Visualizzazione post con etichetta ferion. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ferion. Mostra tutti i post

domenica 29 novembre 2020

Segnalazione "Ferion" di Francesco Maneli

 Segnalazione "Ferion" di Francesco Maneli

Bentrovati, lettori. Vi ricordate di "Ferion", il fantasy avventuroso di Francesco Maneli? E' stato uno dei primi libri recensiti qua sul blog "I mondi fantastici". Sono felice di informarvi che il romanzo è uscito in una nuova edizione, rivisitata, e con una copertina meravigliosa, opera del sublime artista Antonello Venditti. Scopriamola insieme!

Titolo: Ferion

Autore: Francesco Maneli

Editore: Autoprodotto

Genere: Fantasy

Disponibile su tutti gli store di libri e ebook (Amazon Kindle).

Quarta di copertina: Il cuore degli uomini è un luogo sconosciuto, è come trovarsi davanti a un'enorme voragine, a un abisso senza fine. A coloro che si calano in questo baratro senza fondo, dove si mescolano luce e tenebre, il cuore offre tutto: vita e morte, maledizioni e salvezza, resta solo agli uomini scegliere cosa prendere in questa lunga caduta, in questa discesa profonda, dove alla fine quello che emergere è una magia unica chiamata Abisso del cuore. 

Ferion è un bambino dal passato oscuro, figlio di un re morto cento anni prima, il suo destino s'intreccerà con quello di Angarus, il drago del cielo e di Altidor guerriero e mago formidabile, dominatore dei demoni. L'oscurità è sempre presente, si muove e anche se le ostilità tra gli uomini sono terminate, un antico male è pronto a divorare ogni cosa. È la fame stessa, una fame vorace che non desidera altro che distruggere tutto. L'oscurità è presente in tutti i cuori così come la luce, sono una parte dell'altra ma è chi si sceglie di essere a far pendere l'ago della bilancia.

Buona lettura!

venerdì 7 ottobre 2016

Dentro un libro: "Ferion. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli

Dentro un libro: "FERION. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli

Qualche mese fa il blog ha ospitato il libro "Ferion. Cuore vs Acciaio", di Francesco Maneli (potete leggere la segnalazione qua, la recensione qua), oggi torniamo nel mondo di Tabacra, per scoprire di più, tramite qualche estratto dal romanzo, per stuzzicare la curiosità del lettore. Come già detto, è un fantasy epico, ambientato in una magica terra, dove un giovane (Ferion, per l'appunto) crescendo e maturando scoprirà di essere destinato a imprese straordinarie. Un romanzo di formazione, ricco di sentimenti genuini che il lettore scoprirà nel corso della lettura.

Trama: Tutto iniziò quando la notte aveva già avvolto il mondo e sembrava non lasciare spazio più a nulla. In questo tempo e luogo sconosciuto il grande drago Angarus, signore del cielo e della terra di Tabraca, si trovò a fronteggiare una situazione inaspettata: un bambino.
Un bambino dal passato avvolto nelle tenebre, dense e misteriose, come lo era quella notte. Tutti hanno un passato, tutti commettono errori, ma solo pochi sono in grado di superarli e renderli magia, trasformarli in fiamme che alimentano un cuore e quel bambino per quanto piccolo aveva lo stesso destino che accomuna tutti gli uomini, quello di sbagliare. Il suo errore però gli costerà caro, gli ruberà il braccio, il quale sarà avvolto dalle tenebre, che tenteranno di rubare anche il suo cuore.

Ferion crescerà aiutato da Angarus e un mago guerriero, che nonostante sia un donnaiolo riuscirà a fargli trovare quel calore che solo una famiglia può donarti. Così tra la vita, un drago e un mago, Ferion diventerà grande fino a che non si troverà a fronteggiare il più grande errore che avesse mai commesso fino a quel momento. Questo cambierà il suo destino, portandolo lontano da quelle persone che erano diventate la sua casa. Lontano per contrastare quell’oscurità che aveva dentro e che restava visibile a tutti come un peccato sul suo braccio, ormai diventato quello di un demone. Ferion affronterà mostri e demoni, si allenerà con tre maestri alquanto eccentrici e sadici ma allo stesso tempo fortissimi: un nano, un mezzo elfo e un guerriero rinnegato. Capirà che tutti portano una colpa sul proprio cuore e insieme con loro e Arila una ragazza dal passato difficile, riuscirà a diventare più forte e a crescere; così forte che il destino della sua vecchia città e delle persone che ama sarà nelle sue mani.
 
