mercoledì 24 ottobre 2018

Recensione "Né a Dio, né al diavolo", di Aislinn

Recensione "Né a Dio, né al diavolo", di Aislinn

Bentrovati, viaggiatori di mondi fantastici! Oggi vi porto... a Biveno! E dov'è, direte voi? Nel nord Italia. Una tranquilla cittadina ai piedi delle Alpi, famosa per le combriccole di nerd che la popolano... ma anche per i vampiri e i metallari. Sto parlando infatti dell'ambientazione creata da Aislinn per il suo nuovo romanzo: "Né a Dio, né al diavolo", edito da Gainsworth.

Ho acquistato il libro allo scorso Salone del Libro di Torino, con super dedica dell'autrice, ma solo quest'estate ho trovato il tempo di leggerlo. Si tratta di un romanzo abbastanza corposo, oltre quattrocento pagine, ma che, a dispetto della mole, scorre via in fretta, seguendo le avventure di Tom e Ivan, e dei vari casini in cui si ritrovano. Il romanzo, di per sé, è autoconclusivo, ma il mondo creato dall'autrice è ampio a sufficienza per poter sperare in nuove avventure dei vampiri di Mystic Falls, ops no, di Biveno! :)

Ecco, partiamo proprio dai vampiri. Di tutte le creature fantastiche, sono proprio quella che non mi ha mai attirato particolarmente, insieme agli zombie, e ammetto che ho comprato questo libro solo perché l'ha scritto Aislinn, di cui avevo apprezzato i bellissimi "Angelize" e "Angelize II" (articolo qua sul blog). Sono felice, però, di essermi goduto una bella storia, nonostante i vampiri, anzi forse grazie a loro. Sì, perché l'autrice recupera le caratteristiche del vampiro originale, quello di Stoker e della tradizione letteraria gotica: il vampiro è un predatore, è pericoloso. Non che sia necessariamente "cattivo", ma è comunque una creatura che può e sa come fare del male. Un concetto che viene ripetuto spesso, che Ioan e Lucas sbattono in faccia a Tom e a Ivan, ricordando loro di non essere in una delle loro tanto amate partite di D&D, ma nella vita vera. E nella vita vera trovarsi faccia a faccia con un vampiro, con un cacciatore, non è piacevole. Cose brutte tendono ad accadere...

Ciononostante, i vampiri mantengono una parvenza di umanità, come se la morte (e la rinascita) non li avesse privati del tutto della loro vita passata, a cui disperatamente anelano. Anche tipi solitari come Lucas (introverso prima e dopo la morte) non rifuggono del tutto il contatto umano, anzi sono ben felici di passare del tempo con qualche irlandese testardo. Anche chi ha sofferto tanto, come Ioan, continua a sperare in un lieto fine, almeno per sé. Del resto, anche il Dracula di Stoker (sicuramente un predatore!) anelava al contatto umano, perso nell'amore che sentiva ancora di provare per la "sua" Mina. La cosa piacevole è che questa ricerca di umanità non sfocia mai in un sentimentalismo smielato alla Twilight, ma rende onore e giustizia ai vampiri.

"Il sangue gli riempiva la gola. Inzuppava la paglia. Lui tremò, tremò più forte. Scivolò su un fianco. Il respiro era più faticoso. Un'ombra gelida sommerse la cella, lo strinse in un'ultima morsa. 
Era un buio aggressivo, eppure quasi rassicurante. Tutto scorreva via. Anche le parole si perdevano, e se pure avesse avuto ancora voce, le parole che gli rimanevano non le avrebbe rivolte né a Dio, né al diavolo. La promessa che aveva infranto non l'aveva fatta nel loro nome."


Dall'altro lato, sul fronte umano, si muovono Tom, il super mitico Tom (a cui piacerà sicuramente essere protagonista di una recensione!), e il suo amico Ivan, con tutti i suoi problemi familiari, i fantasmi di cui non riesce a liberarsi e che in passato lo hanno condotto a un passo dalla fine. Ivan è forse l'uomo contemporaneo, il trentenne di oggi che cerca un modo per sbarcare il lunario, per sopravvivere nel caos della quotidianità, tra lavori assenti o sottopagati, affitti da pagare, ragazze da frequentare, sogni da mettere da parte per tempi migliori. Malinconico, disilluso e forse anche disposto a tutto pur di trovare la sua pace.

Tom, al contrario, è frenetico, irrequieto, invadente, esasperante, ma con un grande cuore e sempre pronto a gettarsi nelle fiamme pur di aiutare un amico. Divertenti molte sue scene e suoi dialoghi, e tutti i riferimenti alla cultura pop e nerd di cui il romanzo è intriso. 

Infine, interessanti e intriganti i salti temporali, con l'apertura di una seconda trama ambientata nel Seicento, nelle colonie americane, che racconta la storia di Lucas e di Ioan. Una parte, almeno. Quel che è successo in seguito spero che sarà argomento di un altro libro.

Insomma, una lettura piacevole, fresca, moderna, che cala i vampiri nella società contemporanea, lasciando loro quel fascino diabolico e misterioso tipico dell'Ottocento. Lo stile pulito e diretto di Aislinn e l'ottima cura editoriale ne fanno un volume di pregio, che non può mancare nella vostra fanta-libreria!

Buona lettura. A mercoledì, con una nuova recensione! :-)


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