lunedì 30 luglio 2018

Intervista a Fabio Maffia

Intervista a Fabio Maffia

Bentrovati, viaggiatori! Oggi ospitiamo Fabio Maffia, giovane scrittore torinese, autore del fanasy "Ethelion", già recensito sul blog. Ci parlerà di libri, scrittura e ovviamente del mondo fantastico da lui creato. Pronti per conoscerlo?

Ciao Fabio,
benvenuto sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? Come sei approdato alla scrittura?


Ciao Alessio, grazie per l’intervista, innanzitutto. Ufficialmente sono studente magistrale di architettura a Torino, dove sono nato e dove vivo tutt’oggi, ma ho un’altra passione che mi contraddistingue, quella per i libri. Ho sempre amato la lettura, fin da bambino – per questo devo ancora ringraziare la mia maestra di italiano delle elementari che mi ha fatto acquistare il primo libro – e ho sempre desiderato scrivere qualcosa io. Ho iniziato, infatti, fin da piccolo a intasare il computer (il primo pc di famiglia, che oggi sarebbe considerato probabilmente un reperto archeologico) di incipit di storie fantastiche, mai portate a termine ovviamente, per poi dedicarmici sul serio nell’estate del 2012, dopo un viaggio molto particolare. 

Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

Il genere che ho sempre prediletto fin da piccolo è il fantasy, ma non ho mai disdegnato il giallo o i romanzi storici (“La cattedrale del mare” di I. Falcones mi è rimasto nel cuore ad esempio). Crescendo, forse anche grazie alle lezioni di letteratura inglese e la scoperta di “1984” di G.Orwell, mi sono appassionato al genere distopico. Alcuni libri di questo genere che mi sono piaciuti particolarmente, oltre ai classici come “The handmaid’s tale” o “Brave new World”, sono “Hunger Games”, “Divergent”, “Maze Runner” e la trilogia del silo. Una menzione particolare a “Multiversum” di L.Patrignani, saga nostrana che mi ha davvero conquistato. 

Come è nato il romanzo “Il figlio dell’ombra”? Cosa volevi raccontare con questa storia? 

Il romanzo è nato dopo una vacanza-studio a Dublino. Mi sono innamorato delle tradizioni irlandesi e dello spirito dei suoi abitanti, tanto che tornato in Italia non ho potuto fare a meno di scrivere questa storia, che è cresciuta sempre di più negli anni. Ciò che più volevo fare era permettere ai miei lettori di viaggiare, così come avevo fatto io, per quelle terre magiche, riscoprendo magari anche quell’essere bambini, ancora sepolto da qualche parte dentro di loro, desideroso di scoprire e conoscere. 

Il figlio dell’ombra” è il primo capitolo della saga fantasy “Ethèlion”. Di quanti libri sarà composta? Cosa differenzia e caratterizza ciascun libro?

Hai detto bene, Ethèlion sarà una trilogia, di cui ho ultimato già la stesura del secondo volume, I Giochi del Sangue. Adesso sto lavorando alla difficile fase di revisione ed editing, che spero di approfondire ancora di più questa volta per dare ai miei lettori un risultato impeccabile. La storia continuerà a muoversi fra le due realtà, ma con nuovi scenari e personaggi. Non voglio svelare molto, ma i lettori non rimarranno delusi e avranno già molte risposte agli interrogativi del primo libro in questo secondo capitolo. Devo ammettere che scriverlo è stato ancora più divertente, perché se nel primo volume di una saga devi necessariamente presentare personaggi e luoghi, nel seguito puoi muoverti in un mondo già ben delineato e hai molte più possibilità di sviluppare gli stessi protagonisti e i loro rapporti. Per quanto riguarda il terzo libro, la trama è già definita in gran parte, ma adesso aspetterà un pochettino prima di essere scritta, ma comunque un tempo ragionevole, quello sicuramente. 

Sapevi fin dall’inizio che il progetto avrebbe avuto bisogno di tre libri, per svilupparsi al meglio, o la trama è cresciuta scrivendo?

Avevo in mente fin dall’inizio l’idea per una trilogia, ma ovviamente non sapevo bene come si sarebbe svolta tutta la vicenda. Molte cose che succedono nei primi due volumi non erano nemmeno pianificate all’inizio, ma credo che il bello sia anche questo. Una volta che riesci a dare vita a dei personaggi sono poi loro a prendere l’iniziativa e a portarti verso strade a cui non avevi ma pensato. C’è qualcosa di speciale in questa imprevedibilità della trama e dal mio punto di vista la capacità di uno scrittore sta proprio nel riuscire a controllarla, pur lasciandole un briciolo di autonomia.

