INTERVISTA A MALA SPINA
Buon lunedì, viaggiatori di mondi fantastici! Dopo aver parlato dei suoi libri della saga Victorian Horror Story (qua gli articoli precedenti su "Mostri di Londra", qua su "Orrore a Whitechapel", e qua su "Fantasmi sul Tamigi" e "Demoni da Highgate"), oggi abbiamo la possibilità di chiacchierare un po' con Mala Spina, la poliedrica autrice toscana che ha creato Miss Patel, Peter Doyle e gli altri personaggi che animano la Londra vittoriana! ;)
INTERVISTA A
MALA SPINA
Ciao Mala Spina,
benvenuta sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un
po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? Come sei approdata alla scrittura?
Sono una a
cui piace raccontare storie e ne ho tante che aspettano di venire in superficie.
Ho iniziato
a scrivere colpa dei PBEM. Molti anni fa (e sono volutamente generica perché
sono davvero tanti!) erano giochi di narrazione via email molto in voga. In
pratica, una storia veniva portata avanti a turno da un gruppo di
giocatori/scrittori seguendo alcune regole comuni. Dopo qualche anno di
scrittura “ludica” mi è arrivata la prima idea di senso compiuto per un lungo
racconto ed era... di fantascienza.
Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri
preferiti?
In generale
mi piacciono molto i romanzi d’avventura, in tutte le forme possibili. Sono
passata per il lungo periodo delle saghe chilometriche di fantasy epico di
David Eddings e Terry Brooks, c’è stato quello dei libri horror di Koontz e
King, c’è tutt’ora la mia ventennale passione per Lyon Sprague de Camp. Se mi
puntassero una pistola alla testa e mi obbligassero a scegliere solo pochissimi
libri... credo che punterei su “Stregone suo malgrado” di Stasheff, “L’anello
del Re Tritone” di de Camp e probabilmente “Cose Preziose” di King. Il motivo è
che periodicamente e per qualche strana ragione mi torna la voglia di leggerli
di nuovo.
Come mai “Mala Spina”? C’è un segreto, un aneddoto
dietro questo nome d’arte?
Mala Spina
era uno dei miei nickname storici. Oltre a questo, quando ho iniziato a
scrivere seriamente tre anni fa, lavoravo per un editore e non volevo
assolutamente che qualcuno venisse a ficcare il naso nei miei progetti di
scrittura. Aggiungici un po’ di timidezza generica e il fatto di avere un
cognome antipatico nella realtà ed ecco come mai ho iniziato a usare il mio
vecchio nickname anche nelle pubblicazioni.
Sei una scrittrice poliedrica, che si diverte a
giocare con il fantastico, presentandocelo sotto sfumature diverse, che vanno
dal dark all’horror per sfociare nel grottesco. Ti piace sperimentare?
Certo! Dopo
aver passato l’ultimo anno nella mia fase horror-dark fantasy sono decisamente
entrata in una nuova mala-evoluzione: lo Steampunk e anche una deriva
Romance-Thriller. Il Fantasy rimane la mia prima passione ma non la sola.
Come è nata la serie “Victorian Horror Story”? Cosa
volevi raccontare con questa storia?
Anche
Victorian Horror Story è stato un esperimento. In quel periodo avevo letto un
paio di libri ambientati nella Londra Vittoriana e in più ero fresca della
visione del serial “Penny Dreadful”. Tutto è iniziato da Ginny e dall’idea di
avere una protagonista che ci facesse vedere il volto nascosto di Londra. Quando
le protagoniste vengono morse da un vampiro o similari si trasformano in
vampire supersexy ma se le cose andassero diversamente? Volevo esplorare una
Londra oscura evitando le solite figure classiche dei romanzi paranormali a
base di vampiri e licantropi, volevo cacciatori di mostri che ricordassero “La
lega degli straordinari gentlemen”, e volevo una storia mooolto complicata per
la mia protagonista, altrimenti non ci sarebbe stato il divertimento.
È stato difficile documentarsi e muoversi nella Londra
di fine Ottocento?
