lunedì 6 marzo 2023

Segnalazione "La prigioniera di Encelado. Racconti di guerra n.2" di Furio LC Rex

Segnalazione "La prigioniera di Encelado. Racconti di guerra n.2" di Furio LC Rex

Bentornati, lettori. Oggi vi segnalo la nuova uscita di Furio LC Rex, già ospite del nostro blog con altri suoi lavori. Pronti per scoprirla?! ;)



Titolo del libro: La prigioniera di Encelado. Racconti di guerra n. 2

Autore: Furio LC Rex

Casa editrice: auto-pubblicato con Amazon

Genere: space opera – fantascienza

Pagine: 40 pagine

Prezzo ebooK: 1,99€  o gratis per chi ha kindle unlimited

Formato: ebook

Data di uscita: 27 febbraio 2023


Trama:  A.D.2336. Guerra delle Colonie.

Su Encelado (Saturno II) si consuma il dramma della giovane Tenente Yuko.

Sopravvissuta allo schianto della navetta su cui viaggiava viene soccorsa e poi imprigionata dai nemici della flotta terrestre.

Nel pieno della campagna militare di Saturno le informazioni da lei possedute sono vitali per l’esito dello scontro con le colonie ribelli.

Mentre il Capitano Marcus Romano, al comando della fregata Flurry, ha il compito di salvarla; lei cerca di resistere alle sevizie grazie alla sua forza mentale... l’unica cosa che gli aguzzini non possono controllare.


“La prigioniera di Encelado” ha ricevuto una menzione al Premio Robot 2021.


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Estratto

A.D. 2332, Punta Pellaro (Italia)

Sono seduta sul bagnasciuga, abbracciata a me stessa con il mento appoggiato tra le ginocchia arrossate dal sole di agosto. Mi lascio cullare dallo sciabordio, acquietato dalla luna nascente, e godo dell’odore del mare portato dalla brezza al tramonto.

Sono in compagnia della solitudine, affrancata dalla leggerezza di questa vacanza in Italia e dalle giornate pregne di umanesimo e spiritualità.

Mi accarezzo dolcemente le braccia, increspate dalla salsedine, mentre fisso l’orizzonte. Il profilo della costa che si erge oltre lo stretto disegna, rompendo l’armonia di un dipinto dai temi amaranto, la sagoma del gigante irrequieto.

Un boato, la sua voce baritonale, e subito il terreno che trema e il mare che spumeggia come a volergli rispondere a tono.

L’Etna è così: immenso come l’eternità che rappresenta.

Guardo ammirata lo sbuffo di fumo sul versante.

Le grida di un gruppo di ragazzini rompono il mio idillio. Li vedo correre sulla spiaggia, eccitati e chiassosi. Turbata dalla loro sfrontatezza per avermi disturbata, li squadro con un cruccio severo.

– Yuko! – mi grida Caterina. – Guarda… vicino alla barca c’è un vermecane!

Una folata alle mie spalle. È la sabbia schizzata da Giuseppe, che mi scavalca di corsa, veloce ed esuberante. Il ragazzo ha un secchiello e una paletta. Si precipita verso la sorella, immobile a poca distanza dalla scialuppa spiaggiata.

– Fermi tutti – grida – lo prendo io. È velenoso, se vi tocca sono guai!

Vedo il ragazzo bloccarsi vicino alla vecchia barca. La sua figura, esile e abbronzata dai giorni della lunga vacanza al mare, si disegna nella luce alterata del tramonto. Gioca un po’ con la paletta, sbattendosela sulla gamba, mentre scruta l’acqua limpida e smeraldina sotto la chiglia scrostata dal tempo.

Ecco un movimento deciso, un affondo rapido e ben calibrato.

Il ragazzo rovescia nel secchiello una poltiglia di sabbia e acqua marina.

Giuseppe si gira verso di me con il volto serio. Mi appare più grande e maturo rispetto alla sua età; un bambino ormai sul punto di diventare ragazzo e poi uomo. Il suo fare giocoso subito smentisce i miei pensieri. Mi urla eccitato: – Lo vuoi vedere?

Affondo il naso tra le mani, mi alzo e cammino con i piedi schizzandogli l’acqua. 

Mi porge il secchiello.

Smuove la poltiglia con la paletta. Vedo qualcosa muoversi: c’è un verme lungo una decina di centimetri. Provo ribrezzo per quell’essere ripugnante ricoperto di peli rossi e neri. Il suo corpo è costellato di aculei che spuntano come denti affilati.

Giuseppe si atteggia con baldanza, si riprende il secchiello e mi dice: – Adesso lo metto a seccare, così muore.

Resto a guardarlo mentre, con perizia, lo ripesca con la paletta e lo mette sul legno consunto della vecchia scialuppa. Il verme rotola, si attorciglia su se stesso.

Come preda di un’agonia silente e inesorabile, resta immobile.


Encelado (Saturno II)

A.D. 2336 …in piena Guerra delle colonie.

Il traliccio sormontato dalla parabola, increspato di ghiaccio, contrastava con il cielo plumbeo di Encelado. Sullo sfondo la sfera grigia e silente di Saturno, abbracciata da un cappello di anelli luminosi, sembrava aver assistito come uno spettatore inerme alla tragedia appena compiuta.

A poca distanza dalla struttura, schiantato contro il pack, c’era il relitto del velivolo abbattuto; la tomba per tutti i suoi occupanti… tranne una.

Yuko si svegliò all’improvviso. La gola era secca e il respiro tanto affannato che le sembrò di avere un macigno sul petto. Percepì un confortevole odore di detersivo e mosse le braccia annaspando nelle lenzuola ruvide ma pulite.

Aprì gli occhi e si ritrovò coricata in posizione fetale e la testa sprofondata in un cuscino morbido e profumato.

Che strano: pensò. Le era tornato in mente quell’episodio, risalente ad alcuni anni prima della guerra quando era stata in vacanza in Italia…


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