INTERVISTA A STEFANO MANCINI, GIACOMO FERRAIUOLO e MIRIAM PALOMBI
La scorsa settimana vi ho presentato, in un articolo, le novità di "Dark Zone edizioni" di aprile, uscite in concomitanza con il Romics: "Ostilium", fighissimo epic fantasy di Stefano Mancini; "Nora", horror di Giacomo Ferraiuolo (intervista inedita qui), e "Il pentacolo", dark urban fantasy di Miriam Palombi. Oggi lasciamo che siano gli scrittori a parlare dei loro lavori, in quest'intervista realizzata da Dark Zone edizioni e che ospito con piacere. Buona lettura!
INTERVISTA A STEFANO MANCINI
“Ostilium – La porta dei demoni”
Giunto a Vidaara il ricco mercante Galor viene
accusato di un crimine spregevole e giustiziato. Ma quando il boia prepara il
corpo per la sepoltura, scopre qualcosa che getta ombre su una morte piena di
ambiguità. Chi ha ordinato quell’uccisione? Per
quale motivo? E che cosa c’entra l’Ostilium, la “Porta dei demoni”?
Al boia, accompagnato da due improbabili
alleati, il compito di trovare le risposte. E forse anche quello di difendere
il mondo da un male antico e senza volto.
Stefano Mancini, uno dei più apprezzati
autori contemporanei di fantasy, torna in libreria con un nuovo romanzo capace
di fondere mistero, intrigo, colpi di scena ed eroismo.
Lasciamo la parola all’autore. Perché un lettore dovrebbe leggere il
tuo libro?
Io ritengo che sia un buon libro, con
una trama solida, personaggi che spero ben caratterizzati e strutturati e una
serie di colpi di scena intriganti, che mi auguro tengano il lettore incollato
alla pagina.
Che cosa c’è di innovativo e quali sono
gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?
Di innovativo, secondo me, c’è una
visione diversa del fantasy: non più regni incantati e bellissimi, fatti di
eroi senza macchia e senza paura, ma un’ambientazione più “sporca”, con
personaggi che sono più a metà strada, fatti di luci e ombre. Per quel che
riguarda la continuità, invece, c’è lo stile, tipico dei romanzi fantasy, e
ovviamente quella commistione di avventura, combattimenti e creature fantastiche
che non può mancare.
Che cosa ti ha spinto a scrivere?
Beh, scrivo da quando sono un bambino,
quindi non ho fatto altro, ancora una volta, che seguire la mia passione. È il
mio nono romanzo pubblicato, non credo che potrei mai fare a meno di questa “pulsione”.
Da che cosa è nata la storia? Quali sono
state le fonti di ispirazione?
La storia nasce da una volontà ben
precisa: quella di raccontare un fantasy che non ricalcasse pedissequamente gli
esponenti maggiori (Tolkien su tutti). Ho cercato di dare nuova voce e nuove
idee a un genere spesso “abusato”. Le mie fonti di ispirazione hanno spaziato
ben oltre il genere, cercando di mettere in questo romanzo anche elementi che
di solito non sono tipici del fantasy: quindi uno stile più serrato, personaggi
più “umani” e una trama incalzante.
Quando scrivi? E come? in modo
organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?
Devo dire che sono abbastanza metodico.
Per me scrivere è passione, anzitutto, ma anche un lavoro. E quindi deve
rispettare orari e impegni. Scrivo tutti i giorni, non perché sia un obbligo,
ma proprio perché è un piacere e come tale mi diverte farlo.
Quali strategie hai adottato per
promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per
proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Beh, nel mondo in cui viviamo credo sia
impossibile ignorare il “potere” dei social network e del web in generale.
Promuovo il mio titolo soprattutto attraverso i canali informatici, senza
dimenticare però il contatto diretto col pubblico, attraverso la partecipazione
a fiere, presentazioni ed eventi letterari.
Progetti per il futuro?
Vediamo, al momento non ho particolari progetti, anche
se ho tante idee che mi ronzano in testa e che forse vedranno la luce prima di
quell che si possa pensare.
