giovedì 10 marzo 2016

Primavera di Libri - Giuseppe Graceffa



 PRIMAVERA DI LIBRI - GIUSEPPE GRACEFFA

Proseguono le interviste del Calibrario di Primavera, giunto ormai al giro di boa. Ospite di oggi è lo scrittore siciliano Giuseppe Graceffa, autore del fantasy "Il sigillo di Khor", che potete scoprire sul suo sito internet. Giuseppe ha scritto anche un simpatico libro per gli appassionati di cinema di fantascienza: "What is the Matrix?" una guida alla comprensione dell'universo di Matrix, edito da Editrice Cinetecnica. Scrive inoltre racconti e fumetti. Ma non voglio svelarvi troppo, è sempre più bello quando è l'autore a presentarsi. Allora mettetevi comodi e leggete l'intervista a Giuseppe Graceffa, scrittore e creatore di storie.

La battaglia divenne un violento corpo a corpo, uomo contro uomo, spada contro spada, con il sangue che si spargeva nell’aria come nuvole funeste e le grida di dolore e di eccitazione che ricoprivano ogni cosa, sopra un tappeto di morti, muti protagonisti e lugubri spettatori della follia omicida degli uomini.”

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INTERVISTA A GIUSEPPE GRACEFFA

Ciao Giuseppe,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Ciao Alessio, innanzitutto ti ringrazio per l’ospitalità. Che dire di me? Sono un siciliano duro e puro che aspira a continuare a vivere nella sua terra. Un ragazzo (perché ancora mi sento tale nonostante le 44 primavere trascorse) normale che ama la sua famiglia e suoi due meravigliosi bambini e che, a parte il lavoro, ha molte passioni. Sono una grande appassionato di cinema, di libri e di fumetto, con una predilezione per i generi fantascientifico e fantasy. Sono un grande fan della trilogia di Matrix che ho studiato e sviscerato in ogni suo aspetto tanto da arrivare a pubblicare un saggio, una guida alla comprensione dell’universo creato dai fratelli Wachowski.

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientato? O non ti piace parlare di genere, preferisci scrivere ciò di cui ti va di scrivere, senza limitazioni?

Ho iniziato a scrivere per divertimento qualche anno fa essenzialmente perché volevo raccontare storie. Ho cominciato con dei racconti ambientati nel mondo di Matrix e ho scoperto che non solamente mi piaceva scriverli, ma soprattutto mi emozionava leggerli. Da allora ho capito che il vero motivo per cui scrivo è essenzialmente quello di trasmettere emozioni, innanzitutto a me stesso e poi a chi mi legge. Scrivo quindi per piacere, per passione e, in futuro, spero anche per lavoro.
Per quanto riguarda i generi invece, ti dirò che sono molto poliedrico. Amo variare genere letterario anche se capisco che questo può confondere i lettori che di solito identificano uno scrittore con un determinato genere. Passo dal fantasy alla fantascienza, dal realismo alla saggistica lasciandomi guidare essenzialmente dalle emozioni che ciascun genere mi regala in un determinato momento della vita. Anche per quanto riguarda gli stili mi piace variare molto. Adoro sperimentare e mettermi in gioco ogni volta. Per questo mi cimento tra le altre cose, anche in sceneggiature per film e fumetti. 

“Il sigillo di Khor” è un romanzo fantasy molto epico è battagliero. Vuoi raccontarci qualcosa al riguardo? Come è nato? Come hai lavorato nella stesura di questo romanzo? Quali sono i tuoi modelli di riferimento?


Il Sigillo di Khor è un romanzo che è nato a seguito della lettura di una classica saga fantasy quale “La Ruota del Tempo” di Robert Jordan. Dopo averla letta ho deciso che dovevo cimentarmi anche io nella stesura di un romanzo fantasy per come intendevo io il genere. Non eccessivamente lungo, con una presenza discreta della magia, senza lunghissime e noiose descrizioni degli ambienti. Con molta azione e molta avventura invece, in modo da far confluire al lettore emozioni a getto continuo. Almeno queste erano le mie intenzioni. Saranno i lettori poi a dire se sono riuscito a raggiungere il mio obiettivo.

Come scegli i nomi per i tuoi personaggi? Suonano bene? Sono legati, non so, a dei miti o a dei significati particolari?

