la luce a ottobre del 2017. Dita incrociate e speriamo che
mi dia tante soddisfazioni quante me ne ha date l’esordio!
Grazie per
essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.
Se volete seguire Francesca Noto e "Il segno della tempesta", ecco la sua pagina Facebook.
Nessun commento:
Posta un commento