***
 
I due erano diventati, negli anni di quell'antica vita passata, come fratelli. Il loro legame restò indissolubile alla ruggine del tempo.
"Come mai sei qui?" chiese il drago, anche un po' preoccupato per quello a cui aveva assistito.
Nalu spiegò che era una notte particolare e che solo in quella poteva mostrarsi.
"Sono qui per affidarti mio figlio".
Con tono serio e preoccupato, Angarus restò scosso dalle parole dell'amico e chiese come fosse possibile che quel batuffolo potesse essere suo figlio, non tanto per a somiglianza (che il drago non vedeva), ma soprattutto per la difficoltà oggettiva di sfornare figli dal mare o da una cascata.
Nalu sorrise e iniziò a spiegargli cosa era successo.
"Vedi, caro amico mio, molto spesso la vita nasconde misteri persino a noi stessi o alle persone che amiamo. Quando decisi di usare l'antico incantesimo durante la battaglia, il dio della vita chiese in cambio le noestre vite, ma qualcosa non era previsto. Infatti né io né Leo sapevamo che lei stesse aspettando un bambino".
 
***
 
Raccontava spesso della leggenda di Eporo, signore del metallo. Questo essere eccezionale non era un uomo, anche se ne aveva l'aspetto: era uno spirito del fuoco. Dalle sue mani uscivano fiamme incandescenti, con le quali modellava le spade dei cavalieri più valorosi, la sua abilità nella creazione di armi era diventata nota in tutta Tabacra. Così, un giorno si presentò alla porta della sua fucina un cavaliere seguito da una scorta di mercenari, per chiedergli di modellargli una spada, ma Eporo, scrutando nel suo cuore, non volle esaudire la richiesta. 
 
Il cavaliere si irrigidì e lo guardò negli occhi dicendo che doveva farlo. Eporo, in quegli occhi, vide ombre che massacravano uomini e donne, insieme ai corpi di molti bambini. Capì subito che, se non avesse esaudito la sua richiesta, avrebbero distrutto il suo villaggio, così decise di accontentarlo, ma nel momento in cui forgiò la spada, una maledizione fu unita alla lama: se il cavaliere che la impugnava l'avesse usata per il piacere di uccidere, la spada l'avrebbe trasformato in un essere immondo.

***

"Non voglio che tu sia egoista, non voglio che tu possa pensare che la tua vita appartenga solo a te; certo, è tua, puoi scegliere e sei libero, ma la tua vita, le tue scelte, il tuo cuore sono legati a quelli di tutti noi. Non puoi fare una scelta pensando solo a te stesso, non puoi gettarti in battaglia pensando solo a ciò che hai davanti. Noi possediamo il tuo cuore, tutto l'amore e l'affetto che ci hai dato, ma tu possiedi i nostri cuori, il nostro amore, e perdere la vita non vuol dire solo perdere qualcosa di tuo, ma perdere anche tutto ciò che ti abbiamo affidato. Perdere vuol dire far svanire parte dei nostri cuori, quindi pensa sempre che con te non porti solo la tua vita, ma anche l'amore delle persone a te care" disse Catrina.
Ferion la guardò emozionato. Sapeva che tutto quell'amore l'avrebbe sempre accompagnato durante il suo cammino, come una lanterna posta sulla strada del destino.

***

"Non conosco l'amore e non saprei dirti se quello che provo sia proprio questo. Forse riesco a immaginarlo, l'amore, quando socchiudo gli occhi e i colori si uniscono senza lasciare un volto. Immaginare l'amore credo che sia come immaginare uno spazio vuoto a cui hai affidato un seme che cade dal battito di un uomo che scegli di essere migliore; immaginare l'amore è sapere che l'invisibile è l'unico conduttore di ciò che è vero, di quello che proviene da un luogo dove le emozioni sono il solo passaggio, dove il sole, la luna e anche il giorno si colorano di respiri affannati, di un calore che unisce due cuori, due corpi, due solitudini, di un mondo che conosce una sola lingua, un solo tempo, tempo che uniforme si piega, si sgretola come vetro, che cadendo riflette unicamente i momenti di chi si è amato, di chi si è ricordato di immaginarlo, quest'amore."

***

"Non sarai mai solo, non sei mai stato solo. In ogni momento della nostra vita, non siamo soli, ancora prima di nascere c'è già qualcuno che ci ama, durante la nostra vita incontriamo persone che sono in grado di amarci e, che tu ci creda o no, anche nel futuro ci sarà chi ci ama. Ci sarà sempre una casa in cui ritornare, ci sarà sempre una casa nella quale andare, devi solo credere che l'amore è sempre con te. Allora non esisteranno addii o viaggi stranieri, ma solo e sempre ritorni a casa".
Alcune volte la vita ci sembra crudele. I viaggi infiniti e il tempo sempre poco, ma sapere che tutto ci può aiutare a essere migliori ci aiuta a capire che tutto intorno a noi ha uno scopo e che il destino, alcune volte, ci prende per mano anche quando non vogliamo. I cambiamenti sono inevitabili, quindi l'unico modo per affrontarli è prenderli nel verso giusto. Questo ci aiuterà sempre a comprenderli, ad accettarli e a crescere. Questo è ciò che Ferion avrebbe imparato dal suo primo viaggio.

