sabato 12 marzo 2016

Primavera di libri - Artemisia Birch

PRIMAVERA DI LIBRI - ARTEMISIA BIRCH


Nuovo appuntamento con gli scrittori emergenti. Oggi un graditissimo ritorno, quello di Artemisia Birch, che è già stata ospite del "Calibrario dell'Avvento" (ricordate la sua intervista, qua?), che oggi torna per raccontarci il suo mestiere di scrivere ma anche e soprattutto per festeggiare l'uscita della seconda parte di "La porta tra i mondi", il suo fantastico fantasy dal respiro celtico, edito da Panesi Edizioni e disponibile su tutti gli store. Terminata questa "Primavera di libri", arriverà anche la recensione qui sul blog. Pronti con le valigie, adesso, perché iniziamo il nostro viaggio nella Gabria e nel mondo di Artemisia Birch!



INTERVISTA A ARTEMISIA BIRCH

Ciao Artemisia,

i lettori del blog “I mondi fantastici” dovrebbero conoscerti, ma raccontaci qualcosa di te. Una tua giornata tipo, per esempio.


Buongiorno a te, Alessio, e a tutti i lettori del tuo splendido blog. Sono felice di essere con voi e di poter soddisfare alcune delle vostre curiosità.
Cominciamo dalla mia giornata tipo. Essendo insegnante, gran parte della mia giornata la trascorro a scuola con bambini e ragazzi e per mia fortuna mi occupo della nostra splendida lingua italiana. Naturalmente, vista la mia grandissima passione per il Fantasy, cerco qualsiasi scusa per inserire nelle attività scolastiche libri di autori che reputo interessanti sia ai fini della riflessione linguistica, sia per far gustare al maggior numero possibile di futuri lettori e, perché no, scrittori, questo meraviglioso genere letterario. Lavorare con i ragazzi non è facile, ma può dare grandi soddisfazioni se lo si fa con impegno e passione. Detto questo, cerco di dare anche grande spazio alla lettura e alla scrittura, facendo attenzione a non sottrarre tempo prezioso alle persone care, amici e famigliari. Solitamente scrivo durante le ore buche a scuola e alla sera a casa, spesso fino a tardi, e, nonostante l’inevitabile stanchezza, questo non mi pesa affatto, anzi, scrivere mi vivifica e mi rilassa.




Nomen omen. Il tuo nome d’arte già indica qualcosa di te, soprattutto il tuo interesse, personale ma anche come scrittrice, verso le piante e la magia verde. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?

Il mio nome dice molto sulle mie passioni, è vero. Mi occupo di erbe e del loro potere medicamentoso da anni e sto approfondendo il filone della Magia Verde, cioè lo studio dei poteri sottili delle piante, della loro influenza psichica e spirituale sul corpo umano. È un campo molto affascinante e molto ampio, che non finirà mai di stupirmi. Altra passione è l’arte in generale, in particolare la pittura e la musica, e non di rado nel mio mondo personale esse diventano un tutt’uno con la scrittura, rendendo la mia vita davvero meravigliosa.



È uscita in questi giorni la seconda parte di “La porta tra i mondi”. Cosa dobbiamo aspettarci da questo libro? Ovviamente senza anticiparci eventi salienti!

Da pochi giorni è uscita la seconda parte de “La porta tra i mondi”, il primo capitolo della Saga di Wise, e questa per me è una grande soddisfazione. Con questa seconda pubblicazione viene conclusa quella che è la prima grande avventura dei Sapienti del villaggio sacro, Wise, che sorge ai piedi del maniero di Arras, uno dei due grandi regni della Gabria insieme al regno di Birchen. Moldra, Misandra e Ardan sono chiamati a combattere contro forze malvagie di enorme potere che insidiano la quiete delle estese terre degli uomini, custodite da secoli dalla salde mani delle Muthras, le prestigiose guardiane della sacra Via. Sortilegi, erbe, potere e amore s’intrecciano, dando vita ad avventure che scaturiscono in parte dal mio mondo onirico e in parte sono dettate dalle mie stesse passioni.



Parlando dei tuoi personaggi, c’è qualcuno o più di uno a cui sei particolarmente legato?

I personaggi a cui sono più legata sono quelli femminili di Moldra e Misandra, che sono il centro attorno a cui ruotano tutti gli altri. Chiaramente, ognuno dei miei personaggi gode del mio favore incondizionato, poiché rispecchia parte del mio carattere; anche quelli più malvagi, sebbene creati intenzionalmente eccessivi nelle loro qualità negative, spesso diventano nella trama punti di riferimento centrali, riuscendo in un certo senso persino attraenti.



