martedì 1 marzo 2016

Primavera di libri - Aurora Stella

PRIMAVERA DI LIBRI - AURORA STELLA


Inizia oggi il "Calibrario della Primavera". Eh sì, visto il successo dello scorso Calibrario dell'Avvento, che ha dato visibilità a ben 24 scrittori emergenti e ai loro libri, ho pensato di riproporre l'iniziativa a cadenza stagionale, in modo da rappresentare un piccolo appuntamento con i consigli di lettura per la nuova stagione. Eccoci quindi al giorno 1 di questo calendario che ci porterà al 21 Marzo in una vera e propria primavera di libri! Prima ospite del "Calibrario della Primavera" è la poliedrica e geniale Aurora Stella, autrice di "Onirica", "E vissero?" (entrambe recensite qui sul blog), della saga distopica "Furens lupus sum" e "Tiger indomabilis" e del recentissimo urban fantasy "Tra le mie ali". Tutti i suoi libri sono disponibili su Amazon, in digitale e cartaceo, e pure in più lingue!


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Ciao Aurora,
parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni? 

Salve a tutti! Grazie Alessio per avermi dedicato il tuo tempo e posto questa domanda. Sono una vecchia ragazza di 45 anni appassionata di arte e natura. Dipingo (conosco una dozzina di tecniche pittoriche), faccio cucito creativo e ultimamente mi sto specializzando anche in riciclo creativo donando una nuova vita all'immondizia , rispettando il principio naturale del “niente si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Amo gli animali, sono un'attivista e conservazionista. Credo che il binomio arte e natura non possa essere scisso quindi sono per me in correlazione biunivoca: non c'è natura senza arte, non c'è arte senza natura.


Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi?


Il mio approccio alla scrittura è nato da bambina. Ho imparato a leggere precocemente e quando ciò che leggevo non mi bastava più inventavo delle storie. Fin dalle elementari creavo e distruggevo mondi interi. Non ho mai pensato però di poter un giorno diventare uno scrittore. Per me lo scrittore era una figura mitologica, un 'aspirazione a cui tendere. London, Stowe, Verne, Poe, Lovecraft, Pitzorno, Twain, Alcott, ecc hanno influenzato la mia infanzia e avrei dato il braccio destro per essere come loro. Ancora oggi non riesco a mettere un mio libro accanto ai loro. Sono troppo indegna. 
Scrivo perché non posso farne a meno...

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Domanda difficile: se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, quale sarebbe?

Comincio dall'ultima domanda. Fino a poco tempo fa avrei detto “Il richiamo delle foresta” o “La bambina col Falcone” oggi mi sento tra “La fattoria degli animali” e “Cronache marziane”. Io sono molto attaccata ai classici anche se quelli che amo in particolare oggi sono inserirti tra i classici per ragazzi. Non disdegno fantasy, distopici, fantascienza, avventura, horror non splatter, gialli, romance. Forse farei prima a scrivere ciò che non leggo: le istruzioni di qualcosa se scritto in piccolo.


Passiamo ai tuoi lavori. La prima domanda è un po’ scontata, e immagino te l’abbiano già fatta in molti: come mai hai scelto la strada dell’autopubblicazione? Quali vantaggi offre a uno scrittore? Come promuovi i tuoi libri?


La domanda non è per niente scontata e sei il primo che me la pone. Ho scelto la strada dell'autopubblicazione per due motivi: il primo è che sono uno spirito libero, il secondo è perché amo sperimentare. Posso decidere prezzo e strategie, copertine e quando dove e come voglio pubblicare. Così non ho scuse: ho lavorato bene? Brava Aurora! Ho lavorato male? Stupida Aurora!


Scorrendo la tua bibliografia, salta all’occhio che in tutti i tuoi lavori c’è sempre una forte componente fantastica (che sia di derivazione distopica, o horror, o più contemporanea). Come mai questa scelta?


Io credo che la capacità di sognare sia la più grande risorsa dell'umanità e che il rovescio della medaglia siano appunto gli incubi. Bene e male, yin e yang, hanno sempre esercitato un certo fascino. Non credo che la perfezione sia alla nostra portata. È un'illusione almeno quanto lo è il controllo. E mi piace ricordarlo nei miei libri.

Generi e attualità: spesso, una certa critica miope (tutta italiana) accusa la letteratura di genere di essere puro edonismo, eppure è possibile servirsene per affrontare temi attuali (qualche esempio? La prostituzione, la violenza sulle donne, gli abusi sui minori, il tema del diverso e quant’altro). Cosa ne pensi al riguardo?


