Recensione "Storia dei licantropi" di Luca Barbieri
Bentrovati, viaggiatori di mondi fantastici! Oggi vi parlo di un libro particolare, per me una delle basi e delle fonti di ispirazione, ossia "Storia dei licantropi", di Luca Barbieri, edito da Odoya Edizioni. Allora, iniziamo dicendo che i libri della Odoya sono fighissimi a priori, hanno delle pubblicazioni spettacolari, su argomenti interessanti, alcuni nerd-issimi. Ho altre loro "storie" (dei supereroi, del cinema, dei Medici...) e sono tutti volumi pregiati. "Storia dei licantropi" non fa eccezione, è un bel volumetto dedicato al lupo mannaro, il "mostro plebeo", come lo definisce Valerio Evangelisti nell'introduzione.
Il libro è un saggio, praticamente, ma non di quelli noiosi, bensì un viaggio nella storia, nella mitologia e nelle leggende che riguardano i licantropi. Il volume è diviso in quattro parti: Storia dei licantropi, Finzioni, Lyca-hombres e Riserve animali dell'immaginazione.
La prima parte è la più interessante. Qua l'autore ripercorre la storia dei licantropi, partendo dalle origini, dal rapporto tra uomini e lupi, dai motivi per cui è nata questa figura, per esorcizzare paure e ansie dell'uomo, e come la Storia, in particolare la Chiesa, la moralità e l'evoluzione della società abbiano inciso. Non mancano spazi dedicati ai miti "classici" dei licantropi, come quello di Licaone, e poi gli ulfhednar (yeah!) e a come i licantropi sono visti in culture e mitologie diverse. Interessantissimi gli spazi dedicati alla Bestia del Gevaudan e alla fiera bestia milanese, che completano il panorama lupesco europeo e mostrano come il fantastico sia sempre pronto ad affacciarsi nella mente dell'uomo, soprattutto quando non riesce a trovare spiegazioni razionali.
La seconda parte è più nerd. Qua l'autore analizza la figura del licantropo nella letteratura, nel cinema, nei fumetti e nei videogiochi. Molto interessante l'excursus letterario, vengono citate opere che non conoscevo ma che decisamente mi incuriosiscono. Interessante soprattutto notare come si è evoluta la figura stessa dell'uomo lupo e come ai giorni nostri siamo giunti a tentare di addomesticarla (qualcuno ha detto Twilight?^^), ma è anche vero che i licantropi rimangono più "bestiali", più irrazionali, violenti, meno controllabili dei vampiri, e forse più adatti alla vita in montagna, nei grandi spazi aperti, che non in città.
Con la terza parte iniziamo a spaziare, ad allargare gli orizzonti, cosa che ho apprezzato tantissimo, dato che così il saggio diventa davvero completo e fa quello che un saggio, a mio parere, dovrebbe fare: stimola le idee, la curiosità, ti spinge a cercare, a leggere, a documentarti ancora. Insomma suscita interesse.
La terza parte "Lyca-hombres. I licantropi e la frontiera americana" ci porta ovviamente in America, per vedere come gli indiani si rapportavano con il culto dell'uomo lupo, cita l'esempio del "lupo mannaro della Sierra" e l'uomo dei gatti. Ulteriori tasselli che vanno a completare il mito. Infine, nella quarta parte, non si parla più solo di uomini lupo, bensì di creature fantastiche mutaforma, di uomini che non diventano lupi, bensì giaguari, tigri o altri predatori. Anche questa una parte interessante, soprattutto per l'aspetto di approccio al mito di molte tribù e di molti popoli. Personalmente alcune leggende non le conoscevo e devo dire mi hanno stimolato idee per parecchi racconti.
Insomma, un volume ben curato, scorrevole, scritto con uno stile colloquiale e diretto, ricco di informazioni e di spunti, senza mai risultare noioso e pedante. Il tutto corredato da note e bibliografia, per chi desidera approfondire. Goo Werewolves! :-)
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