IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 7: MURDER, SHE BAKED!
Settimo giorno del Calendario dei Libri per l'avvento, e secondo appuntamento con il Sad Dog Project, collettivo di autori italiani, specializzati in storie di genere, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo sul blog. Oggi tocca a Diego Tonini, autore di "Murder, she baked", un racconto horror che strizza l'occhio a un famoso romanzo di Agatha Christie. In quest'articolo scopriremo qualcosa di più sul racconto e sul suo autore, in un'intervista in cui c'è spazio per letteratura, editoria e progetti personali. Buona lettura!
Titolo: Murder, she Baked!
Autore: Diego Tonini
Sad Dog Project
Genere: horror
Formato: cartaceo e digitale
Prezzo: 0,99 digitale / 3,49 cartaceo
Pagine: 33
Disponibile su Amazon un estratto.
Pagina Facebook di Diego Tonini.
Trama: Lisa è appena arrivata in città e non conosce nessuno; secondo la
sua coinquilina Rita, un corso di cake design è proprio quello che ci
vuole per incontrare altra gente e fare nuove amicizie. Lei è piuttosto
scettica ma si lascia convincere dall'amica a presentarsi alla prima
lezione. Da quel giorno la vita di Lisa non sarà più la stessa: Barbie,
l'insegnante, incarna tutto quello che ha sempre detestato, ma
nonostante ciò, o forse proprio per questo ne è morbosamente attratta,
tanto da scatenare la gelosia dell'amica Rita. Ma sotto il suo aspetto
zuccheroso, Barbie nasconde un macabro segreto che Lisa scoprirà a sue
spese... Un horror a tinte pastello in cui il gusto della crema al burro
si mischia a quello dolciastro del sangue e l'odore dei biscotti si
fonde con quello della morte...
«Perché non ti iscrivi? Potrebbe essere una buona occasione per uscire dal gucio, per farti qualche nuova amica» le sventolò il volantino sotto il naso, facendo quel sorriso da ragazzina maliziosa che si portava dietro dai tempi della scuola.«Mi basti tu come amica» rispose, sorridendo a sua volta, «e comunque non so cucinare».«Per questo devi fare il corso, se fossi una provetta pasticcera a cosa ti servirebbe?»dovette arrendersi a quella logica inattaccabile.«Fa' vedere qua sta roba» le strappò di mano il volantino, un tripudio di colori pastello da ci ammiccavano forme vaporose di torte, patinate come modelli di biancheria intima.
L'autore: chi è Diego Tonini? Scrive da una vita e legge da prima ancora, narrativa di genere
soprattutto, per la maggior parte fantascienza e fantasy, com qualche
escursione nell'horror e nel noir; ma ha trovato la via della
pubblicazione solo nel 2014 con L'Ultimo Eroe, un racconto fantasy ironico edito da Gainsworth Publishing, affiancato dal sequel L'Antro del Drago l'anno successivo. Attualmente, oltre che con Sad Dog, per cui ha pubblicato Murder, She Baked,
un horror condito di humor nero ambientato nel mondo del cake design,
sta lavorando all'editing del suo primo romanzo che vedrà la luce alla
fine del 2015 per Nativi Digitali.
***
INTERVISTA A DIEGO TONINI
Ciao Diego, parlaci un po’ di te,
quali sono le tue passioni, i tuoi interessi e, nello specifico, com’è stato il
tuo approccio alla scrittura?
Le mie passioni… scienza, arte, fotografia e letteratura, non
necessariamente in questo ordine. Amo la scienza, in particolare chimica e
fisica, e ho cercato di farne una professione, anche se con risultati
altalenanti, e trovo che abbia più affinità di quanto si pensi con l'arte e la
letteratura come disciplina in cui coniugare creatività con rispetto di alcune
regole fondamentali. Cero il bilancio Creatività Vs regole è diverso nei due
campi e pende di più verso le seconde per l'attività scientifica e verso le
prime per quella artistica, ma l'equilibrio tra queste due istanze c'è sempre.
Mi piace molto anche la fotografia, ma in genere mi piace un po' di tutto, sono
un animo curioso e con tanta voglia di conoscere cose nuove.
Quali sono le tue letture
preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo
della tua vita, qual è?
