PRIMAVERA DI LIBRI - ARTEMISIA BIRCH
Nuovo appuntamento con gli scrittori emergenti. Oggi un graditissimo ritorno, quello di Artemisia Birch, che è già stata ospite del "Calibrario dell'Avvento" (ricordate la sua intervista, qua?), che oggi torna per raccontarci il suo mestiere di scrivere ma anche e soprattutto per festeggiare l'uscita della seconda parte di "La porta tra i mondi", il suo fantastico fantasy dal respiro celtico, edito da Panesi Edizioni e disponibile su tutti gli store. Terminata questa "Primavera di libri", arriverà anche la recensione qui sul blog. Pronti con le valigie, adesso, perché iniziamo il nostro viaggio nella Gabria e nel mondo di Artemisia Birch!
INTERVISTA A ARTEMISIA BIRCH
Ciao Artemisia,
i lettori del blog “I mondi fantastici”
dovrebbero conoscerti, ma raccontaci qualcosa di te. Una tua giornata tipo, per
esempio.
Buongiorno a te, Alessio, e a
tutti i lettori del tuo splendido blog. Sono felice di essere con voi e di
poter soddisfare alcune delle vostre curiosità.
Cominciamo dalla mia giornata
tipo. Essendo insegnante, gran parte della mia giornata la trascorro a scuola
con bambini e ragazzi e per mia fortuna mi occupo della nostra splendida lingua
italiana. Naturalmente, vista la mia grandissima passione per il Fantasy, cerco
qualsiasi scusa per inserire nelle attività scolastiche libri di autori che
reputo interessanti sia ai fini della riflessione linguistica, sia per far
gustare al maggior numero possibile di futuri lettori e, perché no, scrittori,
questo meraviglioso genere letterario. Lavorare con i ragazzi non è facile, ma
può dare grandi soddisfazioni se lo si fa con impegno e passione. Detto questo,
cerco di dare anche grande spazio alla lettura e alla scrittura, facendo
attenzione a non sottrarre tempo prezioso alle persone care, amici e
famigliari. Solitamente scrivo durante le ore buche a scuola e alla sera a casa,
spesso fino a tardi, e, nonostante l’inevitabile stanchezza, questo non mi pesa
affatto, anzi, scrivere mi vivifica e mi rilassa.
Nomen omen. Il tuo nome d’arte già indica
qualcosa di te, soprattutto il tuo interesse, personale ma anche come
scrittrice, verso le piante e la magia verde. Vuoi dirci qualcosa al riguardo?
Il mio nome dice molto sulle
mie passioni, è vero. Mi occupo di erbe e del loro potere medicamentoso da anni
e sto approfondendo il filone della Magia Verde, cioè lo studio dei poteri
sottili delle piante, della loro influenza psichica e spirituale sul corpo
umano. È un campo molto affascinante e molto ampio, che non finirà mai di
stupirmi. Altra passione è l’arte in generale, in particolare la pittura e la
musica, e non di rado nel mio mondo personale esse diventano un tutt’uno con la
scrittura, rendendo la mia vita davvero meravigliosa.
È uscita in questi giorni la seconda parte
di “La porta tra i mondi”. Cosa dobbiamo aspettarci da questo libro? Ovviamente
senza anticiparci eventi salienti!
Da pochi giorni è uscita la
seconda parte de “La porta tra i mondi”, il primo capitolo della Saga di Wise,
e questa per me è una grande soddisfazione. Con questa seconda
pubblicazione viene conclusa quella che è la prima grande avventura dei
Sapienti del villaggio sacro, Wise, che sorge ai piedi del maniero di Arras,
uno dei due grandi regni della Gabria insieme al regno di Birchen. Moldra,
Misandra e Ardan sono chiamati a combattere contro forze malvagie di enorme
potere che insidiano la quiete delle estese terre degli uomini, custodite da secoli
dalla salde mani delle Muthras, le prestigiose guardiane della sacra Via.
Sortilegi, erbe, potere e amore s’intrecciano, dando vita ad avventure che
scaturiscono in parte dal mio mondo onirico e in parte sono dettate dalle mie
stesse passioni.
Parlando dei tuoi personaggi, c’è qualcuno
o più di uno a cui sei particolarmente legato?
I personaggi a cui sono più
legata sono quelli femminili di Moldra e Misandra, che sono il centro attorno a
cui ruotano tutti gli altri. Chiaramente, ognuno dei miei personaggi gode del
mio favore incondizionato, poiché rispecchia parte del mio carattere; anche quelli
più malvagi, sebbene creati intenzionalmente eccessivi nelle loro qualità
negative, spesso diventano nella trama punti di riferimento centrali, riuscendo
in un certo senso persino attraenti.
