venerdì 19 luglio 2019

Recensione "Le ossa dei morti" di Miriam Palombi

Recensione "Le ossa dei morti" di Miriam Palombi

Amici lettori, in questa calda estate, perché non rabbrividire un po' con un horror sanguigno e viscerale? Oggi vi parlo di "Le ossa dei morti", nuovo romanzo della prolifica scrittrice Miriam Palombi (edito da Dark Zone Edizioni).

Il romanzo avrebbe potuto chiamarsi anche "La casa nera", perché tutto ruota attorno a una misteriosa casa, un’oscura presenza arroccata sulle pendici del Lago Rivonero, la quale, come si legge nella quarta di copertina, nel corso dei secoli ha attirato nefandezze di ogni genere. "Là riposa il male che non dorme mai" (Chi indovina la citazione?^^). Proprio questo male è il vero protagonista degli uomini, perché è proprio così, trova sempre, ahimè, un modo per fare nuovi danni, per irretire nuove vittime: sangue chiama sangue. E questo è verissimo in questo romanzo, dove i destini di tanti personaggi (figure deboli, solitarie, sofferenti) vengono calamitati da questo luogo misterioso e in cui finiscono per tornare, anche dopo essere riusciti, per grazia di qualche oscuro potere, a fuggire.

Un romanzo horror, dicevamo, molto carnale, sanguigno. Se non siete degli appassionati, o non vi piacciono (o addirittura vi disturbano), di descrizioni esplicite, ecco... vi avviso per tempo, potreste trovare alcune scene molto crude. Lo stile dell'autrice è molto visivo, cinematografico per certi aspetti, anche se oserei dire che è uno stile che tocca e fa a stimolare tutti e cinque i sensi, non soltanto la vista. E' un modo di scrivere che affonda nelle nostre percezioni quotidiane, stimolandole, allargandole, coinvolgendole in un'esperienza sensoriale unica, e terribile al tempo stesso. Uno stile che l'autrice ha già utilizzato in "Miseri resti sepolti", la sua raccolta di racconti (ve ne ho parlato qua?), più intenso rispetto al ritmo narrativo denso e più asciutto di "L'archivio degli Dei" o "Legacy of darkness". Uno stile, a mio parere, adatto per evocare le atmosfere oscure della casa maledetta.

Gli altri personaggi, a partire da Eirik e dalla sua amica curiosona, alla fine sono di contorno, sono vittime, sono oggetti che vengono calamitati dal potere arcano e terribile dell'edificio. Cercano di resistere, di non cedere, eppure non riescono a respingere il richiamo: sono curiosi, impiccioni, perversamente attratti dagli orrori che si sono susseguiti e che tuttora pervadono quella dimora. Ma, in fondo, non è questa storia una metafora della quotidianità? Non cerca, ogni giorno, dall'alba dei tempi, l'uomo di resistere al mare, di non commettere atti esecrabili e osceni? E non finisce, spesso, a compierli lo stesso, consapevole o meno?

Riflettiamo. Ma, nel frattempo, stiamo alla larga dal Rivonero. Potremmo finire involontariamente a scavalcare il cancello e il muretto di pietra, a inoltrarci nel giardino incolto e abbandonato e a imbatterci nelle oscure presenze demoniache che infestano la magione. Io vi ho avvisato! ;)

"Le ossa dei morti", di Miriam Palombi, è disponibile su tutti gli store di libri e ebook.



Nessun commento:

Posta un commento