martedì 15 marzo 2016

Primavera di libri - Luca Meloni

PRIMAVERA DI LIBRI - LUCA MELONI

Torna la poesia sul blog "I mondi fantastici". Dopo la segnalazione del libro "Come un'onda nel tempo", Luca Meloni ci regala oggi un'inedita intervista per parlare di sé, del suo approccio alla scrittura e della raccolta poetica appena pubblicata. "Come un'onda nel tempo" è il racconto di una solitudine, di un un passato che vuole essere rivissuto e masticato, stanato in ogni luogo abbia cercato di nascondersi, perché per andare avanti è necessario chiudere tutti i conti, nessuno escluso, e poco importa quanto male possa fare. Il libro può essere acquistato sul sito della casa editrice Eretica Edizioni.





INTERVISTA A LUCA MELONI

Ciao Luca, presentati ai lettori del blog. Parlaci un po’ di te, quali sono i tuoi interessi, le tue passioni? 

Ciao Alessio, innanzitutto grazie a te e a "I mondi fantastici" per avermi invitato. Mi chiamo Luca Meloni, ho 31 anni e ho terminato un anno fa un dottorato in Culture Classiche e Moderne all'Università di Torino. Mi occupo principalmente di cinema e letteratura, sono un appassionato di serie televisive e adoro viaggiare. Soldi permettendo, chiaramente.

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? 


[sorride] Quando qualcuno mi rivolge questa domanda mi viene sempre in mente la risposta di Pasolini sul senso della scrittura e cioè che questa fosse “una cosa completamente priva di senso”. Scrivere fa parte della mia persona e delle mie abitudini, anche se non sono assolutamente costante. E poi è una parte importante della mia formazione, di un percorso di crescita individuale e professionale. Direi che in determinate situazioni è addirittura un impulso, una sorta di “prendere appunti” di ciò che vivo e sento in un determinato momento.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Domanda difficile: se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, quale sarebbe?

Il romanzo che più mi ha segnato è certamente To the Lighthouse (Gita al faro) di Virginia Woolf. È una lettura piuttosto impegnativa che consiglierei a chiunque. Un genere? A dirti la verità non ho un genere predefinito: apprezzo molto gli autori del modernismo e mi capita spesso di rileggere Joyce ed Eliot. Trovo che The Waste Land (La terra desolata) sia una fonte inesauribile di spunti e riflessioni di ogni tipo.

Passiamo ai tuoi lavori. Di recente hai pubblicato la raccolta di poesie “Come un’onda nel tempo”. Come mai la scelta del genere poetico? Sei un appassionato? O hai pensato fosse lo strumento adatto per veicolare il tuo messaggio?

Inizialmente mi sarebbe piaciuto che la quarta di copertina iniziasse con la dicitura “Come un'onda nel tempo non è una raccolta di poesie dal momento che chi scrive non è e non si considera un poeta”. Poi ho lasciato perdere e la frase è diventata la presentazione della pagina facebook della raccolta. Ti dico questo perché in realtà è stata concepita più come una raccolta di pensieri, di appunti rimessi in ordine di un determinato momento della mia vita che sentivo il bisogno di allontanare e mettere a fuoco attraverso la scrittura. Una cara amica mi disse, dopo averlo letto, che era “una specie di pugno allo stomaco, ma di quelli che fanno bene”. Ebbene, io non so quanto le mie intenzioni coincidano effettivamente con il risultato finale ma so che la forma breve, e quella specifica forma breve e frammentata, era la più indicata per veicolare i messaggi della raccolta.

Vuoi presentare ai lettori “Come un’onda nel tempo” con parole tue? Come nasce questo progetto? Cosa volevi dire?


Il progetto è nato anni fa in maniera del tutto discontinua. Era il 2010, mi stavo per laureare e affrontavo un periodo piuttosto complicato. Iniziai ad annotare quotidianamente e quasi per gioco sensazioni, momenti, riflessioni di passaggio. Mesi dopo avevo accumulato parecchio materiale e per un po' di tempo è rimasto lì, nella sua bella cartella “bozze” sulla scrivania del mio computer. Poi, durante la stesura della mia tesi di dottorato, mi è capitato di rileggerne alcuni e ho iniziato a pensare che ci fosse un filo conduttore su cui potevo lavorare a distanza di tempo e in un'ottica più ampia. Ho aggiunto pensieri, ne ho cestinato altri (parecchi), altri ancora sono stati fusi e riscritti in componimenti nuovi. Utilizzavo Come un'onda nel tempo come la mia pausa giornaliera dalla tesi e dopo un anno i frammenti si erano in qualche modo amalgamati e raccontavano una storia. Avevo trovato una trama e questa era il percorso di una separazione (nella fattispecie della mia) e del disordine emotivo che ne deriva.

C’è una poesia, o più di una, a cui sei particolarmente legato? Perché?

Ce ne sono parecchie ma quella a cui mi sento più legato è sicuramente Solo andata. È come un fermo-immagine che cambia perché l'ho vissuto e rivissuto tantissime volte. Io vengo dalla Sardegna e per oltre dieci anni sono stato a Torino. Milano centrale, come anche il porto di Genova, identificano due traiettorie differenti: la prima verso casa, la seconda di ritorno da casa. Non parlo tanto di casa come luogo fisico ma piuttosto di affetti, stili di vita differenti, prospettive sempre più inconciliabili. Ecco, Solo andata parla di questo, del momento in cui ti rendi conto delle conseguenze di alcune scelte mentre intorno a te il mondo continua a muoversi alla stessa velocità di sempre.

In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “primaverile” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Beh, non è semplice quello che mi chiedi. Sicuramente c'è la necessità di una valorizzazione dei testi letterari e questo è molto difficile tenendo in considerazione il loro moltiplicarsi, a prescindere dalla qualità dei testi in questione. In più la lettura, e qui mi viene in mente Calvino, è un atto “necessariamente individuale, molto più dello scrivere” ed è forse questo il consiglio che mi sentirei di dare: cercare di ritagliarsi del tempo, lontani dalla televisione e dai social network, e ricordare a noi stessi quanto ogni libro contribuisca – chiaramente in modi e tempi differenti – a renderci persone migliori e a cambiare la percezione stessa delle nostre vite.

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Sto lavorando a una raccolta di articoli su alcune serie televisive che vorrei pubblicare prossimamente. Ho collaborato negli ultimi tre anni con alcune riviste online ma preferisco il cartaceo e mi piacerebbe riunire e migliorare il materiale esistente. Vorrei intitolarlo Le serie tv della mia vita, sulla scia di Truffaut.

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

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