***

"Attento con l'amore, noi uomini spesso lo confondiamo e non ci rendiamo conto che in realtà è già in noi. E' il sentimento più frote che l'umanità conosca, rende speciali persone che un attimo prima erano normali. L'amore è tutta la luce che un uomo possiede, è ciò che ci distingue, che ci rende veramente diversi l'uno dall'altro, è passione, gelosia, ossessione e nonostante questo libertà, tolleranza e sacrificio. Si può amare in molti modi perché molteplici sono i cuori, ma chi ama davvero sente tutti questi sentimento come parte della sua stessa carne; però solo se sei fortunato puoi liberati dai sentimenti bui dell'amore. L'ossessione e la gelosia possono ridurre l'uomo in cenere, come cenere diventerà tutto ciò che prima credevi importanti. L'amore è tutto ciò che siamo e nell'amore i sentimenti si muovono come in un turbine. Solo incontrando la persona giusta si può capire il moto di questo vento e volare finalmente liberi." 

Spero di avervi incuriosito! Vi ricordo che "Ferion" lo trovate su tutti gli store di libri! ;) Al prossimo articolo!







 
 

mercoledì 17 agosto 2016

Recensione di "Ferion. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli

Recensione di "FERION. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli


Torna Francesco Maneli sulle pagine di questo blog. Dopo aver presentato il suo romanzo "Ferion. Cuore vs Acciaio" (qua l'articolo) e aver parlato con lui in un'intervista inedita, oggi entriamo nello specifico e parliamo di questo libro fantasy. Negli ultimi anni ho scoperto di preferire l'urban fantasy al fantasy classico/epico, in particolare gli urban che affondano le loro origini in qualche mitologia. Nonostante ciò, devo dire che "Ferion" è stata una lettura piacevole, anche se, a mio modesto parere, un po' lunghetta; credo che, con un buon editing, il romanzo avrebbe potuto guadagnare in scioltezza, diventando più snello (e quindi più fruibile anche dal lettore pigro, che può spaventarsi a vedere 450 e passa pagine!), senza nulla togliere alla trama o al carattere dei personaggi.

Ciò detto, "Ferion" narra la storia di un ragazzo, Ferion, appunto, la sua crescita e la sua progressiva presa di coscienza riguardo a chi è e a cosa è destinato a fare. Un'impostazione molto classica, devo dire, quella del romanzo, che ricalca i canoni del genere, affiancando all'eroe una serie di figure, come il maestro (in questo caso, i maestri, dato che Ferion finisce per averne molti), gli amici e compagni d'avventura, la ragazza che gli farà battere il cuore (anche se lui se ne accorgerà solo col tempo), un bel drago saggio e guerriero, e ovviamente una serie di battaglie e situazioni in cui il nostro eroe dovrà dimostrare tutto il suo valore.


La storia si svolge nella terra fantastica di Tabacra, di cui ci viene raccontata l'origine nel Prologo, in particolare nel regno di Ondurar, dove Ferion cresce, sotto l'attenta e amorosa cura di Catrina e di quel mattacchione di Altidor, uno dei miei personaggi preferiti, che riesce a coniugare bene la saggezza e l'astuzia di un mago con un carattere divertente e bonario, diverso dai soliti maghi introversi. La fanciullezza di Ferion è molto felice, cresce con gli amici Firus e Ditris e, in seguito, con la bella Xanat, e questa felicità Ferion avrebbe voluto che non finisse mai. Ma, al compimento del suo diciottesimo anno d'età, inizia per lui una nuova vita, con nuove persone in terre lontane da casa. Ci saranno maestri a cui obbedire, prove da superare (anche molto pesanti, fisicamente!), avversari da sconfiggere, e ovviamente c'è la magia. Non può esserci un fantasy senza un po' di magia e nel romanzo ne troverete parecchia, soprattutto nella seconda parte, quando Ferion e i suoi amici prenderanno confidenza con i poteri celati dentro sé. 

Sulla magia in "Ferion" si potrebbe discutere a lungo, è piuttosto varia, alcune persone speciali la portano in sé e riescono a, diciamo, canalizzarla credendoci e utilizzando incantesimi o alcuni oggetti (manufatti molto speciali, forgiati da fabbri abili!), ad esempio la spada di Ferion: Ryuzan, dall'impugnatura a testa di leone. La magia è protagonista di molti scontri interessanti, in particolare nella seconda parte del romanzo, durante le due battaglie principali. Una nota carina, per chi ha seguito gli anime degli anni '80 e '90, sono le invocazioni a cui i personaggi si abbandonano durante i loro combattimenti, quando scagliano i loro "colpi segreti". A un certo punto, troverete anche le "Ali della Fenice!" :)
"Noi possediamo il tuo cuore, tutto l'amore e l'affetto che ci hai dato, ma tu possiedi i nostri cuori, il nostro amore, e perdere la vita non vuol dire perdere solo qualcosa di tuo, ma anche tutto ciò che ti abbiamo affidato. Perdere vuol dire far svanire parte dei nostri cuori, quindi pensa sempre che con te non porti solo la tua vita ma anche l'amore delle persone a te care".

