INTERVISTA A VALERIO SERICANO
Bentrovati amici del blog "i mondi fantastici". Oggi è lunedì, giornata di interviste agli scrittori italiani di fantastico, e ospito Valerio Sericano, autore di "Norsemen", un bel romanzo urban fantasy ispirato alla mitologia nordica (di cui ho parlato un mesetto fa). Perciò, mettetevi comodi e gustatevi questa nuova intervista! :-)
Ciao Valerio,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le
tue passioni?
Ciao Alessio, innanzi tutto grazie per l'opportunità.
È sempre un piacere potersi confrontare con qualcuno che conosce il mondo della
scrittura e dell'editoria. Su di me ho poco da dire, se non che ho fatto molte
cose nella vita, ma cambiando sempre, dopo aver tirato fuori il massimo da me
stesso in ogni campo in cui ho voluto impegnarmi. In questa fase mi sto
dedicando alla scrittura con tutte le energie possibili, provando a migliorarmi
di giorno in giorno con esercizio e umiltà
Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla
scrittura? Perché scrivi? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più
affini (come scrittore)?
Ho sempre amato scrivere, ma soltanto qualche anno fa
ho provato, più che altro per scherzo, a elaborare una storia che fosse
qualcosa di più di un racconto. In quel modo è nato Il Bosco di Nereiu, scritto
di getto ed evolutosi a poco a poco mentre lo scrivevo. Ora non riuscirei più a
scrivere in quel modo, perché preferisco creare a priori una trama completa, ma
devo dire che a quel romanzo tengo moltissimo, perché mi ha aperto un mondo al
quale oggi non riesco più a rinunciare. La scrittura è diventata per me più di
un hobby, la definirei un rifugio mentale nel quale chiudo fuori il mondo e
vivo al meglio la mia irrealtà. Per questo motivo prediligo il fantasy, inteso
in senso lato e non restrittivo come spesso lo si definisce oggi associandolo
soltanto a determinate categorie schematiche. Anche per questo motivo non mi
piacciono molto le etichette e amo svariare su temi diversi, a seconda di dove
mi conduce l'ispirazione. Un comune denominatore di tutte le mie storie è
comunque l'amore, in tutte le sue forme e sfaccettature, non sdolcinato, a
volte aspro, ma pur sempre pieno di quella forza vitale che governa il mondo.
Mi rendo pure conto che in quasi tutte le mie opere nasce una creatura di sesso
femminile. Probabile sia il desiderio inconscio di mettere al mondo quella figlia
che le vicende della vita mi hanno invece negato. Ognuno ha le sue debolezze e
fissazioni...
Quali sono le tue letture preferite? Che generi
preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?
In questo momento devo dire di essere un pessimo
lettore. Anzi, non leggo per nulla, purtroppo, perché il tempo è tiranno e lo
dedico più che altro a creare cose nuove. In passato leggevo molto, da ragazzo
soprattutto fantascienza, da Asimov a quel genio maledetto di Philip K. Dick, ma
non soltanto quello. Come romanzo della vita cito “Addio alle armi” di
Hemingway, ma potrei dire anche “Cent'anni di solitudine” di Garcia Marquez o
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Eric Maria Remarque. Essendovi tra
i miei interessi passati la storia, disciplina in cui ho conseguito la laurea
per vera e propria passione, non è un caso che due tra questi romanzi siano
ambientati durante la Grande Guerra, evento ormai risalente a un secolo fa che
molti tendono a dimenticare pur avendo segnato in modo indelebile la nostra
epoca
Passiamo ai tuoi lavori. Come è nato “Norsemen”?
Norsemen ho iniziato a scriverlo più che altro per due
ragioni. La prima è per dissacrare le figure tipiche e stereotipate degli dei
immortali caratterizzate nei fumetti e nelle derivazioni holliwoodiane, la
seconda ragione è per amore della ricerca storica, in ossequio a quanto appreso
durante il tirocinio universitario. Ne è uscito un lavoro che mi ha divertito
molto, perché studiare e approfondire l'Edda Poetica è stato un esercizio
piacevole e istruttivo che mi ha permesso di scoprire un mondo che non
conoscevo. Inoltre, dare risalto a una figura secondaria come il dio Hoenir,
l'Adam del mio romanzo, mi ha permesso di creare un tipo di personaggio che amo
molto, vale a dire l'eroe romantico, perdente e solitario che combatte una
guerra trasversale infischiandosene delle regole e fidandosi soltanto del
proprio istinto. Che poi sarebbe anche il mio sogno irrealizzato e forse anche
quello di molte altre persone...
