mercoledì 31 luglio 2019

Storie e leggende in "Chi ha paura del Linchetto?" - 1

Storie e leggende in "Chi ha paura del Linchetto?" - 1

Bentrovati, lettori. Come sapete, sono un grande appassionato di leggende e folclore, per cui mi piace dedicare appuntamenti periodici a quelle della mia regione, la Toscana, in particolare l'area della Versilia, della Lucchesia e della Garfagnana, ricche di creature fantastiche e misteri! Oggi vi parlo di alcune leggende, protagoniste dei racconti inseriti nel volume "Chi ha paura del Linchetto?", da me curato per NPS Edizioni, insieme agli amici della band "Joe Natta e le Leggende Lucchesi".

“Chi ha paura del Linchetto?” è un omaggio al folclore lucchese: accoglie, al suo interno, i testi di trenta canzoni della band “Joe Natta e le Leggende Lucchesi”, venti disegni di Silvia Talassi e cinque racconti di Alessio Del Debbio. Musica, arte e letteratura si incontrano, si mescolano, giocano insieme in vista di un obiettivo comune: valorizzare le storie e le tradizioni popolari della Lucchesia, della Versilia e delle Alpi Apuane.

I GOMITOLI DELLE FATE

Il volume si apre con un racconto fiabesco, che ci trasporta nell’atmosfera onirica, leggendaria, delle tradizioni popolari lucchesi. A Grotta all’Onda, sulle Apuane, si parla dei misteriosi gomitoli delle fate, una lana preziosa, che fa gola a molti: al bieco Cecco Mario, che vorrebbe stringerla nelle sue mani porcine, a mamma Laura, che vorrebbe lavorarla per garantire un futuro al figlio, e al povero Giovannin, scapestrato sognatore, che si imbarca in una bella avventura….
A Giovannin sarebbe tanto piaciuto sedere con gli streghi, viaggiare sul dorso di un Serpente Volastro e toccare la famosa lana che le fate filavano con cura. 
Ne erano molto gelose, tanto che nessuno aveva mai visto neppure le pecore che la producevano, sebbene qualcuno sostenesse fossero guardate a vista dall’Omo Selvatico; tutti erano però concordi nel ritenerla la miglior lana del mondo: morbida ma resistente, calda e luminosa come una primavera di colori, e soprattutto inesauribile.
(estratto da “I gomitoli delle fate”)

QUEL CHE PORTA IL VENTO

Un racconto intimistico, dove le leggende avvolgono la protagonista con un abbraccio protettivo, un manto per difenderla dal dolore e dall’ingiustizia del mondo. Così, ai piedi del Grande Castagno, in Garfagnana, Francesca si inginocchia e piange, piange tutte le lacrime che, dalla morte del suo amore, non ha mai rivelato a nessuno. 

Perché solo la natura può capire, solo i suoi tesorieri possono custodirle. Solo chi ha occhi per vedere nel cuore dell’animo umano può comprenderne i turbamenti. I Buffardelli lo sanno.

Quand’ero bambina, mia nonna mi raccontava di vedere i folletti. Li incontrava nel bosco dietro la casa di famiglia, sopra Corfino. 
Pareva che si radunassero ai piedi del Grande Castagno, albero secolare per cui provava un timore reverenziale, per questo mi intimava di prendermene cura, quando lei fosse passata a miglior vita. 
(estratto da “Quel che porta il vento”)

QUANDO IL DIAVOLO ABBAIA

Un racconto horror, ambientato al Ponte del Diavolo, uno dei luoghi simbolo della Lucchesia, e della potenza delle tradizioni. Un luogo mitico, edificato forse con l’aiuto di arcani poteri, che ha richiesto il suo sacrificio, un tributo da pagare che, come spesso accade, deve essere rinnovato periodicamente, al fine di garantirne l’efficacia. 

Lo scoprirà Luca, uno scrittore in fuga da una relazione sbagliata. E scoprirà che alcune creature fantastiche non vivono soltanto nei libri…

Luca si scosse e cercò di fuggire lungo l’altro versante del ponte, solo per trovarsi di fronte un nuovo filare di torce e un’altra carica di cerberi inferociti. Che i cancelli dell’inferno si fossero aperti per farne uscire gli abitanti del borgo? 
Luca lottò, scalciò, invocò la misericordia divina, prima di collassare e ricordarsi che gli Dei non erano di casa su quel ponte. 
(estratto da “Quando il diavolo abbaia”)


IL FANGO HA I SUOI SEGRETI

Un racconto breve, un horror d’avventura, ambientato a Fabbriche di Careggine, antico borgo della Garfagnana, che nel Dopoguerra fu sommerso e attualmente rimane sott’acqua. L’ultima volta in cui il lago artificiale è stato svuotato fu nel 1994, e cosa è venuto alla luce? Quali segreti e misteri sono rimasti nascosti per anni? Attenzione, pavidi cacciatori, non avvicinatevi a luoghi pregni di magia, potreste rimanerne scottati!
I cacciatori avanzavano a fatica, gli stivali che affondavano nel fango, il puzzo di un borgo rimasto sott’acqua per vent’anni che filtrava da sotto le maschere. 
Ettore si sistemò la sacca sulle spalle, passò il fucile nell’altra mano e guardò i suoi sottoposti che si disponevano a raggiera attorno a lui, alle porte del paese che era stato Fabbriche di Careggine.
(estratto da “Il fango ha i suoi segreti”)



IN VIAGGIO CON TE

L’ultimo racconto, che chiude il volume, è una summa delle leggende lucchesi, un omaggio alle creature, alle ambientazioni, ma soprattutto all’atmosfera magica che permea il nostro territorio. Un viaggio da compiere in bici, padre e figlio insieme, affinché scatti il passaggio generazionale, affinché la sapienza degli antichi, le tradizioni popolari non vadano perdute.

È un viaggio in un mondo che volge al tramonto, sopraffatto dalla modernità, dalla tecnologia, dal materialismo, ma che può ancora offrire conforto, soprattutto quando la speranza nel futuro viene meno. Ecco allora che vengono riscoperti riti arcani, formule dimenticate, per evocare fate, streghi e diavoli e ottenerne i favori!
Al Giardino Botanico invece non andammo mai. Sul fondo del laghetto dimorava lo spirito di Lucida Mansi e se avesse notato la nostra felicità avrebbe provato a portarcela via. 
Anni fa la disprezzavo, eppure adesso comprendo quel che dovette provare quando capì che il tempo sarebbe stata la sua rovina, il tempo di cui la vita è con tutti avara. Se fosse possibile, farei anch’io un patto col diavolo. 
(estratto da “In viaggio con te”)

Il libro è disponibile su tutti gli store di libri e ebook.

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