Da scrittore, ammetto che dopo un po’ che
scrivi di alcuni personaggi ti affezioni a loro, quasi fossero degli amici, dei
compagni con cui condividere un cammino. Succede anche a te? Ti affezioni e
cerchi di proteggerli? O, se necessario, non esiti a farli fuori? Pensi che i
personaggi di un libro possano dare qualcosa anche a chi li crea?
Non è mai facile decretare la
morte di alcuni personaggi, proprio perché ci si affeziona alla loro identità e
al ruolo che assumono nel quadro narrativo. Mi è capitato di decidere di
eliminarne uno e poi cambiare idea grazie ad un’intuizione, ad un’emozione (e
in questi casi molta influenza ha la musica che ascolto in quel momento);
oppure pianifico già gli eventi in una prima stesura generale e inevitabilmente
alcuni personaggi sono portati ad esaurire la loro funzione in modo naturale.
Comunque, in alcune occasioni mi sono scoperta più fredda e determinata di quanto
potessi immaginare e mi sono trovata a condannare a morti ignominiose alcune
delle mie amate creature. Nel mondo illimitato dell’immaginazione capita anche
quello, ma tutti lasciano qualcosa di sé, senza alcun dubbio. Per me è come se
fossero esistiti davvero e non potrei in nessun modo dimenticarli.
Come scegli i nomi dei tuoi personaggi?
Suonano bene? Gusto personale? C’è qualche significato dietro?
Il nome dei personaggi lo
scelgo dopo aver pensato al loro aspetto. Delineo ognuno di loro con
caratteristiche fisiche e personalità e poi cerco un nome che possa calzare
bene. Solitamente cerco assonanze celtiche, perché nella mia mente ricreano gli
affascinanti mondi delle umide e profumate terre del Nord. Non ne posso fare a
meno. Mi vengono abbastanza facilmente pur non essendo sempre semplici o
immediati, ma questa è una delle caratteristiche che preferisco: ogni lettore
può scegliere come pronunciarli, dove mettere l’accento e se dare loro delle
sonorità riconducibili o meno a lingue straniere conosciute. È divertente quando un lettore mi parla con
entusiasmo di uno dei miei personaggi chiamandolo in modo che io stessa stento
a riconoscere. È il bello della fantasia, no?
Parlando della Saga dei Sapienti di Wise,
cosa ci aspetta per il futuro? Sei già all’opera sui capitoli successivi?
I libri della Saga di Wise già
terminati sono quattro e non ho ancora l’idea del numero che raggiungeranno in
futuro. Per la gioia di chi mi apprezza come scrittrice posso dire che, non
essendo una donna di molte parole pronunciate a voce alta, lo sono di parole
scritte. Quindi, potrò dare loro ancora molte soddisfazioni. (Evvai! NdALE)
A proposito della Saga di Wise, parliamo
della geografia della Gabria. Come è nato questo mondo fantastico? Ci sono
state delle fonti di ispirazione? E invece, a livello (geo)grafico come si è
sviluppata la Gabria? Piano piano nella tua mente o ne hai studiato il
territorio a tavolino?
I territori della Gabria hanno
preso vita da soli nella mia mente. Ma partiamo dal nome: Gabria deriva da
Gabriella, la mia zia preferita che è mancata proprio poco tempo prima che io
cominciassi a scrivere questo libro. Scegliere di chiamare il mio mondo
fantastico così è stato una sorta di omaggio a lei, un modo per perpetuarne il
ricordo, dato che eravamo legate in modo singolare sebbene ci vedessimo poco.
La Gabria non è un mondo
complesso, è abbastanza semplice, ma questo è stato intenzionale: volevo
concentrare le avventure dei Sapienti in spazi contenuti, senza creare
confusione o dispersione; i nomi sono presi da termini inglesi che riflettono
le caratteristiche di ogni luogo, sebbene nel mio immaginario non sono da leggere
all’inglese, ma in modo letterale, all’italiana. Ma anche in questo caso, ho
voluto lasciare il lettore libero di dare la propria interpretazione, senza che
la sua fantasia dovesse subire una sorta di forzatura. Chiunque sia tentato di
tradurlo, può comunque trovare un legame logico tra il termine e le peculiarità
dell’ambiente a cui si riferisce. Tanto per essere pratica, quando io pronuncio
Wise, lo pronuncio proprio “Wise” senza alcuna inflessione inglese.
Come sempre, un consiglio primaverile per
accompagnare i nostri lettori verso l’estate. Che libro suggerisci?
Il libro che voglio suggerire
per lasciare con il fiato sospeso le vostre serate primaverili è “Il demone
sterminatore” di Vincent Spasaro, uno dei migliori scrittori che l’Italia attualmente
possa vantare. L’ho letto da poco e l’ho divorato perché è un libro di enorme
impatto, che lascia il segno, che ti tiene incollato alle pagine e che non riuscirete
a dimenticare molto facilmente. Se lo leggerete, capirete di certo cosa intendo.
Grazie per essere stata ospite del blog “I
mondi fantastici”.
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