mercoledì 16 dicembre 2015

Il Calibrario dell'Avvento - Giorno 16: Teuto Virus

IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 16: TEUTO VIRUS


Nuovo appuntamento per il Calendario dei Libri dell'Avvento. Oggi tocca a "Teuto Virus", un racconto di fantascienza di Mario Pacchiarotti, della scuderia Sad Dog Project, un collettivo di autori di cui abbiamo già parlato qui sul blog. Dal sito del progetto "Sad Dog", scopriamo qualcosa di più sull'autore, in attesa di leggere la sua intervista: "Mario Pacchiarotti ha iniziato a scrivere con costanza solo da un paio di anni rivelando subito una grande passione per i racconti. La sua estrazione tecnica e il suo amore per la fantascienza e la letteratura fantastica in generale emergono con chiarezza dai suoi lavori. Non gli piace sentirsi limitato da un genere specifico e anzi trova molto stimolante scrivere senza imporsi vincoli di questo tipo. I suoi testi dunque non sono sempre facili da inquadrate ma spesso finisce per etichettarli come fantascienza anche se non sempre appartenenti a pieno titolo a questo genere."



Il primo dei suoi testi apparso in Sad Dog Project è TeutoVirus, un racconto che affronta con un pizzico di ironia alcuni luoghi comuni tipici di chi ha una mentalità razzista, assumendoli come veri e giocando proprio sull'assurdità degli effetti che questa assunzione comporta.

Titolo: Teuto Virus
Autore: Mario Pacchiarotti
Sad Dog Project
Genere: racconto di fantascienza
Formato: Digitale e cartaceo
Prezzo: 0,99 digitale / 3,49 cartaceo
Pagine: 27
Disponibile su Amazon e sui principali store di ebook.
Su Amazon possibilità di leggere un estratto.
Il blog di Mario Pacchiarotti: "Pagine sporche".

Sinossi: Cosa succede se immaginiamo un mondo dove i preconcetti razzisti sono davvero validi? Dove la genetica determina senza scampo le qualità della gente? Cosa succede se in quel mondo uno scienziato geniale, bonaccione ma razzista decide di cambiare le cose?
Con Teutovirus l'autore crea una storia dove i luoghi comuni vengono resi realtà solo per potervi poi ironizzare sopra. Una dimostrazione "per assurdo" della poca consistenza di certe tesi razziste che vengono messe alla berlina proprio supponendole vere.
Da leggere con le parole di Rita Levi-Montalcini ben impresse nella mente: “Sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti”. E voi? Non avrete mica paura di beccarvi il Teutovirus vero? 
***

INTERVISTA A MARIO PACCHIAROTTI

Ciao Mario, parlaci un po’ di te, quali sono le tue passioni, i tuoi interessi e, nello specifico, com’è stato il tuo approccio alla scrittura. 

Credo di essere l’anziano del gruppo, ben 56 anni. Tante passioni, la famiglia, l’informatica, le tecnologie, la lettura, il gioco. Una cosa è certa spazio molto, sono curioso, non mi stanco mai di imparare. L’approccio alla scrittura è stato casuale, qualcosa negli anni ‘90, e poi con l’avvento di Amazon in Italia mi ha fatto venire voglia di provare la piattaforma e quindi perché non scrivere di nuovo? Poi ci ho preso gusto ed eccomi qui.


Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è? 

Difficile rispondere, più che altro per abbondanza. Per reazione sarò sintetico al massimo. Le letture che preferisco sono quelle che mi fanno pensare anche dopo che ho smesso di leggere. I generi del fantastico sono quelli che amo di più, a partire dalla fantascienza. Ma leggo tutto. Da ragazzino in mancanza di altro mi sono letto anche qualche enciclopedia intera. Il libro della mia vita non è un romanzo, L’arte di amare di Fromm. Un romanzo a cui sono affezionato in particolare, La mano sinistra delle tenebre di Ursula Le Guin, ormai purtroppo introvabile.


In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Per prima cosa voglio dire che al contrario da quello che si dice, in Italia ci sono meno scrittori per abitante rispetto a tanti altri paesi. Che poi non si legga molto è vero ed è questo semmai il problema. Proprio in questo periodo ho iniziato a interagire con una scuola per incentivare la lettura. Nel prepararmi ho scoperto che in Gran Bretagna ci sono meravigliose iniziative per favorire la lettura giovanile, vi basta fare qualche ricerca su Internet per scoprirle, e rosicare. Ecco, se vogliamo che questo paese legga, impari, cresca, dovremmo spendere tempo e denaro sui giovani, fin da piccolini. Un’idea per incentivare la lettura a Natale? Ai ragazzi non regalate i libri che piacciono a voi, regalate quelli che sapete piaceranno a loro. (ottimo consiglio! NdAle)


Come è nato il progetto Sad Dog? Quale pensi che sia il punto di forza di questa nuova iniziativa editoriale? 