La trama, come dicevo, è molto classica, riconducibile al viaggio dell'eroe, che dalla spensierata felicità della fanciullezza si ritrova catapultato nella dura realtà, iniziando un viaggio, non solo tra terre misteriose e fantastiche, ma anche dentro se stesso. In questo viaggio apprenderà molte cose, soprattutto su di sé, e ne uscirà fortificato e pronto per affrontare le prove che lo aspettano. Preciso che il romanzo ha una (sia pur momentanea) conclusione, un punto di arrivo dei personaggi, per quanto nel finale si verifichino situazioni che restano irrisolte e che aprono la strada a un seguito, che, se avete letto l'intervista all'autore, è in lavorazione.

"Ferion" è un romanzo ricco di sentimenti, a partire dall'amicizia che lega il protagonista ai due amici Firus e Ditris, allo strano legame con Xanat (un'amicizia che sembra qualcosa di più ma non riesce mai a diventarlo. A quanti è capitato?), all'amore per Arila, al rispetto per Altidor e all'affetto familiare per Catrina. Sentimenti per cui vale la pena combattere e che Ferion mette al primo posto quando si tratta di scegliere se e per chi combattere. La narrazione non è soltanto battaglie e intrighi, ma si prende il suo tempo, raccontandoci il passato di alcuni personaggi (come Arila, ed esempio) e sviscerando i sentimenti che provano, i valori per cui combattono.
"Attento con l'amore, noi uomini spesso lo confondiamo e non ci rendiamo conto che in realtà è già in noi. E' il sentimento più forte che l'umanità conosca, rende speciali persone che semplicemente un attimo prima erano normali. L'amore è tutta la luce che un uomo possiede".
Una nota piacevole è stata l'atmosfera generale del racconto, mai eccessivamente tragica o drammatica, per quanto l'autore nel finale non si risparmi al riguardo. Sia Altidor che i tre maestri (il nano, l'elfo e il vecchio) che fanno di Ferion un uomo sono protagonisti spesso di simpatici battibecchi, che smorzano la tensione dovuta alla guerra nascente. Meno piacevole è stata invece la poca cura dedicata all'editing, con monologhi e dialoghi che potevano decisamente essere sfoltiti.

Se volete scoprire "Ferion" e immergervi nelle battagliere atmosfere di Tabacra, trovate il libro su tutti gli store di libri e sul sito dell'editore. Buona lettura! :)


mercoledì 10 agosto 2016

Intervista a Francesco Maneli, autore di Ferion

INTERVISTA A FRANCESCO MANELI

Torna Francesco Maneli sulle pagine di "I mondi fantastici", dopo la segnalazione di qualche mese fa, per parlare del suo romanzo "Ferion. Cuore vs acciaio", un fantasy ambientato in un regno magico, pieno di mistero e cavalieri combattenti. Conosciamo insieme questo giovane autore.

Titolo: FERION,  Cuore vs Acciaio
Autore: Francesco Maneli
Editore: Cavinato Editore Internazional
Genere: Fantasy per ragazzi
Formato: Cartaceo e ebook
Pagine: 461
Prezzo: 20 euro (in promozione a 17 euro), ebook 6 euro
ISBN: 9788869822827
Disponibile su tutti gli store di libri
Su Amazon disponibile un estratto.
 

Ciao Francesco,
Parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?


Ciao Alessio, grazie per questa intervista e per la possibilità che hai dato a me e al mio Fantasy di essere conosciuti! Sono nato a Napoli, frequento la facoltà di giurisprudenza e ho molti interessi: amo la scrittura, lo sport, il cinema, i manga, la musica e l’arte.
Devo dire però che, di questi, solo due mi appartengono nel profondo ed hanno il potere di farmi sentire in sintonia con il mondo: la scrittura e la corsa!
Un’altra mia caratteristica personale deriva dal rapporto con mio padre. Ho potuto affiancarlo sia nel suo lavoro come insegnante di musica sia in una sua grande passione: i fuochi d’artificio!
Proprio quest’ultima esperienza mi ha permesso di apprezzare la meraviglia e lo stupore che nascono davanti a qualcosa creato dall’uomo; qualcosa che si espande e che trova il suo posto nel cielo, tramite colori e suoni lanciati in aria da uomini, come se fossero desideri! In questo modo sono riuscito a vivere la fatica nascosta dietro uno spettacolo pirotecnico, ma soprattutto ad ammirare i fuochi d’artificio da una prospettiva totalmente diversa e concessa solo a pochi: da sotto.
Ti racconto questo per cercare di spiegare cos’è che lega tutte le mie passioni: la bellezza.
Tutti, chi in un modo, chi in un altro, tentiamo di regalare, catturare o creare bellezza - ovviamente nel senso ampio del termine - ed io spero di esserci riuscito tramite la scrittura.

