IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 21: LA BATTAGLIA DI AQUIRAMA
Siamo agli scoccioli. Le ultime finestre del calendario dei libri si stanno aprendo ma c'è ancora tempo per regalare emozioni e sorprese ai lettori. Oggi l'appuntamento è con un bel romanzo fantasy guerriero e sanguigno: "La battaglia di Aquirama", di Andrea Zanotti, già segnalato in un precedente articolo sul blog. Andrea, infatti, è l'autore e creatore della saga "mondi infiniti", che si compone di due trilogie, racconti autonomi e questo nuovo romanzo, come sempre autoprodotto. Tutti i libri di Andrea Zanotti sono disponibili su Amazon per acquisto immediato (digitale).
Titolo: La battaglia di Aquirama
Autore: Andrea Zanotti
Editore: Selfpublishing
Genere: Fantasy
Formato: Digitale
Prezzo: 1,25 euro (al momento)
Pagine: 282
Pagine: 282
Disponibile su Amazon e sui principali store di ebook.
Su Amazon possibilità di leggere un estratto.
Infiniti Mondi: progetto a cui Andrea collabora.
Per contattare l'autore o avere notizie sui suoi lavori, questo è il blog di Andrea Zanotti.
Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall’altra e Aquirama nel mezzo. La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull’orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all’interno stesso delle mura cittadine? In un giorno e in una notte la storia millenaria della città potrebbe essere sconvolta.
La
Battaglia di Aquirama è un military fantasy autoconclusivo che vi farà
vivere ora per ora gli sviluppi di questo scontro in un crescendo di
violenza e drammaticità che nell’arco di un giorno e una notte deciderà
le sorti di migliaia di persone.
***
INTERVISTA A ANDREA ZANOTTI
Ciao Andrea, parlaci un po’ di te. Quali sono
i tuoi interessi, le tue passioni?
Oltre a tutto quello che ruota
attorno ai Mondi fantastici? Lettura, scrittura e giochi da tavolo sono le mie
valvole di sfogo principali. A queste aggiungo l’hockey su ghiaccio. Sono un
tifosissimo dell’Hockey Club Bolzano Foxes! Peccato che tutte queste passioni
debbano essere compresse nelle poche ore che non trascorro in ufficio a lavoro…
Com’è stato, e com’è tutt’oggi,
il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per
lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientato?
Per lavoro? Magari! Quello
sarebbe il sogno di tutti noi artigiani della scrittura…
Ho scoperto la scrittura tardi,
tardissimo anzi. A trent’anni suonati. Non appena iniziato (per gioco) il primo
romanzo, mi sono reso conto della magia che pervade quest’attività. Non esagero
dicendo che quando scrivo entro in una sorta di trance. Vedere i personaggi
crescere e dotarsi di una personalità propria che trascende qualsiasi bozza o
piano precostituito, è la vera magia. Non potrei più farne a meno.
Mi piacerebbe scrivere romanzi
storici, ma la ritengo un’arte ancora troppo complessa per me. Ci vuole
preparazione e tempo. Intanto mi dedico al fantasy, dove qualche concessione e
libertà in più si può prendere. Amo anche molto le ambientazioni western,
meglio con qualche contaminazione weird, ma in Italia è una nicchia nella
nicchia, per cui ho scritto solo alcuni racconti in questo ambito.
Quali sono le tue letture
preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo
della tua vita, qual è?
Sono un lettore onnivoro… quasi.
Insomma, non chiedetemi di leggere libri con adolescenti vampiri bellocci
perché quelli proprio non li digerisco. Prediligo la letteratura d’evasione,
fantasy, horror, weird ma anche romanzi storici e sci-fi. Parallelamente però
coltivo anche letture formative, mi piace spaziare. Tutto ciò che riguarda
storia e antropologia delle religioni, con qualche scampagnata nell’esoterismo
e nelle pratiche animiste.