Un’idea di Luca Sartori e Diego Tonini a cui mi sono aggregato volentieri. Il punto di forza è lo stesso motivo per cui è nato: tempi rapidi e procedure snelle. E pochi, pochissimi vincoli.


A questo proposito devo chiedervi, chi realizza/sceglie le copertine? Perché sono davvero fighissime: semplici ma efficaci, catturano l’attenzione del lettore. E qui mi sorge un’altra domanda: quanto è importante l’aspetto grafico in un libro, per invogliare il lettore ad aprirlo? Indipendentemente dalla qualità del testo (ancora ignota a chi si avvicina al libro), quanto conta la copertina (e magari anche la quarta e l’impaginazione del testo)?

Le copertine sono frutto di un po’ di brainstorming in diretta e dell’abilità del nostro “copertinaro”, ma ve lo dirà lui nella sua intervista. La copertina è importante e così è importante anche la grafica dell’interno. Noi stiamo cercando di fare entrambe le cose al meglio. Sinossi (quarta di copertina) e immagine sono quello che fanno comprare il libro, almeno quando hai di fronte il lettore casuale. Poi si spera che chi ci legge trovi piacevoli i nostri racconti e possa cominciare a cercarci per i contenuti.


Parliamo del tuo ultimo lavoro Teutovirus: come è nato? Cosa volevi raccontare con questa storia? È stato interessante e produttivo confrontarti con gli altri colleghi di Sad Dog per migliorare assieme il testo? Cosa hai imparato? 

Molto spesso i miei racconti nascono dai sentimenti che provo di fronte al mondo. Alle notizie, agli avvenimenti, ai fatti anche quotidiani. Il razzismo mi colpisce molto, specialmente quello di un popolo come quello italiano che ne è stato e ne è ancora vittima esso stesso. Con questo racconto voglio prendere in giro quel modo di pensare per cui i popoli sono stereotipati, italiani mafiosi, gente del sud sfaticata e disonesta, e così dicendo. Ecco quindi che può essere utile ironizzare facendo finta che la realtà sia davvero come la vedono i razzisti, che basti modificare un po’ di patrimonio genetico per cambiare una popolazione.

Il racconto era stato già editato dalla mia amica Marta Paparella e quindi mi aspettavo che non ci fossero problemi. Nonostante questo qualcosina era passata e sia Marta che gli altri cagnolini mi hanno segnalato cose da sistemare. Tanti occhi vedono meglio di due. Una cosa importante è anche ricevere dagli altri una conferma di avere un racconto gradevole e pronto per il pubblico.



La disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti? 

Credo che la disputa tra carta e digitale sia in realtà solo una disputa tra diversi modi di fare editoria. Alcuni editori, indipendentemente dalle dimensioni, sono ancorati sulla produzione cartacea e non amano il digitale. Altri navigano solo con i bit e rifiutano la carta. Io credo che non si debba rinunciare a nessun media e che tutti vadano sfruttati al meglio, pensando se possibile fuori dagli schemi.

Le piccole case editrici per quanto mi riguarda sono un patrimonio da salvaguardare. Hanno spesso strutture snelle e dinamiche e riescono a volte a fare discorsi qualitativi che i grandi ormai stanno sempre più mettendo da parte per motivi economici. In Italia la cultura degli autori indie non ha ancora preso piede e non sappiamo se lo farà mai, ma nei paesi anglosassoni rappresenta una fetta significativa di mercato e contiene anche grandi autori. Non penso sia saggio per nessuno ignorare questa opportunità.


Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?


Un romanzo finito, da editare, che conto di far uscire entro il primo semestre del prossimo anno, un mezzo giallo distopico e anche utopico. Roba strana, roba che non si pubblica con gli editori, temo. Poi una raccolta dei racconti che ho scritto e pubblicato (ma anche no) negli anni 2014-2015, sempre in autonomia, vedremo se con Sad Dog o meno. Infine in cantiere un altro romanzo, pura fantascienza stavolta e una novellette con protagonista una gatta. Ma di idee ne ho tante, speriamo di trovare il tempo.


Infine, qual è il libro che consiglieresti da regalare a Natale?


Ho appena letto L’esilarante mistero del papà scomparso di Gaiman, ottimo per un papà che voglia fare un regalo a un figlio/a piccolo, a patto di leggerlo insieme. Per i più grandi uno qualsiasi dei libri della Gainsworth Publishing va bene. Per i fantascientifici come me, provate Livido di Francesco Verso. Questo chiaramente dopo che avrete letto tutti i racconti del Sad Dog Project eheheh.


Grazie per essere stato ospite del blog “i mondi fantastici”.

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