Fantascienza
e fantasy principalmente, poi un po' tutta la letteratura fantastica. Col
realistico e il romance faccio un po' difficoltà, lo ammetto. Adoro Philip
Dick, Neil Gaiman, William Gibson, Tolkien, Pratchett, Moorcok… sì lo ammetto,
ho una predilezione per gli anglosassoni. Romanzo della mia vita? Non sono uno
di quelli che vanno fuori di testa per un singolo autore o una singola opera,
però, dovendo scegliere, la trilogia dello Sprawl di William Gibson
(Neuromante, Giù nel Cyberspazio, Monna Lisa Cyberpunk) li ho letti da
ragazzino, ero alle medie, ed è stata una folgorazione anche se ero troppo
giovane per capirli davvero, poi li ho riletti varie volte, in inglese e in
italiano, e ogni volta mi stupisco di quanto Gibson sia fottutamente bravo con
le parole: ogni frase, ogni singolo pezzo di testo è studiato in amniera
perfetta. Senza togliere che la storia è grandiosa.
In Italia ci sono più scrittori
che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi,
cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una
ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo
te?
Secondo
me il problema è che in Italia si è sempre vista la letteratura, e di
conseguenza l'attività di lettura, come un qualcosa di “culturale” e perciò
elitario; quando qualcuno in TV o a scuola affronta il problema, cerca di
invogliare le persone a leggere, lo fa dicendoti che leggere è importante, che
ti arricchisce, che ti “rende colto” tutte cose vere, certo, ma ci si dimentica
che leggere è prima di tutto intrattenimento, leggere deve essere bello,
divertente, deve trasmettere emozioni… un ragazzino viene invogliato a leggere
facendogli vedere che dentro un romanzo c'è tutto un mondo di avventure, non facendogli
un clistere di Promessi Sposi... guarda che razza di libri ti propinano a
scuola, come fa un ragazzo di 14 anni ad appassionarsi alla lettura se tu gli
massacri le balle con la storia di due contadini del seicento che non riescono
a sposarsi? E soprattutto, guarda come lo fanno a scuola: nessuno spiega i
Promessi Sposi partendo dalla trama, dall'intrigo, dalla lotta di un poveraccio
contro il sistema, no, ti fanno imparare l'addio ai monti e ti ammorbano con le
settemila revisioni…
OK
sto divagando: la mia ricetta? Far capire che leggere un romanzo è prima di
tutto divertente, avvicinarsi ai gusti della gente, nobilitare la letteratura
di genere allo stesso livello di quella considerata “alta” (considerata da chi,
poi?), non schifare le parole “intrattenimento” e “commerciale.”
Come è nato il progetto Sad Dog?
Quale pensi che sia il punto di forza di questa nuova iniziativa editoriale?
Sad
Dog è nata da me e Lorenzo: io avevo questo racconto, Murder She Baked, che
volevo autopubblicare e avevo pensato al marchio Sad Dog per identificarlo,
Lorenzo stava pensando al progetto del collettivo di autori… ed eccoci qui!
L'idea alla base è avere uno sbocco veloce e immediato per i racconti di
genere, e avere il controllo su quello che pubblichiamo, dall'inizio alla fine:
scrittura, editing, correzione di bozze,copertina, impaginazione e marketing.
Lavoriamo in team, ognuno fa qualcosa e tutti leggono e revisionano i racconti
degli altri, così che il risultato finale sia sempre di ottimo livello. Sai,
troppo spesso, a causa di alcuna robaccia che è uscita, si identifica il self
publishing con la bassa qualità, e ciò non è per niente
vero.
A questo proposito devo
chiedervi, chi realizza/sceglie le copertine? Perché sono davvero fighissime:
semplici ma efficaci, catturano l’attenzione del lettore. E qui mi sorge
un’altra domanda: quanto è importante l’aspetto grafico in un libro, per
invogliare il lettore ad aprirlo? Indipendentemente dalla qualità del testo
(ancora ignota a chi si avvicina al libro), quanto conta la copertina (e magari
anche la quarta e l’impaginazione del testo)?
Come
avrai notato, c'è una certa differenza di stile tra la copertina di Murder e le
altre, questo perché Murder è stato il primo racconto Sad Dog, pubblicato
quando il gruppo contava solo Lorenzo e me e tutto quanto era ancora in stato
embrionale. In quel caso la copertina è stata disegnata dalla mia fidanzata,
che fa la pittrice, e impaginata da me, mentre le altre tre sono frutto
principalmente dell'abilità di Lorenzo che è quello più scafato con i programmi
di impaginazione e si nota anche dal fatto che sono più omogenee tra loro. Io
le adoro tutte e quattro e trovo che siano venute molto bene, meglio di alcune
cose “professionali” che si vedono in libreria.
Parliamo del tuo ultimo lavoro
(Murder, She Baked): come è nato? Cosa volevi raccontare con questa storia? È
stato interessante e produttivo confrontarti con gli altri colleghi di Sad Dog
per migliorare assieme il testo? Cosa hai imparato?
