lunedì 5 settembre 2016

I luoghi di "L'ora del diavolo"

"L'ORA DEL DIAVOLO" - I luoghi: Lucca

Primo appuntamento con la nuova rubrica dedicata ai luoghi che compaiono nei miei libri. Iniziamo con Lucca, storica città toscana dove è ambientato il racconto "L'ora del diavolo", che apre l'omonima antologia di racconti fantastici. In questo racconto (presentato qua) seguiamo Lucida Mansi, la celebre nobildonna che strinse un patto con il diavolo per rimanere giovane e bella, ma trascorsi trent'anni il diavolo venne a riscuotere il suo credito. Nel disperato tentativo di ingannarlo, Lucida Mansi corse per le strade di una Lucca nebbiosa, decisa a raggiungere la Torre delle Ore e a fermare il trascorrere del tempo. Nel suo affannato correre, la nobildonna passa per Via Fillungo, la piazza dell'Anfiteatro, giungendo infine alla Torre delle Ore e al laghetto dell'orto botanico. Proprio di questi luoghi, parleremo oggi. 

Il latrare furioso la riscosse, portandola a rialzarsi, stringendo i denti per il dolore alla caviglia e per i piedi gonfi, non abituati a correre in scarpe eleganti. Dietro di lei non c’era nessuno, solo una foschia scura che aveva invaso tutta Via Fillungo, nascondendone i palazzi antichi, le botteghe e i ricordi di giorni in cui vi aveva camminato ammirata da tutti. Ma Lucida sapeva che stavano arrivando, le sembrava quasi di sentirli ansimare sul collo, quei fetidi cani infernali.
Via Fillungo: Strada tipicamente medievale, conservata quasi inalterata, è sede di antiche botteghe. Prende il nome dal castello di Fillongo in Garfagnana, su cui la famiglia falabrina, che in questa via aveva le case, esercitava diritti feudali. D'andamento tortuoso e irregolare, attraversa quasi interamente la città. In alcuni punti le case, altissime, sembrano toccarsi.
Svoltò l’angolo e… si ritrovò in un’ampia piazza, dalla forma ellittica, circondata dalle facciate di edifici che sembravano osservarla superbe e divertite. Non abitava proprio lì, vicino ai magazzini del sale, uno dei suoi primi amanti? Il giovane dalla pelle candida, appena uscito dalla pubertà, che aveva sedotto a un ballo? Oh sì, rammentava ancora il timido tocco delle sue mani, la prima volta in cui l’aveva posseduta, l’impaccio e poi l’intemperanza di un’adolescenza che lei aveva portato a termine.
Come mai le fosse tornato in mente proprio in quel momento non seppe spiegarselo, né seppe spiegarsi perché si era ritrovata lì, convinta di aver già oltrepassato la Piazza dell’Anfiteatro.

Piazza dell'Anfiteatro: una delle più belle piazze lucchesi, edificata sui resti dell'antico anfiteatro romano (I o II secolo d.C.), a cui deve la sua forma ellittica chiusa. L'anfiteatro aveva all'esterno due ordini sovrapposti di cinquantacinque arcate su pilastri che sorreggevano la cavea formata da venti gradini e capace di diecimila spettatori. L'edificio, andato in rovina durante le invasioni barbariche, diventò per secoli una specie di cava di materiali da costruzione. In seguito sui ruderi rimasti iniziarono a sovrapporsi case e costruzioni che utilizzando le residue struttura dell'anfiteatro, ne conservarono perfettamente la forma

La Piazza oggi visibile, unica nel suo genere, fu realizzata dall'architetto Nottolini (dal 1830) facendo abbattere alcune costruzioni sorte al centro della piazza e creando intorno l'attuale via dell'Anfiteatro. L'accesso alla piazza è possibile tramite 4 porte a volta, ma solo una di queste, la più bassa, ricalca esattamente uno degli originari accessi. Da notare è la croce incisa su una mattonella al centro della piazza, nel punto di intersezione tra le 4 porte.

Fu con un ultimo sprazzo di lucidità che la donna si rialzò, lanciandosi in una folle corsa verso il più vicino portale ad arco che l’avrebbe riportata su Via Fillungo e da lì alla Torre delle Ore. Corse, incespicò, si spaccò le unghie dei piedi sanguinanti, mentre la demoniaca figura la inseguiva sghignazzando. Non seppe neppure lei come, ma riuscì a infilare nel tunnel sotto l’arco di pietra, uscendo dall’anfiteatro, e sobbalzò nel sentire le risate scomparire. Forse il diavolo si era schiantato contro le mura sovrastanti?
Meglio così! Si disse, fiondandosi verso l’altra uscita del tunnel, solo per ritrovarsi bloccata da un muro di fiamme sorto a sbarrarle il passo. E in mezzo a quel muro lui avanzava.
Torre delle Ore: sede di un orologio per la scansione delle ore già dal 1390.  Situata nella centrale Via Fillungo venne acquistata nel 1490 divenendo Torre Civica. Nel 1752 fu realizzato un nuovo meccanismo installato nel 1754 con la collaborazione di orologiai lucchesi. Recentemente restaurata dall'Amministrazione Comunale è la torre più alta della città raggiungibile dopo aver salito 207 gradini della scala originaria in legno perfettamente conservata. A vista il meccanismo dell'orologio a carica manuale, uno dei più interessanti ancora funzionanti in Europa. 

Se siete a Lucca, una visita alla Torre delle Ore o alla vicina Torre Guinigi è decisamente d'obbligo. Potrete ammirare un bellissimo panorama, vedere l'intera città aprirsi sotto di voi.  


Orto botanico: l'Orto Botanico fu istituito nel 1820 da Maria Luisa di Borbone. L'Orto attualmente è diviso in due grandi settori, uno comprende l'arboreto, la montagnola e il laghetto, l'altro la scuola botanica e le serre.
Nella Casermetta, situata sulle Mura Urbane, sono sistemati gli uffici e un laboratorio didattico. Nel Museo Botanico "Cesare Bicchi" sono conservati erbari storici e alcuni interessanti documenti. Nel Giardino sono presenti numerose collezioni e specie botaniche rare e preziose.

Secondo la leggenda, lo spirito di Lucida Mansi dimora ancora nelle acque del lago, affacciandosi di tanto in tanto, per spaventare qualche malcapitato.


Le informazioni vengono dal sito del Comune di Lucca. 

Nessun commento:

Posta un commento