PRIMAVERA DI LIBRI - L'ORA DEL DIAVOLO
Siamo quasi in fondo al Calibrario della Primavera. Due giorni e poi inizierà la nuova stagione che, spero, possiate godere con uno (o più) dei tanti libri segnalati sul blog in quest'iniziativa. Oggi vi presento il mio nuovo libro "L'ora del diavolo", un'antologia di racconti fantastici ispirati a tradizioni e leggende popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane. Ne ho già parlato in un articolo quando è uscito, due mesi fa; da oggi inizierò una piccola rubrica di approfondimento dedicata alle leggende e alle tradizioni folkloristiche che stanno dietro a ciascun racconto. Iniziamo proprio con il racconto "L'ora del diavolo", che dà il titolo all'intera raccolta. E', tra l'altro, anche il primo racconto che ho scritto della serie.
Originariamente questo racconto è comparso nell'antologia "I mondi del fantasy IV" di Limana Umanita Edizioni, presentata a Lucca Comics and Games nel 2014.
"L'ora del diavolo" è un racconto fantastico, dalle sfumature horror, ambientato in una Lucca nebbiosa, con protagonista Lucida Mansi, che si ritrova a correre disperata per le strade della città, inseguita dai cerberi infernali e dai fantasmi del suo passato, che non la lasciano in pace, continuano a perseguitarla fino alla fine.
Questo racconto è ispirato a una celebre figura, ossia quella di Lucida Mansi, una nobildonna lucchese vissuta nel Diciassettesimo Secolo, che ha dato adito addirittura a una leggenda, in cui storia e mito si intersecano, influenzandosi a vicenda. Il sito "La soglia oscura" riporta che "la leggenda sostiene che la ricca nobildonna Lucida Mansi, oltre ad
avere una spiccata attitudine all’omicidio dei suoi numerosi amanti,
temesse la vecchiaia e la perdita della bellezza. Quando si accorse che il suo volto accennava a lasciare spazio alla
maturità, con la comparsa delle prime rughe, stipulò un patto scellerato
col demonio in persona: la sua anima in cambio della bellezza e della
giovinezza nei 30 anni successivi." Ma, come tutti i patti con il diavolo, c'è sempre il rovescio della medaglia e infatti trenta anni dopo il diavolo venne a reclamare il suo tributo, che Lucida però, così aggrappata alla vita, non voleva pagare. Così "la donna scappò, cercando di raggiungere la Torre delle Ore per
fermare l’orologio, pensando così di annullare il contratto diabolico.
Salì velocemente la rampa delle scale, ogni gradino la faceva ansimare,
il cuore impazziva nel petto ma doveva bloccare le lancette… Sarebbe
riuscita ad ingannare il terrificante richiedente?"
Lo scoprirete nel racconto "L'ora del diavolo", di cui vi lascio l'incipit:
Correva. Da ore correva, da quanto non lo sapeva più neppure lei, per le strade di una città immersa nella nebbia e sorda alle sue grida. Com’era possibile che nessuno la udisse? Che nessuno sentisse le invocazioni disperate che stava rivolgendo al Salvatore e a tutti i suoi angeli?Affannata, si voltò a guardarsi indietro, inciampando nella lunga gonna col pizzo e cadendo a terra, tra le pietre umide dell’acciottolato. Aveva piovuto per tutto il giorno, quel lunghissimo giorno che avrebbe dovuto essere l’ultimo della sua vita, impedendole di ammirare la sua città risplendere sotto il sole. Una città forte, elegante e stoica, proprio come lei.Quando la pioggia era cessata, era calata la sera brumosa, sprofondando Lucca e la sua campagna nel silenzio. Che ci fosse il suo zampino, Lucida Mansi non aveva dubbi. Il diavolo non si era dimenticato di lei e voleva divertirsi un po’, torturandola fino a farle implorare la morte. Fino a farle desiderare lo scoccare dell’ultima ora e il pagamento del conto.Tutti i crediti, in fondo, dovevano essere pagati, e lei lo sapeva bene, lei che per trent’anni aveva avuto tutto dalla vita.Il latrare furioso la riscosse, portandola a rialzarsi, stringendo i denti per il dolore alla caviglia e per i piedi gonfi, non abituati a correre in scarpe eleganti. Dietro di lei non c’era nessuno, solo una foschia scura che aveva invaso tutta Via Fillungo, nascondendone i palazzi antichi, le botteghe e i ricordi di giorni in cui vi aveva camminato ammirata da tutti. Ma Lucida sapeva che stavano arrivando, le sembrava quasi di sentirli ansimare sul collo, quei fetidi cani infernali.«Manca poco! Ce la posso fare!», si disse, voltandosi e fissando un punto imprecisato davanti a sé, nel cuore di Lucca, dove stava cercando di arrivare da ore. Di certo il diavolo doveva aver compreso il suo proposito, cambiando la disposizione dei palazzi della città e generando illusioni che Lucida non riusciva a superare. Era impossibile, del resto, che non fosse ancora giunta alla Torre delle Ore.Riprendendo fiato, la nobildonna ricominciò a correre, incurante dei ringhi alle sue spalle. Non doveva farsi distrarre; contro i cerberi non avrebbe avuto speranza. La sua unica possibilità era lassù, nascosta oltre la cappa di morte che saturava l’aria di Lucca, nella più alta torre della città.
Per chi vuole approfondire consiglio "La bella degli specchi", di Mario Tobino, e il saggio "Lucida Mansi nella leggenda e nella storia" di Eugenio Lazzereschi (segnalato pure qui sul blog). La prossima volta scopriremo il racconto "Il guardiano degli Oceanini".
L'antologia "L'ora del diavolo" è disponibile su tutti gli store di libri (Amazon, Ibs, Mondadori Store, Libreria Universitara) e sul sito della casa editrice Sensoinverso Edizioni.
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