mercoledì 31 maggio 2017

Recensione "L'erede del mago" di Stefano Mancini

Recensione "L'erede del mago" di Stefano Mancini

Torniamo a Mhur! Dopo aver lasciato il Laomedon devastato dalla Guerra dell'Orgoglio, combattuta tra elfi e nani, Stefano Mancini ci porta di nuovo nel suo leggendario continente, spostando però l'azione avanti di migliaia di anni. Molte cose sono cambiate dai tempi di Kalanath Latranduryl, l'arrogante e vanitoso sovrano che ha trascinato i ryn in una guerra assurda, conclusasi con la fine del loro predominio. Oggi il Laomedon è un continente dove vivono essenzialmente uomini e, oltre la Schiena del Drago, i musogrigio; i nani se ne stanno rintanati nelle loro montagne e gli elfi sono tornati sulla loro isola beata, tranne gli elfi oscuri (i discendenti di un certo Traditore) che vivono nel Kaerlun.

Questa la situazione di partenza per i lettori di "L'erede del mago". Una piccola precisazione: si può leggere il libro anche senza aver letto la trilogia precedente (Le paludi d'Athakah, recensito qui; Il figlio del drago, recensito qui; Il crepuscolo degli dei, recensito qui), in quanto questa è l'inizio di una nuova avventura, con personaggi completamente nuovi e fatti nuovi, ambientata quattromila anni più tardi. Per cui potete iniziare da questo volume, per scoprire i mondi di Mhur, oppure leggervi prima la trilogia precedente, a vostra scelta. Di sicuro, al termine di "L'erede del mago", avrete voglia di scoprirne di più e spererete che ottobre arrivi in fretta, data fatidica in cui uscirà il secondo volume di questa nuova trilogia, scritta da Stefano Mancini e pubblicata da Linee Infinite Edizioni.

Ma torniamo a "L'erede del mago". Chi è questo erede? Eh eh, lo scoprirete nel corso del romanzo. Per iniziare, vi basti sapere chi sono i protagonisti: quattro avventurieri diversi tra loro. C'è Ashe, una ragazzetta dalla lingua lunga, abile con le frecce e anche a sgraffignare borsellini, poi Theroc, un nano brontolone e sempre a inveire contro gli orecchi a punte; Bronwen, un uomo dalla pelle scura, serio e saggio, a cui tutti si rivolgono in cerca di consigli e approvazione, infine Athrwys, il pezzo meglio: è un elfo, introverso e chiuso, abile nel combattimento e nel percepire i pericoli. Nasconde un segretuccio di non poco conto, che scoprirete nel finale. A questa eterogenea compagnia va ad aggiungersi un quinto personaggio, ambiguo e misterioso. Personaggi vari, quindi, che campano mettendo i loro servizi a disposizione del miglior offerente. 

Ho apprezzato molto sia la varietà dei personaggi, e del loro modo di parlare, sia le interazioni tra di loro, che oscillano tra il cameratismo, il battibeccarsi continuo, fino a rasentare l'affetto e l'amicizia. Con una compagnia di personaggi così interessante, le premesse per un buon romanzo ci sono tutte. Ed ecco che l'autore decide di seguirli nel loro viaggio attraverso il Laomedon, in una serie di missioni che li porteranno da sud fino a Ramay e oltre. Non voglio svelarvi molto, ma di certo apprezzerete, oltre ai personaggi, anche le ambientazioni, le tante località che la compagnia visita nel suo girovagare. Se avete letto la trilogia "L'età delle guerre", apprezzerete ancora di più il fatto che sono tutti luoghi che in quella trilogia non avevamo visto, per cui nuovi e interessanti. Inoltre, i lettori attenti troveranno piccoli riferimenti a quei tempi, come il famoso talismano di Iirn creato da Jyrien Athrendyr. 

Infine, dopo personaggi e ambientazioni, non possono mancare gli intrighi e gli scontri, i pericoli che ogni viandante deve affrontare. Mano alle armi, gente, perché nelle terre selvagge del Laomedon incontrerete goblin e orchi, spettri e cavalieri fantasmi, e fate attenzione anche ai tagliagole, ai borseggiatori e soprattutto agli stregoni. L'uomo rosso, tra tutti, è il più pericoloso, un nemico nell'ombra che reclama sempre maggior presenza. E se tutti questi pericoli non sono abbastanza, allora oltrepassate la Schiena del Drago e vi troverete di fronte un immenso esercito di centomila musogrigio, pronti per dare l'assalto alle roccaforti dei nani. Ce la faranno i barbuti e irascibili combattenti a respingerli? E se venissero sconfitti, cosa ne sarebbe delle terre del Laomedon? Gli uomini combatteranno? E gli elfi cosa faranno? Continueranno a starsene in isolamento nella loro bella Ynis-Eythryn? Tante domande che troveranno, presumibilmente, risposta nel secondo e terzo volume di questa nuova trilogia. Dopo "L'era delle guerre", è iniziata "L'era degli eroi" e noi siamo pronti a seguire Stefano Mancini in questa nuova avventura! ;)



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