martedì 5 aprile 2016

Recensione "Maze Runner - La fuga"

RECENSIONE "MAZE RUNNER - LA FUGA"

Scrivo questa recensione senza aver ancora letto l'ultimo capitolo della trilogia di Maze Runner, ossia "La rivelazione", quindi è possibile che, dopo che ne avrò terminato la lettura, molti tasselli che adesso vagano come naufraghi nella marea della mancata comprensione trovino posto e quindi la valutazione anche su questo libro possa migliorare. Al momento "La fuga" mi ha lasciato un po' così.

Una premessa è doverosa: avendo visto prima i film, e poi letto i libri, il confronto tra i due è inevitabile, anche solo a livello mentale, nell'immaginare i personaggi o le situazioni. Già il film mi aveva lasciato un senso di incompiutezza, come se mancasse qualcosa, ossia una trama logica che spieghi perché i personaggi compiono determinate azioni e perché vanno in una certa direzione. Questa sensazione è rimasta nel libro, che, va detto, è decisamente diverso dal film, soprattutto nella seconda parte che è completamente diversa. A lettura ultimata, rimangono un sacco di dubbi, un sacco di situazioni che si palesano e che onestamente non ho capito. Non so se sono stato poco attento ma non ho davvero capito come facciano certi personaggi a comparire dal nulla in alcuni punti del deserto (la cosiddetta zona morta) e poi ricomparire a miglia di distanza, o perché si comportino così, o chi siano i "buoni" e chi i "cattivi", quali le alleanze. Diciamo che, essendo il secondo libro di una trilogia, come tutti i libri di mezzo è quello che soffre di più, perché mette ulteriore carne sul fuoco, espandendo la trama del primo libro, ma non rivela troppo, perché a quello ci penserà l'ultimo libro (che, non per nulla, si chiama "La rivelazione"). Quindi anche la mia opinione al riguardo è frammentata, e dipenderà dal terzo libro: in base a quello potrò dire se la trilogia di Maze Runner è una genialata o una grande cavolata. ^^

Per adesso la storia era partita bene, perché il primo libro "Il labirinto" mi è piaciuto. Non tanto per lo stile, che è molto veloce, molto "maschile" direi, con poca introspezione e focalizzato decisamente all'azione, quanto per l'idea stessa dei Radurai nel Labirinto, nello studio delle loro interazioni (che giungono persino a creare un proprio linguaggio) e dei loro tentativi di fuga. Diciamo che il primo libro incuriosisce decisamente. Questa curiosità continua nel secondo, e anzi viene amplificata da una serie di nuove sottotrame (gli Spezzati, la città nel deserto, l'attraversamento delle montagne, nuovi mostri, i ruoli di Teresa e di Aris, la posizione della Cattivo ecc) che gettano ulteriore benzina sul fuoco, senza che di acqua se ne veda traccia. Il finale poi è apertissimo e prepara il lettore al confronto finale tra Thomas, e i (pochi) Radurai superstiti, e la Cattivo. A questo punto la curiosità per il terzo volume è al massimo, al punto che personalmente posso soltanto consigliare di leggere tutti e tre i libri uno dopo l'altro, senza troppe pause. Il ritmo c'è, lo stile incalzante ricalca quello dei film d'azione, i personaggi sono macchiette, questo va detto, nessuna introspezione, a parte il focus su Thomas (che in alcuni momenti stanca, devo dire), ma forse da ragazzetti presi quand'erano bambini e rinchiusi in una radura con sconosciuti non dobbiamo aspettarci troppo, né un linguaggio epico, immagino. Insomma, una recensione in sospeso per un libro ancora in sospeso, in attesa di scoprire come proseguiranno gli eventi. E voi? L'avete letto? Che ne pensate?

A presto con altre recensioni, e soprattutto la recensione di "Maze runner - La rivelazione".


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