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientato?

La scrittura per me resta un mistero, una strada invisibile che collega cuore e mente, ma che come destinazione ha l’infinito.
Quando scrivo, è come se aprissi una porta. Non so dove possa condurmi o cosa possa trovarci dentro.. ma aprirla ed attraversarla è una delle emozioni più forti mai provate!
Per me scrivere è come dialogare con la propria anima, è come conversare con il cielo e, se si è fortunati, persino con Dio. La scrittura è un viaggio verso se stessi, verso il mondo, verso i sogni…insomma verso l’immenso!
Scrivere è come rubare tempo al mondo e soltanto un’altra cosa - per quanto mi riguarda - ha la stessa forza e magia: l’amore.
Ritornando a parlare dei generi da me preferiti, posso dirti che, almeno per adesso, i romanzi ed i fantasy sono quelli che mi appassionano maggiormente.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, quale sarebbe?

Guarda, incredibilmente non ho letture preferite. Quando entro in una libreria, inizio a girare tra gli scaffali, percorro i corridoi, accarezzo le copertine e permetto al mio istinto di scegliere, o - come molti pensano - lascio che sia un particolare libro a chiamarmi.
Ho letto di tutto e la magia consiste proprio nel fatto che ho sempre scelto il libro giusto! Dove “per giusto” intendo legato ai periodi o agli stati d’animo che stavo vivendo in quel particolare momento della mia vita. Non ti darò, quindi, un titolo, non potrei, sarebbe come “tradire” tutti gli altri libri!

Passiamo al tuo romanzo “Ferion: Cuore vs Acciaio”, come è nato? Cosa avevi in mente all’inizio? Che storia volevi raccontare?

Ferion nasce in un periodo particolare della mia vita… diciamo “difficile”. Ferion è venuto a salvarmi, o almeno è quello che sento!
Durante quegli anni ho imparato che, anche quando tutto intorno diventa incerto, le speranze sembrano svanire e si sente di aver smarrito persino la strada di casa, è allora che la vita ti sorprende!
È grazie ai quei momenti che si riesce ad intravedere quella porta nascosta dietro al proprio cuore.. ed ecco che la scrittura diventa la chiave per spalancarla! Una chiave che apre nuove possibilità, capace di svelare una parte di te che nemmeno credevi esistesse.
Ferion è un grido, una fiamma luminosa! L’ho scritto pensando a tutti gli errori della mia vita, a tutto quel passato difficile che sembrava così pesante ed insormontabile.
Questo non è un fantasy “fine a se stesso”. No, non volevo solo raccontare di un mondo diverso o di una magia straordinaria! Il mio intento è stato soprattutto quello di lanciare un messaggio ai ragazzi che – come me – hanno passato momenti “delicati”. Qualunque sia lo sbaglio, il passato o il dolore, possiamo trasformarlo in magia, in forza o comunque nella parte migliore di ciascuno di noi.
Nonostante gli argomenti trattati possano risultare molto profondi, ho voluto utilizzare lo stile dei manga, in modo da incuriosire il lettore ed appassionarlo anche grazie all’uso di una narrativa diretta e leggera - ed allo stesso tempo divertente!

Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

Perché è piacevole, perché fa ridere, e soprattutto perché è scritto con il cuore! Ma anche perché l’ho rubato ad un mondo sconosciuto che si trova dentro di me. Credo che Ferion sia una storia diversa dalle altre: non avevo intenzione di scrivere un libro, non credevo l’avrei mai fatto! È nato e si è materializzato per magia!
La storia comincia in un modo molto semplice, ma si sviluppa e (si complica?!) nei capitoli successivi: gli scontri non sono mai scontati e tutti i personaggi “lasciano” un qualcosa su cui riflettere. Ogni personaggio ha una sua storia: un peccato, una magia che costudisce (ed intrappola) un messaggio. Alcuni insinuano dei dubbi ai quali spetta proprio al lettore rispondere! Tra le pagine del libro, si trovano mostri “particolari” da combattere, armi che mutano la propria forma e potere, magie irripetibili!
Questa storia parla però anche dell’amore, della rabbia per un errore commesso, di bugie che imprigionano la propria libertà, di tradimenti e di perdono, prima verso se stessi e poi verso gli altri. Tutto mescolato a “situazioni da manga”, con battute divertenti ed inaspettati colpi di scena!

