lunedì 10 aprile 2017

Intervista a Stefano Mancini, Giacomo Ferraiuolo e Miriam Palombi

INTERVISTA A STEFANO MANCINI, GIACOMO FERRAIUOLO e MIRIAM PALOMBI

La scorsa settimana vi ho presentato, in un articolo, le novità di "Dark Zone edizioni" di aprile, uscite in concomitanza con il Romics: "Ostilium", fighissimo epic fantasy di Stefano Mancini; "Nora", horror di Giacomo Ferraiuolo (intervista inedita qui), e "Il pentacolo", dark urban fantasy di Miriam Palombi. Oggi lasciamo che siano gli scrittori a parlare dei loro lavori, in quest'intervista realizzata da Dark Zone edizioni e che ospito con piacere. Buona lettura!

INTERVISTA A STEFANO MANCINI

Ostilium – La porta dei demoni


Giunto a Vidaara il ricco mercante Galor viene accusato di un crimine spregevole e giustiziato. Ma quando il boia prepara il corpo per la sepoltura, scopre qualcosa che getta ombre su una morte piena di ambiguità. Chi ha ordinato quell’uccisione? Per quale motivo? E che cosa c’entra l’Ostilium, la “Porta dei demoni”?
Al boia, accompagnato da due improbabili alleati, il compito di trovare le risposte. E forse anche quello di difendere il mondo da un male antico e senza volto.
Stefano Mancini, uno dei più apprezzati autori contemporanei di fantasy, torna in libreria con un nuovo romanzo capace di fondere mistero, intrigo, colpi di scena ed eroismo.

Lasciamo la parola all’autore. Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro?

Io ritengo che sia un buon libro, con una trama solida, personaggi che spero ben caratterizzati e strutturati e una serie di colpi di scena intriganti, che mi auguro tengano il lettore incollato alla pagina.

Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

Di innovativo, secondo me, c’è una visione diversa del fantasy: non più regni incantati e bellissimi, fatti di eroi senza macchia e senza paura, ma un’ambientazione più “sporca”, con personaggi che sono più a metà strada, fatti di luci e ombre. Per quel che riguarda la continuità, invece, c’è lo stile, tipico dei romanzi fantasy, e ovviamente quella commistione di avventura, combattimenti e creature fantastiche che non può mancare.

Che cosa ti ha spinto a scrivere?


Beh, scrivo da quando sono un bambino, quindi non ho fatto altro, ancora una volta, che seguire la mia passione. È il mio nono romanzo pubblicato, non credo che potrei mai fare a meno di questa “pulsione”.

Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

La storia nasce da una volontà ben precisa: quella di raccontare un fantasy che non ricalcasse pedissequamente gli esponenti maggiori (Tolkien su tutti). Ho cercato di dare nuova voce e nuove idee a un genere spesso “abusato”. Le mie fonti di ispirazione hanno spaziato ben oltre il genere, cercando di mettere in questo romanzo anche elementi che di solito non sono tipici del fantasy: quindi uno stile più serrato, personaggi più “umani” e una trama incalzante.

Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

Devo dire che sono abbastanza metodico. Per me scrivere è passione, anzitutto, ma anche un lavoro. E quindi deve rispettare orari e impegni. Scrivo tutti i giorni, non perché sia un obbligo, ma proprio perché è un piacere e come tale mi diverte farlo.

Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

Beh, nel mondo in cui viviamo credo sia impossibile ignorare il “potere” dei social network e del web in generale. Promuovo il mio titolo soprattutto attraverso i canali informatici, senza dimenticare però il contatto diretto col pubblico, attraverso la partecipazione a fiere, presentazioni ed eventi letterari.

Progetti per il futuro?

Vediamo, al momento non ho particolari progetti, anche se ho tante idee che mi ronzano in testa e che forse vedranno la luce prima di quell che si possa pensare.

