lunedì 17 aprile 2017

Intervista a Daniela Tresconi

INTERVISTA A DANIELA TRESCONI

Oggi il blog "i mondi fantastici" torna a ospitare Daniela Tresconi, ciclonica scrittrice di Arcola, autrice di vari racconti ("Il piccolo faro", nella pluricitata antologia "Sognando") e del romanzo mistery storico "La linea del destino" (recensito qua), edito da Panesi Edizioni. Il libro, ambientato ad Arcola, questo bel borgo medievale, arroccato in cima a un colle e rivolto verso la valle del Magra, segue le vicende di tre donne, in tre epoche diverse, tre simboli della femminilità. 

Oggi Daniela, ospite del blog, ci racconterà di sé, del suo approccio alla scrittura e di cosa ha voluto raccontare con questo libro. Buona lettura!

Ciao Daniela, benvenuta sul blog “I mondi fantastici”.
Parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Quando parlo di me, amo definirmi “chiassosa”, nel senso che ci si accorge sempre che ci sono. Rido e sorrido, sono molto estroversa e amo dare del tu a tutti. Mi appassiono alle cose e alle persone che mi fanno stare bene. Amo il mare, la buona compagnia, adoro ballare, viaggiare e camminare. Amo leggere e scrivere. Scrivo sempre, sia per lavoro (sono Giornalista iscritta all’Albo) che per passione.

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Quali generi, o quali tipi di storie, senti più affini?

La scrittura è per me quello che la cioccolata è per un goloso. A volte non riesci proprio a farne a meno. Le immagini, le trame e i personaggi bussano nella tua testa e devi per forza iniziare a scrivere. Mi capita di vedere un luogo, una foto o ascoltare qualcuno, ed ecco la storia è tutta lì, nella mia mente, devo solo trasformarla in parole. E poi scrivere è consolatorio: quando sono un po’ triste o arriva uno di quei periodi in cui ti sembra che tutto vada storto, mi siedo davanti al pc e lascio che i pensieri fluiscano lentamente, finché non si trasformano in parole scritte.
Ovviamente scrivere per la cronaca di un giornale è diverso poiché mette soprattutto in luce la capacità di sintesi e la necessità di chiarezza ma sicuramente mi ha aiutato molto nel rendere accessibile a tutti quello che scrivo.
Adoro scrivere testi dove la storia, quella con la S maiuscola si intreccia con la storia fantastica. Dove ci sia leggenda, mistero, intrigo, sovrannaturale ed esoterismo. Cerco un luogo o un evento storico reale e ci costruisco sopra una narrazione per i miei personaggi.

Quali sono, invece, le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

In generale sono una lettrice onnivora, con una lacuna: i romanzi sentimentali e gli “hot”. Mi piacciono i fantasy, le saghe, i grandi romanzi di avventura e i thriller storici. Ho lungamente amato “I pilastri della Terra” di Ken Follet e  "Il nome della rosa" di Eco.

Passiamo al tuo romanzo “La linea del destino”. Come è nata l’idea di questo libro? Cosa volevi raccontare?

Alla base c’è soprattutto un amore profondo per il mio paese, Arcola, dove è ambientata tutta la storia. L’idea è nata essenzialmente dall’incrocio di due momenti: il primo legato ad una lettura di un testo storico che parlava di Arcola, mi sono imbattuta in una frase per me terribile. Il paese veniva così descritto: “Arcola è come tanti altri paesi dove si mangia e si beve e si dorme e si vegeta e sterilmente s’invecchia”. Ho pensato che nessun posto è realmente così, che dietro alle quiete facciate si può sempre nascondere qualcosa. E dunque perché non qualcosa di inquietante? E qui entra in gioco il secondo evento, reale e devastante per il nostro territorio:  da lì immediatamente tutti i tasselli sono andati al loro posto, anche se c’è voluto un anno per scriverlo tutto, soprattutto perché volevo che molti eventi e i luoghi fossero reali, riconoscibili da chi avrebbe sfogliato le pagine.

C’è un personaggio, tra le tre protagoniste, a cui ti senti maggiormente legata? Se sì, perché?

Mi è difficile scegliere tra le mie protagoniste, le amo tutte e tre in egual misura ma se proprio dovessi scegliere forse sceglierei Vanda, quella più anziana. Rappresenta la “piccola storia” e la saggezza. Una di quelle migliaia di donne che durante i terribili momenti della guerra hanno continuato a portare avanti le proprie famiglie mentre gli uomini combattevano al fronte. Di loro difficilmente si parla nella grande Storia. Senza Vanda probabilmente Valentina si sarebbe arresa e non ci sarebbe stata giustizia per Amelia.

Descrivi Amelia, Vanda e Valentina con tre aggettivi per una.

Amelia: coraggiosa, vinta (ma non sconfitta), indomita
Vanda: saggia, materna e combattiva
Valentina: tenace, sensibile e intraprendente

Dal romanzo traspare un grande amore per la tua terra, Arcola (SP), dove la vicenda è ambientata. Sei legata particolarmente al territorio, vero? Come ha reagito la comunità al tuo libro?

Sono molto legata alla mia terra: per me che sono cresciuta nella Piana di Arcola (quindi nella zona che negli anni '70 era soprattutto agricola ed industriale), Arcola Ponte e il Borgo hanno sempre rappresentato il fulcro della mia infanzia ed adolescenza. Gli amici della panchina, le camminate a piedi dentro i “carobbi” e le corse sfrenate in bicicletta lungo la strada che dal paese ti riportava al piano. Ora ad Arcola io vivo e lavoro, credo di aver assimilato da questo paese e dalle sue genti, quella speciale ruvidità, tipica di chi è abituato a sudarsi tutte le cose, ma soprattutto, superata l’iniziale diffidenza, la capacità di accogliere e aprirsi agli altri. L’uscita del mio libro ha rappresentato per la comunità una ventata di ottimismo, tutti mi hanno dimostrato il loro affetto e continuano ogni giorno a sostenermi. La cosa che in qualche modo mi ha sorpreso è il fatto che La Linea del destino è diventato un romanzo corale, nel senso che tutto il paese se lo sente suo e lo sfoggia con orgoglio in ogni occasione.

Due parole sulla promozione. Come può fare un autore emergente a farsi notare?

Io sono solo all’inizio e credo che su questo argomento posso solo imparare dagli altri. Quello che ho capito sicuramente, è che è importante fare squadra: unirsi ai gruppi, ascoltare, leggere e commentare anche i libri degli altri, senza ostinarsi a parlare solo del proprio. In questo modo si crea una rete virtuosa tra esordienti e ci si sostiene gli uni con gli altri: la mia esperienza con il gruppo Nati per scrivere (scrittori toscani e non), mi sta insegnando molto da questo punto di vista. Inoltre la bellissima esperienza al Salone del libro di Firenze ha aggiunto un valore alla promozione: incontrare i lettori e promuovere il proprio libro è entusiasmante. Purtroppo questo non è sempre accessibile a tutti noi esordienti.

Infine, i tuoi progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Vi annuncio con entusiasmo che il romanzo è stato ammesso alle selezioni del Premio Letterario "Il borgo italiano" e che mi aspetta una lunga estate ricca di eventi e di presentazioni, sembra che tutti vogliano avere "La Linea del Destino"!!!
Nel frattempo ho iniziato il nuovo romanzo: il genere è lo stesso e quindi al momento sono nella fase della ricerca storica. Un altro mistero sull’origine di un paese alla fine del 1500: la storia quella vera dà una versione, sarà quella giusta? O forse c’è una verità segreta che deve restare celata?

Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.

Nessun commento:

Posta un commento