PRIMAVERA DI LIBRI - AURORA STELLA
Inizia oggi il "Calibrario della Primavera". Eh sì, visto il successo dello scorso Calibrario dell'Avvento, che ha dato visibilità a ben 24 scrittori emergenti e ai loro libri, ho pensato di riproporre l'iniziativa a cadenza stagionale, in modo da rappresentare un piccolo appuntamento con i consigli di lettura per la nuova stagione. Eccoci quindi al giorno 1 di questo calendario che ci porterà al 21 Marzo in una vera e propria primavera di libri! Prima ospite del "Calibrario della Primavera" è la poliedrica e geniale Aurora Stella, autrice di "Onirica", "E vissero?" (entrambe recensite qui sul blog), della saga distopica "Furens lupus sum" e "Tiger indomabilis" e del recentissimo urban fantasy "Tra le mie ali". Tutti i suoi libri sono disponibili su Amazon, in digitale e cartaceo, e pure in più lingue!
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Ciao Aurora,
parlaci un po’ di te.
Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?
Salve
a tutti! Grazie Alessio per avermi dedicato il tuo tempo e posto questa
domanda. Sono una vecchia ragazza di 45 anni appassionata di arte e natura.
Dipingo (conosco una dozzina di tecniche pittoriche), faccio cucito creativo e
ultimamente mi sto specializzando anche in riciclo creativo donando una nuova
vita all'immondizia , rispettando il principio naturale del “niente si crea,
nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Amo gli animali, sono un'attivista e
conservazionista. Credo che il binomio arte e natura non possa essere scisso
quindi sono per me in correlazione biunivoca: non c'è natura senza arte, non
c'è arte senza natura.
Com’è stato, e com’è
tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi?
Il
mio approccio alla scrittura è nato da bambina. Ho imparato a leggere
precocemente e quando ciò che leggevo non mi bastava più inventavo delle
storie. Fin dalle elementari creavo e distruggevo mondi interi. Non ho mai
pensato però di poter un giorno diventare uno scrittore. Per me lo scrittore
era una figura mitologica, un 'aspirazione a cui tendere. London, Stowe, Verne,
Poe, Lovecraft, Pitzorno, Twain, Alcott, ecc hanno influenzato la mia infanzia
e avrei dato il braccio destro per essere come loro. Ancora oggi non riesco a
mettere un mio libro accanto ai loro. Sono troppo indegna.
Scrivo perché non posso farne a meno...
Quali sono le tue letture
preferite? Che generi preferisci leggere? Domanda difficile: se tu dovessi
scegliere il romanzo della tua vita, quale sarebbe?
Comincio
dall'ultima domanda. Fino a poco tempo fa avrei detto “Il richiamo delle
foresta” o “La bambina col Falcone” oggi mi sento tra “La fattoria degli animali”
e “Cronache marziane”. Io
sono molto attaccata ai classici anche se quelli che amo in particolare oggi
sono inserirti tra i classici per ragazzi. Non disdegno fantasy, distopici,
fantascienza, avventura, horror non splatter, gialli, romance. Forse
farei prima a scrivere ciò che non leggo: le istruzioni di qualcosa se scritto
in piccolo.
Passiamo
ai tuoi lavori. La prima domanda è un po’ scontata, e immagino te l’abbiano già
fatta in molti: come mai hai scelto la strada dell’autopubblicazione? Quali
vantaggi offre a uno scrittore? Come promuovi i tuoi libri?
La
domanda non è per niente scontata e sei il primo che me la pone. Ho
scelto la strada dell'autopubblicazione per due motivi: il primo è che sono uno
spirito libero, il secondo è perché amo sperimentare. Posso decidere prezzo e
strategie, copertine e quando dove e come voglio pubblicare. Così non ho scuse:
ho lavorato bene? Brava Aurora! Ho lavorato male? Stupida Aurora!
Scorrendo
la tua bibliografia, salta all’occhio che in tutti i tuoi lavori c’è sempre una
forte componente fantastica (che sia di derivazione distopica, o horror, o più
contemporanea). Come mai questa scelta?
Io
credo che la capacità di sognare sia la più grande risorsa dell'umanità e che
il rovescio della medaglia siano appunto gli incubi. Bene
e male, yin e yang, hanno sempre esercitato un certo fascino. Non credo che la
perfezione sia alla nostra portata. È un'illusione almeno quanto lo è il
controllo. E mi piace ricordarlo nei miei libri.
Generi
e attualità: spesso, una certa critica miope (tutta italiana) accusa la
letteratura di genere di essere puro edonismo, eppure è possibile servirsene
per affrontare temi attuali (qualche esempio? La prostituzione, la violenza
sulle donne, gli abusi sui minori, il tema del diverso e quant’altro). Cosa ne
pensi al riguardo?
Vorrei
rispondere a chi fa questo genere di critica citando due autori: Orwell e
Bradbury. Loro
facevano letteratura di genere. Sono gli inventori del distopico. Un
sottogenere anzi. Eppure non mi sembra che la loro letteratura sia solo “puro
edonismo”. Certo se lo scrittore non provasse piacere nel fare il suo mestiere
dovrebbe fare qualcos'altro. Eppure le tematiche che trattano sono forti,
attuali e anche visionarie. Non credo che questo genere letterario debba essere
considerato di serie B rispetto a chi fa letteratura “impegnata”.
