PRIMAVERA DI LIBRI - GIULIA MASTRANTONI
Come con il Calibrario dell'Avvento, anche il Calibrario della Primavera ospita interviste a autori che presentano libri non necessariamente fantastici, per variare un po' l'offerta. E' questo il caso di oggi, quando il blog "i mondi fantastici" ospita la giovanissima e talentuosa Giulia Mastrantoni, autore del romanzo erotico "Veronica è mia", edito da Panesi Edizioni, un romanzo molto interessante e decisamente istruttivo, con cui denuncia una certa realtà in cui molte donne, purtroppo, si ritrovano a vivere. Qualche parola sul romanzo prima di far parlare Giulia!
Titolo: Veronica è mia
Autore: Giulia Mastrantoni
Editore: Panesi Edizioni
Genere: Romanzo erotico
Formato: digitale
Pagine: 55
Disponibile su Amazon e su tutti gli store di ebook
Prezzo: 1,99 euro
Trama: Veronica è una ragazza giovane, timida,
innocente. La sua voglia di amare ed essere amata si scontra con quella
di possedere di Max, ragazzo impassibile che entra nel suo corpo e nei
suoi pensieri. Max di giorno, Max di notte, Max in ogni fibra del suo
essere: Max è ossessione e sogno effimero. Veronica, nel tentativo di
non dimenticarlo, lo ricerca e rivive nei corpi vuoti e indifferenti di
altri uomini. Solo una grande forza interiore sarà in grado di rimettere
tutto in discussione.
"Veronica è mia" è pornografia dell'anima, grido di forza e speranza, inno alla rinascita.
INTERVISTA A GIULIA MASTRANTONI
Ciao Giulia,
presentati ai lettori del
blog “i mondi fantastici”, raccontando qualcosa di te. Quali sono i tuoi
interessi, le tue passioni?
Ciao, Alessio! Ciao a
tutti! Mi piace molto leggere, adoro viaggiare, strimpello la chitarra e mi
diverto a scattare foto.
Quali sono le tue letture
preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo
della tua vita, qual è?
Questa sì che è una
domanda difficile! Non c’è un vero genere – leggo un po’ di tutto per non
cadere nella noia. Però non amo molto gli horror. Probabilmente sarebbe la saga
di Puzzy, la strega sudiciona. È con quei libri che ho imparato a leggere e
nutro un affetto particolare per loro.
Com’è stato, e com’è
tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per
passione, per lavoro? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più affini
(come scrittrice)?
Scrivevo – da piccola –
perché sono figlia unica. E non c’è molto da fare, se non disegnare o giocare
con le costruzioni, quando non si ha un partner di malefatte. In più, mi è
sempre piaciuto.
Oggi è diventato un mix
tra un potenziale lavoro e una passione. Scrivo dai comunicati stampa, ai
romanzi, senza farmi mancare nessun genere – e passando per un buon numero di
articoli e post!.
“Veronica è mia” è il tuo
primo romanzo. Com’è nato? C’è stato un evento, un pensiero, qualcosa che ha
scatenato l’ispirazione?
È nato dal bisogno di
denunciare qualcosa che non mi piace, nello specifico la violenza
psicologico-sessuale all’interno delle coppie giovani. È una violenza che non
viene perseguita dalla legge, ma che comporta una serie di conseguenze sulle
vittime – dall’anoressia alla depressione, non manca nulla. Essendo un episodio
frequente ma taciuto, mi sembrava importante parlarne. È soprattutto la
convinzione di poter prevenire questo tipo di violenza, che mi ha spinta a
scrivere la storia di Veronica. Credo che basterebbe ricevere un po’ di
educazione all’autostima e un po’ più di educazione sessuale in fase pre-adolescenziale
perché gli episodi di violenza psicologica subiscano un netto calo. Veronica è mia è un tentativo.
Come mai la scelta del
romanzo erotico per iniziare la tua carriera di scrittrice? Cosa volevi
trasmettere al pubblico?
Avevo già pubblicato Misteri di una notte d’estate, per la
Montag. Si trattava una raccolta di racconti in cui, tra i vari, c’era Elise, unico racconto noir che ho
scritto. La protagonista femminile, usata e decisamente adirata, risolveva i
suoi problemi diventando una serial killer. Uccideva svariati uomini,
continuando a vendicarsi e guadagnandosi una sorta di “immortalità storica”.
Come in Veronica è mia, il lessico
era molto esplicito. Non pensavo che avrei scritto altre cose su quel genere, perché
non sono solita usare termini crudi, né volgari nel mio everyday language – quindi per me era stato uno “sforzo” pensare a
un linguaggio apposito.