Parliamo dei personaggi di “Ethelion”. Due parole per definire i protagonisti. E dicci anche se hai un personaggio preferito, e perché.

Allora, il protagonista principale della storia, Laio, è giovane, più o meno un mio coetaneo, e come me non penserebbe mai che la sua vita possa essere sconvolta da qualcosa di inaspettato, ma si troverà a fare i conti con un passato sconosciuto e un futuro incerto, scoprendo che forse qualcuno ha già tracciato una strada per lui. Se seguirla o meno sarà la decisione più ardua da prendere.
Troviamo poi ancora i compagni di viaggio di Laio: Elein, giovane e coraggiosa Elfa che lo guida alla scoperta delle magiche Terre di Nevass; il misterioso e tenebroso Lònir, in fuga da un passato violento e in cerca di vendetta per la propria famiglia; Zafira, un’ex schiava pronta a tutto per riprendersi la propria libertà; Marcus, il giovane governatore delle Terre Libere che deve fare i conti con la guerra e ciò che questa comporta. Ognuno ha il proprio peso sulle spalle e delle scelte difficili da compiere, che spesso si intrecciano anche fra loro.
Personaggio preferito? Non saprei, forse Lònir, perché lungo tutta la trilogia ha una storia complessa e uno sviluppo particolare. Credo che sia una sfida anche per me cercare di trasmetterla al meglio.

Il romanzo si svolge un po’ a Dublino, un po’ in un regno fantastico. Come mai la scelta di Dublino?

Ovviamente perché è stato il luogo in cui ha preso vita tutta la storia, dove le idee hanno cominciato a svilupparsi e non potevo che cominciare da lì.

Come ti sei mosso per ambientare la storia a Dublino? Hai studiato la città, fatto qualche ricerca? Quali luoghi vedremo?

Per far muovere i miei personaggi in città mi sono basato molto sulla mia esperienza, ma ho fatto anche molte ricerche sui luoghi che più mi interessava descrivere. Nel romanzo potrete vedere il centro di Dublino, come il pittoresco Temple Bar o il ponte Ha’ Penny Bridge, e poi ancora l’affascinante biblioteca del Trinity College e il fiume Liffey.

Come ti sei mosso, invece, per creare le terre di Nevass? Hai avuto qualche fonte di ispirazione?

Ti racconto un aneddoto. Non appena tornato dal viaggio in Irlanda, ho scarabocchiato su un foglio una mappa ed è nato tutto da lì. Prima ancora di iniziare a scrivere la storia ho creato il mondo fantastico che ho chiamato poi Terre di Nevass, dal nome dell’antico sovrano elfico che pacificò e riunì sotto un unico regno tutti i popoli. Dal primo schizzo alla versione finale della mappa è passato qualche anno e anche la storia si è evoluta di conseguenza. Come fonti di ispirazione ci sono sicuramente tutte le letture che ho fatto e che si sono accumulate nel mio background, forse due spunti particolari sono venuti da “Le cronache del Mondo Emerso” di L. Troisi e da “Eragon” di C. Paolini, entrambi ottimi architetti di mondi fantastici, a mio parere.

Leggendo “Il figlio dell’ombra” traspare l’attenzione verso l’architettura, l’urbanistica, l’aspetto “pratico” delle città, dei villaggi, dei luoghi che Laio visita. C’è una motivazione particolare?

Beccato! La mia formazione da architetto mi ha aiutato molto nel costruire città e descrivere luoghi, quello è stato forse l’aspetto più divertente, la completa libertà di creare.

Anche i colori dominano nel romanzo. C’è molta attenzione a colori, suoni, odori. Pensi che il potere di un libro vada oltre il senso della vista?

Ne sono convinto. Credo che ogni lettore dovrebbe essere trasportato nella realtà di cui sta leggendo per poterla apprezzare appieno. Descrivere ciò che sperimentano gli altri sensi di un personaggio può aiutare a rendere tutto più realistico, secondo me.

Ti piacerebbe vivere nelle terre di Nevass? Dove?

Se dovessi scegliere un posto, direi sicuramente una città degli Elfi, una qualsiasi. Penso che il rispetto che provano verso la natura e il loro esserne intimamente legati sia qualcosa che manca nel nostro mondo, qualcosa di cui ci dimentichiamo troppo spesso.

Progetti futuri?

Al di fuori di Ethèlion, che al momento è il mio progetto principale, ho un paio di idee in testa (una anche abbozzata su carta) per due romanzi di genere distopico, che vorrei tanto scrivere, ma con la mia vita da studente di architettura è impossibile trovare il tempo per fare tutto. Quando la trilogia sarà completa sicuramente mi dedicherò a questi progetti, che credo mi daranno tante soddisfazioni.

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie mille a te!

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