lunedì 14 dicembre 2015

Il Calibrario dell'Avvento - Giorno 14: Tania Paxia

IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 14: TANIA PAXIA


Il Calibrario dell'Avvento è lieto di presentarvi quest'oggi una giovane scrittrice toscana, autrice sia di romanzi fantastici che rosa: Tania Paxia. Grande appassionata di libri, fumetti e manga, ha esordito nel 2013 con il primo capitolo delle avventure fantastiche di Nicholas ed Evelyn (Il diamante guardiano), per poi proseguire con il thriller "La pergamena del tempio", il paranormal "Il marchio dell'anima" e approdare ai romance. Il suo ultimo libro "Prima che arrivassi tu" è uscito da pochi giorni ed è disponibile, assieme agli altri, su Amazon in formato digitale. Tutti i romanzi di Tania Paxia sono autoprodotti. Per avere ulteriori informazioni su di lei e i suoi lavori, questo il suo sito con un'efficace presentazione di tutti i suoi libri.



Titolo: Prima che arrivassi tu
Autore: Tania Paxia
Editore: Self-publishing
Genere: romance
Formato: digitale
Prezzo: 0,99 euro
Pagine: 323
Disponibile su Amazon e sugli store di ebook.
Su Amazon possibilità di leggere un estratto.
Il sito di Tania Paxia.
La pagina Facebook dell'autrice.


Trama: Allegra (Ally) Thomas ha ventun anni, vive a Pisa e ha cambiato tre facoltà diverse in tre anni. È avvilita e senza una prospettiva per il futuro, soprattutto dopo la brusca lite con il padre di origini americane che la vorrebbe laureata in architettura, come lui. Ma Ally ha un sogno: scrivere e tradurre libri. Le cose si complicano dopo la sua partenza programmata per una vacanza di tre mesi a Brooklyn organizzata dai suoi zii e cugini americani. All'inizio è logorata dai sensi di colpa e perseguitata dagli incubi, ma le basta uno scontro accidentale con un ragazzo, Evan James, sul marciapiede di fronte al ristorante di suo zio, per cambiare tutto, arricchire le sue giornate e passare qualche ora spensierata...a parte la sbornia che riesce a rimediare durante un'uscita con suo cugino e i suoi due amici, tra i quali c'è anche Evan. Ma Evan ha in mente soltanto una donna: Madison. Per questo Ally decide di stringere una promessa solenne con lui per aiutarlo nell'impresa di riconquistare la sua ex fidanzata. Tra equivoci, shopping, bagni in piscina, chiacchierate al buio e baci rubati, Ally cercherà di fare chiarezza su ciò che vuole davvero. 
“Non hai mai stretto una promessa solenne?” scosse la testa. “Sul serio?” aggiunsi, allibita. “Intreccia il mignolo col mio e ripeti quello che ho detto”.
“Bastava anche una stretta di mano”.
“No no”, scossi il capo. “Ci vuole la promessa solenne”. Agitai la mano in aria per incitarlo e, con diffidenza, intrecciò il suo mignolo col mio.
“Prometto di aiutarti”, si interruppe per ricordarsi le parole che avevo usato io, “se tu aiuterai me, quando e se”, si interruppe ancora, “ne avrò bisogno?” risultò più come una domanda, ma apprezzai il tentativo. 
 ***

INTERVISTA A TANIA PAXIA
Ciao Tania,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni? Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientata?

Sono una studentessa iscritta alla facoltà di giurisprudenza. Oltre a questo, le mie passioni vanno dalla lettura di gialli/thriller e fantasy, al disegno su carta e in digitale (lo sto sperimentando ultimamente). Ma la mia più grande passione, che mi ha seguito sin dall’adolescenza, è la scrittura. No, per me non è un lavoro, perché vorrei fare altro nella vita, ma comunque è uno sfogo non da poco mettere su carta i pensieri, gli appunti o una storia oppure, meglio ancora, un romanzo. Ogni romanzo fa parte di un periodo specifico della mia vita e credo che senza quei libri non sarei riuscita a prendere certe decisioni. Diciamo che la scrittura è una sorta di valvola di sfogo e non potrei mai farne a meno.

Cosa ne pensi della distinzione di “generi”. Sei un tipo piuttosto settoriale al riguardo o ti piace sperimentare, spaziare anche da un genere all’altro, lasciando la penna libera di scrivere ciò che vuole?

Sinceramente a me importa poco dei generi. Se ho una storia in testa, la scrivo. Anche in alcuni fantasy che ho scritto c’è una vena “romantica” (quindi rosa) e una “investigativa” e di mistero. A volte mi piace mescolare più “generi” insieme.

Dopo un inizio più fantasy/fantastico, ultimamente ti sei data più al romance, con “Sono io, Taylor Jordan”; “Ti amo già da un po’” e l’ultimo “Prima che arrivassi tu”. Come mai? Ti trovi più a tuo agio con questo genere? Avevi delle storie in mente che volevi raccontare?