Il romanzo della mia vita? Una
saga che in Italia non ha riscontrato il successo che merita. L’autore è Steven
Erikson, con la sua Saga “La Caduta di Malazan”. Parte della colpa ricade sulla
casa editrice e sulle pessime copertine che ha appioppato ai suoi libri. Si
tratta di un ciclo fantasy dalla complessità e dall’originalità senza paragoni
a mio parere. Non è un fantasy da affrontare su una spiaggia piena di bimbi che
fanno chiasso o stipati nei meandri affollati di una metropolitana, ma per chi
avrà la pazienza di calarsi nel mondo ricreato da Erikson, credo che la
profondità dell’esperienza di lettura ripaghi ampiamente. Pagine di epicità assoluta.
Passiamo ai tuoi lavori. La prima
domanda è un po’ scontata, e immagino te l’abbiano già fatta in molti: come mai
hai scelto la strada dell’autopubblicazione? Quali vantaggi offre a un autore
emergente? Come promuovi i tuoi libri?
Il discorso sull’editoria in
Italia sarebbe piuttosto lungo, diciamo che la “goccia che ha fatto traboccare
il vaso” è stata la risposta ricevuta da una grande casa editrice che mi
chiedeva un contributo per pubblicare con loro il mio primo romanzo. Se anche
le Big si mettono a chiedere contributi per il “rischio che si accollano a lanciare
un esordiente” proprio non ci siamo. Meglio fare da soli, anche perché così si
ha il controllo completo sul processo di pubblicazione, tempistiche comprese.
Sono abbastanza prolifico quindi attendere i tempi di una casa editrice mi
darebbe comunque noia. Per quanto riguarda la promozione però ho un grande
rimpianto, ossia la mia ignoranza in campo informatico. Da buon barbaro
selvaggio, irsuto e setoloso, odio tutte le tecnologie. Questo è il mio limite
maggiore. Ho un blog, www.scrittorindipendenti.com (molto
spartano ovviamente) grazie al quale ho conosciuto molti scrittori con i quali
cerchiamo di percorrere un sentiero comune. Questa è la principale fonte di
promozione delle nostre opere. Offriamo ai nostri lettori recensioni su testi
di autori indie e nel contempo mettiamo in vetrina i nostri. Purtroppo devo
notare che c’è un certo egocentrismo da parte di alcuni self publisher, molti
dei quali preferiscono portare avanti ognuno il proprio blog personale
piuttosto che aderire a una “casa comune” che presenterebbe economie di scala e
vantaggi inconfutabili per tutti.
Presenta, a un lettore
completamente all’oscuro dei tuoi lavori, la saga dei Mondi Infiniti. Di cosa
parla? Come la definiresti?
Le cose semplici non mi sono mai
piaciute, purtroppo, quindi avevo intenzione di creare una serie di romanzi
connessi fra loro ma che potessero essere anche letti a sé stanti. La cosa
ovviamente si è rivelata piuttosto complicata e alla fine è nata l’idea degli
Infiniti Mondi.
Ho deciso di strutturare ogni
Mondo con la forma della classica trilogia fantasy, in modo tale da poter
offrire il primo romanzo della serie in download gratuito. Il lettore può così
valutare se la storia, e la mia prosa, gli piacciono senza ulteriori oneri, se
non quello di superare i preconcetti verso le autopubblicazioni.
Ogni Mondo offre una vicenda
particolare, autoconclusiva, ma è collegata a livello “più alto” a tutti gli
altri Mondi. Il collegamento avviene non solo attraverso il comune Pantheon di
Divinità che presidiano questo universo degli Infiniti Mondi, ma anche da una
realtà non-ordinaria dove finiscono le anime dei defunti dei diversi Mondi. Le
possibilità quindi di ritrovare personaggi già visti non mancano, ma non voglio
spoilerare oltre.
Ad ogni modo ogni mio scritto,
compresi i racconti brevi ed i testi di ambientazioni differenti dal classico
fantasy, hanno sempre rimandi alla saga e rimangono coerenti con la mitologia
proposta (o almeno questo è il mio intento!).