Tre persone da ringraziare:

Beh, per cominciare il mio editore per “Ostilium – La porta dei demoni", Francesca Pace, che mi ha fortemente voluto e che crede almeno quanto me in questo progetto. Poi il mio content editor Valerio la Martire, che continua a darmi preziosi suggerimenti (anche se sotto forma di minacce). E infine i miei lettori, senza i quali non sarei qui a presentare un mio nuovo libro.

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INTERVISTA A GIACOMO FERRAIUOLO

"Nora"

Ciao Giacomo, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.

Ciao! Grazie per quest’intervista! Sono Giacomo, ho 30 anni e abito di fronte al mare in provincia di Roma. La scrittura ha sempre avuto un ruolo importantissimo nella mia vita, ed è stata fino a qualche anno fa, una passione ‘segreta’.
Poi è scattata la necessità di trasformare quello sfogo, quella passione, in qualcosa di superiore. E ho deciso di scrivere professionalmente.

Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?

No, o forse all’inizio si, non conoscendo nessuno mi sono trovato un anno a brancolare nel buio. Poi sai come si dice, se vuoi veramente qualcosa la ottieni, e beh sono iniziate a entrare nella mia vita le persone ‘giuste’, tra cui Francesca Pace (boss della DarkZone), che ha deciso di puntare su di me. Ora conosco molti meccanismi anche se sono cosciente di esser salito di un gradino solamente in questa grande scalinata,

Parlaci di questo nuovo libro.

La genesi di "Nora" è molto particolare. La storia nacque come racconto, mi ero prefissato massimo diecimila battute, e mentre scrivevo i personaggi hanno iniziato a vivere dentro di me. Come vedrete ci sono almeno tre sottotrame, e inizialmente ne doveva essere solo una, poi alcuni personaggi hanno iniziato a implorarmi di morire e allora mi sono scatenato.
La dedica del libro è ‘a tutte le Anime incomprese’ e parla proprio di quelle persone, i ‘matti del villaggio’, spesso additati come poco di buono o semplicemente pazzi. Ma cosa hanno passato veramente queste persone? Cosa stanno vivendo? Come è la loro vita privata?
Siamo in una società dove il giudizio è diventato quasi una cosa abituale. Basta vedere una persona un po’ diversa e quasi immediatamente diventa la vittima di chiacchiericci e battute. In questa storia scopriremo come spesso i carnefici sono vittime e le vittime non sono nient’altro che i carnefici.

Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?

La DarkZone offre un servizio quasi impeccabile nella promozione dei suoi autori, con fiere, passaggi blog e interviste. Oltre tutto sono uno anche un po’ ‘smanettone’ con i social e diciamo che non trovo molte difficoltà (nel mio piccolo).

Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?

Tantissimo! Se non promuovi la gente non conosce. Semplice!

Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo a Giacomo?

Nei miei due libri troverete sempre dei personaggi abbandonati a se stessi, beh, diciamo che questo lato poco mi si addice, forse deriva dalla mia totale mancanza di fiducia nel genere umano, ma se conoscete Giacomo, vedrete una persona solare e sempre pronta a dar carica agli amici. #AvantiTutta!!! 

Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti? 

Quando scrivo si instaura un meccanismo particolare dentro di me. Si apre quel ripostiglio dove tengo incamerate tutte le paure. Mi è capitato di piangere mentre scrivevo alcuni capitoli di un libro ancora inedito (shh un piccolo spoiler ha qualcosa che lo ricollega a Nora XD).
E queste paure, o questi ricordi che vengono sputati fuori tendo ad amplificarli al massimo, quasi all’eccesso cercando di capire poi i personaggi, tutti esseri umani senza super poteri, come possano affrontarli.

Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente? 

Bisogno, un bisogno viscerale. E poi dai, un po’ di narcisismo, fa sempre piacere vedere il proprio nome sulla copertina di una creatura nata da noi!

Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita? 

Sogno di poter continuare a scrivere e di trovare una stabilità, e che magari la scrittura stessa mi dia quella stabilità!