“Norsemen” è un romanzo fantastico ispirato alla
mitologia nordica. Traspare il tuo interesse verso questa cultura nordica, ma
anche verso il Giappone e i suoi costumi. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?
La cultura nordica mi affascina nelle sue sfumature
ancestrali, come eredità di un passato fatto di tradizioni orali che risale
alla notte dei tempi, così come l'epica di Omero. Nel complesso, pur non
volendo dimostrare nulla di concreto, nel romanzo mi sono divertito a collegare
la mitologia nordica con quella mediterranea e quella giapponese, puntando
sugli aspetti comuni. Quanto alla cultura del Sol Levante, fa parte delle
grandi passioni cicliche che ho vissuto nella mia vita. In questo caso me ne
sono portato pure un pezzetto a casa, visto che mia moglie è giapponese
“Il bosco di Nereiu” mescola storia e fantasia, in
un’ambientazione tutta italiana. Cosa puoi raccontarci di questo romanzo?
Essendo il romanzo d'esordio gli sono molto
affezionato, perché come tutte le opere prime contiene riferimenti autobiografici che in parte poi
ho perso. Essendo ambientato in un paesello immaginario che altri non è che il mio luogo natio, ho citato
diversi aneddoti della mia infanzia inserendoli nel contesto di una storia
particolare, legata all'esistenza di creature che vivono oltre il tempo così
come lo conosciamo. La protagonista è una ninfa, Nereiu, che vive
reincarnandosi in se stessa di vita in vita da un'epoca immemore, la quale
tuttavia ha perso con il trascorrere del tempo la propria funzione originaria
di guardiana dei propri luoghi. Dovendosi adattare all'evolversi del mondo,
finisce per cadere nei dubbi e nei tormenti che affliggono ogni essere umano
mortale di questa terra.
Infine “Ami dagli occhi color del mare”: due storie
che si intrecciano, due personaggi diversi che hanno molto da raccontare. Come
è nato?
Ami è nato anch'esso da un'esperienza autobiografica,
perché lega insieme la vicenda del mio nonno paterno, emigrante in Argentina
agli inizi del secolo scorso, con la mia esperienza personale di contatto con
il Giappone al giorno d'oggi. Il tema di fondo è quello delle storie d'amore
vissute a distanza, sempre difficili da portare avanti pur beneficiando dei
mezzi che la tecnologia di oggi può offrire. Anche in questo caso ho dovuto
inventarmi una ricerca storica sull'Argentina di cento anni fa, attingendo a
ricordi di famiglia e a nozioni acquisite documentandomi sul web e in
biblioteca. Si è trattato di un'esperienza appagante, benché sia consapevole che la Pampa descritta nel
mio romanzo possa essere non proprio uguale a quella realmente vista da mio
nonno a suo tempo. Non essendo più tra noi, non posso avere il suo giudizio, ma
mi piace pensare che avrebbe apprezzato la storia. In fondo, il libro vorrebbe
essere prima di tutto un omaggio alla sua figura e a quella di tutte le persone
come lui costrette a traversare un oceano per trovare da vivere e lavorare
C’è un personaggio, tra tutti quelli da te creati, a
cui sei particolarmente affezionato? Perché?
Certo, si tratta di Giorgia, la protagonista femminile
di “La piccola rosa di ghiaccio”, un romanzo ancora inedito scritto sulla base
di una vicenda purtroppo vera accaduta molti anni fa e alla quale mi sono
ispirato nella stesura. “La piccola rosa di ghiaccio” è un thriller senza
compromessi, perché descrive il calvario di una quattordicenne rapita da casa e
avviata alla prostituzione nella Milano violenta degli anni Settanta. Tra tutti
i romanzi che ho scritto finora è quello più attinente alla realtà, ma, per gli
argomenti trattati credo sia adatto soltanto a lettori che accettano di
cimentarsi su un tema crudo e particolare quale la violenza sulle donne e sui
minori. Giorgia, nel suo calvario, recita una parte alla quale non si può
rimanere indifferenti. Per questo motivo la amo senza compromessi
In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è
un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti
per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta per incentivare
la lettura, quale potrebbe essere secondo te?
