lunedì 5 settembre 2016

Giornata autore con Veronika Santiago

GIORNATA AUTORE CON VERONIKA SANTIAGO


Resoconto sommario, e poco allineato, della giornata autore dedicata alla scrittrice fantasy Veronika Santiago, del 3 settembre 2016, sul gruppo FB Scrittori e Lettori Fantasy. Ho pensato di riunire e ordinare alcune domande che sono state poste all'autrice e le sue risposte, dato che è stata ospite spesso del blog "I mondi fantastici" (trovate le presentazioni di tutti i libri della Guerra degli Elementi e un'intervista inedita, semplicemente scorrendo il menù cronologico sulla colonna di destra). Per cui, mettetevi comodi, allacciate le cinture, l'Isola vi aspetta! (No, non quella di Lost, ma ugualmente movimentata!).

Quattro ragazzi condotti con l'inganno ai margini del mondo, su un'isola che esiste ovunque e in nessun luogo. Una corsa contro il tempo per scongiurare l'avvento delle Quattro Forze Esiliate. Un'intera vita trascorsa in una sola notte in una realtà sbagliata.  Segreti sepolti nel passato capaci di portare il mondo sull'orlo dell'abisso. E se l’arma in grado di sconfiggere gli incanti più potenti fosse celata nell'anima di ogni essere umano?

La saga è composta da quattro libri:
- Gli Eredi di Atlas (Vol. 1)
- Il Varco dell'Apocalisse (Vol. 2)
- La Tempesta del Tempo (Vol. 3)
- I Manoscritti del Destino (Vol. 4)

I libri della saga urban fantasy "La Guerra degli Elementi" sono disponibili in ebook e cartaceo in più di 50 store online tra cui:
- Amazon: https://goo.gl/zk4P0j
- Kobo: http://goo.gl/8Rkgct
- Ibs: http://goo.gl/Uc5ZD7

Info, news, curiosità su: http://laguerradeglielementi.blogspot.it/

La Guerra degli Elementi - Saga è iniziata con una sfida: «Vediamo se sono in grado di scrivere un libro». Solo quando ho terminato quel volume, che è stato insieme fatica e soddisfazione, mi sono resa conto di essere ben lontana dalla parola fine e che quel libro sarebbe stato solo il primo di una saga. E proprio in quel periodo un'idea ha iniziato a frullarmi nella testa, vaga tuttavia insistente: volevo un simbolo, solo mio, che identificasse la saga e richiamasse gli elementi. Così mi sono messa a scarabocchiare... Da sola ovviamente avrei combinato ben poco e come sempre Ale è venuto in mio soccorso. Raccontarvi com'è andata diventerebbe una lungaggine così vi lascio un link a Youtube, tanto per farci due risate insieme, dove abbiamo riproposto lo scambio di battute tra me e mio marito sulla creazione del logo della saga. Non è una parodia... è andata proprio così!


Credi di sapere dove si trova l'isola?
L'isola esiste ovunque e in nessun luogo. È in ogni dove.
Ho iniziato a scrivere La Guerra degli Elementi - Saga su un blocco per appunti. Dopo una decina di pagine ho fatto uno schizzo del luogo che ospitava le vicende narrate: in alto sulla destra ho scritto l’isola, e così ho continuato a chiamarla fino alla fine de “Gli Eredi di Atlas”. Solo allora mi è tornato in mente un posto speciale visitato anni or sono e finalmente l’isola ha preso il nome OgniDove.
Purtroppo non ho mai avuto una gran mano e quel disegno, così come i successivi, nonostante il grande impegno è venuto orribile. Ma in quel periodo, quando l’isola era solo un sogno nella mia testa, avevo bisogno di averla davanti agli occhi per credere nella sua esistenza, e per molto tempo mi sono fatta bastare i miei scarabocchi.
Per fortuna non sono da sola a portare avanti questo progetto, così grazie a mio marito posso presentarvi la cartina di uno dei luoghi più importanti della saga: l’isola di OgniDove.
E chissà, forse un giorno ci cimenteremo anche con Atlas!


Come mai una guerra degli elementi?
  