Se
la storia dell'umanità ci ha insegnato qualcosa, è che molto spesso è stata la
nostra capacità di sognare che ha portato i maggiori progressi e non solo la militanza
intellettuale. Quando Verne scrisse “Dalla Terra alla Luna” non c'erano nemmeno
gli aeroplani.
“Onirica”
e “E vissero?” sono due antologie di racconti ispirati a leggende metropolitane
o fiabe riscritte in versione un po’ visionaria e horror. Come sono nate queste
storie? Quali fonti ti hanno ispirato?
Sono
una persona che soffre di incubi. La leggenda metropolitana vuole che Stephen
King e Dario Argento abbiano iniziato la loro carriera utilizzando i loro
incubi come fonte d'ispirazione per i loro lavori. Mi
sono detta: se lo fanno loro, perché non posso farlo anche io?
L’ultimo
lavoro, invece, è “Tra le mie ali”, un urban fantasy, un po’ diverso (forse più
soft?) rispetto ad altri tuoi lavori. Come sei approdata a questo genere, e
come è nato questo romanzo?
Il
romanzo è nato per scommessa con i miei amici ed ex compagni di scuola che mi
hanno sfidato a scrivere qualcosa di più leggero. Ho fatto un corso di teologia
e studio la Bibbia fin da piccola. Quindi mi sono divertita a prendere un tema
usato ed abusato (quello degli angeli) per vedere se fossi stata in grado di
mescolare studi e fantasia.
Tutti
i tuoi lavori, comunque, presentano un dato in comune: l’ambientazione romana.
Che sia la Roma di oggi, dove nell’ombra si celano pericoli e creature oscure,
quella di un’altra possibile linea temporale, o quella degli anni ’80. Come
mai? Un omaggio, un segno d’amore verso la tua città?
Amo
la mia città è vero. Ed è anche quella che conosco meglio. Quindi preferisco
giocare sul sicuro e raccontare qualcosa che conosco piuttosto che arrampicarmi
sugli specchi. Ciò non toglie che prima o poi tenterò un esperimento alla
Salgari. Già con il prossimo libro tenterò di creare un mondo semi-alieno. E
poi, detto tra noi, ero stanca di vedere mostri dappertutto meno che a Roma.
Che diavolo! A New York c'è persino Godzilla , nel Maine c'è di tutto, hanno
pure Matrix e a Roma no? Bisognava correre ai ripari.
La
disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo
concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook
possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non
riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti?
La
disputa è totalmente insensata.
L'ebook
è il libro del futuro ci consente di essere rapidamente in tutto il mondo, è
ecologico oltre che economico. Il cartaceo ha il suo fascino, il suo
romanticismo ,il suo profumo. Possono coesistere benissimo. Io però sono
polemica e dico questo: noi autori emergenti dovremmo “meritarci” il cartaceo .
Oggi come oggi, grazie al fiorire di
millemila case editrici (ti piace il mio neologismo? Se un fiore è petaloso può
avere anche millemila petali..) l'autopubblicazione ecc è diventato più
accessibile pubblicare. Questo non significa che tutti siamo scrittori...
Se
tuttavia posso dare un consiglio a chi si avvicina per la prima volta a questo
mondo, consiglio di farlo sempre attraverso una casa editrice.
Mai
a pagamento.
Sceglietela
anche piccolina ma che abbia voglia di crescere.
Non
pensate subito al cartaceo.
Pensate
a farvi conoscere.
Una
piccola casa editrice è come l'autore esordiente: lottano insieme per emergere
e sono entrambi motivati. Le
grandi case editrici (alcune di loro, almeno) hanno adottato un sistema che è
diventato troppo comodo. Non cercano più autori validi su cui investire.
Osservano le tendenze del mercato, si siedono sulla riva del fiume, controllano
le classifiche di vendita e contattano autori che vendono già da soli e gli
imprimono il loro sigillo di qualità. Troppo comodo. Per non parlare di chi
svilisce le opere di autori appiattendole con l'editing per assicurarsi che il
prodotto che ne uscirà sia un prodotto commerciale.
Ti
avevo avvisato che il romanzo della mia vita adesso si aggirava tra Bradbury e
Orwell...
Progetti
per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto
terminando un libro fantsy-horror-fantascientifico. Mi piace creare strane
misture. Poi ho in mente un paio di libri più “leggeri” tra avventura e romance
o romance di avventura? Boh!
Grazie
per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.
Grazie
a te Alessio e a tutti i tuoi lettori.
Se vi siete incuriositi, potete scoprire qualcosa sui lavori di Aurora Stella sulla sua pagina Facebook. Appuntamento a domani con una nuova intervista!
Grazie Alessio! Con i tuoi articoli, interviste e presentazioni, sei una vera rivelazione e un sicuro punto di riferimento sia per noi scrittori che per noi lettori.
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