Li scelgo usando la fantasia e solo la fantasia. Non hanno alcun legame con miti e leggende e tantomeno nascondono significati reconditi. Mi preoccupo solamente che suonino bene foneticamente e che ogni nome rispecchi in qualche modo le caratteristiche del personaggio a cui è associato o del luogo a cui si riferisce. È un processo di creazione ogni volta molto divertente perché posso dare libero sfogo alla fantasia, senza alcun limite, fino a quando non sono soddisfatto dei nomi che escono fuori.

Generi e attualità: spesso, una certa critica miope (tutta italiana) accusa la letteratura di genere di essere puro edonismo, eppure è possibile servirsene per affrontare temi attuali (qualche esempio? La prostituzione, la violenza sulle donne, gli abusi sui minori, il tema del diverso e quant’altro). Cosa ne pensi al riguardo?

Penso che la letteratura sia straordinaria perché può parlare di qualunque argomento utilizzando generi e stili differenti. Ogni romanzo, a qualunque genere appartenga, è in grado di trattare al suo interno temi sociali e attuali. Tutto dipende da come viene scritto, a prescindere dal genere, anche se non sempre è facile riuscirci all’interno di un romanzo d’evasione. Un capolavoro della fantascienza come Blade Runner è riuscito a trattare i temi del diverso come pochi altri sono riusciti a fare. E soprattutto lo ha fatto arrivando a coniugare il piacere che deriva dalla lettura con la profondità delle tematiche trattate. Anche io, nel mio piccolo, ho voluto trattare nel Sigillo di Khor alcuni temi che mi stavano particolarmente a cuore come la crescita interiore che porta un giovane a diventare uomo attraverso il superamento delle difficoltà della vita. 


In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “primaverile” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Nel lungo periodo mi piacerebbe che la scuola cambiasse modo di affrontare la letteratura con i ragazzi. Gli studenti dovrebbero percepire sin da giovani la lettura innanzitutto come un piacere, e solo dopo dedicarsi all’analisi dei testi o al significato dei versi. Oggi invece la lettura è vista come un esercizio noioso e pedante e ciò si ripercuote negativamente su quelli che saranno i futuri lettori. Nell’immediato non ho ricette da proporre ma spero proprio che qualcuno le abbia. Bisogna assolutamente fare qualcosa per incentivare la lettura, per riuscire a fare capire che leggere è la cosa più bella del mondo, molto più bella di film, telefilm e videogiochi.

Personalmente ritengo che ogni libro sia un viaggio, in un mondo fantastico, ma può essere anche un viaggio dentro noi stessi? La letteratura (nel senso più ampio) può insegnare qualcosa? Può aiutare le persone (chi scrive e chi legge) a sentirsi meno soli?

Io sono solito dire che i libri forse non salveranno il mondo ma di certo rendono le persone migliori. Ogni libro, specialmente se fantastico, è un porta verso l’infinito, dove per infinito intendo le illimitate possibilità di viaggiare con la mente fuori e dentro se stessi. E ciò può avvenire solo con la lettura, immergendosi completamente nelle storie che solo i libri possono offrire.

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho tanti progetti letterari che sto cercando portare avanti. Innanzitutto una raccolta di racconti ambientati nella Sicilia del recente passato. Novelle che raccontano una Sicilia che non c’è più ma dalla quale tutti noi siciliani proveniamo. Racconti, spesso duri e difficili, che guardano al passato per comprendere il presente di una terra ricca di contraddizioni e di fascino. Poi sto scrivendo un romanzo di fantascienza al quale sono particolarmente legato perché è stato il primo al quale ho lavorato. E infine ho in mente un sequel del Sigillo di Khor che spero possa chiudere definitivamente la storia di Ariel Kennar. 

Infine, qual è il libro che consiglieresti ai lettori? Un libro che ti rappresenta e parla di te?

Non so esattamente quale libro possa rappresentarmi, ma so esattamente quel’è il libro al quale sono maggiormente legato, per la passione e le emozioni che mi ha trasmesso. Un classico della letteratura fantastica dal titolo “Il Fiume della vita” di Philip J. Farmer che consiglio a tutti di leggere. Dopo Il Sigillo di Khor ovviamente.

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te che mi hai ospitato nel tuo fantastico blog.

Per conoscere i lavori di Giuseppe Graceffa, vi rimando al suo sito. A domani con una nuova intervista!

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