Tre persone da ringraziare:
Beh, per cominciare il mio editore per
“Ostilium – La porta dei demoni", Francesca Pace, che mi ha fortemente voluto e
che crede almeno quanto me in questo progetto. Poi il mio content editor
Valerio la Martire, che continua a darmi preziosi suggerimenti (anche se sotto
forma di minacce). E infine i miei lettori, senza i quali non sarei qui a
presentare un mio nuovo libro.
***
INTERVISTA A GIACOMO FERRAIUOLO
"Nora"
Ciao Giacomo, perché non ci parli un po’ di te?
Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della
scrittura nella tua vita.
Ciao! Grazie per quest’intervista! Sono Giacomo, ho 30
anni e abito di fronte al mare in provincia di Roma. La scrittura ha sempre
avuto un ruolo importantissimo nella mia vita, ed è stata fino a qualche anno
fa, una passione ‘segreta’.
Poi è scattata la necessità di trasformare quello
sfogo, quella passione, in qualcosa di superiore. E ho deciso di scrivere
professionalmente.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di
pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
No, o forse all’inizio si, non conoscendo nessuno mi
sono trovato un anno a brancolare nel buio. Poi sai come si dice, se vuoi
veramente qualcosa la ottieni, e beh sono iniziate a entrare nella mia vita le
persone ‘giuste’, tra cui Francesca Pace (boss della DarkZone), che ha deciso
di puntare su di me. Ora conosco molti meccanismi anche se sono cosciente di
esser salito di un gradino solamente in questa grande scalinata,
Parlaci di questo nuovo libro.
La genesi di "Nora" è molto particolare. La storia
nacque come racconto, mi ero prefissato massimo diecimila battute, e mentre
scrivevo i personaggi hanno iniziato a vivere dentro di me. Come vedrete ci
sono almeno tre sottotrame, e inizialmente ne doveva essere solo una, poi
alcuni personaggi hanno iniziato a implorarmi di morire e allora mi sono
scatenato.
La dedica del libro è ‘a tutte le Anime incomprese’ e
parla proprio di quelle persone, i ‘matti del villaggio’, spesso additati come
poco di buono o semplicemente pazzi. Ma cosa hanno passato veramente queste
persone? Cosa stanno vivendo? Come è la loro vita privata?
Siamo in una società dove il giudizio è diventato
quasi una cosa abituale. Basta vedere una persona un po’ diversa e quasi
immediatamente diventa la vittima di chiacchiericci e battute. In questa storia scopriremo come spesso i carnefici
sono vittime e le vittime non sono nient’altro che i carnefici.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato
(e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
La DarkZone offre un servizio quasi impeccabile nella
promozione dei suoi autori, con fiere, passaggi blog e interviste. Oltre tutto
sono uno anche un po’ ‘smanettone’ con i social e diciamo che non trovo molte
difficoltà (nel mio piccolo).
Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Tantissimo! Se non promuovi la gente non conosce.
Semplice!
Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo
ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo a Giacomo?
Nei miei due libri troverete sempre dei personaggi
abbandonati a se stessi, beh, diciamo che questo lato poco mi si addice, forse
deriva dalla mia totale mancanza di fiducia nel genere umano, ma se conoscete
Giacomo, vedrete una persona solare e sempre pronta a dar carica agli amici. #AvantiTutta!!!
Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando
scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
Quando scrivo si
instaura un meccanismo particolare dentro di me. Si apre quel ripostiglio dove
tengo incamerate tutte le paure. Mi è capitato di piangere mentre scrivevo
alcuni capitoli di un libro ancora inedito (shh un piccolo spoiler ha qualcosa
che lo ricollega a Nora XD).
E queste paure, o
questi ricordi che vengono sputati fuori tendo ad amplificarli al massimo,
quasi all’eccesso cercando di capire poi i personaggi, tutti esseri umani senza
super poteri, come possano affrontarli.
Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge
realmente?
Bisogno, un
bisogno viscerale. E poi dai, un po’ di narcisismo, fa sempre piacere vedere il
proprio nome sulla copertina di una creatura nata da noi!
Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti
aspetti dalla vita?
Sogno di poter
continuare a scrivere e di trovare una stabilità, e che magari la scrittura
stessa mi dia quella stabilità!
