mercoledì 13 giugno 2018

Recensione "Storia dei licantropi" di Luca Barbieri

Recensione "Storia dei licantropi" di Luca Barbieri

Bentrovati, viaggiatori di mondi fantastici! Oggi vi parlo di un libro particolare, per me una delle basi e delle fonti di ispirazione, ossia "Storia dei licantropi", di Luca Barbieri, edito da Odoya Edizioni. Allora, iniziamo dicendo che i libri della Odoya sono fighissimi a priori, hanno delle pubblicazioni spettacolari, su argomenti interessanti, alcuni nerd-issimi. Ho altre loro "storie" (dei supereroi, del cinema, dei Medici...) e sono tutti volumi pregiati. "Storia dei licantropi" non fa eccezione, è un bel volumetto dedicato al lupo mannaro, il "mostro plebeo", come lo definisce Valerio Evangelisti nell'introduzione.

Il libro è un saggio, praticamente, ma non di quelli noiosi, bensì un viaggio nella storia, nella mitologia e nelle leggende che riguardano i licantropi. Il volume è diviso in quattro parti: Storia dei licantropi, Finzioni, Lyca-hombres e Riserve animali dell'immaginazione.

La prima parte è la più interessante. Qua l'autore ripercorre la storia dei licantropi, partendo dalle origini, dal rapporto tra uomini e lupi, dai motivi per cui è nata questa figura, per esorcizzare paure e ansie dell'uomo, e come la Storia, in particolare la Chiesa, la moralità e l'evoluzione della società abbiano inciso. Non mancano spazi dedicati ai miti "classici" dei licantropi, come quello di Licaone, e poi gli ulfhednar (yeah!) e a come i licantropi sono visti in culture e mitologie diverse. Interessantissimi gli spazi dedicati alla Bestia del Gevaudan e alla fiera bestia milanese, che completano il panorama lupesco europeo e mostrano come il fantastico sia sempre pronto ad affacciarsi nella mente dell'uomo, soprattutto quando non riesce a trovare spiegazioni razionali.

La seconda parte è più nerd. Qua l'autore analizza la figura del licantropo nella letteratura, nel cinema, nei fumetti e nei videogiochi. Molto interessante l'excursus letterario, vengono citate opere che non conoscevo ma che decisamente mi incuriosiscono. Interessante soprattutto notare come si è evoluta la figura stessa dell'uomo lupo e come ai giorni nostri siamo giunti a tentare di addomesticarla (qualcuno ha detto Twilight?^^), ma è anche vero che i licantropi rimangono più "bestiali", più irrazionali, violenti, meno controllabili dei vampiri, e forse più adatti alla vita in montagna, nei grandi spazi aperti, che non in città.

Con la terza parte iniziamo a spaziare, ad allargare gli orizzonti, cosa che ho apprezzato tantissimo, dato che così il saggio diventa davvero completo e fa quello che un saggio, a mio parere, dovrebbe fare: stimola le idee, la curiosità, ti spinge a cercare, a leggere, a documentarti ancora. Insomma suscita interesse.

La terza parte "Lyca-hombres. I licantropi e la frontiera americana" ci porta ovviamente in America, per vedere come gli indiani si rapportavano con il culto dell'uomo lupo, cita l'esempio del "lupo mannaro della Sierra" e l'uomo dei gatti. Ulteriori tasselli che vanno a completare il mito. Infine, nella quarta parte, non si parla più solo di uomini lupo, bensì di creature fantastiche mutaforma, di uomini che non diventano lupi, bensì giaguari, tigri o altri predatori. Anche questa una parte interessante, soprattutto per l'aspetto di approccio al mito di molte tribù e di molti popoli. Personalmente alcune leggende non le conoscevo e devo dire mi hanno stimolato idee per parecchi racconti.

Insomma, un volume ben curato, scorrevole, scritto con uno stile colloquiale e diretto, ricco di informazioni e di spunti, senza mai risultare noioso e pedante. Il tutto corredato da note e bibliografia, per chi desidera approfondire. Goo Werewolves! :-)


Nessun commento:

Posta un commento