Non lo so, non ho nessuna ricetta magica da proporre.
Il mondo editoriale di oggi è una giungla che sfugge alla mia comprensione. Da
un lato ci sono le Case Editrici, sommerse da valanghe di manoscritti di ogni
genere, che finiscono spesso per dare la preferenza a prodotti del genere
“leggi e butta” anziché prediligere la qualità. Non lo dico come rimprovero,
perché so che prima di tutto gli editori sono imprenditori e magari
preferiscono pubblicare il miliardesimo clone di “Cinquanta sfumature di
grigio” piuttosto che dare visibilità a un romanzo di qualità che finirebbe per
avere soltanto quattro o cinque lettori. Dall'altra parte c'è il fenomeno
dell'auto pubblicazione che permette a tutti quanti, me compreso, di sentirsi
scrittori a dispetto spesso della qualità di quanto proposto, tanto nella forma
quanto nella sostanza. In generale, direi che si sta andando verso un
abbassamento del livello di qualità proposto, compensato da una richiesta
anch'essa orientata verso storie semplici, leggere e poco impegnative. Forse la
colpa di questa deriva sconfortante va ricercato nella trasformazione del
mercato editoriale, televisivo e cinematografico, in una colossale
lobotomizzazione di massa, dove si dà maggior rilievo al prodotto standard
trito e ritrito anziché premiare il tentativo di innovare. Visto l'andazzo,
confesso di aver scritto anch'io, di recente, un romanzo che segue i cliché,
con la curiosità di vedere se attirerà qualche lettore in più del solito. Come
autore, l'unico contributo che posso dare alla causa è quello di offrire trame
sempre coerenti ed elaborate in cui inserire personaggi vivi e ambientazioni
credibili, in ossequio alla prima regola che tutti dovrebbero rispettare, vale
a dire non prendere mai in giro il lettore. L'onestà intellettuale passa anche
attraverso la cura dei propri testi, perché troppo spesso la foga di pubblicare
porta a buttare sul mercato prodotti imperfetti e poco fruibili. L'editing
costa e nella maggior parte dei casi il fai da te non risolve i problemi, però
uno sforzo in più va fatto, nel rispetto di chi compra i nostri romanzi.
Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento sto scrivendo un thriller che mi sta
impegnando parecchio, perché il genere richiede massima coerenza e intrecci
credibili. Ho anche diversi lavori in attesa di valutazione e pubblicazione,
tra cui un quattro mani cui tengo molto perché scritto in collaborazione con
un'autrice molto valida che meriterebbe di avere un successo maggiore di quello
avuto fino a questo momento. Per quanto mi riguarda, scrivendo per puro
divertimento, ho spostato l'obiettivo alla sola pubblicazione senza la pretesa
di vendere, fermo restando l'obiettivo di offrire un prodotto quanto più
possibile curato e scevro di refusi ed errori ortografici e grammaticali. Non è
facile, ma con umiltà e impegno ci si può migliorare sempre
Infine, un consiglio di lettura. Quale libro
consiglieresti ai lettori del blog?
Non saprei. Come già detto, al momento sono un pessimo
lettore e citando il nome di un solo autore emergente rischierei di fare un
torto a tutti i numerosi amici che ho nell'ambiente. Facendo parte dello staff
del gruppo Facebook “Sognatori Erranti”, dico soltanto di essere impegnato in
maniera attiva nel promuovere tutti coloro che vogliono partecipare alle
attività di gruppo, con interviste e pubblicità diretta. Ai lettori consiglio
di valutare sempre con attenzione le righe di presentazione e l'incipit del
romanzo prima di deciderne l'acquisto. Spesso bastano soltanto poche righe
lette all'inizio per capire se il lavoro può soddisfare il gusto personale, che
poi è la cosa che conta di più nella scelta di un libro
Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi
fantastici”.
Grazie a te e un saluto a tutti i lettori del blog.
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