martedì 3 gennaio 2017

Recensione "La spada, il cuore, lo zaffiro", di Antonella Mecenero

Recensione "LA SPADA, IL CUORE, LO ZAFFIRO" di Antonella Mecenero

Prima recensione del 2017. A Lucca Comics, allo stand dell'associazione "Riflessi di Luce Lunare", ho comprato "La spada, il cuore, lo zaffiro", un'antologia di racconti fantasy della scrittrice italiana Antonella Mecenero. Avevo letto, pochi mesi prima, altri libri curati dall'associazione, ossia le due stupende antologie di racconti dell'orrore di Luigi Musolino (articoli qui e qua), per cui sono andato a colpo sicuro, certo che avrei trovato una lettura interessante e, per fortuna, così è stato.

Di cosa parla "La spada, il cuore, lo zaffiro"? Come indicato anche sul titolo del libro, è una raccolta di racconti fantasy piuttosto vari, anche se sarei più per la definizione di "racconti fantastici". Ci sono alcune storie fantasy classiche, altre più oniriche, a tratti fiabesche, un paio di avventure simpatiche, condite dalla giusta dose di umorismo, e poi ci sono i racconti finali, tutti legati tra di loro e accomunati dall'ambientazione. Si svolgono infatti nelle Ley e vedono come protagonista il giovane re Amrod, con tutti i problemi di cui si deve fare carico.

In tutta onestà, mi sono piaciuti molto i racconti della seconda parte, più di quelli della prima, anzi avrei letto, e leggerei, volentieri una storia più ampia con la storia di Amrod e del suo regno. I quattro racconti che fanno riferimento al mondo delle Ley sono "La recluta muta" (anche se qua Amrod non compare), "Come tela di ragno", "Quello che gli uomini sognano" e "Nulla che non sia già mio". Praticamente coprono tutta la vita del Leylord, dalla giovinezza fino all'età adulta; in particolare i due centrali mostrano Amrod come protagonista, lui il problematico re "amante di uomini", come viene definito, una questione che, lungi dall'essere limitata alla sfera privata, investe l'intera gestione del regno, sia con riferimento ai (presunti) amanti del Leylord, sia pensando alla sua successione, come scoprirete leggendo i racconti. L'ho trovato un punto di vista interessante, anche se più di una volta ho pensato che Amrod faccia proprio una vitaccia. Della serie, ricco sì ma pieno di problemi e con poca felicità.

L'attenzione ai personaggi, l'approfondimento delle loro emozioni, è centrale in quasi tutti i racconti, non soltanto in quelli delle Ley, ed è l'aspetto che ho apprezzato maggiormente, assieme alla capacità dell'autrice di evocare mondi fantastici. Scrivere fantasy, oggi, non è facile; scrivere racconti, secondo me, ancora meno, per cui riuscire a combinare entrambe le abilità è di sicuro motivo di pregio. Iniziando molti racconti mi sono sentito trasportato in queste terre magiche, misteriose, lontane, perdendomi poi alla locanda dell'ippogrifo (uno dei racconti migliori!) o viaggiando con la tartaruga fino alla residenza della Sfinge, o andando a caccia di orsi. La capacità evocativa di questi racconti è decisamente notevole. Infine, un elemento secondario ma importante, ho apprezzato anche la loro brevità, la giusta lunghezza direi, che mi ha permesso di leggerli nei ritagli di tempo.

Concludo, con l'elenco dei racconti: 
- La locanda dell'ippogrifo
- Caccia all'orso
- Anche se ti uccide
- Notte stellata
- Ulisse e la tartaruga
- L'albatros vola più lontano
- La recluta muta
- Come tela di ragno
- Quello che gli uomini sognano
- Nulla che non sia già mio

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Buona lettura! ;)



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