Recensione "Guiscardi senza gloria" di Mauro Longo
Bentrovati, amici lettori. Oggi vi parlo di un romanzo fighissimo: "Guiscardi senza gloria", di Mauro Longo (Acheron Books). Devo dire che quest'estate sono stato fortunato e sono incappato in tante belle letture: tra "Eternal War" di Livio Gambarini (recensione qua), "La fiamma azzurra" di Daniele Viaroli (recensione qua) e adesso questo romanzo (dark?) fantasy che avevo puntato da tempo.
Di cosa si tratta?
E' un romanzo ambientato nel cosiddetto Rinascimento Macabro, l'ambientazione di Ultima Forsan creata da Mauro Longo e Giuseppe Rotondo per il gioco di ruolo Savage World.
E voi direte: "Ah, ma allora bisogna conoscere il gioco per leggere il libro?". E invece no, non ce n'è assolutamente bisogno, tanto che io neppure lo sapevo che faceva parte di un progetto più ampio: il romanzo è perfettamente autonomo e godibile da solo.
Ecco la quarta di copertina, che rende bene sia il ritmo che l'argomento delle vicende: Venezia Nuova, Anno del Signore 1516, cento e settantunesimo dall'arrivo del Flagello dei Morti e dalla caduta dei Vecchi Regni: il cosiddetto Rinascimento Macabro.
Qui vive l’ultima discendenza di Marco Polo, custode di un misterioso tesoro bramato da elementalisti e signori della guerra, pronti a tutto pur di impossessarsi delle sue favolose ricchezze. Ma la caccia all’eredità dei Polo è già cominciata! A contrastare le mire di Thomas Linche, condottiero del Sacro Impero di Francia, c’è solo un manipolo di rinnegati, furfanti e ciarlatani, veri e propri guiscardi senza gloria, che dovranno affrontare le innumerevoli insidie del loro mondo decaduto.
Da Venezia Nuova alla Laguna Nera, dal Castello di Otranto alla Città Dolente di Napoli, la ricerca del segreto perduto di Marco Polo li porterà a misurarsi con spadaccini meccanici, automi vitruviani e abomini senza nome generati dal Flagell
Siamo, dicevo, in pieno Rinascimento, nel 1516 d.C. Ma un 1516 un po' diverso da quello che conosciamo dai nostri libri di storia. Infatti, in questa continuity spazio-temporale centosettantuno anni prima il Flagello dei Morti si è scatenato in tutta Europa e ha portato alla caduta dei Vecchi Regni e alla creazione di un nuovo sistema politico-sociale. Una realtà alternativa, quindi, dove convivono magia, leggende e un certo sviluppo tecnologico, combinati in una maniera originale, a tratti divertente, che costituisce il primo punto di forza del romanzo, quello che in genere viene definito worldbuilding.
L'ambientazione è forte, presente, cruda, eppure sembra reale, sembra quasi che la Storia si sia davvero dipanata in questo modo. Mi è piaciuto molto la scelta dei luoghi, a partire dalla Nuova Venezia, passando per la Vecchia, il castello di Otranto, la desolazione del Vesuvio: luoghi tattici, importanti storicamente e a livello di miti e leggende, ma anche diversi, in modo da offrire scorci differenti, e al tempo stesso di testare le peculiarità dei personaggi in situazioni diverse.
Ecco, i personaggi. Fantastici. Non aspettatevi l'eroe senza macchia e puro di cuore. No, qua non c'è. Non proprio, in realtà. Ma non ci sono neanche atmosfere cupe, altamente drammatiche e sanguigne, alla Martin o Abercrombie, per capirci. Ciò che caratterizza tutti i personaggi del romanzo è il loro tentativo di sopravvivere in questo nuovo strambo mondo, ognuno a modo suo. C'è il cattivone di turno, che per contrastare il declino della sua dinastia, si lancia in un'impresa folle e temeraria, che gli permetterà no matter what di cancellare ogni onta dal suo nome, e c'è un gruppo di cavalieri scalcagnati che lo segue. Tra questi, mi è piaciuto tantissimo André Moreau de la Scaramouche, con la sua particolare armatura, che mi ha ricordato un po' i cavalieri arturiani, un po' gli eroi romantici dell'Ottocento, che continuano a combattere, per la loro fede (non tanto in senso religioso, quanto per ideali in cui credono), pur avendo tutto il mondo contro.
Ottime anche le presenze femminili, da Lidiana a quella pazza di Mosaico, che tengono davvero bene la scena. Infine, ben costruita la trama, che segue quella è che una classica quest, una ricerca, che coinvolge protagonisti e antagonisti, e che poi finisce per risucchiare, volenti o nolenti, tanti altri comprimari in una spirale altamente distruttiva.
Un romanzo che ha un ottimo ritmo, non si ferma mai, dove l'azione, l'avventura e le battaglie fanno da padrone. Un romanzo che sorprende, perché l'imprevisto è dietro l'angolo, anzi dietro ogni pagina, in una ruota che gira e gira e fa sì che chi è in alto dopo poche pagine si ritrovi in basso. Un mutamento continuo di equilibri, fino all'adrenalinico finale.
Consigliato, decisamente, a chi cerca un fantasy diverso, un fantasy che non ha eguali e che non si può paragonare ad altri, proprio per l'unicità della sua trama, dei suoi bizzarri personaggi, della sua originale ambientazione. Un fantasy con protagonisti dei guiscardi senza gloria, che poi, secondo me, gloria alla fine la incontrano, ciascuno a modo suo.
Per approfondire, ecco il sito di Mauro Longo dedicato a Ultima Forsan.
Grazie mille per la straordinaria recensione!
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