Nonostante
si tratti di una Londra fantastica ho cercato di ricostruirla in modo credibile
o almeno plausibile per le finalità della trama. Oltre alle mie letture di
romanzi gotici con una buona o ottima ricostruzione storica, fumetti in tema (“From
Hell”, “La lega degli straordinari gentlemen” e alcune uscite Cosmo), film e
telefilm, mi sono stati d’aiuto i siti di informazione orientati proprio a quel
periodo storico, mappe interattive della Londra vittoriana per gli spostamenti
e i luoghi, perfino un video di un ‘ra e mezzo su Youtube con l’intero percorso
interno del cimitero di Highgate. Il problema più grosso? Districarsi tra i
titoli nobiliari!
Parlaci dei personaggi di “Victorian Horror Story”?
Due parole per definire i protagonisti e poi dicci se hai un tuo preferito.
Gli
abitanti della villa di Bishop Road hanno dei segreti e mi è piaciuto giocare
su quello che sembrano alla protagonista (e quindi a chi legge) e ciò che sono
realmente. Ho giocato sui loro rapporti ambigui e su come si evolvono con
l’arrivo di Ginny a scombinare i delicati equilibri tra loro. I miei preferiti
sono due: uno è Johnny il Nero, di cui prima o poi dovrò fare un’illustrazione,
e il secondo è Peter Doyle. Il motivo è che farli parlare è stato facile e la
voce di ognuno di loro veniva fuori da sola senza nessuno sforzo di
immedesimazione. Oltretutto di loro non si sa molto e sono i soggetti ideali
per iniziare altre storie.
Con “Altro Evo” invece siamo in un mondo fantasy più
classico. Parlaci di questo progetto, è concluso? È ancora in evoluzione?
Altro Evo è
il mio primo progetto di scrittura e lo avevo pensato per avere un’“uscita
d’emergenza”, per modo di dire. Lo avevo studiato fin dall’inizio in modo che
fosse composto di episodi indipendenti (a differenza di Victorian Horror Story)
così, se per qualche ragione non avessi più potuto portare avanti la serie, non
ci sarebbero state storie rimaste a mezzo. Ho pubblicato i primi quattro
episodi, ma in realtà dovrebbero essere sei per completare il quadro e
risolvere tutti i punti misteriosi. Il quinto episodio è scritto al 40% e al
momento non ho idea di quando lo finirò.
Infine “Il Mangia Peccati”. Di cosa tratta questa
storia (che ha un’ambientazione ben delineata)?
Il Mangia
Peccati si svolge nello stesso universo di Victorian Horror Story, solo qualche
anno prima e in Italia, più precisamente in Toscana.
Il tutto è
nato da una coincidenza di fattori. Mio nonno mi aveva lasciato una raccolta di
bellissime riviste risalenti al 1890-1892 (la Tribuna Illustrata), avevo un
periodo in cui ero fissata con l’horror e il weird, inoltre volevo ambientare
il tutto in una zona che mi è piaciuto visitare qualche tempo fa: la
Garfagnana.
L’obiettivo
era scrivere una commedia orrorifica, un genere bislacco che non ha poi
tantissimi esempi perché non è facile unire humor a temi horror. Quindi è nato
Martino, il protagonista sfortunato la cui famiglia ha una tradizione da Mangia
Peccati e che ricorda molto Shaun di “Shaun of the dead”. Si sono uniti
compagni altrettanto bizzarri che hanno fatto da comprimari e ho unito il tutto
con una trama alla Lovecraft.
Quando si
muore senza confessione i peccati seguono l'anima, ma a volte sono così immondi
da rimanere indietro.
In casi
come questi ci vuole... un professionista.
Ti piacerebbe vivere in uno dei mondi da te creati?
Solo se
posso esserne protagonista!
Progetti futuri?
Riuscire a
concludere il racconto su cui sto lavorando in questo periodo: una commedia
steampunk a base di dirigibili e automi impazziti. Possibilmente riuscire a
finire il quinto volume di Altro Evo e magari iniziare il thriller storico cui
sto pensando da un po’. Poi smetterò di dormire per riuscire a far tutto.
Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi
fantastici”.
Grazie a
te, Alessio!
Ricordo a tutti che Mala Spina ha uno splendido sito, in cui potete curiosare in tutta la sua produzione fantastica, horror e quant'altro produrrà! ;)
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