C’è un personaggio, o più di uno, cui ti senti legato particolarmente? Perché?

Li amo tutti, mi piace il loro passato - legato alla loro colpa ed al loro dolore- ma ancor di più la loro magia che si tramuta nel riscatto delle loro colpe e quindi del loro passato!
Ogni personaggio racconta qualcosa di mio…anche se non nascondo una particolare simpatia verso il protagonista!

“Ferion” è una storia autonoma e autoconclusiva oppure avrà un seguito?

Se il destino (o il caso?!), il tempo, il mio editore e soprattutto i lettori desidereranno, spero di riuscire a raccontare tanto altro su Ferion! Deve ancora crescere, cadere e rialzarsi e, la magia di cui narro, deve ancora rivelarsi in tutta la sua potenza!

In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “estiva” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

L'ho sentito dire spesso, ma mi auguro che sia solo una vecchia leggenda!
Anche se banale per me è la passione a muovere tutto: nel lavoro, nell’amore e - in più generale - nella vita. Forse una possibile soluzione potrebbe consistere nel mostrare agli altri la propria passione: nel mio caso, la scrittura.
Quando si riesce a trasmettere la propria passione, non si lascia l’altro indifferente! La passione è come una fiamma e chiunque è in grado di notarla.
Possiamo discutere sui diversi modi da utilizzare per condividerla coi lettori: incontri, conferenze, saloni del libro… ma il punto è: mostriamo e regaliamo la nostra passione non importa il posto ed il luogo!

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Certamente! Ho già in testa il seguito di Ferion! Inoltre ho nel cassetto un romanzo molto particolare, che alternerà la storia di un bambino a quella dei suoi genitori: una famiglia colpita da un grave incidente. Ogni personaggio ne subirà le conseguenze e tutti – a loro modo – dovranno cercare di recuperare ciò che sembrava essere perduto.

Grazie Alessio per questo spazio, per la tua professionalità e - è proprio il caso di dirlo - PASSIONE!




sabato 4 giugno 2016

Segnalazione fantasy "Ferion" di Francesco Maneli



SEGNALAZIONE FANTASY "FERiON" di FRANCESCO MANELI

Questa è una storia ambientata in una terra magica, in un mondo pieno di mistero, di cavalieri e combattenti formidabili; una terra in cui la forza del cuore è pari a quella dell’acciaio. La forza di cui si parla è l’abisso del cuore, un potere unico, come unico è il passato ed il cuore di ognuno. In questo mondo i giorni bui diventano ultimi desideri di chi si riscatta cambiando la propria vita ed il proprio destino attraverso una colpa o un passato oscuro. Perché il miglior modo per affrontare il futuro nasce dagli errori che si commettono e dalla capacità di crescere con loro. La sofferenza è una fiamma che non si può spegnere ed è proprio questa fiamma che con la sua luce rende visibile il nostro coraggio e ci permette di vedere chiaramente chi siamo.



Titolo: FERION,  Cuore vs Acciaio
Autore: Francesco Maneli
Editore: Cavinato Editore Internazional
Genere: Fantasy per ragazzi
Formato: Cartaceo e ebook
Pagine: 461
Prezzo: 20 euro (in promozione a 17 euro), ebook 6 euro
ISBN: 9788869822827
Disponibile su tutti gli store di libri
Su Amazon disponibile un estratto.

Trama:

Tutto iniziò quando la notte aveva già avvolto il mondo e sembrava non lasciar spazio più a nulla. In questo tempo e luogo sconosciuto il grande drago Angarus, signore del cielo e della terra di Tabraca, si trovò a fronteggiare una situazione inaspettata: un bambino.
Un bambino dal passato avvolto nelle tenebre, dense e misteriose, come lo era quella notte. Tutti hanno un passato, tutti commettono errori, ma solo pochi sono in grado di superarli e renderli magia, trasformarli in fiamme che alimentano un cuore e quel bambino per quanto piccolo aveva lo stesso destino che accomuna tutti gli uomini, quello di sbagliare. Il suo errore però gli costerà caro, gli ruberà il braccio, il quale sarà avvolto dalle tenebre, che tenteranno di rubare anche il suo cuore.

Ferion crescerà aiutato da Angarus e un mago guerriero, che nonostante sia un donnaiolo riuscirà a fargli trovare quel calore che solo una famiglia può donarti. Così tra la vita, un drago e un mago, Ferion diventerà grande fino a che non si troverà a fronteggiare il più grande errore che avesse mai commesso fino a quel momento. Questo cambierà il suo destino, portandolo lontano da quelle persone che erano diventate la sua casa. Lontano per contrastare quell’oscurità che aveva dentro e che restava visibile a tutti come un peccato sul suo braccio, ormai diventato quello di un demone.