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INTERVISTA A MIRIAM PALOMBI

"Il pentacolo"

Ciao Miriam Palombi, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.


Salve, nella vita di tutti i giorni sono una ceramista mamma e moglie, appassionata di simbologia medievale e cultura horror, sia letteratura sia filmografia. Non ho usato il termine “cultura” a caso. Le origini di questo genere sono molto antiche e affondano le radici nelle fiabe della nostra tradizione popolare. Sono stata una lettrice precoce di generi non proprio adatti alla mia età. Credo che il mio primo racconto risalga all’età di sette, otto anni; una nave fantasma sparita nel nulla! Iniziare a scrivere è stata una conseguenza naturale della passione per la lettura. A un certo punto ho avuto la necessità di creare storie tutte mie.

Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?

Non ho mai pensato di tenere le mie cose chiuse nel cassetto. La cosa che mi spinge a scrivere è raggiungere più lettori possibili, cercare di far vivere loro le stesse emozioni che ho provato io durante la stesura del testo. Se poi si ha la fortuna di incontrare persone come Francesca Pace e il team DZ edizioni, pronti a credere in te… il gioco è fatto!

Parlaci di questo nuovo libro.

Il Pentacolo. Legacy of Darkness è il primo volume di una serie a episodi autoconclusivi. È una sorta di esperimento letterario che si allontana dai generi a me congeniali e che sconfina nel territorio del Dark Fantasy, conservando però le sfumature horror, thriller e paranormale. Sullo sfondo di una Londra fumosa, in cui la tecnica ha perso ogni dogma morale, prenderanno vita personaggi dalle caratteristiche “particolari”. Una sorta di antieroi sempre in bilico tra il bene e l’oscurità che la natura ha dotato di poteri eccezionali. Quale sarà il loro scopo? Come in tutte le mie opere si parla di sapere negato ai non meritevoli e di equilibri che devono essere preservati. Nel caso de Il Pentacolo si tratta dell’equilibrio tra il mondo reale e quello paranormale.

Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?

Noi tutti siamo bombardati da continui stimoli esterni, i social passano ogni sorta di notizia e messaggio, senza alcun filtro. Credo che questo abbia portato nel tempo a uno scarso interesse generale, sono in pochi quelli che si soffermano a leggere un post, a capire cosa c’è dietro e quale è il messaggio reale. Nel mondo dell’editoria e della scrittura questo si traduce con la difficoltà di raggiungere il lettore; dopo dieci minuti il tuo brano, il tuo estratto, la tua card promozionale sono già persi nell’etere, nonostante dietro ci sia un lavoro immane.

Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?

La promozione è fondamentale nell’attesa che parta il famigerato passa-parola, questa creatura mitologica che tutti noi autori sospiriamo. Il nostro compito è mantenere alta la soglia di attenzione per quanto difficile sia.

Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo a Il Pentacolo? 

Cosa potrei dire…se non ho il titolo “giusto” non inizio a scrivere e adoro creare personaggi cattivi. Sono una bevitrice incallita di tè verde, un’accumulatrice seriale di libri e uso solo penne dall’inchiostro tassativamente nero.

Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti? 

Che probabilmente non smetterò mai. La scrittura ha su di me un effetto terapeutico, riesco a scaricare così ansie e tensioni quotidiane. Tra le pagine e quasi possibile scorgere gli stati d’animo durante la stesura dei vari capitoli.

Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente?

Credo che le due risposte siano intercambiabili tra loro.  È un reale bisogno di comunicare al mondo il mio IO interiore, le mie fantasie e le mie paure, nella continua ricerca dell’approvazione altrui e quindi del successo.

Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita? 

Sogni per il futuro? Continuare a fare quello che amo con passione, e che non diventi mai un “lavoro” nell’accezione negativa del termine. Continuare a stupirmi dei dettagli e delle sfumature. Vivere con serenità, inventando sempre nuove avventure.

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