DENTRO UN LIBRO: "Una canzone all'improvviso" di Elena Covani
Nuova rubrica del blog, in cui entriamo dentro i libri per mettere insieme tutte le citazioni di libri, film e canzoni presenti. Iniziamo con "Una canzone all'improvviso", la commedia romantica di Elena Covani con protagonista Cassandra, una trentenne pasticciona, fiera della sua indipendente vita da single che si imbatte in un uomo affascinante, costretta dai propri sentimenti a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto. "Una canzone all'improvviso" è un romanzo divertente e molto piacevole da leggere, anche per il pubblico maschile, ed è ricco di citazioni di canzoni, che accompagnano Cassandra nelle sue giornate. Cuffie pronte, musica via!
Vivo sola con il mio gatto Gaspare [...] Ormai è quasi cieco, anche se lui non lo vuol far sapere. Mi piace pensare che sia tutta una messa in scena per depistarmi e che quando me ne vado al lavoro organizzi in segreto grandi festini con gli altri castrati della zona al ritmo di "We are family".
Uscii dal negozio ed esattamente in quel momento gli altoparlanti della strada stavano passando "Ricomincio da qui". Non è mai stato possibile per me ignorare questi segni del destino e sulle note di Malika Ayane rientrai nel negozio e chiesi di essere assunta come commessa.
Non sono proprio un tipo da televisione, preferisco di gran lunga leggere, ascoltare musica o navigare in internet, ma come ogni ossessiva compulsiva ho i miei programmi preferiti, durante i quali a nessuno è concesso disturbare, neanche a qualcuno in fin di vita. Negli anni Ottanta c'era Kiss me Licia, negli anni Novanta E.R. Medici in prima linea, adesso C.S.I, la scena del crimine.
Istintivamente accendo la radio e comincia "Bohemian rhapsody" dei Queen, Freddy cantando mi ricorda una cosa che non ho ancora fatto in tutto il giorno e che potrebbe costarmi molto caro: cavolo, devo chiamare mia madre. Prendo il cellulare digitando la chiamata rapida numero tre e la voce perennemente allarmata di mia madre mi risponde al secondo squillo.
Arrivo al lavoro, apro la serranda e accendo la radio: "I gotta feeling" dei Black Eyed Peas, qualcosa di giusto per darmi la carica. Comincio a sculettare tra le tisane diuretiche e gli integratori alimentari quando, nel bel mezzo del ritornello che stavo cantando con un tubo di balsamo alle erbe come mircofono, mi accorgo che qualcuno è entrato in negozio. Ops. Cominciamo bene la mattinata.
La serata con Stella e le altre non mi sembra più così male dopo la giornata di oggi, devo solo trovare qualcosa da mettere. Monto in macchina e la radio, amica fedele, passa "Stuck in a moment" degli U2: "It's just a moment, this time will pass...". Giusto, è solo un momento, poi passa tutto. Magicamente mi ritorna il sorriso.
Caffè, bagno, Gaspare, eccetera eccetera, tutto regolare. Monto in macchina e stamani la radio mi regala una perla: "Satellite of love", Lou Red. Con il cuore leggero arrivo a lavoro e comincio la solita trafila di sistemazioni.
E' fantastico stare in negozio con questa pace, è spuntato un po' di sole quindi tanta gente si sarà riversata sulle spiagge piuttosto che venire a cuocere in centro e, come a sottolineare i miei pensieri, alla radio cominciano le note di "Vamos a la playa".
La radio passa "You are just too good to be true". La prima cosa positiva è che sono riuscita a non fare alcun danno; la seconda è che in effetti è veramente bello. La terza è che il suo modo di invitarmi stasera è stato veramente intrigante e originale, quindi non ho più dubbi e neanche scuse. Mi metto a cercare spasmodicamente il cellulare.
Marco, Stella e Margherita non gli fanno neanche finire la frase che sono già seduti, mentre io mi incammino con molta cautela lungo il bordo della piscina fino a un tavolo a ridosso del piccolo palco, dove una band sta suonando e una ragazza canta "Summertime".
Cantando a squarciagola una vecchissima versione di "Because the night" penso al fatto che oggi dovrò passare la giornata al telefono, ripetendo almeno quattro volte la stessa versione della serata.
