lunedì 26 settembre 2016

I luoghi di "L'ora del diavolo": Viareggio

I LUOGHI DI "L'ORA DEL DIAVOLO": VIAREGGIO

Secondo appuntamento con la rubrica che approfondisce i luoghi dove sono ambientati i racconti di "L'ora del diavolo". Abbiamo scoperto Lucca, dove corre impaurita Lucida Mansi, nel precedente articolo; oggi ci spostiamo sulla costa tirrenica per parlare di alcuni luoghi di Viareggio. Tre sono i racconti ambientati a Viareggio nell'antologia "L'ora del diavolo": due sono legati al popolo marino degli Oceanini ("Il guardiano degli Oceanini" e "Il risveglio degli Oceanini"), entrambi racconti urban fantasy, con sfumature storiche, il terzo "La luna sul fondo" è ambientato nel Sedicesimo Secolo, quando Viareggio era ancora un borgo di pescatori. 

Il faro di Viareggio, detto della Diga Foranea, si trova presso l'imboccatura della Darsena. E' una costruzione recente, attivata nel 1993, ed è una struttura verticale, di colore bianco, alta 32 metri, che aiuta le navi ad orientarsi. Il racconto "Il guardiano degli Oceanini" è narrato dal guardiano del faro, che ha perso i figli dopo un'imboscata del popolo marino. Invece in "Il risveglio degli Oceanini" è il luogo dove vive Jack, zio di uno dei protagonisti e membro del consiglio dei Dodici, e dove viene attaccato dalle sirene.


«La sirena, la ricercatrice della biblioteca, era lì da giorni. Mi aspettava ma intanto cercava qualcosa» confesso, mentre Leo alza un sopracciglio, infastidito.
«Stanno prendendo posizione, occupando i posti che possono tornare loro utili. Prima la Capitaneria di Porto, adesso l’Archivio Storico».
«Quel che ne resta…» commento, mentre la Panda supera il Ponte Girante e si immette nello stradone che porta in Darsena. Ancora due curve e lo vedrò spuntare, quel maledetto fallo bianco. È un faro, ma a me ricorda il fallo di un Dio, magari di Poseidone, che stufo di aver messo al mondo tante sciacquette marine, l’ha piantato lì a memento mori delle sue straordinarie imprese. Belle imprese, sì; procreare una stirpe di mostriciattoli squamati che, dopo secoli passati a ronfare in fondo al mare, hanno ben pensato di invadere la mia città. E forse il resto del mondo. Non che me ne freghi del resto del mondo, ognuno ha i suoi problemi e deve risolverli a casa propria. Per questo esistono i Dodici. Un gruppo di sfigati addestrati per affrontare, con discrezione, minacce di terrorismo sovrannaturale. Per mia grande gioia (o forse per colpa di mio zio che mi ci ha trascinato dentro), sono uno di loro e Leo è il mio vice. Anche se a volte penso che sarebbe più adatto lui a fare il capo.
(Estratto da "Il risveglio degli Oceanini")

Dall'altro lato della Darsena, a nord, il porto è chiuso dal lungomolo, che corre lungo il canale Burlamacca, che nasce nel Lago di Massaciuccioli (di cui quindi è emissario) e si tuffa nel Mar Tirreno dopo aver attraversato tutta la Viareggio storica. Prende il nome dalla famiglia lucchese dei Burlamacchi, forse perché esso attraversava dei suoi terreni o perché fu riaperto un fosso sulle antiche tracce delle Fosse Papiriane a spesa di questa famiglia.

Lungo il suo corso si staglia la tozza Torre Matilde, chiamata così per errata attribuzione a Matilde di Canossa (morta già da un pezzo quando la torre fu costruita!). In seguito all'avanzamento della linea di costa, il castello di Viareggio (castrum de via regia, costruito nel 1172 e unico accesso al mare di Lucca dal 1441 con l'approdo della foce del Selice, attuale canale Burlamacca) si trovava infatti a circa 600 m nell'interno e non risultava più efficace nella protezione dell'approdo sulla costa, esposto con i suoi magazzini agli attacchi dei pirati barbareschi. Il governo lucchese deliberò pertanto la costruzione di una torre sul mare il 5 giugno del 1534. 


L'edificazione della nuova torre venne eseguita utilizzando come materiale le bozze di pietra squadrata che si potevano ricavare dalla parziale demolizione del vecchio castello. La costruzione terminò nel 1542 e nel 1544 vi si aggiunse un muro di fortificazione del borgo di Viareggio, sorto intorno all'approdo. Vi fu insediata una guarnigione di quindici uomini. Nel 1546-1549 vi fu costruita accanto la residenza del "commissario di spiaggia", incaricato del controllo sul borgo e sul movimento delle merci. La residenza era collegata alla torre per mezzo di un loggiato.
Agli inizi del XVII secolo la torre venne sopraelevata di un piano e sormontata da un piccolo campanile a vela nel quale erano ospitate due campane. Dopo il 1703 fu spostato sulla sommità della torre l'orologio pubblico presente sulla facciata della casa del commissario di spiaggia. Nell'Ottocento divenne un carcere, in particolare per i detenuti in transito e nel 1810 vi fu installata una torretta per il telegrafo.

Anni addietro, quando Viareggio era un piccolo borgo di trecento anime che la Repubblica di Lucca stava cercando di far prosperare, dopo aver perso il controllo del vicino porto di Motrone, un pescatore combatteva la sua guerra quotidiana per la sopravvivenza. Una guerra non facile, che lo aveva sconfitto più volte, quando aveva perso la moglie e la figlia in un’epidemia, ma a cui non aveva intenzione di rinunciare, soprattutto per Lencio.
Così, ogni sera, mettendo da parte la stanchezza, scivolava lungo il canale con la sua barchetta, lasciandosi alle spalle i miasmi insalubri della palude e i lamenti degli abitanti e raggiungendo il mare. Allora, e solo allora, sembrava trovare un po’ di pace. La Torre del Mare era crollata da qualche anno e il nuovo fortilizio, costruito in posizione più arretrata, per meglio difenderlo dalle incursioni piratesche, non bastava a rischiarare il mare, così, in quei momenti, l’unica fonte di luce era la luna.

 (Estratto da "La luna sul fondo")

Procedendo verso nord, lungo la Passeggiata, giungiamo a Piazza Mazzini, chiusa a est dal Palazzo delle Muse, prima Ospizio Barellai. Attualmente l'edificio ospita la Biblioteca cittadina, l'archivio storico e la sede della Fondazione Carnevale. Jonathan, infatti, in "Il risveglio degli Oceanini", vi si reca per consultare alcuni documenti, salvo essere costretto... a cambiare programma, causa attacco degli Oceanini!



Ok, lo ammetto. La bomba non l’avevo vista. Colpa delle tette della sirena che mi hanno distratto. C’è poco da fare, tetta vince prudenza sempre due a zero. Dovrei aver imparato la lezione, dopo che le ultime tre donne che mi hanno avvicinato hanno provato a uccidermi, e quando dico uccidermi intendo strapparmi la giugulare a morsi, cavarmi gli occhi con gli artigli o, come in questo caso, far saltare l’intero secondo piano del Palazzo delle Muse per farmi fuori.
(Estratto dal racconto "Il risveglio degli Oceanini")
 

Insomma, per essere una cittadina di mare, anche Viareggio è ricca di segreti, misteri e creature fantastiche! Attenzione quando camminate sul lungomare! ;)