venerdì 25 novembre 2016

Segnalazione "Dodici porte" di Daisy Franchetto

"DODICI PORTE" di Daisy Franchetto

L'articolo di oggi è tutto dedicato a Daisy Franchetto e al suo primo romanzo"Dodici porte", attualmente edito da Dark Zone. Se siete amanti delle fiere di libro e fumetto, avrete sicuramente notato il colorato e sempre animato stand dell'associazione culturale, ricco di libri di autori italiani, tra cui quelli di Daisy! "Dodici porte" ha anche un seguito, "Sei pietre bianche", di cui parleremo in un articolo successivo. Intanto scopriamo questo interessante romanzo fantastico! 


Titolo: Dodici porte
Autore: Daisy Franchetto
Editore: Dark Zone (pagina FB)
Genere: fantasy/paranormal
Formato: ebook e cartaceo
Pagine: 400
Prezzo: ebook 2,99 cartaceo 14,90
ISBN: 978-8894174670

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Trama: Dodici Porte è una fiaba dark che si snoda attraverso dodici passaggi che la protagonista Lunar deve superare, scoprendo luoghi e mondi inaspettati. Inizia cosí un percorso di guarigione spirituale dalle violenze subite nel mondo reale. Un viaggio iniziatico alla scoperta delle proprie origini. I personaggi e i luoghi che Lunar incontra sono simboli generati dal suo subconscio, manifestazioni del suo dolore.

Lunar è una giovane ragazza, che una terribile notte si trova a fuggire per strade sconosciute dopo essere stata vittima di una violenza. Corre, fino a raggiungere una porta. La porta della Casa. La prima porta di un viaggio onirico che la porterà a ricostruire i pezzi della propria identità e a rimarginare le ferite subite. La ragazza tenterà di far fronte all’angoscia contando sulle proprie forze e sull’aiuto della famiglia, ma quando si ritroverà faccia a faccia con il suo carnefice, si renderà conto di aver bisogno di un aiuto che non avrebbe mai pensato di ricevere. Inizia così il percorso di guarigione all’interno della Casa, alla scoperta di personaggi e luoghi fantastici, figli della sua psiche e non solo. Dodici tappe di trasformazione. Dodici porte che si aprono una dentro l’altra.

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Estratto: Si ritrovò a testa in giù in un ambiente luminoso che pareva non avere confini. 
I suoi piedi poggiavano sulle radici nodose di un enorme albero, talmente grande che Lunar non ne vedeva la cima. Tutto intorno fluttuavano luci dai colori caldi: giallo, arancione e rosso. In quel luogo non c’era gravità o, se c’era, era invertita come tutto il resto. Lunar provò a muovere qualche passo e si rese conto che i movimenti erano più lenti del solito. Anche i pensieri cominciarono a rallentare sempre di più, fino a scomparire. 
La percezione delle cose si dilatò e il corpo si fece più leggero, sempre più leggero, fino a che i piedi si staccarono dalle radici su cui poggiavano e Lunar si ritrovò a fluttuare nell’aria. Le luci sembravano seguire una melodia precisa nel loro movimento, e anche a lei venne naturale muoversi su quel ritmo che percepiva come una vibrazione interna. Di tanto in tanto, incontrava un grosso frutto sapiente al cui interno pulsava una luce vivida e si avvicinava per toccarlo. A ogni tocco sentiva che la stessa energia del frutto veniva trasmessa al suo corpo, scatenando meravigliose immagini come in un sogno. Luci gialle e fluttuanti si componevano nella sua testa. Esplosioni e dilatazioni. Cieli blu gremiti di stelle. Universi infiniti. Terre lontane e mai viste prima. Un paese color argento.
Lunar era immersa in una gioia senza fine. Tutta la vita trascorsa fuori di lì sembrava lontana, come fosse stata la storia di un’altra persona. Mentre si muoveva tra i rami e i frutti dell’Albero Inverso, giocando a saltare da un ramo all’altro, si avvicinò alla sommità dell’enorme pianta. Lì le luci si facevano più scure e le vibrazioni che risuonavano in Lunar attingevano a qualcosa di profondo e di molto oscuro. In quel luogo di pura esperienza non aveva possibilità di formulare dei pensieri definiti o di esercitare una qualche forma di volontà. Lunar poteva solo stare nell’esperienza del momento, e si fece condurre. 
Arrivò sulla cima dell’albero. Sul ramo più alto cresceva un frutto molto grosso, dalla forma identica a quella degli altri, ma rosso scuro e pulsante all’interno. Lunar si avvicinò per osservare meglio e vide che la luce pulsava dentro il frutto come un cuore. Allungò la mano.
Quando la mano di Lunar fu a contatto con il frutto, si scatenarono una serie di immagini veloci e confuse nella sua testa, fino a che una figura nera si materializzò a pochi centimetri dai suoi occhi. La ragazza non sapeva dire quanto di concreto ci fosse in quell’immagine che, a differenza delle altre, sembrava più definita. La figura indossava un mantello nero con un cappuccio, che lasciava intravedere un volto pallido con gli occhi chiusi e tratti non umani. Sembrava non avere un corpo ed essere sorretta solo dall’indumento nero che portava. Lunar non ebbe paura di quella creatura, ma sentiva che un’angoscia profonda si muoveva in qualche angolo buio del suo essere. 
La figura oscura si avvicinò fluttuando, i loro visi quasi si sfiorarono. Il volto dell’essere ricordava una capra e aveva dei simboli azzurrognoli simili a lividi su tutta la faccia. Tre triangoli, uno sopra e due sotto, sulla guancia destra; un quadrato con un cerchio all’interno sulla guancia sinistra e una spirale al centro della fronte. 
La figura aprì gli occhi, grandi e completamente neri. Alla vista di quegli occhi senza pupille, l’angoscia di Lunar si fece più forte. Il cuore cominciò a batterle forte e si ricordò d’un tratto di avere un corpo e dei pensieri.
La creatura parlò con voce di bambino e domandò: «Io sono una bestia oscura?» Poi tacque e, reclinando delicatamente il capo da un lato, fissò Lunar in attesa di una risposta.La ragazza non sapeva spiegarsi come mai quella domanda le creasse così tanta pena, e perché non riuscisse a dare una risposta.«Non vedi? Io sono una bestia oscura», la incalzò ancora la creatura con la voce di bambino.




Biografia dell’autore - parla Daisy Franchetto.
Sono nata a Vicenza, città intrisa di grazia palladiana, ma vivo a Torino, città del mistero, e mi occupo di counseling. La scrittura è una passione nascosta che ho iniziato a coltivare tardi.
Ciò che scrivo nasce dalle esperienze vissute. Il lavoro nelle comunità psichiatriche e per disabili, i viaggi come volontaria in zone di guerra, l’impegno per la difesa dei diritti umani. L’ascolto delle persone in difficoltà e, prima ancora, l’ascolto di me stessa. Il mondo onirico e la ventennale attività di scavo nella mia psiche. La scrittura mi rende una persona migliore.
Oltre a scrivere romanzi, racconti e brevi articoli, gestisco da qualche anno un blog nel quale riverso i miei pensieri e il mio punto di vista sul mondo. Da poche settimane è nata la mia nuova rubrica onirica: I don’t sleep, I dream. Piccolo appuntamento nel quale ospito scrittori emergenti chiedendo loro di condividere un sogno.


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