Da scrittore, ammetto che dopo un po’ che scrivi di alcuni personaggi ti affezioni a loro, quasi fossero degli amici, dei compagni con cui condividere un cammino. Succede anche a te? Ti affezioni e cerchi di proteggerli? O, se necessario, non esiti a farli fuori? Pensi che i personaggi di un libro possano dare qualcosa anche a chi li crea?


Non è mai facile decretare la morte di alcuni personaggi, proprio perché ci si affeziona alla loro identità e al ruolo che assumono nel quadro narrativo. Mi è capitato di decidere di eliminarne uno e poi cambiare idea grazie ad un’intuizione, ad un’emozione (e in questi casi molta influenza ha la musica che ascolto in quel momento); oppure pianifico già gli eventi in una prima stesura generale e inevitabilmente alcuni personaggi sono portati ad esaurire la loro funzione in modo naturale. Comunque, in alcune occasioni mi sono scoperta più fredda e determinata di quanto potessi immaginare e mi sono trovata a condannare a morti ignominiose alcune delle mie amate creature. Nel mondo illimitato dell’immaginazione capita anche quello, ma tutti lasciano qualcosa di sé, senza alcun dubbio. Per me è come se fossero esistiti davvero e non potrei in nessun modo dimenticarli.


Come scegli i nomi dei tuoi personaggi? Suonano bene? Gusto personale? C’è qualche significato dietro?


Il nome dei personaggi lo scelgo dopo aver pensato al loro aspetto. Delineo ognuno di loro con caratteristiche fisiche e personalità e poi cerco un nome che possa calzare bene. Solitamente cerco assonanze celtiche, perché nella mia mente ricreano gli affascinanti mondi delle umide e profumate terre del Nord. Non ne posso fare a meno. Mi vengono abbastanza facilmente pur non essendo sempre semplici o immediati, ma questa è una delle caratteristiche che preferisco: ogni lettore può scegliere come pronunciarli, dove mettere l’accento e se dare loro delle sonorità riconducibili o meno a lingue straniere conosciute.  È divertente quando un lettore mi parla con entusiasmo di uno dei miei personaggi chiamandolo in modo che io stessa stento a riconoscere. È il bello della fantasia, no?


Parlando della Saga dei Sapienti di Wise, cosa ci aspetta per il futuro? Sei già all’opera sui capitoli successivi?

I libri della Saga di Wise già terminati sono quattro e non ho ancora l’idea del numero che raggiungeranno in futuro. Per la gioia di chi mi apprezza come scrittrice posso dire che, non essendo una donna di molte parole pronunciate a voce alta, lo sono di parole scritte. Quindi, potrò dare loro ancora molte soddisfazioni. (Evvai! NdALE)



A proposito della Saga di Wise, parliamo della geografia della Gabria. Come è nato questo mondo fantastico? Ci sono state delle fonti di ispirazione? E invece, a livello (geo)grafico come si è sviluppata la Gabria? Piano piano nella tua mente o ne hai studiato il territorio a tavolino?


I territori della Gabria hanno preso vita da soli nella mia mente. Ma partiamo dal nome: Gabria deriva da Gabriella, la mia zia preferita che è mancata proprio poco tempo prima che io cominciassi a scrivere questo libro. Scegliere di chiamare il mio mondo fantastico così è stato una sorta di omaggio a lei, un modo per perpetuarne il ricordo, dato che eravamo legate in modo singolare sebbene ci vedessimo poco.
La Gabria non è un mondo complesso, è abbastanza semplice, ma questo è stato intenzionale: volevo concentrare le avventure dei Sapienti in spazi contenuti, senza creare confusione o dispersione; i nomi sono presi da termini inglesi che riflettono le caratteristiche di ogni luogo, sebbene nel mio immaginario non sono da leggere all’inglese, ma in modo letterale, all’italiana. Ma anche in questo caso, ho voluto lasciare il lettore libero di dare la propria interpretazione, senza che la sua fantasia dovesse subire una sorta di forzatura. Chiunque sia tentato di tradurlo, può comunque trovare un legame logico tra il termine e le peculiarità dell’ambiente a cui si riferisce. Tanto per essere pratica, quando io pronuncio Wise, lo pronuncio proprio “Wise” senza alcuna inflessione inglese.


Come sempre, un consiglio primaverile per accompagnare i nostri lettori verso l’estate. Che libro suggerisci?


Il libro che voglio suggerire per lasciare con il fiato sospeso le vostre serate primaverili è “Il demone sterminatore” di Vincent Spasaro, uno dei migliori scrittori che l’Italia attualmente possa vantare. L’ho letto da poco e l’ho divorato perché è un libro di enorme impatto, che lascia il segno, che ti tiene incollato alle pagine e che non riuscirete a dimenticare molto facilmente. Se lo leggerete, capirete di certo cosa intendo.
 

Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.


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