***
INTERVISTA A MIRIAM PALOMBI
"Il pentacolo"
Ciao Miriam Palombi, perché non ci parli un po’ di te?
Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della
scrittura nella tua vita.
Salve, nella vita di tutti i giorni sono una ceramista
mamma e moglie, appassionata di simbologia medievale e cultura horror, sia
letteratura sia filmografia. Non ho usato il termine “cultura” a caso. Le
origini di questo genere sono molto antiche e affondano le radici nelle fiabe
della nostra tradizione popolare. Sono stata una lettrice precoce di generi non
proprio adatti alla mia età. Credo che il mio primo racconto risalga all’età di
sette, otto anni; una nave fantasma sparita nel nulla! Iniziare a scrivere è
stata una conseguenza naturale della passione per la lettura. A un certo punto
ho avuto la necessità di creare storie tutte mie.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di
pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Non ho mai pensato di tenere le mie cose chiuse nel
cassetto. La cosa che mi spinge a scrivere è raggiungere più lettori possibili,
cercare di far vivere loro le stesse emozioni che ho provato io durante la
stesura del testo. Se poi si ha la fortuna di incontrare persone come Francesca
Pace e il team DZ edizioni, pronti a credere in te… il gioco è fatto!
Parlaci di questo nuovo libro.
Il Pentacolo. Legacy of Darkness è il primo volume di
una serie a episodi autoconclusivi. È una sorta di esperimento letterario che
si allontana dai generi a me congeniali e che sconfina nel territorio del Dark
Fantasy, conservando però le sfumature horror, thriller e paranormale. Sullo
sfondo di una Londra fumosa, in cui la tecnica ha perso ogni dogma morale,
prenderanno vita personaggi dalle caratteristiche “particolari”. Una sorta di
antieroi sempre in bilico tra il bene e l’oscurità che la natura ha dotato di
poteri eccezionali. Quale sarà il loro scopo? Come in tutte le mie opere si
parla di sapere negato ai non meritevoli e di equilibri che devono essere
preservati. Nel caso de Il Pentacolo si tratta dell’equilibrio tra il mondo
reale e quello paranormale.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato
(e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
Noi tutti siamo bombardati da continui stimoli
esterni, i social passano ogni sorta di notizia e messaggio, senza alcun
filtro. Credo che questo abbia portato nel tempo a uno scarso interesse
generale, sono in pochi quelli che si soffermano a leggere un post, a capire
cosa c’è dietro e quale è il messaggio reale. Nel mondo dell’editoria e della
scrittura questo si traduce con la difficoltà di raggiungere il lettore; dopo
dieci minuti il tuo brano, il tuo estratto, la tua card promozionale sono già
persi nell’etere, nonostante dietro ci sia un lavoro immane.
Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
La promozione è fondamentale nell’attesa che parta il
famigerato passa-parola, questa creatura mitologica che tutti noi autori
sospiriamo. Il nostro compito è mantenere alta la soglia di attenzione per
quanto difficile sia.
Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo
ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo a Il Pentacolo?
Cosa potrei dire…se non ho il titolo “giusto” non
inizio a scrivere e adoro creare personaggi cattivi. Sono una bevitrice
incallita di tè verde, un’accumulatrice seriale di libri e uso solo penne
dall’inchiostro tassativamente nero.
Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi,
dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
Che probabilmente non smetterò mai. La scrittura ha su
di me un effetto terapeutico, riesco a scaricare così ansie e tensioni
quotidiane. Tra le pagine e quasi possibile scorgere gli stati d’animo durante
la stesura dei vari capitoli.
Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge
realmente?
Credo che le due risposte siano intercambiabili tra
loro. È un reale bisogno di comunicare
al mondo il mio IO interiore, le mie fantasie e le mie paure, nella continua
ricerca dell’approvazione altrui e quindi del successo.
Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti
aspetti dalla vita?
Sogni per il futuro? Continuare a fare quello che amo
con passione, e che non diventi mai un “lavoro” nell’accezione negativa del
termine. Continuare a stupirmi dei dettagli e delle sfumature. Vivere con
serenità, inventando sempre nuove avventure.
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