Però Elise non aveva detto tutto quello che c’era da raccontare. Aveva
espresso una parte, ovvero la fase della rabbia, che viene attraversata un po’
da tutte le vittime. «E tutto il resto?», mi sono chiesta. Quindi è nata
Veronica, con il suo modo molto più maturo di affrontare i problemi. Sesso e
linguaggio esplicito sono stati due alleati che mi hanno aiutata a far
pervenire la storia di Veronica al lettore. Ci sono sfumature psicologiche e un
percorso di crescita interiore che prendono il sopravvento sull’elemento
sessuale, facendolo diventare uno strumento della storia.
Fino ad ora, il messaggio
è stato capito. Ho ricevuto supporto e persino dei messaggi di ragazze – che
non conoscevo – che si sono riconosciute in Veronica.
Generi e attualità:
spesso, una certa critica miope (tutta italiana) accusa la letteratura di
genere di essere puro edonismo, eppure è possibile servirsene per affrontare
temi attuali e scottanti (qualche esempio? La prostituzione, la violenza sulle
donne, gli abusi sui minori, il tema del diverso e quant’altro). Cosa ne pensi
al riguardo?
Ho trascorso un semestre
nel Quebec, studiando per la laurea magistrale. Uno tra i corsi che seguivo è
andato a toccare proprio questa tematica: la dignità della letteratura di
genere. Ci sono moltissimi romanzi “di genere” che si fanno portatori di un
messaggio, anche molto importante – leggerli è un piacere. Al di là di questo, ho
trovato che la letteratura di genere, in alcuni casi, sfociava nel noioso. Per
il semplice fatto che ci sono romanzi scritti per essere copie di altri. Bisogna
scrivere perché viene spontaneo, non all’ombra di qualche altra grande storia.
Bisogna anche aggiungere
che “il messaggio non fa la qualità”. Ci sono romanzi che sono belli proprio perché
ci si perde nella storia e basta - quelli di Agatha Christie, per esempio. Non
per questo valgono meno di altri: leggerli può servire ad affinare il proprio
inglese, oppure, se letti in traduzione, possono aiutare ad ampliare il proprio
lessico italiano.
In Italia ci sono più
scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i
problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea,
una ricetta “primaverile” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere
secondo te?
Nel mio caso, ho
“imparato a leggere” grazie alla mia famiglia e alla mia maestra delle
elementari. La prima mi ha insegnato che poteva essere un bel passatempo, la
seconda che leggere mi avrebbe aiutata a diventare una persona migliore, quando
sarei stata «grande».
Non sono madre e non sono
neppure un’insegnante, ma leggo storie al mio cagnolino. Un po’ perché voglio
vedere se riesco ad “insegnargli l’italiano” e un po’ perché, per me, leggere è
il passatempo. Mi viene spontaneo
trasmetterlo.
Non riesco ad immaginare una vita senza libri, quindi non so neanche immaginare una soluzione a un “problema di non-lettura” che non riesco davvero a fare mio.
La disputa
ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare
le forze su altro? Che ne pensi? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti
a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case
editrici cartacee con tutti i loro ovvi limiti?
Gli eBook, per la me
lettrice, sono uno strumento bellissimo. Viaggiando molto, avere i miei libri
su un mini dispositivo è una bella fortuna! Sono anche un modo per farsi
conoscere per i nuovi autori: costano poco, sono immediatamente fruibili... una
bella opportunità. Dall’altra parte, ci sono tanti self pieni zeppi di errori
di ortografia. E questo danneggia il mercato dei libri – un lettore che legge
pochissimo, se incappa in un libro del genere, inizierà a leggere ancor meno,
perché non sarà invogliato. Però vorrei aggiungere
che anche le piccole case editrici che pubblicano in cartaceo spesso e
volentieri non fanno editing – e finiscono con il mandare in stampa orrori
grammaticali. Quindi direi che non è l’eBook il problema, quanto la poca
professionalità di alcuni «professionisti»
del settore. Un po’ di attenzione e di amore in più per il proprio lavoro
risolverebbero tanti problemi – focalizziamoci su questo.
Progetti per il futuro? A
cosa stai lavorando? Puoi anticiparci qualcosa?
Il profumo del futuro,
che meraviglia! Sono in procinto di trasferirmi a Berlino, dove scriverò full
time per il Berlino Magazine. Nel frattempo, scrivo storie, termino la laurea
magistrale e...
Grazie per essere stata
ospite del blog “i mondi fantastici” e buon viaggio nella meravigliosa Berlino!
Grazie mille a te! Sono
al finale di Favola di una falena e
ti preannuncio una recensione su Gli Scrittori della Porta Accanto! A presto.
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