mercoledì 12 aprile 2017

Recensione "Shadowhunters. Le cronache di Magnus Bane" di Cassandra Clare

Recensione "Shadowhunters. Le cronache di Magnus Bane" di Cassandra Clare

L'articolo di oggi è dedicato a un romanzo non italiano: "Le cronache di Magnus Bane", di Cassandra Clare, potremmo considerarlo uno spin-off, o comunque un libro di approfondimento rispetto alla serie "Shadowhunters", tutto incentrato sul personaggio di Magnus Bane. Ho letto questo libro perché Magnus è un personaggio interessante (adoro gli stregoni!) e che, di certo, dopo svariati secoli trascorsi a divertirsi in giro per il mondo, aveva molto da raccontare. Molto più di ciò che ha raccontato nelle due trilogie di "Shadowhunters" e sono felice di non essere rimasto deluso. "Le cronache di Magnus Bane" sono una lettura piacevole, grazie anche allo stile semplice e diretto di Cassandra Clare (e delle altre autrici che hanno preso parte al progetto: Maureen Johnson e Sarah Rees Brennan).

"Le cronache di Magnus Bane" consiste di undici racconti, i primi dieci usciti in ebook nel corso del 2013 e del 2014 (l'ultimo inserito solo nell'edizione cartacea. Onestamente? Dei messaggini lasciati sulla segreteria telefonica di Magnus avremmo tutti fatto a meno. Non si può neanche definire un racconto, infatti è il peggiore di tutti. Ma andiamo con ordine).

La raccolta copre poco più di duecento anni di vita di Magnus, dal 1791 ai giorni nostri, e i racconti sono (quasi) tutti in ordine cronologico, dalle avventure più antiche a quelle più recenti, ad eccezione del racconto "Un regalo di compleanno per Alec", che cronologicamente si colloca dopo "Il corso di un amor cortese" (primo appuntamento tra Alex e Magnus), e non capisco perché sia stato messo prima. Detto ciò, i racconti sono piacevoli, alcuni divertenti, altri appassionanti e avventurosi e offrono un bello spaccato della vita e della personalità di Magnus Bane.

Attenzione: consiglio la lettura a chi ha già letto le due trilogie classiche di "Shadowhunters" e anche a chi ha letto la trilogia "Le origini", dato che vengono citati Tessa e Will Herondale. Diciamo che è un volume per i veri fan della saga, a cui i libri classici non bastano e ne vogliono altri. Considerando che si tratta di racconti tutti autonomi, è anche un libro facile e non impegnativo da leggere, dato che uno può leggerne uno e poi ricominciare quando vuole con quelli successivi.

- Cosa accadde in Perù: è il racconto d'apertura, non uno dei migliori, devo dire, ma ironico a sufficienza per presentare Magnus Bane, protagonista del romanzo. Assieme a lui gli inseparabili amici stregoni Ragnor Fell e Catarina Loss. Questo racconto ci spiega (oppure no) il motivo per cui Magnus fu bandito dal Perù.

- La fuga della regina: siamo a Parigi nel 1791, in piena rivoluzione francese, e il racconto coinvolge infatti la regina Maria Antonietta, che Magnus si ritrova ad aiutare per farla fuggire dal territorio francese. Ma le cose prendono una brutta piega, come sempre quando ci sono dei vampiri in mezzo, e Magnus si ritrova a farsi un giro in mongolfiera sopra Parigi.

- Vampiri, scones ed Edmund Herondale: qua siamo a Londra, nel 1857, e Magnus si diverte a civettare con Lady Camille Belcourt, una vampira decisamente affascinante. Il racconto è un bell'esempio delle difficoltà per i Nascosti e i Nephilim di andare d'accordo, con i secondi che non perdono l'occasione per dare contro a stregoni, lupi e vampiri.

- L'erede di mezzanotte: questo racconto lo apprezzeranno i lettori della trilogia "Le origini". Io, non avendola letta, ho fatto un po' difficoltà a capire alcuni riferimenti. Siamo a Londra all'inizio del Ventesimo Secolo e Magnus rivede Tessa e Will e fa la conoscenza del loro complicato figlio James. In realtà il racconto non finisce e l'ho trovato un po' incompleto. 

