lunedì 8 maggio 2017

Intervista a Valerio Sericano

INTERVISTA A VALERIO SERICANO

Bentrovati amici del blog "i mondi fantastici". Oggi è lunedì, giornata di interviste agli scrittori italiani di fantastico, e ospito Valerio Sericano, autore di "Norsemen", un bel romanzo urban fantasy ispirato alla mitologia nordica (di cui ho parlato un mesetto fa). Perciò, mettetevi comodi e gustatevi questa nuova intervista! :-)

Ciao Valerio,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Ciao Alessio, innanzi tutto grazie per l'opportunità. È sempre un piacere potersi confrontare con qualcuno che conosce il mondo della scrittura e dell'editoria. Su di me ho poco da dire, se non che ho fatto molte cose nella vita, ma cambiando sempre, dopo aver tirato fuori il massimo da me stesso in ogni campo in cui ho voluto impegnarmi. In questa fase mi sto dedicando alla scrittura con tutte le energie possibili, provando a migliorarmi di giorno in giorno con esercizio e umiltà

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più affini (come scrittore)?

Ho sempre amato scrivere, ma soltanto qualche anno fa ho provato, più che altro per scherzo, a elaborare una storia che fosse qualcosa di più di un racconto. In quel modo è nato Il Bosco di Nereiu, scritto di getto ed evolutosi a poco a poco mentre lo scrivevo. Ora non riuscirei più a scrivere in quel modo, perché preferisco creare a priori una trama completa, ma devo dire che a quel romanzo tengo moltissimo, perché mi ha aperto un mondo al quale oggi non riesco più a rinunciare. La scrittura è diventata per me più di un hobby, la definirei un rifugio mentale nel quale chiudo fuori il mondo e vivo al meglio la mia irrealtà. Per questo motivo prediligo il fantasy, inteso in senso lato e non restrittivo come spesso lo si definisce oggi associandolo soltanto a determinate categorie schematiche. Anche per questo motivo non mi piacciono molto le etichette e amo svariare su temi diversi, a seconda di dove mi conduce l'ispirazione. Un comune denominatore di tutte le mie storie è comunque l'amore, in tutte le sue forme e sfaccettature, non sdolcinato, a volte aspro, ma pur sempre pieno di quella forza vitale che governa il mondo. Mi rendo pure conto che in quasi tutte le mie opere nasce una creatura di sesso femminile. Probabile sia il desiderio inconscio di mettere al mondo quella figlia che le vicende della vita mi hanno invece negato. Ognuno ha le sue debolezze e fissazioni...

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

In questo momento devo dire di essere un pessimo lettore. Anzi, non leggo per nulla, purtroppo, perché il tempo è tiranno e lo dedico più che altro a creare cose nuove. In passato leggevo molto, da ragazzo soprattutto fantascienza, da Asimov a quel genio maledetto di Philip K. Dick, ma non soltanto quello. Come romanzo della vita cito “Addio alle armi” di Hemingway, ma potrei dire anche “Cent'anni di solitudine” di Garcia Marquez o “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Eric Maria Remarque. Essendovi tra i miei interessi passati la storia, disciplina in cui ho conseguito la laurea per vera e propria passione, non è un caso che due tra questi romanzi siano ambientati durante la Grande Guerra, evento ormai risalente a un secolo fa che molti tendono a dimenticare pur avendo segnato in modo indelebile la nostra epoca

Passiamo ai tuoi lavori. Come è nato Norsemen”?

Norsemen ho iniziato a scriverlo più che altro per due ragioni. La prima è per dissacrare le figure tipiche e stereotipate degli dei immortali caratterizzate nei fumetti e nelle derivazioni holliwoodiane, la seconda ragione è per amore della ricerca storica, in ossequio a quanto appreso durante il tirocinio universitario. Ne è uscito un lavoro che mi ha divertito molto, perché studiare e approfondire l'Edda Poetica è stato un esercizio piacevole e istruttivo che mi ha permesso di scoprire un mondo che non conoscevo. Inoltre, dare risalto a una figura secondaria come il dio Hoenir, l'Adam del mio romanzo, mi ha permesso di creare un tipo di personaggio che amo molto, vale a dire l'eroe romantico, perdente e solitario che combatte una guerra trasversale infischiandosene delle regole e fidandosi soltanto del proprio istinto. Che poi sarebbe anche il mio sogno irrealizzato e forse anche quello di molte altre persone...