Ferion affronterà mostri e demoni, si allenerà con tre maestri alquanto eccentrici e sadici ma allo stesso tempo fortissimi: un nano, un mezzo elfo e un guerriero rinnegato. Capirà che tutti portano una colpa sul proprio cuore e insieme con loro e Arila una ragazza dal passato difficile, riuscirà a diventare più forte e a crescere; così forte che il destino della sua vecchia città e delle persone che ama sarà nelle sue mani.


Estratto dal capitolo II: La giusta mamma


Altidor non aveva un lavoro in particolare, ogni tanto lo vedevano tornare con un’enorme quantità di selvaggina dalla foresta; una parte la teneva per i suoi bisogni, l’altra la vendeva per avere moneta in tasca e comprare quello che mancava.
Era rispettato da tutti nel villaggio; quando tornava dalla caccia, donava sempre un po’ di carne alle famiglie che avevano bisogno, ma non erano solo le sue virtù a essere conosciute; aveva un grande fascino e molto spesso gli piaceva scherzare con le donne, amava bere e giocare d’azzardo. In questo senso non era un vero e proprio esempio di vita, ma da quella notte qualcosa, purtroppo, doveva cambiare nel suo modo di vivere.
Aveva accettato di prendersi cura del figlio di Nalu, per questo la prima cosa da fare era trovare una donna che potesse accudirlo nella sua tenera età. Dopo che il drago gli consegnò l’impegno solenne, la promessa, in poche parole il bambino, ritornò a piedi verso il villaggio recandosi verso casa sua, ma udendo il bambino piangere pensò che avesse fame. Non sapeva cosa fare, certamente non poteva dargli la carne che possedeva a casa, ma un’idea lo fulminò: Catrina, pensò.
Catrina era una delle levatrici del villaggio, una donna bellissima, che non si era mai sposata: diceva di meritare molto di più che uomini bugiardi e vecchi ubriaconi. Era arrivata a Ondurar non molti anni prima, il suo passato era oscuro e non aveva mai parlato con nessuno dei motivi che l’avevano spinta a trasferirsi; non aveva un buon rapporto con Altidor, anzi molto spesso litigavano volentieri: il mago aveva provato ad avvicinarsi per conquistarla e, a dire il vero ci era anche riuscito, ma quando lei lo trovò ubriaco con tre ragazze nella locanda di Marlok, dopo avergli spaccato un bicchiere in testa, non volle più sapere niente di lui.
Il mago pensò: ‘Sicuramente se mi presento da lei non la prenderà bene, ma resta la mia unica speranza.’ Dopo un momento di esitazione decise di andare.
Camminò per un po’ in quella notte stellata – il cielo era limpido senza una nuvola e la luna offriva un abbraccio di tiepida luce e calore –, fino a che si presentò alla porta.
Era tardi, ma nonostante questo sapeva di non avere scelta e quindi iniziò a bussare. In un primo momento non rispose nessuno, fino a che una luce si accese, prima al secondo piano della casa, poi al piano terra; Catrina si guardò bene prima di aprire, chiedendo chi fosse, e quando sentì che a bussare alla porta era Altidor rispose: “Brutto ubriacone, se sei venuto qua a smaltire la sbornia hai sbagliato casa. Il porcile è nella fattoria dei Darlet.”
Altidor disse: “Vecchia bisbetica, non sono ubriaco e soprattutto non mi sembra di essere brutto visto che più di una volta mi hai concesso le tue labbra.”
La porta si aprì violentemente ma, veloce, una mano già carica di violenza era pronta: il mago non fece in tempo a parlare che uno schiaffo risuonò nel silenzio di quella sera e subito dopo la porta si richiuse.
Il mago restò un attimo con l’espressione che aveva prima che quel tifone si abbattesse sulla sua guancia, poi quando il dolore raggiunse il cervello, esclamò: “Santo cielo! Questo non lo meritavo mica!” E una timida lacrima scese sul suo viso, mentre dall’altra parte un sorriso si stampò sulla faccia di Catrina, che intanto con la schiena si era appoggiata alla porta.
Ma udendo la risposta del mago solo dopo alcuni secondi, disse: “Sei tardo anche di cervello! Persino il dolore fa fatica a farsi capire.”
Anche il mago sorrise, dicendo poi: “Su, avanti, dolce Catrina, ho qualcosa da mostrarti. Ho bisogno del tuo aiuto.”
Dopo alcuni minuti Catrina si decise ad aprire e disse: “Su, avanti, cosa devi mostrarmi?”
Altidor abbassò lo sguardo sul bambino che stava tenendo in braccio; quando anche lo sguardo di Catrina si poggiò sul bambino, un ringhio uscì dalla sua gola e un nuovo schiaffo tatuò il viso di Altidor, il quale, senza muoversi e con una piccola lacrima che scendeva questa volta sulla guancia opposta, disse: “Allora il tuo è un vizio!”
