venerdì 31 marzo 2017

Segnalazione "La tela del maligno" di Gianpiero Pisso

Segnalazione "La tela del maligno" di Gianpiero Pisso

Titolo: La Tela del Maligno
Autore: Gianpiero Pisso
Editore: Eretica Edizioni
Genere: Mistery storico
Formato: Cartaceo
Pagine: 254
Prezzo:15 euro
ISBN: 978-88-99466-97-8
Link acquisto: sito Eretica Edizioni

Un interesse mediatico senza precedenti si è scatenato, nel 2012, per una scoperta che ha lasciato il mondo dell’arte, la Chiesa cattolica, università, studiosi di costumi, storici e gente comune senza parole. La televisione italiana ne ha parlato diffusamente in rubriche dedicate alla Scienza e al Mistero ma nessuno, ad oggi, è stato in grado di dare una spiegazione esauriente dei fatti.
Dopo più di quattrocento anni una studiosa si è accorta casualmente che nella basilica di San Pietro a Perugia, esiste un quadro colossale, uno dei più grandi d’Europa, che cela un inquietante mistero.
La tela, un dipinto a olio, opera di un artista di scuola veneziana, Antonio Vassilacchi, vissuto attorno al 1600 e contemporaneo di Tiziano, del Tintoretto e di Paolo Veronese, osservata da breve distanza mostra santi, papi, alti prelati attorno a san Benedetto da Norcia, ma scrutata dall’altare maggiore, dove è possibile una veduta d’assieme, mette in luce un volto demoniaco.
Come è possibile che nessuno se ne sia accorto prima? Per quale ragione si è introdotta l’effigie del Maligno in un luogo consacrato? Che significato e quale fine può avere avuto un atto del genere?


Il Trionfo dell’Ordine dei Benedettini di Antonio Vassilacchi (1597) 
Basilica di San Pietro a Perugia

Trama: il romanzo è retroattivo. L'incipit è la fine del racconto. Antonio Vassilacchi, insigne pittore di scuola veneziana, greco di origine, nato sull'isola di Milos ma vissuto sulla laguna ai tempi dei grandi Tiziano, Tintoretto e Veronese e allievo di quest'ultimo prima di diventare uno dei pittori preferiti dai dogi per affrescare le sale di Palazzo Ducale, si sobbarca in diligenza un lungo viaggio da Venezia a Perugia, unicamente per osservare come si comportano i fedeli durante la santa messa domenicale nella chiesa di San Pietro, adiacente al convento benedettino della città. Lì, alcuni anni prima, aveva dato una valida dimostrazione della sua arte, dipingendo ben undici tele della vita del Cristo, commissionate dal priore benedettino del convento.
Lo scopo della sua visita a Perugia è di costatare personalmente come i perugini avessero accolto il suo undicesimo dipinto, il più grande, quello che raffigura San Benedetto da Norcia, attorniato da santi, papi, porporati, che aveva denominato "Trionfo dell'Ordine dei Benedettini" e che faceva bella mostra sulla parete di ingresso alla chiesa. In quella tela aveva portato a termine la sua vendetta, mimetizzando il volto di un demone che si poteva però scorgere solo facendo molta attenzione alla visione d'assieme e non avvicinandosi troppo al dipinto. Altrimenti si sarebbero scorti solo i particolari, una schiera di prelati.
Perugia non aveva reagito come si sarebbe atteso. il suo piano di scandalizzare la città era fallito. Nessuno si era accorto delle sue intenzioni.

Durante il viaggio di ritorno in diligenza alla laguna ripercorre le tappe più significative e anche più dolorose della sua vita che lo avevano portato, giovanissimo, a Venezia: il suo apprendistato alla bottega del Veronese, il suo amore platonico per Marietta, l'infuriare della peste, la sua amicizia con un frate scomunicato nolano, Giordano Bruno, gli amori carnali con Marzia, disinibita perugina, l'incontro con padre Arnold, tutti i suoi tormenti per l'apparizione di una figura misteriosa che lo aveva in varie occasioni spaventato. Il demonio sembra accanirsi in modo particolarmente violento contro di lui. A Perugia, con il suo allievo prediletto, Tommaso, termina i lavori della commessa e consegna al priore benedettino le sue tele, compresa l'undicesima, quella con la quale condanna il Maligno a respirare ogni giorno il fumo delle candele, prigioniero in un luogo consacrato. Ci può essere punizione più grande per un angelo decaduto, causa di tanti mali? Poco importa se sinora i perugini non si siano ancora accorti di nulla.
L’aria era pregna di vapor acqueo, di fumo delle candele e dell’alito puzzolente di centinaia di fedeli, di ogni estrazione sociale, che affollavano, quella domenica, le tre navate della chiesa di San Pietro, edificata attorno all’anno mille sopra la precedente cattedrale, sede vescovile della città di Perugia, che esisteva sin dal sesto secolo. Ora l’edificio religioso aveva annesso un monastero benedettino, che ospitava un’attiva comunità di monaci, dediti ai lavori dei campi e alla preghiera, secondo il motto dell’ordine: Ora et Labora.La mattinata era abbastanza fresca e dalla campagna si alzava dalla terra una densa bruma, che avvolgeva i casolari e le fattorie in un abbraccio intimo e ovattato, quasi volesse proteggere la riservatezza di quei luoghi e dei suoi abitanti, abituati ad alzarsi all’alba a trascinare l’aratro, a liberare le zolle dalle erbacce e a mantenere il terreno costantemente umido, condizione necessaria per un buon raccolto. La terra era la principale risorsa per chi avesse buona salute, robuste braccia e una forte schiena, oltre alla ferrea volontà di voler ricavare dalla natura buona parte del cibo che sarebbe servito ad alimentare l’intera famiglia. Il resto, carne, uova, latte e formaggio, sarebbero venuti dagli armenti, greggi e pollame, che avrebbero assicurato le giuste proteine animali di alto valore nutrizionale.
La domenica mattina, però, così come in ogni altro giorno di festa, i contadini lasciavano i loro campi incustoditi, indossavano il loro abito migliore, abbandonavano i loro attrezzi di lavoro nei magazzini o nei loro capanni e con tutta la famiglia si recavano alla chiesa più vicina, perché santificare le feste comandate era una delle premesse per mantenersi in buoni rapporti con l’Altissimo.
Là, sul sagrato dei luoghi di culto ed entro gli edifici religiosi, si mescolavano con coloro che abitavano entro le mura della città, gli artigiani, i bottegai, i commercianti, i faccendieri, che disponevano in genere di entrate superiori e di un tenore di vita più elevato, come si poteva percepire dalla foggia dei loro abiti e soprattutto dall’eleganza delle loro mogli e madri, dalle acconciature ricercate, che tenevano per la mano giovinetti dai capelli impomatati e dalle movenze contenute e sempre improntate a un certo controllato ritegno che, talvolta, era però scambiato per arrogante freddezza.
Un sommesso brusio, trattenuto a stento, saliva sino al soffitto a cassettoni, intagliati e dorati, della navata principale della chiesa, ma non disturbava più di tanto la funzione di padre Vincenzo, uno tra i benedettini più anziani del monastero, intabarrato nel suo pesante saio e con guanti di lana dalle dite mozzate, per ripararsi dal freddo.
Tutta quell’animazione era diretta alle prime panche della chiesa dove, imperturbabili, sedevano monsignor Innocenzo Malvasia, governatore della città, avvolto in un mantello verde oliva e il cardinale Bonifacio Bevilacqua, legato pontificio di Perugia e di tutta l’Umbria, dopo essere stato, a soli ventotto anni, patriarca di Costantinopoli.
Le male lingue insinuavano che la sua amicizia con il nipote di papa Clemente VIII Aldobrandini, cardinal Pietro Aldobrandini, gli avesse permesso di raggiungere quella posizione così importante e di entrare nelle grazie del clero di Roma. Avvolto nella sua mantellina color porpora, teneva il busto eretto e lo sguardo fisso sull’altare.
Innocenzo Malvasia aveva invece svolto, per il papato, delicati incarichi all’estero: commissario apostolico delle truppe pontificie, che papa Clemente aveva destinato a sostegno della Lega cattolica in Francia, era stato poi nunzio presso l’arciduca Ernesto d’Asburgo, governatore delle Fiandre, prima di essere nominato prima prefetto dell’Annona in Umbria e nella Marca anconetana, poi governatore di Perugia.Appena alle spalle delle due eminenti personalità, tutto il loro codazzo di servitori e aiutanti, in mezzo ai quali sedevano i membri della Confraternita dell’Orazione e della Morte, fondata trent’anni prima da sedici dinamici perugini, la cui missione principale era quella di dare sepoltura a chi non avesse ancora una tomba.Perugia, da sessant’anni, era stata conglobata nello Stato Pontificio e da due anni anche il ducato di Ferrara aveva subito la stessa sorte, essendo il duca Alfonso II d’Este morto senza eredi. 

