mercoledì 13 febbraio 2019

Recensione di "Nero" di Emanuele Lagomarsino

Recensione di "Nero" di Emanuele Lagomarsino

Bentornati, lettori. Oggi vi parlo di "Nero", romanzo di Emanuele Lagomarsino, edito da Panesi Edizioni. Ve ne avevo già parlato quando uscì (sul blog, qua), finalmente ho avuto il piacere di leggere questo romanzo: breve ma intenso, ecco la mia opinione. Un romanzo veloce, che si legge in fretta, ma che non per questo non lascia niente, anzi è spunto di riflessioni, considerazioni, sulla vita e sulla morte.

"Nero" è la storia di Guido, un ragazzo come tanti altri, un ragazzo che non si sente speciale, anzi, soprattutto all'inizio del romanzo, tende a considerarsi un ragazzo da parete, uno che le belle ragazze non guarderanno mai, uno che non frequenterà ambienti alla moda (e neppure gli interessa), e che sta bene in compagnia di poche persone (pochissime) e dei suoi amati libri. Sono l'incontro con Luca, un coetaneo, più sveglio e spigliato di lui, e con Lisa, la ragazza dei suoi sogni, a svegliarlo, a introdurlo al mondo "vero", reale, quello che sta fuori dai suoi libri.
Perché? Semplicemente credeva fosse fuori dalla sua portata, pensava di non poter ambire ad una ragazza così: aveva frotte di ragazzi infoiati alle spalle, era corteggiata, ammirata. 
Perché avrebbe dovuto notare uno scialbo ragazzino tra mille scialbi ragazzini quando aveva a disposizione mille bellissimi esemplari di maschio adolescente?
Non è facile parlare di questo libro, senza cadere in qualche anticipazione, ma possiamo riassumere dicendo che "Nero" è un romanzo sull'accettazione del dolore, della vita, per come si può presentare a ogni persona, con i suoi momenti di gioia e quelli di dolore, con il senso di vuoto e di perdita che può opprimere ognuno di noi. A Guido è andata così: ha intravisto la felicità, l'ha annusata, ci si è tuffato, e poi ha cominciato a perderne i pezzi. 

E il romanzo si concentra su questo, non tanto sulla trama, che è piuttosto semplice, quanto sui sentimenti, sulle emozioni provate e non provate da Guido in questo percorso, su quelle dette e mostrate e quelle celate, nascoste nell'animo, che non sapeva neppure lui di provare. Perché la vita è così, non sempre sappiamo come comportarci, a volte non abbiamo idea di cosa fare, nemmeno di cosa provare, perché è tutto più grande di noi, persino assurdo, che ne siamo sopraffatti, che non riusciamo a dare un senso alle cose. Perdita, vuoto, solitudine, sono tutte emozioni forti, che non sempre riusciamo a colmare subito, non sempre riusciamo a dare loro un senso, un perché.

Guido ci prova. All'inizio, il suo è un viaggio di (ri)scoperta di sé, un viaggio mosso da una certa logicità di fondo, un viaggio di necessità. E in questo viaggio incontra bizzarri personaggi (come Patty) che gli insegnano qualcosa, gli mostrano sfaccettature diverse dalla vita, lo aiutano nel cammino difficile di ritrovare il sorriso. Ma quel viaggio, quel cammino, non è affatto lineare, anzi è fatto di curve, di insenature bastarde, di passi avanti e indietro, di incertezze, di risposte che non arrivano, di nuove domande. Domande come quelle che formano le parti in cui è diviso il libro: Esiste un'età per amare? Per morire? Per morire d'amore?

Probabilmente tutte le età sono adatte. L'autore non ci dà una risposta univoca e questa è una cosa che ho molto apprezzato, non pretende di avere la verità assoluta, non ce l'ha lui e non ce l'ha neppure il povero Guido, contro cui la vita pare accanirsi, complice anche una situazione familiare confusa e pesante. Le risposte, quelle "vere" (o che possiamo considerare tali), arrivano per caso, realizzando, prendendo consapevolezza del dolore, delle mancanze, della deriva a cui è andata la nostra vita, e reagendo di conseguenza: scelte, decisioni che ognuno di noi prende da solo, nel momento in cui è pronto per farlo.
Il tempo cancella molte ferite e anche le liti peggiori tendono a stagnare e a prendere polvere. Dopo tanto tempo, tendiamo a dimenticare perché abbiamo litigato, oppure i motivi possono diventare stupidi. Ci rendiamo conto di quanto siamo bambini.
Nel complesso, "Nero" è un romanzo piacevole, che lascia spazio a molte interpretazioni e a domande: è una storia forte, drammatica, di tensione, ma non fine a se stessa, è un bagno di dolore in cui, purtroppo, chiunque potrebbe trovarsi immerso. Ma alla fine, di fronte a tutto questo vuoto, cosa può l'uomo? Come può reagire? Guido ci prova, ha la fortuna di avere qualcuno a fianco che gli vuole bene e lo sostiene. Altri non sono così fortunati. E allora facciamo tesoro del tempo che passa, di quello speso con le persone amate, perché non torna più, e non è un libro a dircelo, ma la vita.

"Nero" di Emanuele Lagomarsino, disponibile su tutti gli store di ebook.





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