Mondo Uno e Mondo Due sono dei
fantasy piuttosto cupi, nei quali non si trovano né le canoniche razze, né i
classici eroi buoni e perfetti. Ho cercato di offrire diversi punti di vista,
creando personaggi quanto più vicini alla realtà possibile, con pregi e
difetti, paure e pregiudizi. Uomini che si trovano ad affrontare “situazioni
limite” compreso il confronto indiretto con divinità bizzose e invadenti. Un
fantasy che, spero, possa far riflettere, perché penso che ogni testo di
evasione letteraria debba avere diversi livelli di lettura per poter essere
considerato un buon testo.
Nella tua saga si sentono
influenze storiche, religiose e mitologiche, da molte civiltà del mondo,
rielaborate però per creare un universo autonomo e indipendente. Come è stato,
o come è, lavorare alla creazione di questo mondo così complesso? Immagino sia
molto impegnativo, anche soltanto doversi ricordare tutti i luoghi, i nomi dei
personaggi, gli eventi; come procedi su questo fronte? Hai tonnellate di
appunti, schede dei personaggi, una lavagna con tutti gli schemi, dei validi
assistenti o un’ottima memoria?
Premetto che in fatto di memoria
ho carenze allarmanti. Capita che qualche lettore mi domandi qualcosa ed io
debba andare a rileggermi i miei pezzi per non far figuracce agghiaccianti,
capaci di mettere in dubbio la mia stessa paternità sull’opera. Immagino che
nelle anguste stanze della mia mente non ci sia spazio a sufficienza e le nuove
idee vadano a sostituire immediatamente quelle già trasposte su carta…
Quando invece scrivo è tutto più
semplice. Non sono solito fare schede personaggi o cose del genere. Preparo una
sorta di brogliaccio, molto generico, nel quale stabilisco un punto di partenza
e uno d’arrivo e le motivazioni alla base dei singoli personaggi. Individuo
delle tappe fondamentali, a grandi linee, possiamo dire per semplificare i “titoli
dei capitoli”. Poi però lascio che siano i personaggi “a svelarmi” quello che
accadrà più nello specifico. Questi sono il fulcro della storia e prendono vita
man mano. In tutti i miei lavoretti questi crescono mano a mano, perché io
stesso non li conosco appieno quando li genero. Il bello del processo creativo
della scrittura è proprio questo a mio avviso, ognuno lo affronta a modo suo, e
non esistono regole auree. La parte peggiore ovviamente è che più si procede
con la stesura del testo, minori diventano le vie percorribili per giungere a
una conclusione coerente, la creatività a un certo punto deve essere
imbrigliata, messa in secondo piano e sostituita dall’analisi razionale.
Discorso diverso per
l’ambientazione. Adoro trasporre fatti reali in contesti
fantasy. Ci sono eventi storici che hanno dell’incredibile e spesso quando
leggiamo romanzi fantasy neppure ci rendiamo conto che quello che ci appare
magia non è altro che una realtà storicamente avvenuta con qualche piccolo
abbellimento. Penso solo alle opere ingegneristiche compiute dalle legioni
romane o ai templi edificati dalle diverse culture precristiane e più in
generale alla fede che gli antichi avevano nelle proprie divinità, alle società
complesse che questi forgiavano a loro nome. Gli spunti sono infiniti.
Il tuo ultimo lavoro è “La
battaglia di Aquirama”, che, per quanto legato alla saga dei Mondi Infiniti, è
un romanzo autoconclusivo. Come è nato questo libro? Può essere letto anche
senza aver letto le due trilogie precedenti? La storia si svolge nell’arco di
una giornata (giorno e notte, per la precisione): come mai questa precisa
scelta temporale?
Mentre scrivevo Mondo Due parte
dei protagonisti si sono trovati a transitare presso la città di Aquirama,
ricordando la grande battaglia che lì si era svolta una decina di anni prima ed
alla quale alcuni di loro avevano partecipato. Un riferimento di poche frasi in
realtà che però mi ha molto ispirato.
Ammetto che in quel periodo stavo
leggendo The Heroes di Joe Abercrombie, romanzo che parla di una battaglia di
tre giorni. A quel punto l’idea mi è stata servita su un piatto d’argento, non
avrei potuto non accorgermene.
In questo caso la gestazione è
stata un po’ più complessa, in quanto volevo assolutamente ricreare qualcosa di
“storicamente” accettabile, quindi ho dovuto fare qualche ricerca in più per
rendere il tutto verosimile.