Chi è l'autore? Scopriamo Gianpiero Pisso:

Nato in provincia di Varese, sul Lago Maggiore, dove attualmente risiede con la sua famiglia, l’autore è laureato in ingegneria aeronautica e ha, per molti anni, lavorato come dirigente industriale in grosse società italiane e multinazionali straniere.
Ama viaggiare e dedicarsi alle sue tre principali passioni: scrivere, leggere e dipingere ad acquarello.
La sua narrativa, sempre attuale e talvolta ironica, rifugge dagli eccessi e vuole proporsi come una lettura spensierata, disinvolta e scacciapensieri.
Vincitore del premio nazionale “Le Porte del Tempo” 2012, categoria Saggistica, con l’opera: La profezia del Cristo Pagano, edita da Eremon Edizioni. Ha pubblicato anche con Kindle l’e-book Rudiobus, il cavallo d’oro e con Eretica Edizioni, nel 2016, il suo romanzo mistery: La Tela del Maligno.

Lo trovate su Twitter per parlare di libri! 

mercoledì 29 marzo 2017

Recensione di "Norsemen" di Valerio Sericano

Recensione di "Norsemen" di Valerio Sericano

Questa recensione è stata combattuta. Nel senso che l'avevo scritta tutta e poi, per un errore informatico, mi è scomparsa, sigh sigh. Scommetto che c'è lo zampino di Loki, che non voleva venisse pubblicata! :-) Detto ciò, oggi parliamo di "Norsemen", romanzo urban fantasy di Valerio Sericano ispirato alla mitologia nordica. L'avevo segnalato più di un anno fa ma soltanto adesso sono riuscito finalmente a leggerlo, attirato dall'ambientazione contemporanea e ovviamente dai riferimenti alla mitologia nordica, che adoro.

Il romanzo "Norsemen" ruota attorno all'avvento del Ragnarok, anzi dei Ragnarok, come li definisce l'autore. Partendo dai miti nordici, l'autore intesse una trama interessante ambientandola ai giorni nostri in diversi luoghi del mondo: si parte dal Giappone, per poi spaziare in Europa, soprattutto in Scandinava, dove si svolgono i fatti finali del romanzo. Ho apprezzato molto questa varietà di luoghi, che è sempre accompagnata da accurate presentazioni degli usi, dei costumi e della storia di queste località, come il grande tempio di Uppsala o la cultura giapponese. Da questo punto di vista, il romanzo è anche istruttivo.

Il vero punto di forza è comunque la trama dinamica e accattivante, sostenuta da uno stile di scrittura fluido che, con semplicità e senza perdersi, accompagna il lettore verso il compimento del Ragnarok. Uno dei protagonisti è Adam, che l'autore inizialmente ci mostra in missione: egli infatti è un Norsemen, un cacciatore, costretto da Loki a cacciare determinate prede. Nel corso di una delle tante missioni che la malvagia entità gli affida, Adam si imbatte però in un personaggio particolare: Vanadis, una giovane all'apparenza chiusa e introversa ma che nasconde un forte desiderio sessuale, che neppure lei riesce a capire. E qua l'autore è stato bravo a non trasformare l'incontro tra questi due personaggi nell'ennesima storiella d'amore scontata, bensì in una relazione molto movimentata che aggiunge pepe al romanzo.