- L'origine dell'Hotel Dumort: un racconto che offre anche un'immagine interessante degli anni del Proibizionismo in America. Siamo nel settembre 1929, poco prima del crollo di Wall Street, e Magnus gestisce un locale "alternativo" a New York. Una storia di stregoni che si sono fatti un po' prendere la mano, poliziotti troppo ligi al dovere e portali extra-dimensionali. Molto carina. 

- Alla ricerca di Raphael Santiago: racconto interessante che mostra il primo incontro tra Magnue e Raphael, un personaggio importante nella saga di Shadowhunters. Siamo nel 1953, a Magnus piace giocare all'investigatore, motivo per cui accetta il caso della signora Guadalupe (non soltanto per poter indossare quel fighissimo trench), ossia ritrovare il figlio perduto. Figlio che, come tutti i fan di Shadowhunters sanno, è diventato un vampiro.
Avevamo intuito che Magnus avesse aiutato Raphael, adesso scopriamo come. E, va detto, il giovane Raphael è un fantastico bacchettone, soprattutto quando fa coppia con Ragnor per parlar male del povero Magnus. Scene molto divertenti!
Magnus sapeva, però, come l'amore potesse anche essere un'ultima speranza e una stella da seguire. Una luce che si spegneva, ma prima poteva brillare una volta ancora. Non poteva promettere a Raphael l'amore di sua madre, poiché il ragazzo le voleva ancora bene, lo stregone voleva aiutarlo e riteneva di sapere come fare.

- La caduta dell'Hotel Dumort: racconto che si caratterizza per una strabiliante frase di apertura. "Ti occupi di moda?" chiese la donna. "No, le disse Magnus. Io sono la moda". Perfetta per definire il nostro amato stregone.
Qua siamo nel 1977, un periodo decisamente burrascoso per New York. Scontri in strada, omicidi, violenza e soprattutto vampiri incontrollabili. Una droga ha alterato l'animo dei vampiri, che adesso hanno fame. Molta fame. Per fortuna c'è Magnus a risolvere la situazione, prima che degeneri e intervengano i Nephilim!

- Un regalo di compleanno per Alec: un racconto interessante che personalmente avrei collocato DOPO "Il corso di un amor cortese", dato che qua sembra che Magnus e Alec si frequentino da un po'. La storia è interessante, resa più simpatica dal bavoso demone Elyaas evocato da Magnus, e approfondisce i sentimenti di Magnus per Alec, quello che non riesce a dirgli, e che forse nemmeno vuole ammettere a se stesso, ma che gli amici Ragnor e Catarina hanno già intuito. Una giornata intera a pensare a quale possa essere il miglior regalo per Alec, quando la risposta l'aveva sotto mano...

- L'ultima sfida dell'istituto di New York: racconto molto interessante in termini di continuity. Potrebbe essere infatti un prequel alla trilogia "The mortal instruments", dato che mostra il culmine dello scontro tra Valentine e il suo circolo (di cui fanno parte anche Maryse, Luke ecc.) e il Conclave. In questo fuoco incrociato Magnus e gli altri Nascosti si trovano in mezzo, oggetto delle violenze del circolo. L'ho trovato molto interessante, per i retroscena che racconta. E Valentine è pazzo come al solito.

- Il corso di un amor cortese (e dei primi appuntamenti): uno dei racconti che ho amato di più in questo libro. Il primo appuntamento tra Magnus e Alec, tutte le difficoltà e l'imbarazzo a scavare un solco sempre più profondo tra i loro mondi. Per fortuna che ci si mette un caso da risolvere (un licantropo impazzito), l'occasione perfetta per un appuntamento, altro che chiacchiere in un bar! :-) 

- La segreteria telefonica di Magnus Bane: l'idea è carina di per sé, ma la storia è molto scarna. Il racconto è composto da una ventina di messaggi che vari personaggi (Alec, Clary, Izzy ecc.) lasciano sulla segreteria telefonica di Magnus, dopo che lui e Alec si lasciano, all'interno del romanzo "Città delle anime perdute". Di fatto, non dicono niente di che.

Nel complesso è stata una lettura piacevole, sia perché Magnus è un personaggio affascinante, carismatico, socievole. Un'anima della festa che, in realtà, nasconde un animo buono e sempre interessato a fare del bene agli altri. Un po' come Zio Paperone che preferisce passare per tirchio e disinteressato e fare del bene di nascosto. Lo consiglio a tutti gli amanti di Shadowhunters!


Nessun commento:

Posta un commento