Vorrei rispondere a chi fa questo genere di critica citando due autori: Orwell e Bradbury. Loro facevano letteratura di genere. Sono gli inventori del distopico. Un sottogenere anzi. Eppure non mi sembra che la loro letteratura sia solo “puro edonismo”. Certo se lo scrittore non provasse piacere nel fare il suo mestiere dovrebbe fare qualcos'altro. Eppure le tematiche che trattano sono forti, attuali e anche visionarie. Non credo che questo genere letterario debba essere considerato di serie B rispetto a chi fa letteratura “impegnata”.
Se la storia dell'umanità ci ha insegnato qualcosa, è che molto spesso è stata la nostra capacità di sognare che ha portato i maggiori progressi e non solo la militanza intellettuale. Quando Verne scrisse “Dalla Terra alla Luna” non c'erano nemmeno gli aeroplani.


Onirica” e “E vissero?” sono due antologie di racconti ispirati a leggende metropolitane o fiabe riscritte in versione un po’ visionaria e horror. Come sono nate queste storie? Quali fonti ti hanno ispirato?


Sono una persona che soffre di incubi. La leggenda metropolitana vuole che Stephen King e Dario Argento abbiano iniziato la loro carriera utilizzando i loro incubi come fonte d'ispirazione per i loro lavori. Mi sono detta: se lo fanno loro, perché non posso farlo anche io?


L’ultimo lavoro, invece, è “Tra le mie ali”, un urban fantasy, un po’ diverso (forse più soft?) rispetto ad altri tuoi lavori. Come sei approdata a questo genere, e come è nato questo romanzo?


Il romanzo è nato per scommessa con i miei amici ed ex compagni di scuola che mi hanno sfidato a scrivere qualcosa di più leggero. Ho fatto un corso di teologia e studio la Bibbia fin da piccola. Quindi mi sono divertita a prendere un tema usato ed abusato (quello degli angeli) per vedere se fossi stata in grado di mescolare studi e fantasia.


Tutti i tuoi lavori, comunque, presentano un dato in comune: l’ambientazione romana. Che sia la Roma di oggi, dove nell’ombra si celano pericoli e creature oscure, quella di un’altra possibile linea temporale, o quella degli anni ’80. Come mai? Un omaggio, un segno d’amore verso la tua città?


Amo la mia città è vero. Ed è anche quella che conosco meglio. Quindi preferisco giocare sul sicuro e raccontare qualcosa che conosco piuttosto che arrampicarmi sugli specchi. Ciò non toglie che prima o poi tenterò un esperimento alla Salgari. Già con il prossimo libro tenterò di creare un mondo semi-alieno. E poi, detto tra noi, ero stanca di vedere mostri dappertutto meno che a Roma. Che diavolo! A New York c'è persino Godzilla , nel Maine c'è di tutto, hanno pure Matrix e a Roma no? Bisognava correre ai ripari.


La disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti?


La disputa è totalmente insensata.
L'ebook è il libro del futuro ci consente di essere rapidamente in tutto il mondo, è ecologico oltre che economico. Il cartaceo ha il suo fascino, il suo romanticismo ,il suo profumo. Possono coesistere benissimo. Io però sono polemica e dico questo: noi autori emergenti dovremmo “meritarci” il cartaceo . Oggi come oggi, grazie  al fiorire di millemila case editrici (ti piace il mio neologismo? Se un fiore è petaloso può avere anche millemila petali..) l'autopubblicazione ecc è diventato più accessibile pubblicare. Questo non significa che tutti siamo scrittori...
Se tuttavia posso dare un consiglio a chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, consiglio di farlo sempre attraverso una casa editrice.

Mai a pagamento.


Sceglietela anche piccolina ma che abbia voglia di crescere.


Non pensate subito al cartaceo.


Pensate a farvi conoscere.


Una piccola casa editrice è come l'autore esordiente: lottano insieme per emergere e sono entrambi motivati. Le grandi case editrici (alcune di loro, almeno) hanno adottato un sistema che è diventato troppo comodo. Non cercano più autori validi su cui investire. Osservano le tendenze del mercato, si siedono sulla riva del fiume, controllano le classifiche di vendita e contattano autori che vendono già da soli e gli imprimono il loro sigillo di qualità. Troppo comodo. Per non parlare di chi svilisce le opere di autori appiattendole con l'editing per assicurarsi che il prodotto che ne uscirà sia un prodotto commerciale.
Ti avevo avvisato che il romanzo della mia vita adesso si aggirava tra Bradbury e Orwell...


Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?


Sto terminando un libro fantsy-horror-fantascientifico. Mi piace creare strane misture. Poi ho in mente un paio di libri più “leggeri” tra avventura e romance o romance di avventura? Boh!


Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.


Grazie a te Alessio e a tutti i tuoi lettori.

Se vi siete incuriositi, potete scoprire qualcosa sui lavori di Aurora Stella sulla sua pagina Facebook. Appuntamento a domani con una nuova intervista!


1 commento:

  1. Grazie Alessio! Con i tuoi articoli, interviste e presentazioni, sei una vera rivelazione e un sicuro punto di riferimento sia per noi scrittori che per noi lettori.

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