Nel frattempo le Norne avvertono i segni del cambiamento e avvisano Gullveig, la loro signora, che a sua volta si mette in contatto con Odino, Heimdall e le alte sfere del pantheon nordico. Altra cosa piacevole del romanzo è stata appunto la (re)interpretazione del mito, in chiave moderna, utilizzando dei personaggi secondari, come i fratelli di Odino e Gullveig, e lasciando Odino e Loki (classici antagonisti) in disparte. Non mancano ovviamente azione, battaglie, un po' di sangue e profezie sulla fine del mondo. Molto belle le frasi di apertura dei vari capitoli, tratte dall'Edda, che immergono il lettore nella giusta atmosfera.


Concludendo, "Norsemen" si è rivelata una lettura piacevole e veloce, che saprà di certo catturare chi ama la mitologia nordica e le storie che ad essa si ispirano. Non mi dispiacerebbe leggere qualche altra avventura di Adam e dei Norsemen. 

Ah, piccola nota. Mi sono emozionato quando ho letto degli ulfhednar, che saranno i protagonisti del mio primo romanzo fantasy in uscita a giugno! :-)

Ricordo che "Norsemen" è disponibile in formato digitale su tutti gli store di ebook. 

lunedì 27 marzo 2017

Recensione "Le avventure di Lobo" di Francesco Ambrosio

Recensione "Le avventure di Lobo" di Francesco Ambrosio

Recensione veloce oggi sul blog "I mondi fantastici", dedicata a Lobo, il pianetino parlante creato da Francesco Ambrosio per il suo racconto lungo "Le avventure di Lobo", disponibile in ebook su Amazon. Come indicato in titolo e sinossi, Lobo è un pianetino parlante, che però si sente molto solo, si annoia, non riesce a parlare con i suoi abitanti e nessuno si ferma mai a chiacchierare con lui: tutti gli altri pianeti e navigatori della galassia si spostano, mentre lui rimane sempre fermo nel solito posto. Viene tentato, come tutti, dall'idea del viaggio, dall'idea di mettersi in moto e andare a scoprire il cosmo. Alla fine, dopo tanto riflettere e elucubrare, decide di tentare l'ardito piano e si mette in movimento, iniziando ad avventurarsi nell'universo. 

In questo viaggio farà tanti incontri, sia piacevoli che meno, come nel più classico "viaggio dell'eroe", archetipo narrativo che l'autore ha ben presente. Infatti, nel racconto compaiono tutti i punti di forza questa struttura: l'eroe con una mancanza ben precisa e un desiderio nascosto, il richiamo all'avventura, gli amici, alleati e nemici che incontrerà, fino ovviamente alla prova finale. Un viaggio che, come nella migliore tradizione, non è soltanto un girovagare a vuoto per lo spazio per soddisfare i propri capricci, ma è anche un'occasione di crescita. Infatti Lobo avrà modo di conoscere i suoi abitanti, inizierà a parlare con loro, e farà anche un piacevole incontro con una pianetina interessante. Sorprese, emozioni e, su tutte, la voglia di scoprire e scoprirsi. Un racconto per grandi e piccini che strapperà sorrisi a tutti quanti.

Il libro è disponibile in ebook su Amazon, con una copertina davvero carina! Buona lettura!


domenica 26 marzo 2017

Segnalazione "Angelo" di Francesco Balestri

Segnalazione "ANGELO" di Francesco Balestri

Oggi il blog ospita Francesco Balestri, grande appassionato di libri, blogger (il bellissimo blog "La bancarella dei libri" è suo!) e anche scrittore. Come sapete, di recente è uscita "Jukebox. Racconti a tempo di musica", l'antologia dell'associazione culturale Nati per scrivere, contenente anche "New York City boy", il racconto di Francesco, a cui facciamo i nostri migliori auguri per l'inizio della sua carriera di scrittore. Scopriamo questo racconto breve ma molto intenso!

Titolo: Angelo
Autore: Francesco Balestri
Editore: Self
Genere: Narrativa
Formato: Ebook
Pagine: 20 circa
Prezzo: 0,99
ASIN: B06XS6ZF1Z

Il racconto è disponibile solo su Amazon, per download su Kindle.

Trama: L'amore può nascere in tanti modi e avere svariate sfaccettature. L'amore di una madre verso suo figlio è messo a dura prova dalle difficoltà della vita e della giovane età. Un racconto breve che mostra quanto sia facile lasciarsi coinvolgere e quanto difficile accettare di crescere.
Dopo la lite, mamma e io abbiamo passato un brutto periodo. Lei cominciò a litigare con i nonni, dicendo che anche lei voleva smettere di studiare perché non aveva più voglia. Era una bugia a sé stessa. Era arrabbiata con Sandro e voleva abbandonare tutto per passare più tempo con lui, come quando erano in classe insieme. Ero triste perché mamma soffriva un sacco e passava le notti a piangere, senza chiudere occhio. Cercavo di sostenerla, ma ero troppo piccolo per poterla davvero aiutare.
Contatti:
Pagina Facebook: "La bancarella del libro"
Blog dell’autore: "La bancarella del libro"

Biografia dell’autore:
Francesco Balestri nasce e Firenze il 13 ottobre 1983. Un sognatore che immagina sempre di essere trasportato altrove. Grande appassionato di tutto ciò che è arte, non perde mai l'occasione per accostarsi a qualcosa di nuovo per alimentare quello che si porta dentro. Ha studiato e studia teatro da anni, e a questi studi ha aggiunto dei corsi legati al mondo dell'editoria digitale e alla scrittura 2.0. Aprire il blog La bancarella del libro ha significato per lui affacciarsi su un mondo che da subito gli ha regalato grandi soddisfazioni, lo ha portato a contatto con diverse realtà, e gli ha permesso di instaurare un discreto rapporto con autori e case editrici dei più disparati generi.

Frequenta la scuola di scrittura creativa Raymond Carver.

sabato 25 marzo 2017

Segnalazione "Il passaggio per il secondo cerchio", di Juana Coluccio

Segnalazione "IL PASSAGGIO PER IL SECONDO CERCHIO" di Juana Coluccio

Oggi, anche se è sabato, il blog ospita una nuova segnalazione, quella del romanzo fantasy "Il passaggio per il secondo cerchio", di Juana Coluccio, edito da Omnia One Group Editore. Non conoscevo né l'autrice, né la casa editrice, per cui sono felice di segnalarla, potendo così scoprire nuove cose. Pronti per scoprire questo nuovo romanzo fantastico?