Far muovere eserciti di decine di
migliaia di uomini in uno spazio adeguato ha richiesto un minimo di
approfondimento su tattiche, stili di combattimento, equipaggiamenti, manovre e
gradi militari, fino alle cose più basilari che spesso si danno per scontate ma
che invece rischiano di rovinare tutto.
Quanti chilometri può percorrere
un’unità di cavalleria pesante in un’ora? E la cavalleria leggera? Un singolo
messaggero? E la linea di visuale dall’alto di una collina a quanto ammonta? La
gittata di una catapulta?
Insomma avevo parecchie cose da
far quadrare prima di partire.
Ad ogni modo La Battaglia di
Aquirama è un testo che può essere letto singolarmente. Poi, se personaggi come
il Sarto, Yorik o il Capitano della Centuria Rovers, saranno piaciuti, si
leggerà ancor più volentieri Mondo Due nel quale saranno protagonisti assoluti.
La scelta temporale è stata
dettata dalla volontà di imprimere al romanzo un ritmo “forsennato”. Gli eventi
precipitano rapidamente, quello che si attendeva come un lungo e logorante
assedio si trasforma invece in qualcosa di ben peggiore. E’ l’escalation tipica
dei conflitti bellici moderni, con armi devastanti, ruolo che nel romanzo è
ricoperto dall’evocazione di Elementali dell’Aria e della Terra. Armi potenti
ma difficili da controllare.
Quali sono le tue fonti di
ispirazione? Libri, film, fumetti, giochi di ruolo?
Come ogni amante della fantasia
ne apprezzo la trasposizione in tutti gli ambiti. Da ragazzo passavo ore con
gli amici a giocare a PC. Scontri fra imperi a giochi epici quali Warlords o
Age of Wonder potevano protrarsi per mesi interi. Bei momenti.
Giochi di ruolo? Certo, anche
quelli, negli anni in cui venivano etichettati come materia del demonio!
Anche film e cartoni hanno avuto
il loro ruolo nella mia “formazione”. Come non citare Ken il Guerriero? O film
quali Mad Max o Ladyhawke? Eccezionali.
Infine, sopra ogni cosa, i libri. Sono d’accordo con chi afferma
che non si possa neppure pensare di scrivere se prima non si sono lette
tonnellate di libri. La lettura è magia, non riesco neppure a immaginare un
mondo privo di questa possibilità, anzi, forse sì: l’inferno.
In Italia ci sono più scrittori
che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi,
cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una
ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo
te?
Il problema è convincere questa
massa critica di aspiranti scrittori che non si può scrivere senza essere degli
accaniti lettori, come dicevo pocanzi. Inoltre, l’aspirante scrittore che
finisce con l’autopubblicarsi dovrebbe essere il primo a dar fiducia ad altri
che hanno seguito quella via. Invece capita spesso di leggere sui forum le
lamentele struggenti di chi non viene letto, per poi scoprire che a propria
volta non ha mai letto un autore indie.
Grottesco.
Inoltre si perdono delle vere e
proprie chicche. Colgo l’occasione per citare alcuni nomi, scrittori indie che
nel frattempo sono diventati anche amici e le cui opere non hanno assolutamente
nulla da invidiare agli autori pubblicati e pubblicizzati dalle grandi case
editrici: Francesco Bertolino, Irene Grazzini e Alessandro Manzetti. Provare
per credere!
Per tornare alla tua domanda, a
mio avviso tutti siamo dei potenziali forti lettori, solo che non lo sappiamo
finchè non ci capita di trovare il genere che fa per noi. E’ la scuola che
dovrebbe incentivare la lettura libera, senza tralasciare i grandi classici, ma
non trasformandola in una sorta di costrizione. Altrimenti come può un libro
competere con playstation e similari, se viene percepita come un dovere e non
un piacere?
In età adulta invece è il fattore
tempo a complicare le cose. Prendersi una mezzora per staccare da tutto e
concedersi la lettura di un libro non è sempre cosa facile. Certo se si avesse
il coraggio di spegnere la tv, il tempo si troverebbe!