Gli elementi e le battaglie giocano un ruolo importante nella saga: quindi come titolo "La Guerra degli Elementi" mi è parso azzeccato :-) La storia principale si svolge ai giorni nostri: quattro ragazzi vengono condotti con l'inganno ai margini del mondo, su un'isola che esiste ovunque e in nessun luogo. Sarà a OgniDove che scopriranno di essere gli Eredi del potere elementale che trae origine dal regno di Atlas, fiorente reame ormai perduto governato da dieci Reggenti capaci di dominare gli elementi. Non sarà facile per i protagonisti accettare un così gravoso fardello e imparare a gestire le facoltà che ne derivano. E lotteranno tra loro, per lungo tempo prede inconsapevoli di antichi rancori; combatteranno contro un regime di terrore in una realtà sbagliata creata da una linea temporale corrotta e infine affronteranno il vero nemico e segreti sepolti nel passato capaci di portare il mondo a un passo dall'abisso. Sarà proprio il loro dominio elementale a permettergli di scontrarsi con un nemico tanto temibile e potente anche se, prima di essere in grado di esercitare appieno il loro potere, dovranno scendere a patti con loro stessi, accettarsi e crescere, perché "la guerra più dura al mondo è quella che si combatte nell'intimo di ogni essere umano".

Signora Santiago, potendo tornare al giorno in cui ha cominciato a narrare le storie degli eredi, senza però dimenticare una sola virgola di quanto realizzato finora, crede che modificherebbe / approfondirebbe qualcosina in uno dei libri o nell'intera saga?

Approfondire, credo di no, di sicuro qualcosa la modificherei, soprattutto ne "Gli Eredi di Atlas": ritmo della storia e dialoghi. Credo di essere migliorata su questi due fronti nei libri successivi e spesso penso di rimettere mano al primo per portarlo al livello degli altri: dopotutto "Gli Eredi di Atlas" è l'opera prima e ha sofferto di tutta l'inesperienza della situazione. Ma ci sono altre storie al momento che stanno sgomitando per essere raccontate. Forse ora è il loro turno.

 Secondo te cosa è più difficile la scelta del titolo o della copertina?

Per me sono state le copertine, senza dubbio; i titoli sono venuti da soli, non mi sono dovuta neanche scervellare più di tanto. Le copertine, soprattutto la prima, sono state una sfida: non sapevo ciò che volevo e ho annaspato per diverso tempo tra mille idee inconcludenti, facendo diventare matto mio marito che la doveva realizzare, perché cambiavo idea ogni cinque minuti. Poi ho visto l'immagine che è diventata in seguito la cover di "Gli Eredi di Atlas" e me ne sono innamorata. Con le successive la scelta è stata un po' più semplice perché ormai era stata impostata una linea grafica.

Come sei arrivata self publishing e che giudizio daresti a questa tua avventura? In base alla tua esperienza, hai qualche consiglio da dare a un emergente?

Ho iniziato a scrivere "La Guerra degli Elementi" un po' così, senza pretese. Pubblicare self publishing mi ha dato modo di mettermi in gioco: i commenti di parenti e amici sono spesso bonariamente fuorviati dall'affetto. Volevo vedere come poteva essere percepito il mio lavoro da sconosciuti: in altre parole, capire se ne valeva la pena. Grazie al self publishing, in questo periodo storico, l’avventura più impegnativa non è tanto riuscire a pubblicare, ma quanto viene dopo. Ogni persona che ha una storia nel cassetto oggi può pubblicarla in qualsiasi momento, si tratta solo di prendere una decisione. Ma questo non vuol dire caricare il libro così com'è su uno store: il self publishing non solleva dall'editing, dalla correzione di bozze, dallo studiare una veste grafica appropriata e accattivante. La differenza tra avere una casa editrice alle spalle e autopubblicarsi sta nel fatto che tutte queste attività sono a carico dell’autore, e non parlo solo del mero lato economico, bensì di un investimento di tempo e impegno.
Ed è finita questa fase che arriva il bello: c’è da trovare un modo per far conoscere al pubblico il tuo lavoro, quindi social network da seguire, cercare segnalazioni, recensioni e interviste, e chi più idee ha, più ne metta. Credo che al giorno d’oggi la vera sfida non sia pubblicare, ma farsi conoscere in un mondo in cui l’informazione viaggia più veloce di un batter di ciglia, e in questo senso la mia avventura è solo all'inizio.

Non credo di essere nella posizione di dare consigli. Solo qualche spunto, niente di più: non avere fretta di pubblicare (la fretta è una cattiva consigliera in tutto), affidarsi a un bravo editor/correttore di bozze con il quale costruire un rapporto che aiuti l'autore a migliorare per non ricadere negli stessi errori e, soprattutto se si è imbranati al computer come me, farsi fare la cover da chi ne capisce.

