mercoledì 15 marzo 2017

Recensione "Le anime bianche" di Frances Hodgson Burnett

Recensione di "LE ANIME BIANCHE" di Frances Hodgson Burnett

L'articolo di oggi è dedicato a "Le anime bianche", romanzo breve di Frances Hodgson Burnett, che arriva in Italia grazie alla traduttrice, Annarita Tranfici, e alla casa editrice Panesi Edizioni. L'avevo segnalato durante il Calibrario dell'Avvento del 2015, ma non avevo ancora avuto il piacere di immergervi in questa piacevole e veloce lettura. Si tratta della prima traduzione italiana del romanzo "The white people", della scrittrice inglese più famosa per romanzi come "Il giardino segreto" e "Il piccolo Lord". La conoscete? Avete già letto qualcosa di suo?

"Le anime bianche” è un romanzo breve in cui la Hodgson presenta, attraverso gli occhi della propria protagonista, le sue personali considerazioni circa ciò che attende l’uomo dopo la morte. Si tratta di un racconto carico di motivi gotici, di verità e saggezza, in cui emergono non soltanto il talento narrativo dell’autrice ma anche alcuni dettagli che rimandano al personale rapporto con il suo primogenito e con la religione. L’opera è infatti dedicata al figlio Lionel, che morì di tubercolosi nel 1890, all’età di quindici anni. Una perdita dolorosa per la donna, la quale non si abituò mai al pensiero di aver perso la sua creatura in età così prematura.

Con "Le anime bianche" la Burnett ci porta nella brughiera scozzese, un luogo molto affascinante, che di sicuro mi piacerebbe visitare. Un luogo che, solo a pensarci, evoca immagini misteriose: nebbie, ampi spazi, magari battaglie epocali (stile Braveheart, per capirci), e anche fantasmi, presenze oscure e quant'altro. La brughiera gioca un ruolo importante nel romanzo, in quanto non è una semplice ambientazione bensì è casa per la protagonista, è un luogo (forse il luogo) in cui si sente sicura e protetta, a suo agio, a differenza della caotica Londra, piena di gente che la guarda sempre con diffidenza.
"I forestieri dicono che la brughiera di Muircarrie sia il posto più bello e desolato del mondo, ma a me non è mai sembrato così desolato. Fin dal primo ricordo, ho avuto la vaga sensazione che vi fosse qualche strana creatura che non era possibile distinguere con chiarezza, ma della cui esistenza ero cosciente."
La protagonista è Ysobel, una bambina minuta, che vive da sola nel grande castello di famiglia, a Muircarrie, aiutata soltanto da due figure che per tutta la vita si prenderanno cura di lei, anche quando crescerà, considerandola un po' come loro figlia: Jean Braidfute, una lontana cugina, che svolge funzioni di governante della casa, e Angus Macayre, responsabile della biblioteca e anche della formazione della bambina. Questa bambina ha però una particolarità: riesce ad avvertire delle presenze, che lei definisce come "anime bianche", senza capire cosa siano davvero. Vede delle bambine silenziose, con cui spesso si intrattiene a giocare, e altre persone, quasi fossero avvolte da una strana luminescenza, ma non fa mai il passo successivo. Ossia rendersi conto che queste persone sono morti.


Jean e Angus sembrano capirlo fin da subito, e anche Hector MacNairn e sua madre, due personaggi con cui Ysobel, ormai ragazza, interagirà. Lui, grande scrittore, amante dei libri e studioso, purtroppo non sta bene di salute e dopo una vita vissuta accanto alla madre, la sola idea di separarsi sta uccidendo entrambi. Così, sperano che Ysobel possa, grazie alle sue doti, aiutarli, offrendo loro uno spaccato di cosa c'è dopo la morte, quasi potesse così tranquillizzarli. Nella sua brevità, il romanzo offre comunque spunti interessanti di riflessione, su cosa ci aspetti dopo la morte, sulla paura e su come molte persone che sanno di essere "condannate" si approcciano alla stessa e forse anche sulla volontà di rimanere di qua, di lasciare un segno di loro stessi, qualcosa che non sfiorisca e permetta a chi rimane di ricordarli sempre.
"Probabilmente le cose che mi sono accadute sarebbero potute capitare soltanto a me. Non lo so. Non ho mai sentito di vicende simili capitati a qualcun altro. Ma non sono dispiaciuta che si siano verificate. In segreto, dentro di me, nutro una grande e profonda gratitudine."
Un romanzo breve ma intenso, che si legge tutto d'un fiato, grazie anche allo stile semplice e leggero dell'autrice, ben reso dalla traduzione curata da Annarita Tranfici per Panesi Edizioni. Potete acquistarlo in digitale o cartaceo. Buona lettura! 


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