Norsemenè un romanzo fantastico ispirato alla mitologia nordica. Traspare il tuo interesse verso questa cultura nordica, ma anche verso il Giappone e i suoi costumi. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?

La cultura nordica mi affascina nelle sue sfumature ancestrali, come eredità di un passato fatto di tradizioni orali che risale alla notte dei tempi, così come l'epica di Omero. Nel complesso, pur non volendo dimostrare nulla di concreto, nel romanzo mi sono divertito a collegare la mitologia nordica con quella mediterranea e quella giapponese, puntando sugli aspetti comuni. Quanto alla cultura del Sol Levante, fa parte delle grandi passioni cicliche che ho vissuto nella mia vita. In questo caso me ne sono portato pure un pezzetto a casa, visto che mia moglie è giapponese

“Il bosco di Nereiu mescola storia e fantasia, in un’ambientazione tutta italiana. Cosa puoi raccontarci di questo romanzo?

Essendo il romanzo d'esordio gli sono molto affezionato, perché come tutte le opere prime contiene  riferimenti autobiografici che in parte poi ho perso. Essendo ambientato in un paesello immaginario che  altri non è che il mio luogo natio, ho citato diversi aneddoti della mia infanzia inserendoli nel contesto di una storia particolare, legata all'esistenza di creature che vivono oltre il tempo così come lo conosciamo. La protagonista è una ninfa, Nereiu, che vive reincarnandosi in se stessa di vita in vita da un'epoca immemore, la quale tuttavia ha perso con il trascorrere del tempo la propria funzione originaria di guardiana dei propri luoghi. Dovendosi adattare all'evolversi del mondo, finisce per cadere nei dubbi e nei tormenti che affliggono ogni essere umano mortale di questa terra.

Infine “Ami dagli occhi color del mare”: due storie che si intrecciano, due personaggi diversi che hanno molto da raccontare. Come è nato?

Ami è nato anch'esso da un'esperienza autobiografica, perché lega insieme la vicenda del mio nonno paterno, emigrante in Argentina agli inizi del secolo scorso, con la mia esperienza personale di contatto con il Giappone al giorno d'oggi. Il tema di fondo è quello delle storie d'amore vissute a distanza, sempre difficili da portare avanti pur beneficiando dei mezzi che la tecnologia di oggi può offrire. Anche in questo caso ho dovuto inventarmi una ricerca storica sull'Argentina di cento anni fa, attingendo a ricordi di famiglia e a nozioni acquisite documentandomi sul web e in biblioteca. Si è trattato di un'esperienza appagante, benché  sia consapevole che la Pampa descritta nel mio romanzo possa essere non proprio uguale a quella realmente vista da mio nonno a suo tempo. Non essendo più tra noi, non posso avere il suo giudizio, ma mi piace pensare che avrebbe apprezzato la storia. In fondo, il libro vorrebbe essere prima di tutto un omaggio alla sua figura e a quella di tutte le persone come lui costrette a traversare un oceano per trovare da vivere e lavorare

C’è un personaggio, tra tutti quelli da te creati, a cui sei particolarmente affezionato? Perché?