Titolo: Il Passaggio per il Secondo Cerchio
Autore: Juana Coluccio
Casa editrice: Omnia One Group Editore
Genere: fantasy
Prezzo ebook: 2,99 €
Pagine: 349
Disponibile su tutti gli store di ebook.
Su Amazon potete leggere un estratto 


Trama: Elizabeth Connel ha diciotto anni e vive su un’isola del Mediterraneo insieme alla sua migliore amica Judi con la quale condivide i più bei ricordi d’infanzia, la maggior parte trascorsi nella valle, luogo che da sempre suscita loro un certo mistero. La sua vita cambia il giorno in cui incontra una donna che le consegna un piccolo carillon dicendo che le servirà. Il mattino seguente si reca insieme a Judi nella valle. A mezzogiorno, ora cruciale, Elliz finisce per incastrare involontariamente il carillon in un blocco di pietra. I corpi delle due ragazze si dissolvono, e comincia per loro il viaggio che le porterà fino al Secondo Cerchio.

Questo viaggio, che pare decretato dal destino, metterà in dubbio tutte le sue certezze sull'esistenza. Tra un ballo con gli osciglieri e un'avventura nella foresta Morta, Elliz scoprirà il suo posto tra le meraviglie dell'universo, lotterà contro pregiudizi, sarà sul punto di perdere una grande amicizia, ma nessun conflitto è paragonabile a quello che Elliz dovrà affrontare con se stessa. Perché alla legge del viaggiatore nessuno può sottrarsi.
“È per la ragione che noi terrestri non riusciamo a vedere ciò che c'è oltre un pianeta?”“La ragione è la causa che non vi permette di vedere oltre. Te l'ho detto, non conosco molto sui viaggiatori, ma credo che tu sia una persona speciale.”
Per scoprire di più sull'autrice, potete visitare la sua pagina Facebook. Buon viaggio... nel secondo cerchio!

venerdì 24 marzo 2017

Scopriamo gli autori S.E.U.: Alessandro Del Gaudio e Max Penna

SCOPRIAMO GLI AUTORI S.E.U.: Alessandro Del Gaudio e Max Penna

Vi avevo già parlato dell'Associazione Culturale "Scrittori Emergenti Uniti", di cui faccio parte anch'io. Oggi il blog ha il piacere di ospitare due autori membri di S.E.U. e i loro romanzi fantastici. Pronti allora per conoscere Alessandro Del Gaudio e Max Penna, e i loro lavori?

ALESSANDRO DEL GAUDIO


Alessandro Del Gaudio è nato a Torino nel 1974.
Ha pubblicato i romanzi: Il candore dei ciliegi (2001), Lungomare (2002), Italoamericana (2005), Le note di Nancy (2009), Aziza (2011) e Aurora d’Inverno (2012).
Nel 2012 e nel 2014 ha pubblicato i primi due volumi della saga fantastica “Le ombre di Big City”: Metallo d’Ombra - Nascita di un supereroe e Lacrima d’Ombra - Il destino di un supereroe.
È autore di un’antologia di racconti - Luna all'alba (2004) - e di due saggi: L’identità segreta (2008) e Kyoko mon amour - Vent'anni di manga giovanili (2009), entrambi editi da Il Foglio.
Sempre per le edizioni Il Foglio nel 2013 ha curato l’antologia di racconti fantastici Tonirica.
Collabora con il circolo letterario Letture Corsare di Borgaro Torinese e con la rivista Nuovo Progetto, come curatore della rubrica di fumetto ed è giurato nel premio letterario nazionale “Racconti Corsari”. Lavora in un importante museo e gestisce una piccola biblioteca di quartiere nella periferia nord di Torino.


Titolo: “Metallo d’Ombra. Nascita di un supereroe” 
Autore: Alessandro Del Gaudio
Editore: Edizioni Il Foglio 
Genere: Fantasy
Formato: Cartaceo
Primo volume
Disponibile su tutti gli store di libri.

Trama: Wilbur Thun è un ragazzo di 18 anni che vive nella sconfinata megalopoli nominata Big City. Vive una vita di normale adolescente che di straordinario ha solo gli encomiabili risultati scolastici. È innamorato di una ragazza più anziana di nome Batty, che suona la chitarra e gestisce il Diwan Corner, un locale di periferia. Vive con il padre Julius e si circonda della compagnia di pochi amici intimi, con cui cerca di vivere una vita normale. Perché in realtà normale non è. Wilbur in realtà si chiama Arsian e proviene da un mondo sotterraneo posto esattamente al centro della Terra, l’Anello, non solo tecnologicamente avanzato ma anche caratterizzato dall’esistenza della magia. Nell’Anello suo padre è un uomo stimato e di grande influenza, i suoi fratelli sono eroi leggendari, ma lui è un reietto e una terribile colpa grava sul suo nome, tanto da essere stato esiliato sul mondo di superficie. Solo Julius, suo mentore, ha accettato di seguirlo per fargli da padre. Ma Arsian è destinato a salvare Big City o a morire con essa, perché coloro che difendevano la città sono scomparsi misteriosamente e a lui toccherà ritrovarli. Per farlo costruirà una macchina in grado di donargli una forza superiore a quella di un normale essere umano, che immancabilmente segnerà il suo destino e lo renderà il nuovo difensore della città: Metallo d’Ombra.


Titolo: “Lacrima d’Ombra. Il destino di un supereroe” 
Autore: Alessandro Del Gaudio
Editore: Edizioni Il Foglio 
Genere: Fantasy
Formato: Cartaceo
Secondo volume
Disponibile su tutti gli store di libri.