Nobile sovrano, spietato assassino, uomo in cerca di redenzione.
Chi è Ulkart di Atlas, Reggente del Fuoco?
Sono l’ultimo Custode di Atlas. Calpesto una terra estranea, un suolo inospitale e arido che sfianca i sensi e grava sul cuore. Il dominio sul Fuoco concessomi anni or sono sta svanendo e non riesco a utilizzare la potestà del mio elemento per dissolvermi tra le fiamme. Devo camminare: un’azione quasi banale, davanti alla quale da troppo tempo non avevo più la necessità di abbassarmi. Non sono più un re, ho distrutto il mio regno: non meritavo uno scranno nel consiglio.
Dinanzi a me, sotto un cielo privo di nuvole, si estendono vastità di sabbia senza fine, sfocate dal riverbero di una luce impietosa. L’aria, torrida e densa, è faticosa da respirare e non rinfranca. I passi affondano tra infiniti, minuscoli grani e la sete in breve tempo mi raschia la gola. Una speranza si materializza all'orizzonte, ma forse è solo un miraggio: costruzioni triangolari e spoglie, lambite da un verde acceso, il colore della Sacerdotessa che mi ha salvato l’anima. Non credo sia reale, tuttavia non ho altra scelta se non camminare. Ho una promessa da mantenere.
Il mio mantello è tornato ad essere solo un pezzo di stoffa cremisi. La scintilla del Fuoco è salva, ma non sono abituato ad esistere senza le fiamme nelle vene. Cosa sono ora, senza il potere elementale che mi ha reso il più grande sovrano della storia del mondo? I Manoscritti pulsano deboli, stretti al mio petto, anche loro alieni alla realtà circostante. Chi sono senza un regno da governare? Chi sono ora che ho ucciso l’amore? Sono solo un uomo comune, benedetto dal perdono, con uno scopo preciso nella vita che mi rimane: celare il Destino agli angoli del mondo. Io sono l’ultimo Custode di Atlas.

Duncan aveva sete. Forse era solo la suggestione di quel sogno desertico, ciò nonostante fu proprio l’arsura a riportarlo nel mondo di veglia. Ma in quale realtà stava riaprendo gli occhi? Le lenzuola erano un viluppo di seta, il materasso comodo e confortevole. Si tirò su dal letto e corse alla finestra per tirare le tende, in cerca di conferme. StoneWall era inviolata. Ce l’avevano fatta: erano tornati alla loro vita. Ripensò per un attimo agli ultimi momenti trascorsi in SacraScozia e subito riaffiorò il ricordo del dolore provato. Duncan strinse la mano sulla tenda di broccato e allontanò quella sensazione, sradicandola a forza dalla memoria. Aveva perso qualcosa d’importante, anzi, qualcuno l’aveva strappato via da lui con violenza e senza il suo consenso. Ma nonostante l’idea lo irritasse oltremodo, si sentiva più leggero.

Nell'ambiente dei self, si sa, possono avere un gran peso "stelline" e recensioni. Quanto contano per te entrambe le cose? Inoltre, come ti poni nei confronti delle critiche da parte dei lettori?

Per me stelline e recensioni contano molto, molto davvero, ma non tanto per ciò che possono portare in termini di potenziali lettori quanto per l'effetto che possono avere sul mio ego da scrittrice, un ego incredibilmente fragile, ad essere onesta. Hai presente dottor Jekyll e mister Hyde? Nella mia vita da contabile sono molto sicura di me, le squadrature le prendo come un affronto personale e se ci sono conti che non tornano e provano a mettersi contro di me, poveri loro. Ma come scrittrice è tutt'altra storia; sono ancora molto insicura e stelline/recensioni, se positive, mi danno molta spinta per andare avanti, perché di strada da fare ne ho ancora tanta.
Le critiche... C'è un po' di me in tutti gli Eredi: il primo a reagire in questi casi è Duncan ("Ditemi dove trovarlo e lo uccido"), poi arriva Dean a giurare eterna vendetta, in seguito è il turno di Aurora che fa l'editing alla critica ("Ma se non sai scrivere in italiano come ti permetti di criticare?"). Queste reazioni di solito si susseguono nell'arco di pochi minuti e poi finalmente arriva Aisha ("E dai, ragazzi, piantatela e andiamo a berci una birra!") :-D
A parte gli scherzi, le critiche sono difficili da buttar giù, inutile mentire, ma alcune mi hanno aiutato a migliorare facendomi notare punti deboli, ad esempio sul ritmo della storia e soprattutto sui dialoghi.

Nascono prima i personaggi o i luoghi in cui si muovono?

