INTERVISTA A DANIELA TRESCONI
Oggi il blog "i mondi fantastici" torna a ospitare Daniela Tresconi, ciclonica scrittrice di Arcola, autrice di vari racconti ("Il piccolo faro", nella pluricitata antologia "Sognando") e del romanzo mistery storico "La linea del destino" (recensito qua), edito da Panesi Edizioni. Il libro, ambientato ad Arcola, questo bel borgo medievale, arroccato in cima a un colle e rivolto verso la valle del Magra, segue le vicende di tre donne, in tre epoche diverse, tre simboli della femminilità.
Oggi Daniela, ospite del blog, ci racconterà di sé, del suo approccio alla scrittura e di cosa ha voluto raccontare con questo libro. Buona lettura!
Ciao Daniela, benvenuta sul blog “I mondi fantastici”.
Parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le
tue passioni?
Quando parlo di me, amo definirmi “chiassosa”, nel
senso che ci si accorge sempre che ci sono. Rido e sorrido, sono molto
estroversa e amo dare del tu a tutti. Mi appassiono alle cose e alle persone
che mi fanno stare bene. Amo il mare, la buona compagnia, adoro ballare,
viaggiare e camminare. Amo leggere e scrivere. Scrivo sempre, sia per lavoro
(sono Giornalista iscritta all’Albo) che per passione.
Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla
scrittura? Perché scrivi? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più
affini?
La scrittura è per me quello che la cioccolata è per
un goloso. A volte non riesci proprio a farne a meno. Le immagini, le trame e i
personaggi bussano nella tua testa e devi per forza iniziare a scrivere. Mi
capita di vedere un luogo, una foto o ascoltare qualcuno, ed ecco la storia è
tutta lì, nella mia mente, devo solo trasformarla in parole. E poi scrivere è
consolatorio: quando sono un po’ triste o arriva uno di quei periodi in cui ti
sembra che tutto vada storto, mi siedo davanti al pc e lascio che i pensieri
fluiscano lentamente, finché non si trasformano in parole scritte.
Ovviamente scrivere per la cronaca di un giornale è
diverso poiché mette soprattutto in luce la capacità di sintesi e la necessità
di chiarezza ma sicuramente mi ha aiutato molto nel rendere accessibile a tutti
quello che scrivo.
Adoro scrivere testi dove la storia, quella con la S
maiuscola si intreccia con la storia fantastica. Dove ci sia leggenda, mistero,
intrigo, sovrannaturale ed esoterismo. Cerco un luogo o un evento storico reale
e ci costruisco sopra una narrazione per i miei personaggi.
Quali sono, invece, le tue letture preferite? Che
generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita,
qual è?
In generale sono una lettrice onnivora, con una lacuna: i romanzi sentimentali e gli “hot”. Mi piacciono i fantasy, le saghe, i grandi
romanzi di avventura e i thriller storici. Ho lungamente amato “I pilastri
della Terra” di Ken Follet e "Il nome
della rosa" di Eco.
Passiamo al tuo romanzo “La linea del destino”. Come è
nata l’idea di questo libro? Cosa volevi raccontare?
Alla base c’è soprattutto un amore profondo per il mio
paese, Arcola, dove è ambientata tutta la storia. L’idea è nata essenzialmente
dall’incrocio di due momenti: il primo legato ad una lettura di un testo
storico che parlava di Arcola, mi sono imbattuta in una frase per me terribile.
Il paese veniva così descritto: “Arcola è come tanti altri paesi dove si mangia
e si beve e si dorme e si vegeta e sterilmente s’invecchia”. Ho pensato che
nessun posto è realmente così, che dietro alle quiete facciate si può sempre nascondere
qualcosa. E dunque perché non qualcosa di inquietante? E qui entra in gioco il
secondo evento, reale e devastante per il nostro territorio: da lì immediatamente tutti i tasselli sono
andati al loro posto, anche se c’è voluto un anno per scriverlo tutto,
soprattutto perché volevo che molti eventi e i luoghi fossero reali,
riconoscibili da chi avrebbe sfogliato le pagine.