Murder,
She Baked nasce da un concorso. Il tema era "il mostro" e io avevo
iniziato a scrivere una storia di vacche assassine e malgari scomparsi che però
non mi soddisfaceva, stentava a decollare; ero già rassegnato a non partecipare
quando mi venne l'idea che sta alla base di Murder, She Baked (e che non vi
posso dire per non rovinarvi la lettura). Buttai giù il racconto tutto d'un
fiato, senza una scaletta iniziale, seguendo il corso della storia come mi
veniva mentre scrivevo, e alla fine mi ritrovai con un raccontino di ventimila
battute scarse che mandai alla casa editrice che organizzava il concorso. Non
ho vinto, ma avevo tra le mani questo racconto che mi sembrava venuto bene sì,
ma sentivo un po' striminzito, costretto com'era nei limiti dettati dal
concorso. Lo lasciai lì per un po' poi decisi di riprenderlo in mano: lo
allungai, aggiungendo spessore ai personaggi e dandogli la forma che ha ora. Per
quanto riguarda il tema, volevo cimentarmi con un genere diverso, qualcosa di
grottesco, alla Chuck Palahniuk, e ho pensato che il mondo del cake design ci
cascasse a pennello.
Come
ho detto, Murder è stato il primo racconto Sad Dog, quindi ha subito in maniera
minore il processo di revisione perché Ilaria e Mario non erano ancora nel
“branco,” però per me è stato molto istruttivo confrontarmi con gli altri sui
loro testi, sia per quanto riguarda la parte prettamente letteraria che per
tutte le attività di contorno. Ecc, le cose su cui sto imparando di più sono proprio queste: grafica, impaginazione,
marketing… è un lavoraccio, richiede un sacco di impegno e per chi ha un lavoro
“vero” e una famiglia (ho un bimbo di due anni) non è sempre facile. Ma ci
stiamo impegnando tutti a fondo.
La disputa ebook/cartaceo: ha
davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su
altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori
emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole
case editrici con tutti i loro ovvi limiti?
Io
penso che sia una disputa creata ad arte da editori che non vogliono perdere il
loro predominio sul mercato. Ebook, audiolibri, carta, questi sono solo mezzi,
l'importante è il contenuto, quello che l'utore vuole comunicare. Questa guerra
tra i formati non c'è stata nel passaggio dal disco al CD e poi all'mp3, né per
la transizione WHS/DVD/Blue Ray, perché per i libri sì? Perché l'editoria è in
mano a quattro vecchi che non riescono a seguire l'evoluzione ma non vogliono
mollare la presa sul mercato? Noi
siamo partiti con gli ebook e abbiamo aggiunto i cartacei perché vogliamo
arrivare a quanti più lettori possibili e purtroppo in Italia c'è un gap
tecnologico da colmare riguardo alla diffusione dei libri elettronici ma,
ripeto, a noi interessa vire letti, non sapere se il lettore medio preferisce
la carta o i bit.
Progetti per il futuro? Puoi
anticiparci qualcosa?
Ci
sono in ballo altri racconti marchiati Sad Dog, ovviamente, poi continuerà la
mia collaborazione con Gainsworth Publishing per i racconti fantasy ironici
ambientati nel mondo di Okkerlund e dopo natale uscirà anche il mio primo
romanzo, un hard boiled surreale pubblicato da Nativi Digitali Edizioni. Come
vedi l'esistenza di Sad Dog non impedisce a me (e anche agli altri) di lavorare
con le case editrici, crediamo che siano due vie complementari e non mutualmente
esclusive all'editoria.
Infine, qual è il libro che
consiglieresti da regalare a Natale?
A
parte i nostri, dici? Vediamo, innanzitutto consiglio di andare a guardare il
catalogo Gainsworth Publishing e Nativi Digitali, sono due piccole case editrici
che pubblicano ottimi prodotti (e non lo dico perché sto lavorando con loro,
sto lavorando con loro proprio perché le ritengo due case editrici molto
valide, seppur profondamente diverse tra loro).
Tra i
“grandi:” tutti i libri di William Gibson per chi ama la fantascienza e il
tecnothriller, The Great North Road di Peter Hamilton per chi ama la
fantascienza e ha già letto Gibson (purtroppo non credo sia stato tradotto in
italiano); La Storia Infinita di Michael Ende per un ragazzo che vuole scoprire
il piacere della lettura; Buona Apocalisse a Tutti di Neil Gaiman e Terry
Pratchett per che ha bisogno di farsi una risata (quindi credo tutti).
Grazie per essere stato ospite
del blog “i mondi fantastici”. Appuntamento a domani con un nuovo libro del calendario dell'avvento! :)
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