La disputa ebook/cartaceo: ha
davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su
altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori
emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole
case editrici con tutti i loro ovvi limiti?
A mio avviso la disputa era cosa
artefatta, utilizzata dai grandi editori per proteggere i propri interessi, ma
i tempi sono maturi, non ci si può opporre al progresso (anche se non sempre
questo è un bene ^_^).
Io amo il profumo dei libri, li
considero alla stregua di reliquie sacre. Un lettore e-book non potrà mai
sostituirli, non c’è nulla da fare. Può essere pratico, maneggevole,
permetterti di fare mille altre cose, evidenziare, fare collegamenti, leggere
al buio, ingrandire i caratteri ecc… ma è un'altra cosa. Ovviamente pure io
alterno le due tipologie proprio perché ho concluso gli spazi negli scaffali.
Per quanto riguarda invece gli
autori emergenti l’avvento degli ebook è stato fondamentale. Le piccole case
editrici non le considero neppure. A parte qualche rarissimo caso, mancano
totalmente di professionalità imprenditoriale. Rimango sbalordito dal vedere
che in qualche modo riescano a rimanere sul mercato, ma come visibilità per gli
autori sono assolutamente inefficaci. Oggi come oggi è molto meglio
l’autopubblicazione.
Essere presenti su tutti gli
store offre possibilità un tempo impensabili per chi si autopubblicava in
cartaceo. Io in effetti oramai pubblico solo in ebook e devo dire che qualche
soddisfazione me la sono tolta. Anche come lettore devo dire che ci sono
vantaggi evidenti. L’offerta si è molto ampliata permettendo di coprire quelle
nicchie che le grandi case editrici, sempre allineate a seguire “l’ultima
moda”, non presidiano.
Progetti per il futuro? Puoi
anticiparci qualcosa? Continuerai a lavorare sulla saga “mondi infiniti” o
pensi che ci sarà qualche novità autonoma?
Naturalmente, infiniti progetti
^_^
In realtà un romanzo l’ho
ultimato da poco. Il titolo provvisorio? “Il Mesmerista”. Non fa propriamente
parte del progetto Infiniti Mondi, anche se sotto sotto le tematiche che mi
sono care rimangono e i più attenti potrebbero trovare alcuni “collegamenti
nascosti”. E’ ambientato ai giorni nostri, il protagonista è un giovane professore
di storia, separato e con una bimba di 4 anni, nella cui vita irrompe questo
Mesmerista, a capo del Circo della Redenzione.
Non è ancora sicuro che segua la
via dell’autopubblicazione. Vedremo.
Il progetto legato agli Infiniti
Mondi ha corso parecchio negli ultimi tre anni e mezzo, con l’uscita di sette
romanzi, uno ogni 6 mesi. Ora necessita di tirare il fiato. Il Mondo Tre comunque è già
chiaro nella mia mente, ma al momento ho un altro romanzo che preme per vedere
la luce. Sarà ambientato in una sorta di purgatorio… un purgatorio-western lo
definirei, condito da elementi voodoo.
Infine, qual è il libro che
consiglieresti da regalare a Natale?
L’importante è regalare libri, o
buoni per acquistarne, perché se non conosciamo bene i gusti del destinatario
rischiamo di fare un buco nell’acqua.
Ad ogni modo un libro ve lo
consiglio: La Nave di Teseo di J.J.
Abrams. Lo vedo adatto a tutti, è un’opera assolutamente bizzarra, un omaggio
all’oggetto libro e ad una sua nuova possibile modalità di fruizione. E’ un
oggetto speciale, perfetto come regalo, ha una bella confezione a cofanetto e
dentro contiene dozzine di gadget che accompagneranno il lettore durante
l’avventura. Credo di avervi tediato a sufficienza, quindi se volete ulteriori
info vi rimando alla recensione che ho fatto su scrittorindipendenti.
Grazie per essere stato ospite
del blog “I mondi fantastici”.
Grazie a te Alessio e un augurio
di feste liete e goderecce a tutte le tue belle lettrici e ai tuoi aitanti lettori!
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