Non mi sento molto a mio agio, in realtà. Per questo cerco di scrivere romanzi rosa piuttosto comici e allegri, perché come lettrice non riesco a leggere libri angoscianti o con un finale triste. Credo che ogni tanto qualcosa di leggero e spensierato faccia bene all’umore e all’anima. “Sono io Taylor Jordan!” l’ho scritto l’anno scorso tra un fantasy e l’altro, così giusto per staccare. Poi ho deciso di pubblicarlo a maggio di quest’anno. Per quanto riguarda gli altri due, li ho scritti di seguito perché avevo queste due storie in testa che mi tormentavano anche durante il sonno e quindi le ho dovute scrivere per forza! 
 
È appena uscito il tuo ultimo romanzo “Prima che arrivassi tu”. Come è nato questo libro? Cosa volevi raccontare ai lettori? Non l’ho ancora letto, ma dalla sinossi mi ricorda “una commedia degli equivoci”, con la giusta dose di romanticismo e ironia, senza scadere nel sentimentalismo struggente, una moderna commedia frizzante, dico bene?

È nato da un altro sogno ricorrente e ho preso anche spunto dalla mia passione per la scrittura per riversarla nella protagonista. Sì, il romanzo è molto ironico in certi tratti e sdolcinato quanto basta per una commedia romantica. Non sono capace di scrivere cose troppo smielate. Ho cercato di esprimere i pensieri e i sentimenti che più si avvicinano alla realtà di tutti i giorni. E spero di essere riuscita nell’intento.

Una curiosità: come scegli i nomi per i tuoi personaggi? Hanno qualche significato? Suonano bene? Ti ispiri a qualche fonte?

Per alcuni libri mi sono ispirata ai nomi di famiglia, per altri ho tirato a sorte perché non riuscivo a decidere, mentre il caso più eccezionale credo sia stato “La cacciatrice di stelle” perché i nomi di tre personaggi li ho proprio sentiti pronunciare in sogno. Roba da fantascienza, ma è così. Per fortuna me li sono appuntati subito al risveglio, altrimenti Amuna non si sarebbe mai chiamata così e neanche Jeremiah.

Una domanda personale, ho notato che abiti in provincia di Livorno, quindi siamo vicini (io abito a Viareggio ^^), e infatti in “La pergamena del tempio” la storia si dipana tra misteri e leggende proprio a Bibbona. Come hai ideato questo romanzo? Hai recuperato alcune fonti o leggende locali? È stato divertente ambientare il libro in una realtà a te vicina, o più impegnativo? Hai in programma altri lavori da ambientare in Toscana?


Per questo romanzo mi sono ispirata a delle storie e leggende locali, ma anche basandomi sugli studi di alcuni ricercatori della zona. Nel corso della scrittura del libro ho scoperto io stessa alcune cose che ho illustrato in una presentazione svoltasi il 17 maggio 2014 nella vecchia sede del comune di Bibbona. Alcuni avvenimenti nel romanzo, com’è ovvio, li ho inventati di sana pianta, per collegare alcuni fatti reali alle leggende del posto. È stato impegnativo perché c’era sempre il rischio di scrivere delle cose che magari non collimavano con la realtà, quindi è stato molto faticoso far quadrare tutta la storia messa insieme. Questo libro era nato come saggio, ma poi avevo intenzione di scrivere un giallo (come esperimento) e allora ho unito entrambe le cose per farne un giallo su base storica. Non so se ci sono riuscita, ma mi sono divertita molto. 

La tua saga “Nicholas ed Evelyn” è iniziata con “Il Diamante Guardiano”, e proseguita con il racconto “il Dragone Carbonchio”, come continuerà? Stai lavorando al seguito? Puoi anticiparci qualcosa?

Certo. Il seguito è quasi pronto. Manca qualche capitolo, perché ancora sono incerta sull’idea di scrivere un terzo volume e quindi non so se concluderla con questo secondo romanzo o meno. È un po’ di tempo che ci sto pensando, ma ancora non ho preso una vera e propria decisione. L’unica cosa che posso anticipare è che i due protagonisti avranno a che fare con il “tempo”. 

La disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti? 


A me l’ebook ha cambiato il modo di leggere, nel senso che posso leggere ovunque, senza portarmi “mattoni” pesantissimi in giro o in treno. Ho anche alcuni Codici in formato ebook che uso a lezione (a casa ho anche quelli cartacei ma sfido chiunque a portarli in borsa). Non rinuncerò mai ai libri cartacei, perché mi piace anche collezionarli e tenerli nelle mie librerie sparse per casa. Per quanto riguarda la scrittura, nessuno avrebbe mai letto un mio romanzo se non lo avessi pubblicato in ebook, quindi per me è stato fondamentale. In definitiva, mi sento di affermare che un ebook e un cartaceo sono pur sempre romanzi, con o senza carta. Le parole hanno lo stesso peso sia che si trovino stampate in cartaceo o stampate in digitale in ebook, quindi, da questo punto di vista, per me non c’è alcuna differenza. Il libro non è presente fisicamente, ma gli ebook contengono ugualmente delle storie che vale la pena leggere.

Infine, qual è il libro che consiglieresti da regalare a Natale?

Mah non saprei consigliarne uno solo. Forse i libri di Neil Gaiman. “Nessun dove” mi è piaciuto parecchio, quindi lo consiglio a chiunque.

Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te per avermi dato questa opportunità!




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