Certo, si tratta di Giorgia, la protagonista femminile di “La piccola rosa di ghiaccio”, un romanzo ancora inedito scritto sulla base di una vicenda purtroppo vera accaduta molti anni fa e alla quale mi sono ispirato nella stesura. “La piccola rosa di ghiaccio” è un thriller senza compromessi, perché descrive il calvario di una quattordicenne rapita da casa e avviata alla prostituzione nella Milano violenta degli anni Settanta. Tra tutti i romanzi che ho scritto finora è quello più attinente alla realtà, ma, per gli argomenti trattati credo sia adatto soltanto a lettori che accettano di cimentarsi su un tema crudo e particolare quale la violenza sulle donne e sui minori. Giorgia, nel suo calvario, recita una parte alla quale non si può rimanere indifferenti. Per questo motivo la amo senza compromessi

In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Non lo so, non ho nessuna ricetta magica da proporre. Il mondo editoriale di oggi è una giungla che sfugge alla mia comprensione. Da un lato ci sono le Case Editrici, sommerse da valanghe di manoscritti di ogni genere, che finiscono spesso per dare la preferenza a prodotti del genere “leggi e butta” anziché prediligere la qualità. Non lo dico come rimprovero, perché so che prima di tutto gli editori sono imprenditori e magari preferiscono pubblicare il miliardesimo clone di “Cinquanta sfumature di grigio” piuttosto che dare visibilità a un romanzo di qualità che finirebbe per avere soltanto quattro o cinque lettori. Dall'altra parte c'è il fenomeno dell'auto pubblicazione che permette a tutti quanti, me compreso, di sentirsi scrittori a dispetto spesso della qualità di quanto proposto, tanto nella forma quanto nella sostanza. In generale, direi che si sta andando verso un abbassamento del livello di qualità proposto, compensato da una richiesta anch'essa orientata verso storie semplici, leggere e poco impegnative. Forse la colpa di questa deriva sconfortante va ricercato nella trasformazione del mercato editoriale, televisivo e cinematografico, in una colossale lobotomizzazione di massa, dove si dà maggior rilievo al prodotto standard trito e ritrito anziché premiare il tentativo di innovare. Visto l'andazzo, confesso di aver scritto anch'io, di recente, un romanzo che segue i cliché, con la curiosità di vedere se attirerà qualche lettore in più del solito. Come autore, l'unico contributo che posso dare alla causa è quello di offrire trame sempre coerenti ed elaborate in cui inserire personaggi vivi e ambientazioni credibili, in ossequio alla prima regola che tutti dovrebbero rispettare, vale a dire non prendere mai in giro il lettore. L'onestà intellettuale passa anche attraverso la cura dei propri testi, perché troppo spesso la foga di pubblicare porta a buttare sul mercato prodotti imperfetti e poco fruibili. L'editing costa e nella maggior parte dei casi il fai da te non risolve i problemi, però uno sforzo in più va fatto, nel rispetto di chi compra i nostri romanzi.

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Al momento sto scrivendo un thriller che mi sta impegnando parecchio, perché il genere richiede massima coerenza e intrecci credibili. Ho anche diversi lavori in attesa di valutazione e pubblicazione, tra cui un quattro mani cui tengo molto perché scritto in collaborazione con un'autrice molto valida che meriterebbe di avere un successo maggiore di quello avuto fino a questo momento. Per quanto mi riguarda, scrivendo per puro divertimento, ho spostato l'obiettivo alla sola pubblicazione senza la pretesa di vendere, fermo restando l'obiettivo di offrire un prodotto quanto più possibile curato e scevro di refusi ed errori ortografici e grammaticali. Non è facile, ma con umiltà e impegno ci si può migliorare sempre

Infine, un consiglio di lettura. Quale libro consiglieresti ai lettori del blog?

Non saprei. Come già detto, al momento sono un pessimo lettore e citando il nome di un solo autore emergente rischierei di fare un torto a tutti i numerosi amici che ho nell'ambiente. Facendo parte dello staff del gruppo Facebook “Sognatori Erranti”, dico soltanto di essere impegnato in maniera attiva nel promuovere tutti coloro che vogliono partecipare alle attività di gruppo, con interviste e pubblicità diretta. Ai lettori consiglio di valutare sempre con attenzione le righe di presentazione e l'incipit del romanzo prima di deciderne l'acquisto. Spesso bastano soltanto poche righe lette all'inizio per capire se il lavoro può soddisfare il gusto personale, che poi è la cosa che conta di più nella scelta di un libro

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te e un saluto a tutti i lettori del blog.

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