INTERVISTA
A LAURA SANTELLA
Riprendono le interviste agli scrittori emergenti italiani. Oggi il blog "I mondi fantastici" ospita Laura Santella, autrice della trilogia epic fantasy "Il Cavaliere di Eron", di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, e presidentessa dell'Associazione Scrittori Emergenti Uniti. Mettetevi comodi, libro in mano, e via con l'intervista! ;)
Ciao
Laura, parlaci
un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?
Ciao
Alessio e grazie per lo spazio che dedichi a me e ai miei libri.
Tra
i miei interessi, oltre a scrivere ovviamente, ci sono la musica e il teatro,
ma anche la fotografia e lo sport in genere (soprattutto gli sport legati al
mondo dei motori, ma tra tutti spicca il tiro con l'arco essendo io
un'arciera). Ultimamente mi sono appassionata anche all'universo make-up, in
particolare alla sfera del trucco teatrale; forse è una conseguenza naturale
essendo io una cosplayer (ovvero una di quelle pazze che si "vestono da
fumetti").
Com’è
stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per
piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie,
sei orientata?
Io
scrivo da sempre e solo per piacere/passione. Solo negli ultimi anni, con la
pubblicazione, ho dovuto imparare a far da manager a me stessa. Il mio genere
preferito è il fantasy, anche se ho in previsione un paio di romanzi storici. Scrivo
quello che mi passa per la testa, letteralmente. Nel senso che io visualizzo
una certa scena e la descrivo passo dopo passo. Per questo forse molti dei miei
lettori dicono che la storia "si vede" come se fosse un film.
Com’è
nato “Il cavaliere di Eron”? Di cosa parla?
La
saga de "Il cavaliere di Eron" nasce da una serie di sogni che ho
fatto in un determinato periodo. Un giorno mi sono convinta a metterli nero su
bianco e ho capito che ne poteva nascere qualcosa di interessante. Ovviamente
ho rielaborato la trama e molti personaggi, ma l'ossatura è rimasta più o meno
la stessa. Si
tratta di tre avventure (autoconclusive) che hanno come protagonista il
cavaliere di Eron. Una figura avvolta nel mistero per la maggior parte del
tempo, poiché ci troviamo di fronte un "eroe senza memoria". Perciò
noi, come lui, dobbiamo affidarci a quello che viene raccontato dagli altri
personaggi del libro, ma non si può mai sapere chi dice il vero e chi il
falso...
A
quali fonti ti sei ispirata per “Il cavaliere di Eron”? Sia letterarie che cinematografiche
o fumettistiche.
In
verità non ho avuto particolari ispirazioni, ad eccezione forse dell'aspetto di
alcuni personaggi. Infatti moltissime figure (sia principali che non) sono fisicamente
ispirate ad alcuni attori del cinema internazionale, perciò tra i boschi e le
spade si possono riconoscere alcuni volti, come Jeremy Irons o Dakota Fanning.
C’è
un personaggio, o più di uno, a cui ti senti legata particolarmente? Perché?
Assolutamente
sì. Il mio personaggio preferito della serie si chiama Rufus. Non è il
protagonista, anzi nel terzo volume non compare affatto. Ma la sua storia mi ha
coinvolto profondamente.
Si
tratta di un semplice uomo, senza poteri magici e senza titoli nobiliari.
Infatti è solo un tenente, braccio destro di uno dei comandanti dell'esercito
di Eron, che però, soprattutto alla fine del primo volume, si rivelerà di
enorme importanza.
Come
scegli i nomi per i tuoi personaggi? Hanno qualche significato? Suonano bene?
Molti
mi vengono spontanei. Penso al personaggio ed è come se lui stesso mi dicesse
il suo nome.
Altri
invece sono più ricercati, magari rielaborando un nome che mi trovo davanti
agli occhi oppure prendendo una parola di un'altra lingua (il cui significato è
strettamente legato al personaggio) e lo "musicalizzo" un po'. Ad
esempio nel secondo volume appare un personaggio che si chiama Raion;
"Raion" significa "leone" in giapponese e questo ricalca
molto la personalità di questa figura.
Sapevi
già che avresti scritto una trilogia o la storia si è sviluppata, espandendosi,
mentre scrivevi?
Sapevo
già che avrei scritto una trilogia, proprio perché si tratta di tre avventure
diverse, lontane nel tempo fra loro. Pensavo invece che sarebbero state più
brevi. Quando ho scritto i primi dieci capitoli del primo volume pensavo di
essere a metà e invece ero solo a un quarto della storia.
Ebook
o cartaceo? La disputa ha veramente senso?
Secondo
me sono due prodotti che sono ancora ben distinti. Molti
comprano ebook perché costano meno e non occupano spazio, però poi
vanno a comprare il cartaceo dei libri che gli sono piaciuti di più. Poi
c'è chi invece l'ebook non lo considera affatto e compra solo libri cartacei. Io
credo che sia importante poter contare su entrambi i formati perché offrono due
tipi di diffusione molto diversi, ma ugualmente essenziali.
Al
momento sto scrivendo un altro libro che però non è legato alla saga (conclusa).
Si tratta della storia di Lucifero, ovvero di come l'angelo prediletto di Dio
sia diventato il suo più acerrimo rivale.
Ma
per il futuro ho in previsione un paio di romanzi storici e altri due ispirati
a storie vere. Infine ho in programma anche un piccolo ebook (non credo che
farò fare il cartaceo, perché dovrebbe venire veramente breve) sul mondo de
"Il cavaliere di Eron". Infatti alcune "storie parallele"
che non ho affrontato durante la saga per non distrarre troppo chi leggeva,
secondo me meritano un approfondimento. E quindi chissà, prima o poi torneremo
tutti a Eron.
Grazie
per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.
Grazie
a te e buona lettura! ^_^
Se volete scoprire di più su Laura Santella e sul mondo del Cavaliere di Eron, visitate il suo sito! ;)
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