Trama: Arsian è un ragazzo proveniente da un mondo posto al centro della Terra noto come l’Anello. Dotato di un’intelligenza fuori dal comune, in tenera età è già in grado di costruire una potente macchina, che tuttavia sfugge al suo controllo seminando morte e distruzione. In seguito all'incidente viene esiliato nel mondo di superficie e si stabilisce a Big City insieme al suo mentore Julius Kirr.
Big City è una delle più grandi e popolose città del mondo e la gente è da sempre abituata a convivere con i supereroi, che si occupano del rispetto della legalità. Ma inspiegabilmente un giorno i paladini di Big City scompaiono e i loro nemici hanno l’occasione di mettere a ferro e fuoco la città e sottometterla alla loro autorità.
È qui che Aslan, ormai adolescente, decide di intervenire rimettendo mano al suo antico progetto e riadattandolo per creare un’armatura con cui affrontare anche l’avversario più temibile. Ecco che nasce Valkir, un’arma che non solo dona a Aslan una forza fuori dal comune ma sembra trasformarlo dall'interno.
La carriera di sorvegliante non impedisce al ragazzo di condurre una vita normale e di conquistare Betty, la ragazza di cui è innamorato.
Ma il mistero della scomparsa dei supereroi a Big City non è ancora risolto e serve l’intervento di un misterioso antiquario a svelare l’arcano: tutti i paladini della città sono stati catturati proprio dall'uomo che ha convinto Aslan a costruire la sua gigantesca macchina e che ha costretto il ragazzo all'esilio. Aslan veste nuovamente l’armatura di Valkir e riesce a liberare gli eroi di Big City, entrando a pieno titolo nella squadra.

DICCI DI TE:

AMO SCRIVERE PERCHÉ: la scrittura mi permette di accedere a un mondo interiore che spesso mi sorprende perché non scopro di volta in volta cosa mi riserva. Tramite la scrittura metto in relazione quanto mi accade attorno con quanto ho dentro di me, e a volte il mix è davvero interessante. Scrivere è quindi il miglior strumento di analisi di cui io disponga, l'unico con cui davvero mi riesce di osservare gli altri e me, per cui le mie storie e miei personaggi, sia quelli più realistici, sia quelli fantastici, costruiscono un affresco umano affascinante in cui calarmi.

INTERESSI: ho interessi tra i più svariati, dai libri ai fumetti, dai viaggi alla musica, e in buona sostanza tutti sono ben rappresentati nei miei libri. Scrivo (soprattutto narrativa, ma mi sono cimentato anche con la poesia e ho pubblicato due saggi), faccio teatro, gestisco una piccola biblioteca di quartiere, sono barman (anche se non sono ancora a tramutare questa passione in un mestiere), mi piace andare al cinema e guardare film di tutti i generi, e amo la buona cucina.

SOGNO NEL CASSETTO: sicuramente lavorare a contatto con i libri, magari tornando a fare il bibliotecario per professione. Ma in genere amo la creatività e non mi dispiacerebbe creare qualcosa in cui le qualità di più persone abbiano modo di combinarsi. Chiaramente il mio sogno nel cassetto è però fare lo scrittore come professionista.


***

MAX PENNA


Max Penna è nato nella regione dove il grande filosofo Pitagora diede vita alla sua scuola, si dedica fin da piccolo allo studio di scienza e filosofia, con lo scopo di soddisfare le sue molteplici curiosità. Influenzato dal pensiero filosofico ed incuriosito dalla fisica è sempre stato affascinato dai paradossi temporali. Il tempo e la relatività sono sempre stati al centro delle principali riflessioni dell'autore. Frequenta il Liceo Scientifico con ottimi risultati e, dopo la maturità, si trasferisce a Torino per frequentare Ingegneria Elettronica in una delle università più rinomate d'Italia. Qui si ribella ad un pensiero, secondo lui, troppo rigido, e fa difficoltà ad accettare i molti "capricci" di chi è fiero di definirsi Professore e, purtroppo, non Maestro. Si scontra con molti insegnanti non accettando imposizioni e rigide schematizzazioni che rendono quei concetti più religione che scienza. Capisce, però, che se vuole laurearsi deve adattarsi. Da quel momento rinuncia ad ogni contrasto con i professori accettando in silenzio ogni loro dettame. Dopo la laurea risente degli anni persi a vincolare il pensiero, cosa che normalmente viene definita con accezione positiva "forma mentis". Inizia a lavorare come progettista elettronico, informatico e meccanico e finalmente riesce a dare sfogo alla sua creatività, sia in azienda che in privato, cercando di sfruttare il tempo libero per migliorarsi e rispondere alle proprie curiosità. Dopo anni di ricerche e studi su fisica quantistica, filosofia, medicina alternativa, spiritualità, economia e psicologia, si viene sempre più a creare un pensiero che non vede più la scienza lontana dallo spirito, anzi le lega indissolubilmente. Decide quindi di scrivere nella speranza di poter ispirare il pensiero di molti che non vogliono smettere di vivere come eterni bambini con gli occhi spalancati davanti agli incredibili misteri dell'Universo.

Per scoprire di più su di lui e sui suoi lavori, potete visitare il suo sito.


Titolo: “La cospirazione degli involuti" 
Autore: Max Penna
Genere: Fantasy
Formato: Cartaceo e digitale
Disponibile su tutti gli store di libri.

Trama: Un'antica macchina del tempo si prepara a stravolgere la vita e le certezze di Michele, trasportandolo indietro di 200 anni, in una società evoluta, etica e tecnologicamente molto avanzata. Un mondo ben diverso da quello tramandato dalla memoria storica. Un'occasione unica per scoprire una cultura affascinante e coinvolgente, ma anche per conoscere capacità straordinarie quali telepatia e telecinesi. Il protagonista scoprirà, però, una sconcertante verità: lui è un involuto e, come tale, non potrà tornare al suo tempo fino a quando non evolverà. Ma non è il solo. Come lui, una piccola parte degli abitanti della Terra non è consapevole delle proprie capacità. Sono gli Involuti, una minoranza accolta dal resto della popolazione senza alcuna discriminazione, in attesa del loro salto evolutivo. Ma qualcuno trama affinché il mondo possa involvere per tornare sotto il controllo di pochi potenti. Michele si avventurerà, allora, nei meandri del tempo, estirpando le sue credenze per superare ogni suo limite e sviluppando doti incredibili persino per il popolo evoluto. Ma per salvare quella consapevolezza dovrà necessariamente affrontare il più grande dei paradossi temporali.

DICCI DI TE:

AMO SCRIVERE PERCHÉ...: Amo scrivere perché mi piace condividere i miei pensieri e idee con gli altri. Io non scrivo cose giuste, ma sicuramente i miei scritti, a quanto dicono, fanno molto riflettere.