C’è un personaggio, tra le tre protagoniste, a cui ti
senti maggiormente legata? Se sì, perché?
Mi è difficile scegliere tra le mie protagoniste, le
amo tutte e tre in egual misura ma se proprio dovessi scegliere forse
sceglierei Vanda, quella più anziana. Rappresenta la “piccola storia” e la
saggezza. Una di quelle migliaia di donne che durante i terribili momenti della
guerra hanno continuato a portare avanti le proprie famiglie mentre gli uomini
combattevano al fronte. Di loro difficilmente si parla nella grande Storia.
Senza Vanda probabilmente Valentina si sarebbe arresa e non ci sarebbe stata
giustizia per Amelia.
Descrivi Amelia, Vanda e Valentina con tre aggettivi
per una.
Amelia: coraggiosa, vinta (ma non sconfitta), indomita
Vanda: saggia, materna e combattiva
Valentina: tenace, sensibile e intraprendente
Dal romanzo traspare un grande amore per la tua terra,
Arcola (SP), dove la vicenda è ambientata. Sei legata particolarmente al
territorio, vero? Come ha reagito la comunità al tuo libro?
Sono molto legata alla mia terra: per me che sono
cresciuta nella Piana di Arcola (quindi nella zona che negli anni '70 era
soprattutto agricola ed industriale), Arcola Ponte e il Borgo hanno sempre
rappresentato il fulcro della mia infanzia ed adolescenza. Gli amici della
panchina, le camminate a piedi dentro i “carobbi” e le corse sfrenate in
bicicletta lungo la strada che dal paese ti riportava al piano. Ora ad Arcola
io vivo e lavoro, credo di aver assimilato da questo paese e dalle sue genti,
quella speciale ruvidità, tipica di chi è abituato a sudarsi tutte le cose, ma
soprattutto, superata l’iniziale diffidenza, la capacità di accogliere e
aprirsi agli altri. L’uscita del mio libro ha rappresentato per la comunità una
ventata di ottimismo, tutti mi hanno dimostrato il loro affetto e continuano
ogni giorno a sostenermi. La cosa che in qualche modo mi ha sorpreso è il fatto
che La Linea del destino è diventato un romanzo corale, nel senso che tutto il
paese se lo sente suo e lo sfoggia con orgoglio in ogni occasione.
Due parole sulla promozione. Come può fare un autore
emergente a farsi notare?
Io sono solo all’inizio e credo che su questo
argomento posso solo imparare dagli altri. Quello che ho capito sicuramente, è
che è importante fare squadra: unirsi ai gruppi, ascoltare, leggere e
commentare anche i libri degli altri, senza ostinarsi a parlare solo del
proprio. In questo modo si crea una rete virtuosa tra esordienti e ci si
sostiene gli uni con gli altri: la mia esperienza con il gruppo Nati per
scrivere (scrittori toscani e non), mi sta insegnando molto da questo punto di
vista. Inoltre la bellissima esperienza al Salone del libro di Firenze ha
aggiunto un valore alla promozione: incontrare i lettori e promuovere il
proprio libro è entusiasmante. Purtroppo questo non è sempre accessibile a
tutti noi esordienti.
Infine, i tuoi progetti per il futuro? Puoi
anticiparci qualcosa?
Vi annuncio con entusiasmo che il romanzo è stato
ammesso alle selezioni del Premio Letterario "Il borgo italiano" e che mi aspetta
una lunga estate ricca di eventi e di presentazioni, sembra che tutti vogliano
avere "La Linea del Destino"!!!
Nel frattempo ho iniziato il nuovo romanzo: il genere
è lo stesso e quindi al momento sono nella fase della ricerca storica. Un altro
mistero sull’origine di un paese alla fine del 1500: la storia quella vera dà
una versione, sarà quella giusta? O forse c’è una verità segreta che deve
restare celata?
Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi
fantastici”.
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