Recensione "I figli di Baal" di Francesca Costantino
“I figli di
Baal” è una trilogia di
romanzi fantastici, scritta da Francesca Costantino e edita da Armando Curcio.
È composta dai romanzi “La guida rossa”, “I giardini
dell’essere” e “I, Baalym”, ma costituiscono un
unico corpo narrativo, sul modello di “Il signore degli anelli”, in quanto
l’avventura continua da un libro all’altro, la cui lettura è necessaria per
meglio comprendere gli eventi successivi.
La saga è ispirata ai giochi cult D&D degli anni
’90, Diablo e Baldur’s Gate, di cui l’autrice è una grande fan, e si dipana tra
Aurigard, la Città d’Oro, e New York poco prima dell’11 settembre 2011. Jason,
Sean e Victoria (un negromante, un guerriero bardo e una maga nera) sono
condannati a cercarsi tra le ere e le dimensioni, pur essendo una cosa sola.
Essi infatti incarnano i tre “aspetti” del dio Baal, un’entità originaria di
Venere e parte della Stirpe divina. Il demone Mephisto, reietto dalla Stirpe,
renderà gli esseri umani schiavi di una setta, impedendo ai protagonisti di
riunirsi nell’avatar di Baal, l’unico che può distruggerlo. Amore, magia,
musica rock ed esoterismo fanno da sfondo alle vicende umane, in una lotta
fratricida che rivoluzionerà il modo di pensare di ognuno di noi.
“Questo secondo me è il compito che ognuno di noi ha su questa Terra. Ci vuole molto coraggio a essere felici. Fai pace con te stesso e le tue radici. Puoi costruire la tua felicità dal presente, sistemando ciò che nel passato non è andato come volevi per realizzare il miglior futuro. Sii felice Jean, è per questo che sei qui.”
La storia si sviluppa su più fronti e su piani
temporali (e anche spaziali) diversi, rendendo la lettura intrigante e
appassionante. Nel primo libro, “La guida rossa”, seguiamo
essenzialmente le vicende di Victoria e di Sean, su due mondi diversi, che
abbandonano la loro vita quotidiana, segnata da insoddisfazioni e restrizioni
continue, e scelgono di seguire un sentiero nuovo: forse era il richiamo dei loro
sogni o la voce di Jason che mormorava loro di mettersi in cammino, per
ritrovarsi? Victoria, in particolare, compie progressi notevoli, entrando a far
parte delle guardie di Aurigard e iniziando poi ad apprendere i primi rudimenti
di magia, scoprendo di racchiuderne in gran quantità. Col procedere della
storia, entrano in scena nuovi personaggi e anche nuovi punti di vista, che
ampliano il quadro d’azione in cui si svolgono le vicende. Apprendiamo così la
storia dei Sette di Stirpe Divina, il loro arrivo sulla Terra da Venere, le
loro aspettative e progetti, e anche le loro differenze, che poi hanno portato
alla prima guerra divina. Dall’ombra di quello scontro è emersa un’umanità
indebolita, frammentata in mondi spesso in lotta tra loro, e proprio su quell’ostilità
sta facendo leva Mephisto per annientare per sempre la minaccia di Baal,
distruggendo le sue tre anime, e piegando la razza umana in schiavitù. L’ultimo
libro, nello specifico, segna la presa di coscienza di Baal e il culmine dello
scontro, assumendo toni apocalittici, quasi messianici.
Lo stile del romanzo è molto schietto, diretto,
all’autrice piace andare al sodo, senza girare intorno ai concetti. Nel corso
dei tre libri si alternano diversi narratori e punti di vista, da Victoria e
Sean, fino a Haziel, Julien, persino Mephisto ha modo di dire la sua.
Un’alternanza che è forza e pluralità di voci, permettendo a tutti i personaggi
più importanti di esprimersi e al lettore di scoprire ciò che muove il loro
agire.
Sono presenti riferimenti a canzoni celebri, in tutti
i libri, che l’autrice invita a scoprire.
“Io ti dico: Sogna e desidera, perché il tuo pensiero crea la realtà. E in base a ciò che sogni, programmati e agisci giorno dopo giorno, di vita in vita. In questo modo l’Universo si accorgerà che esisti, rendendo sempre più facile, veloce e divertente il tuo cammino. Allora nessuno ti farà del male, nessuno potrà fermarti. Avrai raggiunto l’immortalità, perché tu ora sei.”
“I figli di Baal” è una trilogia complessa, che abbraccia vari generi, ambientazioni e tematiche, fino a farsi portavoce di un messaggio di armonia e fratellanza universale. Inizia come un romanzo urban fantasy, con Sean impegnato a cacciare un demoniaco serial killer a New York, passando poi all’epic fantasy, con le avventure di Victoria, scavalcando mondi e generi, divertendo il lettore nel farlo. L’idea alla base, che la civiltà umana sia stata generata dall’arrivo della Stirpe dei Sette da Venere, è affascinante, ma ancor di più il quadro complessivo che esce dalla lettura del romanzo, che vede tutte le civiltà umane come sorelle, figlie dello stesso frutto.
Ecco allora che il lettore può perdersi nelle vie di Aurigard la
splendida, o nei meandri dei regni oscuri di Seth e degli elfi che hanno
abbandonato la magia di luce, oppure viaggiare con il lama e i suoi monaci
guerrieri, raggiungere Avalon e vivere per sempre. Un coro di voci e di
avventure, che mescolano leggende e storia dell’umanità (non mancano
riferimenti alle guerre di religione, a Napoleone, all’11 settembre) fino a
creare una nuova visione della società, incarnata da Baal, un utopista
convinto, un sognatore, un grande sostenitore delle potenzialità del genere
umano. Una saga che è quindi avventura, azione e adrenalina, battaglie e magia,
ma lascia spazio anche alla valorizzazione degli affetti, dei sentimenti dei
personaggi, e a un messaggio semplice, quanto troppo spesso dimenticato dagli
uomini: vogliamoci bene. Noi, per primi, ma anche agli altri.
“Dona il tuo cuore, basta un semplice ‘sì, lo voglio’, per iniziare a nutrire te stesso, le persone che ti sono vicino, finanche a toccare chi muore di fame e di stenti. A chi ogni giorno subisce violenze, a chi vive sotto le bombe. Dona loro il tuo cuore, così sapranno che a qualcuno importa e le loro vite saranno più piene e libere. Tutto è possibile, se qualcuno ha fatto dalla pietra il pane per sfamare il mondo, allora anche noi possiamo tendere una mano amorevole.”