Attacco il telefono con un sorriso ebete, ringraziando il cielo che non sia stata una videochiamata, mi avvicino allo stereo camminando su nuvolette rosa e azzurre mentre sopra la mia testa piccoli pony e stelline luccicanti volteggiano insieme. Premo play e, mentre le note di un vecchio album di Franco Battiato fanno svolazzare come impazzite le farfalle nel mio stomaco, sul divano la mia vecchia copia di "I fiori del male" è aperto alla pagina della poesia "Il gatto".
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
trattieni le unghie della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi striati
di metallo e d'agata.
Quando le dita indugiano ad accarezzare
la tua testa e il dorso elastico
e la mano s'inebria del piacere di palpare
il tuo corpo elettrico,
vedo la mia donna in spirito. Il suo sguardo
come il tuo, amabile bestia,
profondo e freddo, taglia e fende come un dardo,
e, dai piedi fino alla testa,
un'aria sottile, un minaccioso profumo
circolano attorno al suo corpo bruno.
Finalmente riesco a trovare un minuto per guardare il cellulare, che avevo tenuto fino a quel momento con la suoneria spenta per essere sicura di non interrompere qualcosa d'importante con "Waka waka" di Shakira.
Ci sistema in un tavolino vicino al lago apparecchiato con una vivace tovaglia a quadri bianchi e verdi, un bel mazzolino di fiori di campo al centro e illuminato da una candela; nell'aria risuona una vecchia versione di "That's amore", fatto che aumenta di una buona percentuale il mio nervosismo ma che tuttavia sparisce immediatamente in quanto, non appena ci sediamo, arriva una ragazza con un cestino pieno di focaccia calda sulla quale mi tuffo neanche non mangiassi da un mese intero.
Arrivata finalmente a casa mi preparo per prendermi cura di me stessa: metto nello stereo un vecchio disco di George Michael e sulle note di "Freedom" accendo l'acqua della doccia e comincio a spogliarmi. Nell'esatto momento in cui mi infilo sotto l'acqua, suonano alla porta.
Cominciano a riaffiorare nella mia memoria le varie storie passate nelle quali, anche solo per poco tempo, sono riuscita a sentirmi felice. La tristezza velocemente si trasforma in tenerezza e in un rammarico dolce e amaro per il tempo che è passato. E' così che ci si sente vecchi? Spero proprio di no. Con in bocca questo sapere strano e comunque ricco, monto in macchina e torno alla mia vita, magari solitaria, ma pur sempre tranquilla e serena, mentre mi accompagna Alanis Morrisette, con le note di "Ironic": "Life is a funny way stinking you up when you thing everything's ok and everything's going right..."
"E se domani un altro bacio dimmi che sapore avrà...". Ci si mette anche la radio a buttare giù il mio morale, già a terra a livelli storici. Guidando verso casa ho la sensazione di stare per implodere da un momento all'altro.
Non hanno capito niente, non è assolutamente vero. Io sono sempre io. Mi sto solo godendo il momento perché tanto finirà. Finisce sempre. Al solo pensiero mi assale una sensazione di vuoto nello stomaco che si espande sempre di più fino ad arrivare alle gambe: meno male che sono seduta, altrimenti cadrei come una pera. La voce di Gianni Morandi comincia a cantare: "La verità ti fa male, lo sai...". Maledetto revival!
Arriviamo al bancone e ordiniamo due consumazioni; mentre aspetto la ragazza che maneggia lo shaker neanche Tom Cruise in Cocktail, alzo gli occhi e noto che Luigi mi sta guardando con aria interrogativa. Cerco di sorridergli, ma la tristezza nei miei occhi è visibile a chiunque.
La strada verso casa di mia madre la faccio correndo come una pazza, scappando dalle fiamme di quell'inferno personale che è la mia vita in questo momento. Cerco di non pensare a quello che ho appena fatto e di svuotare la mente da qualsiasi cosa, stranamente ci riesco fino a che la radio non comincia a trasmettere "The end" dei Doors. "Taci maledetta!". Con un colpo la spengo.
Poi nel corso del romanzo vengono citati i Depeche Mode, i Muse, i Maroon 5, Gloria Gaynor, i Kiss, Chet Baker, Fabri Fibra e altri cantanti e attori che lascio al lettore il piacere di scoprire. Se volete scoprire qualcosa di più su "Una canzone all'improvviso", ecco la recensione qui sul blog "I mondi fantastici": buona lettura!
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