Segnalazione "SEI PIETRE BIANCHE" di Daisy Franchetto
Torna Daisy Franchetto sul blog "I mondi fantastici". Dopo aver scoperto "Dodici porte", proseguiamo con le avventure di Lunar con "Sei pietre bianche", romanzo fantastico ambientato DOPO il precedente, anche questo edito dall'associazione culturale editoriale Dark Zone. I romanzi possono comunque essere fruiti autonomamente.
Titolo: Sei Pietre Bianche
Autore: Daisy Franchetto
Editore: Dark Zone
Genere: fantasy/paranormal
Formato: ebook e cartaceo
Pagine: 384
Prezzo: ebook 2,99 cartaceo 14,90
ISBN: 978-8894174694
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Trama: Lunar è tornata. A tre anni dall’esperienza nella Casa
e dalla violenza che l’ha messa di fronte a un duro processo di trasformazione,
la giovane protagonista di Dodici Porte non è più una ragazzina. Abita da sola
in un piccolo appartamento in città, studia e lavora. Accanto a lei il fedele
cane Sinbad, su cui grava una maledizione che Lunar non conosce, e l’anello che
le ricorda costantemente il legame con la Terra dei Morti.
Dopo l’ultima
visione avuta fuori dalla Casa, nella quale un bambino veniva rapito da un
gigante, la giovane non ha più avuto esperienze del genere, o contatti con
altre Dimensioni. A volte stenta a credere che ciò che ha vissuto nella Casa
sia davvero accaduto. Ma c’è l’amico Sinbad a ricordarle chi lei sia. Lunar ha
stretto amicizia con Odilon, un bambino dal passato misterioso che vive in
orfanotrofio. Proprio la scomparsa del piccolo, ad opera di un essere
spaventoso, riporterà la nostra protagonista e il suo amico a quattro zampe a
contatto con le Dimensioni parallele. Lunar e Sinbad, con l’aiuto di Altea,
proveniente dai Cieli Razionali, si metteranno sulle tracce dei rapitori di
Odilon.
Ha inizio il viaggio attraverso sei portali dimensionali rappresentati
da sei lapidi bianche. Di nuovo un percorso che è insieme scoperta di se stessi
e di luoghi sconosciuti. Di nuovo avventure formidabili che svelano quanto ci
sia di sublime e oscuro nell’inconscio.
Ancora una notte, ancora quel sogno, ancora quelle immagini.
Sempre le stesse, da tre anni. Ogni volta si aggiungeva un particolare che completava il quadro, ogni volta si svegliava con la stessa nostalgia e la voglia di tornare a casa. Anche se non sapeva dove fosse, ormai, la sua casa.
Il sogno iniziava sempre allo stesso modo. Vedeva i suoi piedi decorati con bellissimi tatuaggi color argento. Camminava calpestando candida sabbia, morbida come velluto e fresca. Le minuscole pietre che si mescolavano alla distesa sabbiosa riflettevano i bagliori notturni, allora alzava il capo a contemplare il cielo, sconfinato. Una stella cadente solcava la volta celeste, lasciando una scia luminosa che si dissolveva riassorbita dalla notte. All’orizzonte le Tre Lune sorgevano allineate. Tornando ad abbassare lo sguardo, poteva osservare la vastità del Deserto di Muna, volgendosi a est, l'immenso Bosco degli Alberi Neri e a nord in lontananza la sagoma scura del Palazzo con le sue guglie e le torri.
Una risata sgorgava argentina dal centro del suo cuore. Ecco la sua casa, ecco il regno cui apparteneva. Poi una scossa sotterranea la faceva trasalire e un brivido le percorreva la schiena. Guardando a terra vedeva con orrore che la sabbia aveva lasciato spazio a una voragine che correva lunga e profonda verso il Palazzo.
La crepa nera sembrava portare al centro stesso della terra. Lei restava a guardare inorridita l’oscurità, mentre una voce tetra saliva dal nulla.
Si svegliava proprio prima di cogliere ciò che la voce diceva. E fu a quel punto che si svegliò anche quella notte.
Riaprì gli occhi di scatto sentendosi perfettamente sveglia e lucida, assalita da quel desiderio viscerale di raggiungere la terra sognata, di salvare quel che restava di un mondo perduto.
Rimase sdraiata e immobile ad ascoltare il ticchettio incessante della pioggia sul lucernario. L’appartamento in cui abitava da qualche mese era immerso nel buio.
Sinbad era sdraiato al suo fianco, il costato si gonfiava e sgonfiava al ritmo tranquillo del respiro.
L’animale aprì gli occhi. «Non riesci a dormire?»
«Ho fatto di nuovo quel sogno, ma non capisco mai cosa dica la voce.»
«Non avere fretta», la ammonì il cane.
«Dopo tre anni che faccio lo stesso sogno? No, non c’è fretta», rispose lei sarcastica.
«Abbi pazienza Lunar. Il tempo è ormai prossimo.»
«Speriamo», sospirò lei, «proverò a dormire ancora un po’.
Fuori la pioggia continuava a cadere sottile, mentre il destino tesseva il disegno che, di lì a poco, avrebbe travolto nuovamente le vite di Lunar e Sinbad.
Biografia di Daisy Franchetto. La parola all'autrice!
Sono nata a Vicenza,
città intrisa di grazia palladiana, ma vivo a Torino, città del mistero, e mi
occupo di counseling.
La scrittura è una
passione nascosta che ho iniziato a coltivare tardi.
Ciò che scrivo nasce
dalle esperienze vissute. Il lavoro nelle comunità psichiatriche e per
disabili, i viaggi come volontaria in zone di guerra, l’impegno per la difesa
dei diritti umani. L’ascolto delle persone in difficoltà e, prima ancora,
l’ascolto di me stessa. Il mondo onirico e la ventennale attività di scavo
nella mia psiche.
La scrittura mi rende una
persona migliore.
Oltre a scrivere ramanzi,
racconti e brevi articoli, gestisco da qualche anno un blog nel quale riverso i
miei pensieri e il mio punto di vista sul mondo. Da poche settimane è nata la
mia nuova rubrica onirica: I don’t sleep, I dream. Piccolo appuntamento nel
quale ospito scrittori emergenti chiedendo loro di condividere un sogno.
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