INTERESSI: La Scienza ed in particolare quella meno "Materialistica" e più Filosofica è la mia prima passione. Filosofia, non intesa come conoscenza cronologica di ciò che hanno scritto i filosofi, ma dei concetti che esponevano. Amo anche la musica, suono la chitarra elettrica ed ho suonato in vari gruppi; le arti marziali e gli sport individuali in generale.
Amo fare ed imparare sempre cose nuove. Odio invece le condizioni statiche e ripetitive, che considero deleterie per l'animo umano e per la sua creatività.

SOGNO NEL CASSETTO: Sogno di poter vivere in modo semplice, ma felice. Circondato da amore, tempo da poter trascorrere con me stesso e con chi amo.
Sogno un mondo migliore, dove la ricchezza materiale possa rappresentare solo un mezzo, ed il cuore ed il benessere di tutti possano essere l'unico obiettivo.
Sogno un mondo più etico, dall'alta morale, mattone fondamentale per una felicità comune.


Buona lettura! :)

mercoledì 22 marzo 2017

Recensione "Darth Plagueis" di James Luceno

Recensione "DARTH PLAGEUIS" di James Luceno

"Hai mai sentito parlare di Darth Plageuis, il saggio? È una leggenda Sith". Sono le parole del cancelliere Palpatine ad Anakin Skywalker nel film "La vendetta dei Sith" l'unico accenno a questo Sith che, secondo le parole di Palpatine, era talmente potente da riuscire a modellare i midi-chlorian e quindi a impedire che la gente morisse. Ma come? Chi era costui? Come è morto? Che rapporto aveva con Palpatine? Sì, dall'ambiguo sorrisetto del cancelliere, abbiamo tutti intuito che fosse stato il suo maestro (e che lo avesse ucciso proprio lui), ma per il resto non sapevamo niente, finché James Luceno non ha scritto questo bel romanzo intitolato proprio "Darth Plageuis".

L'aggiornamento di oggi del blog è speciale, dato che solitamente ospito autori italiani, giovani in particolare, però, essendo un grande fan di Star Wars, e avendo iniziato a leggere i romanzi dell'universo espanso, non potevo non dedicare un articolo a questo che è decisamente un bel libro. E soprattutto offre un retroscena interessante non solo su Darth Plageuis ma anche su Darth Sidious e sugli eventi che hanno portato allo scoppio della guerra dei Cloni e alle politiche separatiste di alcuni sistemi stellari, eventi visti in "La minaccia fantasma" e "L'attacco dei cloni". Ma andiamo con ordine!

Il romanzo si intitola "Darth Plageuis", scritto da James Luceno e edito in Italia da Multiplayer Edizioni. Si trova facilmente su tutti gli store di libri.  Io l'ho ordinato in libreria e ricevuto in 3 giorni, per cui ottima disponibilità. Una piccola precisazione: da quando la Disney ha acquistato la Lucasfilm, tutti i libri (e gli altri prodotti) dell'Universo Espanso sono diventati non-canonici e sono stati riuniti sotto il nome "Legends", ossia leggende. Anche "Darth Plageuis", purtroppo, ha incontrato questa sorte; dico purtroppo perché il libro è costruito benissimo, incastrandosi alla perfezione con i film della trilogia prequel. Comunque, canon o non canon, leggetevelo se volete scoprire qualcosa di più sul maestro di Palpatine e sui rapporti tra i due Sith.

Sono infatti Darth Plagueis, vero nome Hego Damask, e Darth Sidious, il ben noto Palpatine (il cui vero nome qua non viene mai indicato, ma viene chiamato sempre per cognome o con il nome Sith), i protagonisti del romanzo, in un equilibrio delicato e di tensione, ben costruito, fino ad arrivare al climax finale. Il romanzo inizia con un prologo molto forte, che in realtà è ambientato alla fine del libro, dopo la tragica conclusione delle vicende: Palpatine osserva infatti il misfatto compiuto. Poi il romanzo inizia, proiettando il lettore indietro di una cinquantina d'anni (67-65 anni prima della Battaglia di Yavin) e mettendo in scena Darth Plageuis: anche lui, come ogni Sith da Darth Bane in poi, ha avuto un maestro (Darth Tenebrous) e anche lui ha finito per ucciderlo. La regola dei due, ideata da Darth Bane, viene costantemente citata (se ne era parlato, in misura minore, anche nel film "La minaccia fantasma") e prevede che i Sith siano sempre in due: un maestro, che detiene il potere, e un apprendista, che lo brama. Così è stato per Plageuis e così sarà per Palpatine.
Noi Sith siamo una resistenza invisibile, una minaccia fantasma. Una volta i Sith indossavano delle corazze, e ora noi portiamo dei mantelli. Ma in noi la forza scorre molto più potente quando siamo invisibili. Per adesso, più ci nascondiamo e più possiamo esercitare la nostra influenza. Avremo la nostra vendetta con il contagio, non con la sottomissione.
La prima parte del romanzo è molto politica, possiamo dire. Scopriamo che Hego Damask è un Muun ed è un personaggio importante nel mondo degli affari e del business intergalattico e ha contatti ad alti livelli; il suo piano di dominio dei Sith prevede infatti di controllare anche la politica e l'economia dell'universo, quindi non una conquista basata soltanto sulla forza bruta bensì una presa effettiva di potere. Poi Damask conosce Palpatine e allora entra in gioco l'altro (astuto) protagonista, di cui seguiamo la crescita, prima come diplomatico, poi come senatore, infine l'ascesa al ruolo di cancelliere supremo. Loro due sono i protagonisti, i Sith e il lato oscuro, gli studi che effettuano su questa potente forza oscura. In tutto questo i Jedi sono ai margini, troppo presi dall'eccessiva fiducia nel loro ruolo e nel sistema da non accorgersi di quanto la Repubblica sia corrotta e corrosa alle fondamenta. 