In un certo senso i personaggi ci sono sempre stati, erano lì in un angolino della mia mente e si dibattevano e si lamentavano, avevano tutti la loro storia da raccontarmi e tutti pretendevano di essere ascoltati, di vedere la luce.
Chi già li conosce sa che alcuni hanno dei caratterini mica da ridere...
I luoghi sono venuti dopo; è insieme ai "miei ragazzi" che ho varcato la Nebbia che protegge OgniDove e scoperto l'isola, pian piano, con tutti i suoi segreti e angoli speciali, luoghi in cui niente è solo ciò che sembra.
  
Caratterizzare gli abitanti di OgniDove è stato un po' più difficile rispetto agli Eredi: volevo personaggi avulsi dal mondo fuori della Nebbia, con evidenti difficoltà (talvolta comiche) a relazionarsi con usi, costumi e tradizioni lontani dalla magia e dalla storia atlasiana.
Dovevo però creargli una realtà attorno che sopperisse all'estraneità al mondo fuori dalla Nebbia e così, per rendere credibile la loro vita, ho inventato leggende, abbigliamento, balli, danze e canzoni, e soprattutto una cultura che fosse solo loro.
In questo è stata l'isola stessa ad aiutarmi, grazie ai suoi luoghi sacri e ai suoi misteri. Ma soprattutto volevo personaggi molto umani con debolezze, fissazioni e difetti proprio come ognuno di noi, e alla fine sono venuti fuori da soli, anche grazie all'interazione che ognuno di loro ha con il proprio protetto (povero Bolton...).
La posizione più difficile è quella di Justin, adolescente a conoscenza di un mondo fuori dalla Nebbia con il quale non può interagire più di tanto a causa dei suoi natali.
Devo dire che tra gli abitanti di OgniDove quella che amo di più è Pilar, il fulcro della vita sull'isola, proprio come VillaPetra è il cuore di OgniDove.
Per quanto riguarda i folletti, ora faccio un post solo per loro!


I folletti ne La Guerra degli Elementi - Saga ovvero quando i personaggi nascono per caso e alla fine non riesci più a farne a meno… Con Pam, Rir, Tun e Prias è andata proprio così. Ero ancora agli inizi, da poco giunta a OgniDove, che a quei tempi si chiamava solo l’isola. In un pomeriggio di primavera, sola a casa, prendo quaderno e matita (sì, scrivo a mano, lo confesso) e decido di buttar giù qualche pagina… ma non mi veniva niente in mente. Dopo un po’ di tempo trascorso a fissare quell'orribile pagina bianca, chiudo il quaderno, scocciata. E mi cade lo sguardo sulla libreria dove, insieme ai libri impilati in maniera precaria, campeggiano i miei soprammobili preferiti. Degli occhietti vispi mi fissano, quasi a prendermi in giro, da sotto cappellini di foglie. Ho riaperto subito il quaderno e quel pomeriggio Pam, Rir, Tun e Prias sono entrati di buon grado nella saga “La Guerra degli Elementi”. In verità dovevano essere solo una comparsata, all'inizio non avevo in mente niente di preciso per loro, ma hanno cominciato a saltar fuori da tutte le parti, hanno fatto amicizia con Aisha e infine hanno preteso maggior attenzione e una parte tutta loro all'interno della storia. Come potevo dirgli di no? Tanto sono poco dispettosi…
E così ho dovuto ritagliargli uno spazio (che comunque si stavano già prendendo…) e creare la loro genesi nella storia di Atlas e strutturare un po’ la loro presenza all'interno della saga. E via a cercare nel baule sul soppalco gli appunti sugli spiriti di natura (chissà da chi ha preso Aurora la fissazione di annotarsi sempre tutto?). Sarà Pilar a spiegare ai nuovi arrivati sull'isola OgniDove l'esistenza dei folletti e in generale degli spiriti di natura.

Cosa ti ha spinto a mettere nero su bianco i tuoi pensieri? e cosa, secondo te dovrebbe spingere un lettore ad entrare nel tuo mondo? cosa lo appassionerebbe secondo te dei tuoi lavori?


Da persona dotata di molta fantasia, per me la scrittura è necessaria. Ho spesso la mente piena di avvenimenti, personaggi, luoghi inesplorati… se non scrivessi credo che alla fine mi scoppierebbe la testa. Non sono io in realtà a cercare le storie, sono loro che si presentano nella mia mente e pretendono di essere scritte. Credo che le storie esistano già tutte nel mondo delle idee: lo scrittore è solo la persona che si prende la briga di raccontarle.
Molte storie si sono meritate solo poche pagine, niente più che racconti, alcuni addirittura scene estrapolate da un qualsivoglia contesto; in poche parole, niente che valesse la pena. Finché un giorno si sono presentati alla mia attenzione Duncan e Aisha
(chi li conosce converrà con me che sono tipetti testardi) e non mi hanno più lasciata in pace. Intorno a loro si sono stretti amici e mentori, luoghi incantati, leggende e profezie, e una storia del mondo che non è proprio quella che abbiamo studiato. Il contesto intorno a loro si è ampliato, arricchito di particolari, nuovi incanti ed esseri fatati, e poche pagine non bastavano per togliersi tutto dalla testa. E come fa una persona a non diventare matta con tutta questa roba nella testa? La risposta è semplice. Scrive.