Catrina restò immobile dicendo: “Adesso le sgualdrine con cui vai ti riportano i doni del tuo amore?”
Il mago la guardò. “Come al solito fraintendi tutto, il ragazzino non è mio, anche se a dirla tutta un po’ mi somiglia. È stato abbandonato nel bosco, fammi entrare e ti spiegherò tutto.”
Catrina lo fece entrare. Prese tra le sue braccia il bambino, il quale fece un enorme sorriso; il suo cuore si sciolse, ma quando alzò lo sguardo per sentire spiegazioni da Altidor, il suo viso tornò severo. Una smorfia passò veloce sul viso del mago, che le disse: “Come puoi, in un attimo, passare dalla dolcezza alla rabbia? Sei una donna matta.”
Catrina lo guardò rispondendo: “Se non vuoi che ti renda meno uomo di quello che sei, non sfidare la mia pazienza. E poi il tuo volto m’irrita.”
Il mago la guardò sorridendo, era una donna forte che nascondeva nella sua rabbia una dolcezza infinita; i due si sedettero e il mago abbozzò una storia dicendo che quella sera aveva deciso di fare una passeggiata nel bosco e, durante il suo cammino, aveva udito il pianto di un bambino. Girando un po’ alla ricerca di quel suono straziante, lo trovò sotto una quercia.
Catrina non credeva molto a quella storia, ma sapeva che non poteva lasciare quel bambino nelle mani di quell’irresponsabile, così decise di aiutarlo, anche se sapeva che sarebbe stata dura. Catrina era insospettita anche dall’età del bambino: doveva avere già alcuni mesi, e questo faceva supporre che chiunque fosse stata la madre lo aveva tenuto con sé per un bel po’. Il pensiero la inquietava perché questo dimostrava che la donna era stata costretta ad abbandonarlo; ma non fece nessuna domanda, sapeva che qualunque storia ci fosse dietro quel cucciolo di uomo questo non aveva importanza.
Dopo che ebbe sistemato il bambino pulendolo e facendolo mangiare, si sedette al tavolo per parlare con Altidor, e chiese: “Volevo chiederti una cosa. Come pensi di crescerlo?”
“Con il tuo aiuto, ovviamente. Sai benissimo che da solo non potrei” rispose il mago.
Catrina lo guardò per poi dirgli: “Starà con me qui a casa, e tu verrai tutti i giorni a vederlo fino a che non sarà abbastanza grande da poter venire con te. Va bene?”
Il mago diventò per un istante serio, poi disse: “E se vivessi anch’io qui con te? Potrei alleviarti il peso del lavoro con i miei massaggi. Cosa ne pensi?”
Un nuovo schiaffo gli si stampò sul viso; poi una risposta fredda: “Maiale, faremo come ho detto io e mi pagherai con la carne della caccia. E niente scherzi.”
Il mago sorrise rispondendo: “Va bene. Io ci ho provato, ma le mie intenzioni erano serie. Comunque faremo come dici tu.”
I due, dopo essersi messi d’accordo, si salutarono.
Catrina lo accompagnò alla porta dicendo: “Mi raccomando, hai promesso!”
Il mago la guardò e disse: “Non preoccuparti. Il ragazzo è anche interesse mio.”
Altidor si voltò per andarsene, quando Catrina lo chiamò; il mago corse verso la porta dicendo: “Sapevo che ci avresti ripensato” e si lanciò per baciarla; un ennesimo schiaffo lo colpì.
Altidor restò fermo e poi disse: “Potevi dirmelo che mi stavo sbagliando. Non c’era bisogno di maltrattarmi così.”
Catrina sorrise rispondendo: “Hai ragione, ma ci avevo preso gusto, e poi comunque questo è per qualsiasi cosa farai stanotte lontano da questa casa; ho preferito portarmi avanti con il lavoro. Comunque, prima che tu vada c’è bisogno di dare un nome a questo bambino. Non credi?”
“Hai ragione, principessa dai modi garbati, ma ci ho già pensato: si chiamerà Ferion.”
Catrina lo guardò incredula dicendo: “Non pensavo che da quella boccaccia potesse uscire qualcosa di buono! Va bene, allora sarà così!”
Il mago sorrise e prima di allontanarsi le gridò: “Catrina, cerca di avere più fiducia nelle persone, perché possono sorprenderti, anche se tu non lo credi possibile.” Si allontanò con il cuore sereno e pieno di speranza, convinto che sarebbe andato tutto bene.
Allora, vi ha incuriosito questo fantasy? Sembra un estratto interessante. Per scoprirne di più, trovate il romanzo su tutti gli store di libri, facilmente reperibile.

Francesco Maneli è originario di Napoli e questo è il suo romanzo di esordio. Buona fortuna! :)