"Ho visto l'oscurità che incombe e gli esseri che la faranno calare sulla galassia. Ho visto il crollo della Repubblica e l'ordine Jedi in subbuglio. All'orizzonte si profila una guerra galattica... un conflitto tra macchine di metallo e macchine di carne, e la morte di decine di milioni di innocenti. Ho visto mondi sottomessi e distrutti, e un nuovo ordine sorgere da quel caos, sostenuto da armi feroci come non se ne vedevano da mille anni. Una galassia al guinzaglio di un despota spietato che serve le forze dell'entropia. E alla fine ho visto che soltanto coloro che sono stati rafforzati da questa ineluttabile verità potranno sopravvivere. Solo coloro che si scaglieranno gli uni contro gli altri e che approfitteranno della sfortuna delle loro vittime".

Una cosa che mi è piaciuta tantissimo: i riferimenti, soprattutto nella parte centrale e finale del romanzo (quando cioè ci avviciniamo agli eventi di "La minaccia fantasma"), a personaggi e situazioni noti agli appassionati dei film. Ad esempio vengono citati i pianeti Mandalore e Kamino, Naboo e i gungan, Tatooine (definito ), e personaggi come Bail Antilles (sì, lo sconosciuto candidato al ruolo di cancelliere in "La minaccia fantasma"), Yoda, il viceré Gunrey (della Federazione dei Mercanti), persino Jocasta (la Jedi bibliotecaria!) e Padmé (appena eletta regina di Naboo!). Molto interessanti i retroscena sulla Profezia dell'Eletto e quelli sul progressivo deterioramento dei rapporti tra Dooku (che vuol recuperare il suo status di Conte!) e i Jedi, la figura del maestro Sifo-Dyas (e il suo ruolo nell'ordinare un esercito di cloni per la Repubblica!) e quella di Qui-Gon, un Jedi che, pur devoto all'Ordine e al lato chiaro, aveva capito che... c'era del marcio a Coruscant. Agli amanti di "Star Wars The Clone Wars" e di "Star Wars Rebels" piaceranno i riferimenti alle streghe (Madre Talzin), a Mandalore e Felucia, l'introduzione del personaggio di Maul e il suo addestramento sotto Palpatine e tante altre citazioni.
"I Jedi in cui la Forza scorre abbastanza potente sono in grado di produrre qualcosa di simile, ma non riusciranno mai a generare i fulmini dei Sith che, ininterrotti, non solo possono paralizzare o uccidere, ma anche trasformare fisicamente la loro vittima. I fulmini della Forza richiedono una potenza che soltanto un Sith può controllare perché soltanto i Sith accettano le conseguenze delle loro azioni e rifiutano la compassione. Per riuscirci è necessaria una sete di potere che non è facile placare. La Forza cerca di resistere al richiamo degli spiriti voraci e perciò deve essere spezzata e trasformata in una bestia da soma. Deve rispondere alla volontà di chi attinge a essa".
Nel complesso, forte anche di uno stile diretto e chiaro, "Darth Plagueis" è un bellissimo romanzo, che consiglio fortemente a chi ama la serie "Star Wars". Non era facile, ma l'autore è riuscito a incastrare tanti eventi, mostrandoci i retroscena dei film della trilogia prequel, la nascita dell'alleanza tra il Clan Bancario, l'Alleanza Corporativa, la Tecnounione e la Federazione dei Mercanti, i prodromi dell'alleanza separatista, svelando che c'era proprio Plageuis dietro gli eventi iniziali, cavalcati poi da Palpatine. 

L'Epilogo poi si colloca dopo "La minaccia fantasma", e la morte di Qui-Gon, e vede la presenza anche del bambino prodigio, il giovanissimo Anakin Skywalker. Profetica la frase finale del cancelliere, a chiusura del romanzo: "Osserveremo la tua carriera con grande attenzione. E ci assicureremo che termini con la distruzione dell'ordine dei Jedi e il ritorno dei Sith". Un maestro e un apprendista. Il ciclo continua.



lunedì 20 marzo 2017

Scopriamo "Sognando", antologia di Panesi Edizioni (1)

Scopriamo "SOGNANDO", antologia di Panesi Edizioni (1)


Dopo averla presentata, qualche mese fa, oggi ci addentriamo nell'antologia "Sognando", realizzata dal gruppo "Sognatori Erranti" e da Panesi Edizioni. Un ebook che, per 1,49 euro, può essere scaricato da qualsiasi store, sostenendo così la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma dell'estate 2016. Qua tutte le informazioni.

Oggi inizia una serie di articoli per scoprire i racconti che compongono l'antologia, tramite le parole degli scrittori o estratti. Andremo in ordine sparso, del resto anche questo è il bello dei racconti, la varietà di ambientazioni, stili e idee degli autori, e soprattutto di emozioni che con la loro penna riescono a suscitare.

"La storia di Alice", racconto di Nadia Banaudi
Ho scritto il racconto "La storia di Alice" non appena ho letto del concorso di "Sognatori Erranti". Alice è una bimba che ho incontrato al mare questa estate insieme al suo papà e giorno dopo giorno ho scoperto essere orfana di mamma con spiegato quel velo di tristezza mista alla gioia normale per una bimba di cinque anni. Il resto del testo è completamente frutto della mia fantasia, perché è lì che la penna ha iniziato a scrivere quello che verosimilmente lega la realtà con il mondo dei sogni. Un mondo sconosciuto ed inafferrabile capace di racchiudere ancora la magia.

"Piccolo faro", racconto di Daniela Tresconi
Il racconto è nato un pomeriggio come tanti, quando approfittando di una giornata di sole si fa una passeggiata in compagnia. A La Spezia, la provincia da cui provengo, la domenica spesso ci si ritrova al Molo Italia, si cammina piano piano fino in fondo, arrivando proprio dove il molo finisce e la vista si perde verso il mare aperto. A presidiare questo passaggio tra la terraferma e il mare, c’è il nostro piccolo faro rosso. Ho immaginato la mia storia come una metafora della vita e della crescita di ognuno di noi: ciascuno cerca il suo posto nel mondo: c’è chi lo trova subito e chi invece soffre prima di comprenderlo. Il racconto parla dei sogni di un piccolo faro, a suo parere relegato sulla banchina di un molo secondario. Le maestose navi, i grandi oceani e le luci lampeggianti dei suoi fratelli, costruiti imponenti all’ingresso dei grandi porti, sono al centro dei suoi desideri. Convinto della propria inutilità, una notte di tempesta il piccolo faro comprenderà che ciascuno ha il suo posto nel mondo e che non occorre necessariamente essere grandi, basta essere all’altezza e saper fare quello per cui si è nati.
Il racconto è stato inserito nel progetto “Cultura in rete” finanziato dalla Fondazione Carispezia per la realizzazione di letture animate nelle scuole del Comune di Arcola.