Credo che un punto di forza ne “La Guerra degli Elementi” sia la maturazione dei personaggi. Si tratta di ragazzi come tanti che, d’un tratto, si trovano a dover fare i conti con un’eredità magica inaspettata e una responsabilità decisamente scomoda. Nello scrivere mi domandavo spesso “Se fosse successo a me, come avrei reagito?”. Non credo si possa accettare di buon grado e a cuor leggero che la tua vita e le tue aspettative vengano spazzate via di punto in bianco. Loro non l’hanno fatto. Questo li rende molto umani: eroi per destino e non per scelta si trovano a dover accettare un fardello pesante e non sarà un processo facile. Al di là dei poteri che derivano dall'eredità di Atlas, però, i ragazzi scopriranno che la vera forza risiede nell'anima dell’essere umano e saranno le loro scelte e la loro maturazione interiore alla fine a fare la differenza nelle sorti della battaglia.
E poi c’è un’isola che esiste ovunque e in nessun luogo. C’è una storia del mondo che non è proprio quella scritta sui libri di scuola. Ci sono riti magici e leggende, oscuri incanti e realtà parallele. E soprattutto niente è solo ciò che sembra.
E poi anche perché a me farebbe molto piacere


Da dove nasce la tua passione per gli elementi? Hai fatto delle letture in merito?

Il potere degli elementi mi ha sempre affascinato, forze tanto basilari e potenti, al contempo fonte di vita ma anche capaci di immensa distruzione.
Ho letto sugli elementi, sicuramente: da Paracelso a letture mooolto meno impegnate. Ma il potere elementale è un qualcosa che mi affascina a pelle, tutto ciò che ho letto me lo rendeva meno magico; sono forze della natura, basta guardarsi intorno per percepirne la potenza.
Così ho trovato quasi naturale creare un mondo dove alcuni individui avessero la capacità di imbrigliare quel potere. Ma la vera storia della saga risiede nella consapevolezza dell'essere umano e il dominio sugli elementi sarà assoluto per i protagonisti solo dopo aver intrapreso un percorso personale, forse più duro di qualsiasi battaglia combattuta a fil di lama.



La saga degli eredi si è da poco conclusa in maniera perfetta. Nel corso dei quattro libri hai fatto conoscere ai tuoi lettori tutto ciò che c'era da sapere: presente, passato e "l'alba dei tempi". Se un giorno ti venisse voglia di rimettere mano alle vicende di Atlas e Ognidove, su cosa, su quale spaccato temporale o su quale personaggio in particolare ti piacerebbe concentrare la tua vena creativa? Se c'avessi già fatto un pensierino, spin-off, prequel o sequel?

Ne ho in mente un sacco, prequel, sequel e spin-off :-) Mi piacerebbe narrare parte della storia del regno di Atlas, ho già buttato giù un racconto in tal senso, ma lo devo rivedere con altri occhi perché credo di non aver imbroccato il giusto POV; sarebbe una storia epic fantasy, uno spaccato sulla vita dei Reggenti e del popolo di Atlas, in un periodo precedente alle vicende che conosciamo attraverso i quattro libri della saga.
E poi il sequel... nelle ultime pagine de "I Manoscritti del Destino" fanno la loro comparsa nuovi personaggi, un piccolo aggancio che mi sono lasciata per poter un giorno andare avanti con la storia ;-) E poi mi piacerebbe scrivere qualche racconto spin-off sulla vita di alcuni personaggi della saga (Trevor, Liam, Prias & C., per citarne alcuni) magari da far uscire sotto forma di raccolta di racconti. Ora però mi sto concentrando su un'altra storia... Per qualche tempo mi allontanerò da OgniDove per avventurarmi in nuove terre, quindi tutte queste idee dovranno aspettare un pochino.


Per chi fosse nei paraggi, gli Eredi di Atlas saranno presenti al Romics dal 29 settembre al 2 ottobre e al Lucca Comics dal 28 ottobre al 1 novembre, allo stand della DarkZone!
 

Nessun commento:

Posta un commento