"In viaggio con te", racconto di Alessio Del Debbio
Il racconto appartiene a una serie di storie che ho scritto ispirato dalle leggende e del folklore toscano. In questo caso il protagonista, ormai adulto, ricorda i giorni felici dell'infanzia, quando andava a giro in bicicletta con il padre e con gli amici. Partivano presto, la domenica mattina, quasi fosse un rito irrinunciabile, e percorrevano la costa tirrenica e ligure, a volte si addentravano nella piana di Lucca, altre, invece, quando erano più in forze, salivano su, lungo i sentieri tortuosi delle Alpi Apuane. E ogni viaggio era un mondo a sé, fatto di scoperta e di leggende che rivivevano attraverso gli occhi del ragazzo. Oggi, triste e stanco, ricorda quei giorni quasi fossero un sogno lontano, ma ancora vivido, mai sfuocato.
La mia bici, per quanto in buone condizioni, non era mai così pulita, ma a me piaceva così, polverosa o sporca di fango, con le manopole fosforescenti scolorite e le figurine dei calciatori appiccicate sulla canna. Mi piaceva si vedesse che era usata, che avesse addosso i segni della vita vissuta, quelli che neppure una mano d’olio avrebbe mandato via. Mi piaceva che fosse come me.



mercoledì 15 marzo 2017

Recensione "Le anime bianche" di Frances Hodgson Burnett

Recensione di "LE ANIME BIANCHE" di Frances Hodgson Burnett

L'articolo di oggi è dedicato a "Le anime bianche", romanzo breve di Frances Hodgson Burnett, che arriva in Italia grazie alla traduttrice, Annarita Tranfici, e alla casa editrice Panesi Edizioni. L'avevo segnalato durante il Calibrario dell'Avvento del 2015, ma non avevo ancora avuto il piacere di immergervi in questa piacevole e veloce lettura. Si tratta della prima traduzione italiana del romanzo "The white people", della scrittrice inglese più famosa per romanzi come "Il giardino segreto" e "Il piccolo Lord". La conoscete? Avete già letto qualcosa di suo?

"Le anime bianche” è un romanzo breve in cui la Hodgson presenta, attraverso gli occhi della propria protagonista, le sue personali considerazioni circa ciò che attende l’uomo dopo la morte. Si tratta di un racconto carico di motivi gotici, di verità e saggezza, in cui emergono non soltanto il talento narrativo dell’autrice ma anche alcuni dettagli che rimandano al personale rapporto con il suo primogenito e con la religione. L’opera è infatti dedicata al figlio Lionel, che morì di tubercolosi nel 1890, all’età di quindici anni. Una perdita dolorosa per la donna, la quale non si abituò mai al pensiero di aver perso la sua creatura in età così prematura.

Con "Le anime bianche" la Burnett ci porta nella brughiera scozzese, un luogo molto affascinante, che di sicuro mi piacerebbe visitare. Un luogo che, solo a pensarci, evoca immagini misteriose: nebbie, ampi spazi, magari battaglie epocali (stile Braveheart, per capirci), e anche fantasmi, presenze oscure e quant'altro. La brughiera gioca un ruolo importante nel romanzo, in quanto non è una semplice ambientazione bensì è casa per la protagonista, è un luogo (forse il luogo) in cui si sente sicura e protetta, a suo agio, a differenza della caotica Londra, piena di gente che la guarda sempre con diffidenza.
"I forestieri dicono che la brughiera di Muircarrie sia il posto più bello e desolato del mondo, ma a me non è mai sembrato così desolato. Fin dal primo ricordo, ho avuto la vaga sensazione che vi fosse qualche strana creatura che non era possibile distinguere con chiarezza, ma della cui esistenza ero cosciente."
La protagonista è Ysobel, una bambina minuta, che vive da sola nel grande castello di famiglia, a Muircarrie, aiutata soltanto da due figure che per tutta la vita si prenderanno cura di lei, anche quando crescerà, considerandola un po' come loro figlia: Jean Braidfute, una lontana cugina, che svolge funzioni di governante della casa, e Angus Macayre, responsabile della biblioteca e anche della formazione della bambina. Questa bambina ha però una particolarità: riesce ad avvertire delle presenze, che lei definisce come "anime bianche", senza capire cosa siano davvero. Vede delle bambine silenziose, con cui spesso si intrattiene a giocare, e altre persone, quasi fossero avvolte da una strana luminescenza, ma non fa mai il passo successivo. Ossia rendersi conto che queste persone sono morti.


Jean e Angus sembrano capirlo fin da subito, e anche Hector MacNairn e sua madre, due personaggi con cui Ysobel, ormai ragazza, interagirà. Lui, grande scrittore, amante dei libri e studioso, purtroppo non sta bene di salute e dopo una vita vissuta accanto alla madre, la sola idea di separarsi sta uccidendo entrambi. Così, sperano che Ysobel possa, grazie alle sue doti, aiutarli, offrendo loro uno spaccato di cosa c'è dopo la morte, quasi potesse così tranquillizzarli. Nella sua brevità, il romanzo offre comunque spunti interessanti di riflessione, su cosa ci aspetti dopo la morte, sulla paura e su come molte persone che sanno di essere "condannate" si approcciano alla stessa e forse anche sulla volontà di rimanere di qua, di lasciare un segno di loro stessi, qualcosa che non sfiorisca e permetta a chi rimane di ricordarli sempre.
"Probabilmente le cose che mi sono accadute sarebbero potute capitare soltanto a me. Non lo so. Non ho mai sentito di vicende simili capitati a qualcun altro. Ma non sono dispiaciuta che si siano verificate. In segreto, dentro di me, nutro una grande e profonda gratitudine."
Un romanzo breve ma intenso, che si legge tutto d'un fiato, grazie anche allo stile semplice e leggero dell'autrice, ben reso dalla traduzione curata da Annarita Tranfici per Panesi Edizioni. Potete acquistarlo in digitale o cartaceo. Buona lettura!